Cincinnati fa sul serio

Deltha O'Neal è il miglior intercettatore di una difesa che ha creato 15 turnovers in 3 partite.

I Cincinnati Bengals fanno sul serio, questo è il messaggio che hanno mandato alla lega nelle prime tre giornate dopo aver passato 14 anni ad essere scherzati dalle altre squadre.
La cosa che lascia più esterrefatti è che l'attacco di cui tanto si parlava bene in termini di esplosività  non ha ancora mostrato tutto il suo potenziale, mentre la difesa, reparto che preoccupava, ha preso in mano la situazione forzando qualcosa come 15 turnovers a proprio favore in sole tre partite.

Gli avversari di ieri, i Chicago Bears, arrivavano da una sconfitta alla prima giornata subita contro i Redskins dopo una battaglia difensiva e da una rotonda vittoria ai danni dei Lions con difesa e special teams ad erigersi nel ruolo di protagonisti.

Guidati da Kyle Orton, una terza scelta che ha guadagnato i gradi da titolare dopo l'ennesimo infortunio di Rex Grossman, ha vissuto una domenica pomeriggio da incubo imparando ben presto che cosa significa adattarsi alla Nfl dopo un ultimo anno giocato al college con 31 TD e 5 intercetti.

Già , 5 intercetti in una stagione, 5 proprio come quelli lanciati nella sola partita di ieri.
Brian Simmons, Deltha O'Neal, Madieu Williams, Tory James e Keywan Ratliff sono stati tra i bersagli preferiti da Orton, che suo malgrado ha ben presto affossato morale e psicologia della squadra sbagliando un lancio dietro l'altro e decidendo la partita anzitempo, lanciando 4 di questi 5 intercetti nei primi due quarti, arrivando ad un certo punto ad avere un qb rating di 1,0.

Come contro i Vikings, Cincinnati ha dimostrato di avere un istinto da killer per segnare subito dopo un turnover: dopo il primo intercetto, ad opera di Brian Simmons (che ha poi perso il pallone) e di Odell Thurman (che lo ha ricoperto), Carson Palmer ha segnato alla prima azione possibile, trovando con un passaggio millimetrico il taglio di Chad Johnson in mezzo a due difensori, Mike Brown e Charles Tillman.

La cosa si sarebbe ripetuta anche poco dopo, quando Ratliff ha raccolto il secondo intercetto di Orton, ma un'interferenza offensiva di Chad Johnson ha negato il TD pass raccolto da TJ Houshmandzadeh dopo sole 4 azioni del drive, mandando comunque a punti la squadra con il field goal conseguente di Shayne Graham.

Complessivamente, nel primo tempo, la difesa dei Bears ha sorretto da sola le sorti della squadra limitando i danni, in quanto Rudi Johnson ha faticato (nonostante le statistiche finali) a trovare varchi e Palmer è stato pressato dai blitz di Lance Briggs e dalla devastante forza di Adenwale Ogunleye, che con una caviglia in fiamme ha creato confusione nella tasca avversaria.

La gara si è sostanzialmente chiusa nel terzo quarto, quando dopo l'ennesimo turnover recuperato, Palmer ha guidato un drive di 7 giochi per 70 yards culminato con un bel lancio per il rookie Chris Henry, che ha segnato così la prima meta della sua giovane carriera ed ha portato il parziale a favore dei suoi sul 17-0.

I Bears sono riusciti a segnare a giochi fatti nell'ultimo quarto con una corsa da 2 yards di un Thomas Jones molto limitato nella prima metà  di gara e Cincy ha chiuso i discorsi poco dopo ancora con il duo Palmer-Johnson: il wide receiver, con una finta fulminea, si è liberato del defensive back che lo marcava da vicino sulla linea di scrimmage ed ha sprintato sulla linea sinistra del campo ricevendo il lancio di Palmer collezionando un gioco da 40 yards.

Dunque, i Bengals hanno ritrovato la strada per la vittoria e sono 3-0 per la prima volta dal 1990 ovvero l'ultimo anno che hanno fatto i playoffs: l'attacco ha giocato bene ma avrebbe potuto fare di più, con Palmer a chiudere con un buonissimo 16/23 per 169 yards e 2 mete senza intercetti.
Il quarterback dei Bengals è mostruosamente migliorato dalla prima parte della stagione scorsa, ma qualcosa c'è ancora su cui lavorare: Palmer infatti tende a forzare troppo in endzone, non capendo ancora che talvolta 3 punti possono essere meglio di 0. In lui c'è troppa foga di mettere TD a referto ed in altre occasioni questo potrebbe costare più caro dell'intercetto di Willie Offord della settimana scorsa o di quello mancato da Mike Brown ieri.

Rudi Johnson ha corso per 84 yards in 25 tentativi trovando varchi nel secondo tempo grazie alla stanchezza accumulata dalla difesa avversaria, mentre i ricevitori hanno fatto il loro lavoro: Chad Johnson ha chiuso, come detto, con 2 mete mentre Chris Henry, già  in evidenza la settimana scorsa, ha segnato per la prima volta e si è dimostrato valido come slot receiver correndo bene le traiettorie assegnateli.

La difesa è stata semplicemente opportunista e spietata: i Bengals sono diventati la prima squadra in 34 anni ad intercettare 5 palloni in due gare consecutive e gli elementi della secondaria hanno ormai tutti almeno un intercetto ciascuno.
Il rookie Odell Thurman si è messo ancora in evidenza ricoprendo un fumble e dando fisicità  nel ruolo di middle linebacker, mentre la linea ha fatto un buonissimo lavoro contro le corse quando contava, ovvero nel primo tempo, allentando un pò la corda solo a giochi fatti.
Justin Smith e Robert Geathers si sono fatti trovare spesso nel mezzo dell'azione, contribuendo con quella grinta in più che mancava nel 2004, e la presenza di Bryan Robinson nel mezzo è stata un'aggiunta importantissima, perchè finalmente c'è la presenza di un uomo in grado di chiamare dei raddoppi.

Resta ancora un piccolo dubbio da togliersi, ovvero come la difesa si comporterà  in impegni più proibitivi, cioè quando si tratterà  ad esempio di affrontare squadre come gli Steelers: nelle ultime due settimane il numero di turnovers è stato altissimo, ma è pur sempre coinciso con il suicidio sportivo di Daunte Culpepper e con la prestazione di un rookie che sta assaggiando la Nfl da tre partite.

Per quanto riguarda i Bears rimane il rimpianto di non aver firmato un veterano per lo spot di regista: i limiti offensivi sono evidenti e la prestazione di Orton, che si era fatto intercettare solo una volta nelle due gare precedenti, deve preoccupare soprattutto in virtù dei dollari spesi per acquisire Muhsin Muhammad.
Al di là  degli intercetti del rookie, l'attacco si è spento quando ha capito che con il gioco di corsa non si andava da nessuna parte (sempre parlando limitatamente al primo tempo) e per vie aeree si è confermato un sistema stagnante e prevedibile.

Con la difesa ci si può solo complimetare: la linea difensiva ha tenuto buono Rudi Johnson quando la partita era ancora recuperabile ed il reparto, nel complesso, si è confermato motivato ed aggressivo.
Alex Brown, Ogunleye ed Hillenmeyer hanno fatto ciò che hanno potuto e l'hanno fatto molto bene, considerato che l'unità  difensiva rientrava in campo dopo pochissime pause, in quanto l'attacco non riusciva a stare in campo.

Il problema dei Bears è paragonabile a quello dei Washington Redskins: la difesa che hanno è a 5 stelle, ma l'attacco non si muove.
Sicuramente potranno vincere delle partite a punteggio stretto, ma per farlo con continuità  dovranno sperare che il giovane Orton impari tanto da questa pesante, forse eccessiva, lezione.

Essere il primo quarterback della franchigia dal 1968 a lanciare 5 intercetti in una partita non dev'essergli piaciuto molto.

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