Di nuovo Vinatieri, di nuovo un field goal decisivo.
L'ovale calciato da Adam Vinatieri attraversa i pali del goal post e tutti, immediatamente, osservano il tempo di gioco sul timer. Quanto tempo rimane a Pittsburgh per ritornare il kick-off successivo a questo field goal e tentare una giocata disperata per provare a vincere? Un secondo.
Un solo brevissimo secondo che si brucia nel momento in cui il returner riceve il calcio di Vinatieri e viene placcato. Come se non bastasse, all'inizio del quarto periodo, gli officials addetti al cronometro avevano erroneamente resettato il timer regalando alla partita 52 secondi. Tutta questione di secondi quindi: i 52 sufficienti ai Patriots per portare avanti il drive decisivo e quell'unica inconsistente frazione lasciata agli Steelers per realizzare di aver perso, di nuovo, contro i campioni del mondo.
I Patriots stanno tentando una nuova impresa: se dominare la NFL non basta più, ora cercano di dominare anche il tempo. Il fato vuole che domenica ci siano riusciti, in ogni senso.
Dopo quell'ultimo calcio di Vinatieri le immagini scorrono su sorrisi che si sprecano lungo la sideline di New England, mentre Ben Roethlisberger scuote la testa dalla parte opposta del campo. Seconda sconfitta in carriera per il quarterback dei gialloneri, prima in regular season dopo una serie di sedici "W" consecutive. Sempre Belichick e i suoi ragazzi terribili, freddi, matematici, implacabili e quasi fastidiosamente vicini alla perfezione quando serve e che, dopo aver subito il pareggio a poco più di un minuto dal termine della partita, hanno guidato uno di quei drive che ormai sono il loro marchio di fabbrica.
Un drive lungo abbastanza da mettere Vinatieri in condizione di calciare, senza timeout e col cronometro che pericolosamente scorre all'indietro. "No problem guys" pare dire il vecchio kicker ogni volta che va a calciare un field goal decisivo: nessun problema. Del resto per uno che ha vinto due Super Bowl calciando i tre punti decisivi sul filo di lana, che problema potrebbe esserci in una "normale" partita di regular season?
Big Ben invece è di nuovo battuto. Gli rimane la soddisfazione di una buona partita, un'altra prestazione senza intercetti e la conferma, aldilà dell'esito finale, del fatto che Pittsburgh può giocarsela contro i Patriots ad armi pari e rimane certamente una delle maggiori candidate a detronizzare i bostoniani, anche se l'attacco deve certamente mantenere il pallone per più tempo in partite come questa. Al contrario, dopo la sconfitta di domenica scorsa contro Carolina, i Pats tornano in carreggiata e ripartono da un record di 2-1, decisamente più consono alle recenti tradizioni della franchigia o perlomeno molto di più quello che sarebbe stato un clamoroso 1-2 di inizio stagione.
Come prevedibile la partita è stata molto tattica, due difese dure e sempre a tentare la pressione sui passer avversari, cercando di creare il maggior caos possibile nel backfield e forzare turnovers. Giochi difensivi rudi e spettacolari, ottimi sulle giocate veloci e per chiudere i varchi in prossimità della linea di scrimmage.
Entrambe le squadre si affidano a due linee molto solide e trovano nei propri linebackers un'arma devastante contro le corse dei running backs opposti. Il gioco di corsa è latitato per ampi tratti della gara, con un Kevin Dillon in grado di segnare due td in situazioni di short yardage ma limitato a 61 yards, mentre sulla sponda opposta, con Bettis e Staley fermi a guardare da bordo campo, Willie Parker ha conosciuto la durezza e la compattezza del "box" di New England fermandosi a 55.
I due quarterback si sono dovuti quindi affidare ad uno spettacolare duello aereo, una sfida durata fino all'ultimo secondo di gioco con invenzioni spesso esaltanti da parte di Tom Brady e Big Ben Roethlisberger. Entrambi hanno dovuto guardarsi molto le spalle dalle giocate di difensori in grado di portare più volte il QB avversario fuori dal pocket, ma la linea dei Patriots ha come sempre svolto un ottimo lavoro in difesa del proprio passer. Nonostante questo Brady è stato atterrato tre volte, mentre il suo diretto concorrente ha subito quattro sacks e raramente ha trovato giocate efficaci tolti il primo e l'ultimo quarto, frazioni di gioco per le quali ha riservato i numeri migliori.
Andati subito sotto con una meta di Dillon, gli Steelers hanno dato l'impressione di poter controllare ugualmente la gara pareggiando con un td pass per un Hines Ward in versione gran galà da ben 82 yards. Dopo il vantaggio ottenuto con un field goal di Jeff Reed gli Steelers hanno cominciato a trovare difficoltà nelle soluzioni offensive, mantenendo comunque il controllo dell'attacco avversario.
Tolto il primo drive che aveva portato una segnatura, il dominio del campo, quando Brady e soci calcavano l'erba dell'Heinz Field, era a pieno merito tra le mani di un immenso James Farrior (15 tackle totali e un sack), il quale insieme ai compagni recuperava due volte il pallone grazie a un fumble e ad un intercetto di Chris Hope. Mentre Dillon viene annullato, il controllo sulle deep è in mano a secondarie davvero reattive, sempre in posizione di doppia copertura e con grandi interventi a tagliare sulle tracce dei receiver.
Il CB Ike Taylor poi si danna l'anima, corre su ogni target di Brady, fa passare una serata difficile sia a Deion Branch che a David Givens e, quando si avvicina alle zone centrali, non disdegna un colpo sul runningback di turno. Alla fine chiuderà da vero dominatore, anche se sconfitto, con 15 tackle (11-4). Il resto del primo tempo si risolveva con tre punt e, nonostante un calcio da tre punti sbagliato, gli Steelers sembravano decisamente in grado di domare gli avversari proprio come un anno fa quando interruppero un'infinita serie di vittorie di New England.
Negli spogliatoi Belichick, completamente furioso dopo il match perso contro i Panthers, si sarà fatto sentire, avrà guardato negli occhi i propri giocatori e avrà trasmesso quella carica che, da grande motivatore qual è, non ha mai fatto mancare ai suoi. E i Patriots, seppur a rilento, sono ripartiti. Brady, che alla fine lancerà 372 yards senza nemmeno un td pass, comincia un drive piuttosto inconsueto per lui, subendo un sack, lanciando un incompleto e portando il proprio attacco in una zona non troppo adatta ai calci comodi. Vinatieri infatti sbaglia dalle 53 e, a questo punto, la serata sembra davvero storta per i campioni in carica.
Se aggiungiamo che subito dopo Kevin Faulk perde un pallone grazie a un fumble forzato da Haggans, la frittata sembra davvero fatta. Come nel secondo quarto, quando Roethlisberger andava a pescare con uno splendido lancio Randle El, il quale regalava malamente il pallone a Eugene Wilson cercando un compagno con passaggio laterale per evitare un placcaggio (questo mentre si trovava in una zona molto favorevole del campo) anche stavolta gli Steelers non approfittano del tutto di una situazione molto invitante. Dall'intercetto escono altri tre punti, ma mettersi a +6 rispetto ai Pats non è una gran sicurezza, il touchdown non arriva nemmeno stavolta e la partita è ancora viva.
L'attacco di Pittsburgh è comunque ormai bloccato totalmente da una difesa che concede sì 216 yards e due td pass al QB avversario, ma riesce anche a tenerlo in apnea per praticamente tre quarti di fila, dando così la possibilità all'attacco di essere sempre in gioco. Più passa il tempo più Richard Seymour esce dalla linea con maggiore facilità , chiudendo spesso la visuale a Big Ben e limitando nettamente i secondi a disposizione del QB, riuscendo anche ad arrivare due volte al sack.
Entrati nell'ultima frazione dopo un calcio da tre del solito Vinatieri, i Pats cominciano a fare sul serio e per gli Steelers scende la notte. Brady guida un primo drive capolavoro rovesciano il campo per 86 yards, lanciando cinque completi su altrettanti tentativi e guadagnando solo via aerea la bellezza di 76 yards. Una "passeggiata" da sette yards di Dillon chiude poi il drive in endzone e riporta avanti New England. L'attacco di casa non reagisce immediatamente e calcia il quarto punt del secondo tempo, mentre i Patriots volano a più sette con Vinatieri.
E' dopo questo field goal che vediamo una giocata che ci mostra quello che potenzialmente è la vera Pittsburgh, un lampo nel buio all'interno del quale gli Steelers erano finiti sotto i colpi di una difesa che fa ruotare nel suo insieme quasi tutti i giocatori a disposizione, tutti in grado di colpire sempre l'avversario al momento giusto e integrati perfettamente in un sistema preciso al massimo. Ricardo Colclough riporta il kick off che segue l'ultima segnatura per 44 yards, regalando ai suoi una posizione di campo che non può essere sciupata.
Roethlisberger gioca l'intero drive dalla posizione di shotgun, colpendo per quattro volte di fila i bersagli giusti, prima di arrivare ad un incompleto e, subito dopo ad un sack. Un'interferenza di passaggio dà una mano ai padroni di casa che si trovano a giocarsi il down decisivo sulle quattro yards dei Patriots. L'asse Big Ben-Ward si attiva e arriva il pareggio.
Non si può pensare ad uno scontato overtime quando la palla finisce tra le mani di Brady, il quale non delude le aspettative e lancia tre completi su tre per 37 yards davanti ad una difesa sfinita. Poi, come detto, arriverà il solito cecchino quasi infallibile, il calcio e l'orologio che si ferma a un secondo dalla fine. Giù il cappello per i Patriots, cali il sipario per gli Steelers. Almeno per ora.
Differenze tra queste due squadre ce ne sono tante, è inutile nascondere che i New England Patriots di domenica siano ancora la squadra più forte e letale della lega; nonostante Crennel, nonostante Ty Law e la perdita di Bruschi. Belichick cambia assistenti, ma la difesa è di una solidità spaventosa. Subisce Roethlisberger sul profondo, ma lo annulla per buona parte della gara e, considerato il gioco di corse nullo, subisce due soli field goal (di cui uno sbagliato) tra la fine del primo quarto e l'ultimo td di Ward quando manca un minuto e ventuno alla fine.
Impossibile credere che il problema sia l'attacco di Pittsburgh in sé, anche senza il RB titolare il gioco resta ottimo, ma la difesa di New England quando vuole è devastante. I Patriots hanno subito un sacco di penalità , tante da perdere ben 118 yards, ma sanno far girare il pallone, crearsi situazioni di vantaggio in difesa e far correre l'orologio in attacco, cosicché la difesa avversaria arrivi stremata al round finale.
Per battere gli Steelers bisogna soffrire, certo, ma se New England converte il 50% dei terzi down mentre Pittsburgh si ferma a 3 su 13, allora il gioco lo conduce la difesa rispedendo al mittente ogni tentativo di mantenere possessi prolungati e, con essi, il controllo del gioco.
Gli Steelers non chiudono l'incontro, chi ha affrontato la squadra di Belichick negli ultimi anni sa cosa significhi questo; infatti, quando è stato il momento, Brady ha ripreso in mano la squadra e ha diretto l'orchestra alla perfezione negli ultimi quattro drive guadagnando 16 punti, grazie anche ad un primo violino come Vinatieri: quando non puoi arrivare in fondo, la palla giusta la calcia lui.
I Patriots sono i soliti, non fanno sobbalzare sulla poltrona per l'esplosività delle giocate, ma sbagliano pochissimo e sempre quando è ancora possibile recuperare, diventando poi perfetti e in grado di far male, anzi, malissimo. Restano certamente una bellissima espressione di football giocato, che importa se si salta sulla poltrona oppure no? La loro macchina viaggia senza mai fermarsi e sappiamo che anche se riconfermarsi sarà dura, loro saranno sempre in prima fila, per tutta la stagione.
In AFC si fanno avanti novità come Cincinnati da una parte, e realtà che cercano di risorgere dopo un pessimo inizio come i San Diego Chargers dall'altra, ma Pittsburgh e New England saranno pronte contro chiunque, forse capaci di ritrovarsi per una nuova finale di conference. Di certo pronte a riprovarci. Certo che se i Patriots imparano a controllare il tempo"