Sunday Night: Colts – Ravens

Cato June si invola in end zone dopo l'intercetto…

I Colts che non ti aspetti sono scesi in campo nel primo Sunday Night della stagione e hanno strapazzato una delle più titolate rivali per l'accesso alla postseason nella AFC; per farlo hanno sfruttato proprio una di quelle armi che, più di ogni altra, rendono Baltimora una squadra temibile e quadrata: la difesa.

Vero che l'attacco di Indianapolis ha macinato il solito buon numero di yards sul campo, vero che Peyton Manning è stato in grado di offrire la solita prova da leader indiscusso, quasi mai sottotono, potente e preciso. Ma la cosa che sorprende è il comportamento della difesa dei Colts, aggressiva, veloce e in grado di forzare errori su Baltimora e recuperare palloni a volontà  (quattro turnovers a favore di Indy).

Per inciso: è la prima di campionato, il rodaggio non è ancora finito e l'attacco di Baltimora, sulla carta migliorato rispetto alle passate stagioni, è ancora tutto da valutare; eppure una difesa così disinvolta si è raramente vista dalle parti della città  della 500 miglia.

I Ravens non hanno sfigurato in fatto di yards guadagnate (401 in totale), ma sono mancati nei momenti decisivi dell'incontro. Dopo un prima metà  di gara piuttosto noiosa dove è successo ben poco (anche se l'antipasto era sembrato buono visto i primi due drive aggressivi di Indianapolis – un intercetto in difesa e un tentativo di conversione di quarto down al primo possesso), dagli spogliatoi sono usciti apparentemente solo i Colts per giocarsi terza e quarta frazione.

La sfida tra i due quarterback titolari non ha avuto storia. Kyle Boller ha dovuto lasciare il campo per infortunio dopo un tremendo sack inflittogli dal tackle Larry Tripplett al terzo down, ma prima non era mai riuscito ad essere davvero incisivo nonostante il supporto dei vari Mason, Wilcox e Clayton non sia assolutamente mancato.

Gli unici drive guidati discretamente da Boller senza dover ricorrere a un punt per mollare il possesso, hanno portato Matt Stover al field goal, ma le polveri del kicker veterano erano decisamente bagnate ieri sera: tre calci e tre errori per l'ex di Cleveland, uno dei quali a risultato ancora da sbloccare. Il quarterback è quindi uscito dal campo con un intercetto in tabellino e poche giocate degne di nota, mentre il suo opposto aveva già  cominciato a giocare come sapeva.

Peyton Manning si era addentrato nel terzo periodo con il giusto piglio e aveva spedito in meta Marvin Harrison e Ben Utrecht con td passes di poco sotto alle trenta yards. La partita, che contava anche un field goal messo a segno da Vanderjagt nel secondo periodo, si poteva considerare chiusa già  in quel momento.

Considerato che Jamal Lewis non riusciva ad essere incisivo (41 yards a fine gara), al nuovo entrato Anthony Wright spettava un compito più vicino al miracolo sportivo che alla semplice partita di football. Missione proibitiva se il gioco di corsa latita e la O-line non argina a dovere, il quarterback viene messo troppo sotto pressione, e il dover recuperare diciassette-punti-diciassette in una ventina di minuti è impresa da libri di storia.

Senza scomodare nessuno storico del caso registriamo il definitivo crollo dei Ravens, con le secondarie dei Colts sì un po' spiazzate sulle giocate medio-lunghe, ma le primarie costantemente in vantaggio sulla linea avversaria e una forte pressione al backfield.

Alla fine Wright riesce a lanciare 214 yards e il td pass della bandiera a pochi secondi dalla fine (ricevuto da Wilcox), giocando spesso dalla shotgun per cercare di aggredire le secondarie avversarie. Il backup di Boller finisce per essere vittima di due sack subendo un fumble, recuperato dai Colts, e due intercetti. Il secondo, quello di Cato June, è riportato dal linebacker di Indianpolis per trenta yards fino alla endzone.

Dopo la meta difensiva la partita si è chiusa ed ha perso quasi ogni tipo d'interesse, così i Colts hanno potuto terminare la gara controllando senza patemi. Manning ha trovato di fronte a sé un difesa notoriamente dura, eppure Ray Lewis coi suoi dieci placcaggi è stato il solo a lasciare un segno nella partita.

La linea a protezione del quarterback del record di td pass in NFL ha fatto un gioco spaventoso, aprendo spazi incredibili e lasciando libero sfogo al talento del proprio quarterback. Le sue 254 yards non sono il meglio del proprio repertorio, ma il passer dei Colts non ha praticamente avuto nulla a che fare con incontri ravvicinati con difensori avversari, non ha subito né sack né intercetti e ha lanciato in meta prima Marvin Harrison e successivamente Ben Utecth, entrambi con td pass di poco inferiori alle 30 yards. Due cannonate che hanno trovato completamente spiazzati i difensori di Baltimora.

Manning ha avuto buon gioco non appena ingranato la marcia, supportato da un Edgerring James lontano dalla piccola crisi contrattuale d'estate e impegnato a portare 88 yards per i suoi. Il gruppo di WR ha seguito le chiamate dell'huddle con la solita diligenza, Brandon Stokley è stato assolutamente letale sul profondo e gli è mancato solo il touchdown per chiudere in bellezza la gara.

Ma come dicevamo la difesa è stata la forza prima di questa squadra, la sorpresa più grande della serata. Con un reparto a ridosso del backfield in grado di giocare sulle corse in maniera esagerata, Indy ha praticamente garantito il controllo dell'incontro al proprio attacco neutralizzando nei momenti clou le offensive dei padroni di casa. Non è un caso se i principali attori sono uomini della D-line e i linebackers: le 401 yards concesse sono quasi tutte frutto di lanci, segno che le secondarie sono ancora in difficoltà .

Ma il numero di ingressi nel backfield avversario, le sole 77 yards concesse su corsa e la capacità  di chiudere i down a proprio favore nei momenti decisivi sono ottimi segnali per una difesa spesso sotto processo. Una linea, in grado di mettere un uomo come Larry Tripplett tra i leader della difesa ma, soprattutto, Gary Brackett, David Thornton e Cato June, un terzetto di linebackers che si è mostrato davvero troppo efficace visto la maglia indossata. Tre intercetti, 21 placcaggi individuali e un td il gioco complessivo dei tre: grandioso. Certo, parliamo di giocatori che a tratti sono stati in grado di mettere in evidenza buone cose, ma l'alchimia di ieri sera è stata semplicemente perfetta.

La prima partita non si presta a troppi commenti, valutare se questa difesa sia quest'anno davvero in grado di cambiare le carte in tavola non spetta probabilmente a Baltimora né a una singola ora di gioco. Anche perché i momenti di cedimento ci sono stati, ma la caparbietà  nel difendere di certi giocatori ha impedito ai Ravens di far fruttare il maggior numero di yards conquistate e di terzi down completati.

Di certo c'è che Indianapolis vuole riprovare l'assalto alla finalissima e l'attacco ha già  cominciato a giocare a buoni livelli, trovando una resistenza non proprio consona alla tradizione di chi, nel 2000, vinse un Super Bowl grazie alla difesa. Boller e soci escono male da questa sfida, ma una partita così non deve far subito giungere critiche negative o previsioni catastrofiche: c'è tempo per ingranare e recuperare, non tutti hanno l'attacco di Manning, ma se la difesa dei Colts esce come fondamentale da una partita così, forse, è il caso di lavorare ancora molto sul gioco d'attacco. Aspettiamo.

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