A.Smith e l’impatto con la NFL

Alex Smith subisce un sack da Trvor Pryce: benventuo nella NFL, rookie!

La prima scelta assoluta del draft NFL 2005 e' stato il QB da Utah Alex Smith. Su di lui hanno deciso di puntare il nuovo capo allenatore Mike Nolan ed il suo staff per riportare in alto una delle squadre piu' blasonate della NFL: i San Francisco 49ers.

Inutile dire che la pressione sulle spalle di un giocatore scelto per primo (quindi ritenuto il migliore di tutta la classe degli eleggibili) e' veramente enorme: i media ti tengono sott'occhio, spulciano il passato della tua vita sportiva e privata, presenziano agli allenamenti guardando solo te, analizzano qualsiasi azione con la lente d'ingrandimento; i tifosi nutrono mille speranze, comprano la tua maglietta e ti esaltano ancor prima che tu abbia mai ricevuto uno snap nella lega professionistica. Se a questo si aggiunge anche una tradizione gloriosa come quella dei Red&Gold nella posizione di QB - Montana e Young vi dicono qualcosa? - si puo' ben capire quale carico debba gestire il giovane numero 11.

Dopo il draft, sono iniziate subito le tarttative per definire i termini del contratto e l'agente di Smith ha spuntato un accordo per una quantita' enorme di denaro (24 milioni di dollari garantiti): le aspettative sono grandi, soprattutto dopo una stagione con il peggior record della storia della franchigia californiana (2-14).

Firmato il contratto prima dell'inizio del training camp, Smith ha partecipato a tutti gli allenamenti con la sua nuova squadra, cosa molto importante per cercare di essere protagonista fin dal suo anno da rookie. Nei primi giorni, ha ricevuto la maggior parte degli snap con la prima squadra, anche se Nolan ha dichiarato che avrebbe attuato una rotazione tra lui, Tim Rattay (il titolare dello scorso anno) e Ken Dorsey (che nel 2004 ha sostituito in 7 gare il titolare infortunato).

Smith ha avuto un inizio di training camp che ha fatto ben sperare, dimostrando di possedere un buon lavoro di piedi e un'ottima mobilita': probabilmente e' gia' il miglior QB dei Niners nelle azioni di roll out. Non sono mancati gli errori di misura nei passaggi, ma chi credeva che avesse dei problemi di potenza nel braccio si e' gia' ricreduto. Con queste premesse, Nolan ha deciso di non attuare la rotazione prevista e ha mantenuto il rookie con la prima squadra, facendolo partire da titolare nella prima partita di preseason contro i "cugini" degli Oakland Raiders, da sempre arcirivali dei Niners.

Durante la prima esibizione ufficiale si sono visti i limiti di Smith: ha terminato la partita con un misero 3 su 9 per 25 yard, producendo 44 yard di total offense e 2 soli primi down (di cui uno su una penalita') in due quarti di gioco. L'inesperienza del giocatore e la sua difficolta' ad adattarsi ad una velocita' di gioco e di letture molto superiore a quella del college sono state palesate abbondantemente. A parziale scusante di Smith c'e' da dire che la linea d'attacco, tallone d'Achille dei 49ers lo scorso anno, era decimata dagli infortuni: 4/5 della linea titolare erano fuori e nella delicata posizione di left tackle c'era un tight end rookie con una mano rotta. La difesa dei Raiders ha quindi messo grande pressione sul rookie, cercando di colpirlo per fargli assaggiare la vera NFL. E sotto pressione Smith ha dimostrato di saper correre per sfuggire agli avversari: nell'ultimo drive del primo tempo, ha mosso abbastanza bene il pallone con qualche corsa e lanciando un paio di buoni palloni dalla shot gun, la formazione d'attacco da lui usata a Utah per il 90% delle azioni. Poche luci e molte ombre quindi, ma da un rookie non ci si puo' aspettare troppo…

La prima partita ha pero' fatto perdere un po' di confidenza a Smith, che ne ha risentito anche in allenamento: i suoi lanci sono diventati meno fluidi e meno precisi, segno che la pressione inizia a farsi sentire. E' rimasto lo starter perche' Nolan lo vuol testare il piu' possibile prima dell'inizio della stagione, dandogli la possibilita' di accumulare esperienza.

Nella seconda partita, contro Denver al Mile High Stadium, le cose sono andate anche peggio: 4 drive, 4 punt, 7 yard di total offense e 2 completi su 7 tentativi, frutto dell'abilita' dei ricevitori.

I tifosi e parte degli analisti gia' scalpitano perche' vorrebbero vedere la squadra affidata a Rattay, che ha dimostrato di saper muovere bene l'attacco, anche se ha affrontato le seconde linee degli avversari. Il tempo di sviluppo di un QB e' per lo meno di tre anni, ma se sei una prima scelta assoluta con il miglior contratto mai accordato ad un rookie, hai subito un sacco di gente che ti salta addosso e ti etichetta come il nuovo Ryan Leaf non appena fai qualche errore.

Smith sta gestendo abbastanza bene la cosa, con la fiducia dei suoi allenatori: fin dall'inizio ha dichiarato di avere una lunga strada da fare e di aver molto da imparare. L'atteggiamento e' quello giusto; c'e' da sperare solo che riesca a mantenerlo senza farsi mettere troppa fretta da chi lo vorrebbe gia' in grado di guidare una squadra NFL come uno scafato veterano.

Proprio mentre scrivevo questo articolo e' arrivato l'annuncio di Nolan della nomina di Rattay a QB titolare: “Il rookie ha fatto un ottimo lavoro per un ragazzo che deve andare li' fuori e imparare il maggior numero di cose possibile. Ha fatto tutto per provare che la nostra scelta e' stata giusta e ha mostrato che in futuro migliorera' e sara' piu' vicino ad avere il posto. Nel frattempo il lavoro e' di Tim (Rattay) e sono sicuro che fara' bene. L'esperienza e' dalla parte di Tim. Il nostro obiettivo e' vincere e questa e' la ragione della scelta. Entrambi sono ottimi giocatori.”. Smith avra' dunque il tempo di maturare prima di affrontare di nuovo il peso della guida della squadra.

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