Vinatieri rilancia i Patriots

Vinatieri festeggia. Ancora lui, ancora un field goal, ancora all'ultimo secondo.

New England espugna il Georgia Dome, vince 31-28 contro Atlanta e si porta ad un record vittorie pari a quello dei Falcons (3-2). Giornata positiva per i Patriots, almeno per il risultato, e partita ricca di spunti e ed emozioni, in grado di regalare emozioni agli spettatori anche quando sembrava chiudersi definitivamente.

Giornata anche di record, come vedremo, per gli amanti dei numeri questo match ha racchiuso più di un episodio da inserire negli annali delle statistiche. New England contenta del risultato, ma i Patriots sembrano davvero appesi ad un filo, con un attacco certamente in grado di arrivare ovunque, ma una difesa ormai orfana di troppi elementi e completamente ridimensionata.

Senza i giocatori infortunati e con un leader come Tedy Bruschi inutilizzabile per i motivi ormai ripetuti alla nausea, la squadra fatica a trovare la quadratura nel proprio reparto difensivo e a ricreare quella compattezza che l'aveva resa un muro invalicabile per quasi tutti gli avversari incontrati in questi ultimi anni.

Bill Belichick per molti è un genio, per altri un uomo che ha avuto la fortuna di lavorare nell'ombra con una squadra di "fenomenali sconosciuti" e un coaching staff (anch'esso sparito quest'anno) assolutamente eccezionale. Personalmente propendo più per la prima ipotesi, qui si parla di un coach assolutamente in grado di creare una squadra, di motivarla e mandarla in campo nel modo migliore.

Belichick sa scegliere gli uomini giusti e creare i giochi giusti, soprattutto da quando ha pescato un quarterback freddo e concreto come Tom Brady, uscito quattro stagioni or sono dal cilindro dell'infortunio Bledsoe. Un altro giocatore che ormai non si può non considerare fondamentale per la nascita della dinastia dei Patriots è certamente Adam Vinatieri, kicker che ieri ha regalato la seconda vittoria della stagione sullo scadere del tempo con un field goal, proprio come già  avvenuto contro Pittsburgh nella week 3.

Quando lo scorso anno, prima dello scontro ai playoffs contro Indianapolis, Tom Brady aveva risposto per le rime alle provocazioni del kicker dei Colts Mike Vanderjagt definendolo un “non giocatore di football” non ci è dato sapere come la prese il buon Vinatieri che con due calci aveva "donato" al proprio quarterback altrettanti anelli nel 2001 e nel 2003. Di certo calciare per la diciannovesima volta in carriera un field goal decisivo lo avrà  fatto entrare nella personale classifica di Brady, se non nella categoria dei “giocatori veri”, almeno in quella dei “decisivi”.

Orfani di Michael Vick i Falcons si sono affidati alla direzione del gioco di un Matt Schaub assolutamente intenzionato a non far rimpiangere il quarterback più atipico della lega ed assoluto leader dell'attacco. La partita del secondo anno da Virginia (secondo start della carriera) è stata buona numericamente parlando e piuttosto convincente sul piano del gioco. Schaub ha lanciato per 298 yards e tre touchdown, trovando le giuste giocate nel quarto periodo per riaprire la partita ed impattare il risultato un attimo prima del drive decisivo chiuso dal field goal di Vinatieri.

I Patriots hanno sofferto tantissimo in difesa, non sono mai riusciti a trovare una continuità  convincente e sono crollati più volte sotto il peso dei lanci di Schaub, cedendo decisamente anche a livello fisico nell'ultima frazione di gioco.

Pur riuscendo in più occasioni ad oltrepassare la O-line avversaria, i difensori dei campioni NFL non sono riusciti a limitare a dovere il gioco di corse di Warrick Dunn (83 yards) e il suo “vice” T.J. Duckett (30). Nonostante l'assenza di Vick infatti, i Falcons sono riusciti a correre per 116 yards totali, supportati da un gioco aereo che in Georgia non si vedeva da chissà  quanto tempo.

L'altra faccia della medaglia è stata la difesa, molle nell'opporsi a New England, con un Brady magistrale come spesso gli capita (350 yards e 3 td), ed un Corey Dillon da 106 yards corse e quasi mai intercettato dai radar della difesa avversaria. Il running game di New England ha affettato a ripetizione la difesa avversaria, mentre la regia di Brady impostava molti big play che portavano New England a gestire spesso drive devastanti, chiudendo non di rado per oltre 70 yards in non più di sette giochi. Questo meccanismo, perfetto per mettere punti in cascina, ha impedito però ai bostoniani di garantirsi un più netto controllo del cronometro, dando quindi molte più chances ai Falcons di rientrare in partita.

Deion Branch e il tight end Daniel Graham sono stati terminali perfetti per le giocate di Brady, mentre Bethel Johnson è stato chiamato in causa una sola volta per giocarsi una deep nella quale ha seminato due backs piuttosto tardivi nella reazione e segnare la meta del momentaneo 28-13 e che, apparentemente, scriveva la parola fine sulla partita. Keith Brooking e Demorrio Williams non riuscivano a dare il solito contributo dal box, e la linea dei Patriots non ha trovato eccessive difficoltà  nell'aprire il gioco al proprio capitano, mentre le secondarie sono praticamente tutte da bocciare, viste le grosse difficoltà  sul profondo, ma anche in raggi più brevi, sia che la palla arrivasse dal cielo o direttamente dal campo e ben protetta dalle mani di Dillon.

Il secondo e l'ultimo quarto sono stati i più terribili per New England i quali, dopo aver subito una meta conseguente all'intercetto di Brady Smith a inizio quarto periodo, hanno davvero rischiato di gettare via una partita che più volte avevano dato l'impressione di poter gestire. Brian Finneran e Alge Crumpler hanno messo in mostra qualità  ben poco sfruttate dall'attacco quando nell'huddle c'è Vick, ed hanno esaltato le doti del loro quarterback.

Un buon lavoro quello di Jim Mora, capace di tirare fuori una vera e propria west coast offense dal playbook tutto esplosivo studiato per Vick. La capacità  di adattare al meglio questo attacco ai lanci è la dimostrazione di aver davvero cercato, durante l'estate, di dare una fisionomia diversa all'offensive game, fisionomia che ancora fatica ad emergere col quarterback titolare.

Per Mora anche un'altra dimostrazione di coraggio, una piccola giocata che entra di diritto nella storia dei Falcons: nel secondo periodo, con l'orologio che correva pericolosamente verso lo zero, l'head coach di Atlanta ha chiamato un field goal dalle 58 yards ed ha mandato il rookie Michael Koenen, punter di professione, a calciare. L'undrafted ex Division II in NCAA ha spedito la palla dritta tra i pali facendo esplodere il dome ed alzando il record di lunghezza di un FG subito dai Pats e detenuto dal 2003 da David Akers dei Philadelphia Eagles.

Il calcio di Koenen vale anche il secondo posto nella graduatoria relativa ai calci di Atlanta ed il terzo posto in NFL per un field goal tentato da un giocatore non draftato. Vero che Koenen aveva già  mostrato di aver grande potenza tra i piedi (suo il secondo punt più lungo in questa stagione di NFL), ma era anche al primo field goal ufficiale di tutta la sua carriera. Freddezza, potenza e precisione, un giocatore pronto forse a svolgere un doppio ruolo per i Falcons? Certamente attrezzato per i calci lunghi, nulla da dire.

A Boston però accusano ogni colpo, l'incapacità  di giocare forte con le secondarie e la presenza di alcuni rookie inesperti tra i titolari o comunque nella rotazione difensiva, non mettono a disposizione della squadra un valore aggiunto come successo negli ultimi anni. Ellis Hobbs ha mostrato parecchi limiti in copertura venendo spesso superato da una palla ricevibile o da un WR marcato un po' troppo a distanza.

A Guss Scott il terribile compito di sostituire Rodney Harrison, con risultati altalenanti e una pessima giocata su Justin Griffith nel momento della segnatura di quest'ultimo. Ma è stato certamente Asante Samuel il back più in difficoltà , ridicolizzato ben due volte nelle occasioni in cui Schaub ha cercato e trovato in endzone Crumpler e Dez White. Samuel è andato spesso in confusione, non è riuscito a leggere le tracce dei WR oppure ad arrivare in anticipo sul gioco degli stessi, insomma un mezzo disastro in mezzo ad una difesa che imbarca davvero troppa acqua.

E' difficile pensare che con questi buchi si possa davvero arrivare in fondo, ma l'attacco è sempre un'arma incredibilmente perfetta. Domenica, dopo otto anni, i Pats hanno messo a referto almeno 300 yds lanciate, 100 corse (Dillon) e 100 ricevute (Graham e Deion Branch) per un singolo giocatore; segno di grande spessore e della capacità  di saper muovere la palla in ogni modo e per guadagni di ogni tipo.

Questa festa di numeri in realtà  non aggiunge nulla che già  non sapessimo sulla forza dell'attacco di Belichick e, pur mandando Dillon a oltre 10000 yards in carriera (18° giocatore a riuscire nell'impresa), non mette l'animo in pace all'head coach che raramente si è visto "sciogliersi" alla fine di una gara di regular season in un moto di esultanza che tradiva tutta la sofferenza e lo stress patiti per i sessanta minuti di gioco.

Due squadre che certamente hanno dato vita ad un buon spettacolo di football ma entrambe legate a difese vittime di infortuni importanti e troppo spesso deboli nell'opporsi ai vari tipi di gioco dei rivali. I Patriots escono indenni di nuovo grazie a Vinatieri e, come contro Pittsburgh, conquistano una “W” di assoluta importanza.

I Falcons perdono ma mantengono un record vincente ed hanno capito di poter sfruttare al meglio il backup di Vick, dando più spazio al gioco aereo. Certo, proprio per il motivo citato sulle difese, ossia una certa leggerezza evidenziata ieri, si aspettano test più probanti per misurare il vero valore delle due squadre e soprattutto, nel caso specifico, di Matt Schaub.

In questi anni le vittorie dei Falcons sono assolutamente dipese dalla presenza in campo di Michael Vick, intorno al quale Mora ha costruito un impianto di gioco quasi tutto incentrato sull'ego sportivo del QB velocista. Schaub sa lanciare meglio ma dà  più riferimenti agli avversari, dimostrandosi potenzialmente un bersaglio più facile per i difensori (tre sacks ieri) ma anche un giocatore in grado di esaltare i receivers facendosi appoggiare da un running game che rimane comunque molto concreto.

Ieri la difesa dei Patriots ha reso la vita un po' più semplice del previsto al giovane passer, ma Schaub all'apparenza ha certamente i numeri per poter stare in NFL; resta da vedere se per fare da spettatore a Vick o per giocare…

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