Super Bowl MVP: Deion Branch

Deion Branch, MVP a Jacksonville.

E' da sempre impresa ardua trovare uno tra i giocatori dei New England Patriots che possa meritare il premio MVP più di un proprio compagno; una squadra come questa, che ha nella "collettività " la propria miglior qualità , che gioca e vince col gruppo, che rende essenziale ogni pedina e che trasforma una formazione "no name" in un team di campioni che in campo eseguono semplici schemi in maniera disinvolta e perfetta, rende sempre difficile la scelta.

Abituati a condurre il gioco, a non lasciare nulla al caso, a colpire gli avversari in ogni loro punto debole, raramente lasciano che un giocatore emerga più di un altro, basando il tutto sull'armonioso gioco che lega ogni singola zona del campo alle altre, e questo li rende praticamente unici nel panorama NFL. Da domenica notte i Patriots sono inoltre, pur rifiutandone l'appellativo, una dinastia e difficilmente i giocatori che hanno contribuito a tutto ciò potranno di nuovo essere considerati dei "no name".

Per guadagnarsi il titolo di miglior giocatore bisogna far parte della squadra che vince la partita, non ha importanza se tra gli sconfitti c'è qualcuno che ha fatto meglio, se una squadra ha battuto l'altra, significa che ha fatto qualcosa di più. Discutibile finché si vuole questa è in ogni caso un'usanza che riguarda un po' tutti gli sport americani (ma non solo), e visto che a vincere ultimamente nel football sono sempre i Patriots di Bill Belichick, il titolo di MVP finisce tutte le volte in bella mostra nel salotto di uno dei suoi uomini.

Di nuovo è sorta la difficoltà  nello scegliere chi dovesse fregiarsi di tale onore, ma più o meno all'unanimità  si è convinti che Deion Branch abbia ricevuto più che meritatamente questo premio; avrebbe potuto anche essere il terzo per Tom Brady, il primo per Tedy Bruschi o Mike Vrabel, oppure anche per l'ottimo Rodney Harrison, nessuno si sarebbe sconvolto, proprio perché, come detto, New England è una squadra che trasforma tutti i suoi giocatori in pedine fondamentali e questo premio potrebbe risultare, talvolta, anche superfluo.

A risultato inverso potremmo celebrare un premio di MVP consegnato a Terrell Owens, il quale ha giocato una partita superba e di gran cuore dopo sei settimane d'inattività , un grave infortunio, ed un'operazione alla caviglia durante la quale i medici lo hanno imbottito di ferro tra placche, placchette e viti. Impareggiabile per tenacia e grinta, TO ha superato tutti i propri compagni come prestazione individuale, ma ha purtroppo visto i suoi Eagles uscire sconfitti e il Most Valuable Player finire per la terza volta in quattro anni tra le mani di un patriota.

Se fosse possibile ci piacerebbe veder premiati tutti gli uomini di Boston, cominciando da Belichick e il suo staff per giungere fino a Josh Miller ed Adam Vinatieri, per premiare una squadra che contro ogni pronostico e contro grandi avversari ha, in quattro anni, costruito un'impresa che è già  nella storia della NFL; ma l'onore di essere "l'uomo in più", dicevamo, è toccato a Deion Branch. Classe 1979, Branch è nato ad Albany (Georgia), ed è stato scelto al secondo giro nel draft 2002 dopo i suoi trascorsi al college tra le fila di Lousville. Il receiver di Boston ha giocato davvero un ottimo Super Bowl, in campo è stato lui a ricevere il maggior numero di palloni (undici), per il maggior numero di yards guadagnate(133) ed anche se non ha segnato nessuna meta ha messo a referto qualche statistica davvero importante per ciò che riguarda la storia "all times" della NFL, non solo per il Super Bowl di Jacksonville.

Innanzi tutto proprio il numero delle ricezioni: undici, il numero più alto per un Super Bowl. Undici come quelle che un certo Jerry Rice completò nella finale numero XXIII contro i Bengals, eguagliando a sua volta Dan Ross, tight end che proprio con Cincinnati nel Super Bowl del 1982, di nuovo contro i Niners, ricevette lo stesso numero di palloni. Branch è inoltre diventato il miglior ricevitore in due finali consecutive, lo scorso anno non fu infatti di minor impatto il suo apporto alla squadra contro i Panthers, dove fermò il proprio score personale a dieci ricezioni riuscendo a segnare anche una meta. Oggi Deion Branch è anche il terzo ricevitore di sempre per quello che riguarda le ricezioni nei soli Super Bowl, con 21 palle prese insegue lo stesso Rice (37) e Andre Reed (27), i quali hanno però disputato quattro finali durante la loro carriera mentre Branch in Florida era "solo" alla seconda apparizione.

Escludendo i numeri e i record è stata davvero una serata importante per il WR dei campioni, che con le sue ricezioni ha dato a tratti la profondità  nelle giocate più importanti della partita, aggredendo le secondarie avversarie quando Tom Brady decideva di concedersi una pausa dal lanciare degli screen e aggredire in maniera più decisa gli Eagles con lanci medio lunghi.

In altre situazioni è stato servito sullo short yardage, magari per convertire dei terzi down. Branch è stato veramente protagonista di giocate fondamentali, anche quando il pallone non era indirizzato esattamente sulla traccia disegnata, è riuscito a recuperare con grande prontezza di riflessi, sfruttando atletismo e velocità .

I suoi undici palloni hanno prodotto sei primi down, quattro dei quali convertendo una situazione al terzo tentativo; cinque ricezioni hanno passato le 15 yards, due le venti, e in tre situazioni Brady ha trovato pronto a ricevere proprio lui, mentre i difensori degli Eagles entravano nel backfield cercando un blitz. Il quarterback dei campioni del mondo ha cominciato a giocare "seriamente" solo a fine secondo quarto, mentre proprio dall'inizio del terzo ha iniziato a trovare in Deion Branch il suo target preferito: questo è stato l'attimo in cui i Patriots hanno mostrato di avere la consapevolezza e le carte in regola per confermarsi.

Quando il gioco di New England è tornato ad essere quello che ha regalato alla franchigia di Boston i due precedenti titoli, Branch ne è diventato il maggior terminale, formando con Brady la coppia più temibile sul gioco aereo per la difesa di Philadelphia. Il primo drive del terzo periodo è la chiave di questo duetto, ed ha visto New England segnare la sua seconda meta e trovare il primo vantaggio dell'incontro: durante questo drive Branch ha ricevuto quattro dei sette palloni giocati, conquistando 61 delle 69 yards che la sua squadra ha percorso prima di concludere in endzone con Vrabel.

Eppure il receiver tende quasi a minimizzare il proprio lavoro nel drive più bello della partita, quello che dopo l'half time ha restituito una squadra vera al campo, preferendo dar pieno merito alle discussioni avute negli spogliatoi, alla preparazione tattica del secondo tempo, al lavoro di tutti i compagni, proprio come nel più classico del "tutti per uno".

"Ci siamo raggruppati, abbiamo ragionato su cosa non era andato e cercato di immaginare il modo per uscirne e capitalizzare al meglio le nostre giocate." Ha detto Branch durante la conferenza stampa.

Come al solito nessuno dei Patriots cerca meriti individuali, la forza è nella squadra tutta e ognuno ne è consapevole. Bisogna però aggiungere che, probabilmente, tra tutte le giocate della serata, quella che più di tutte rimarrà  impressa nella memoria degli appassionati, è proprio una ricezione del nuovo MVP, che in un lancio avvenuto nel terzo periodo, ha strappato la palla a Sheldon Brown, anticipandolo con una rapidità  incredibile e sbucando, da dietro, al di sopra della testa del difensore avversario per completare il lancio e lasciare l'avversario incredulo. Una giocata strepitosa, che da sola potrebbe valere questo premio, e che congiunta alle dichiarazioni del suo regista, Tom Brady, vale più di un qualsiasi premio individuale, ma ne conferma al tempo stesso i meriti per questo riconoscimento.

"Deion ha fatto grandi giocate stasera," ha detto Brady in riferimento all'intervallo della partita "abbiamo cercato di mettere insieme i giochi per fargli arrivare il maggior numero di palloni ed iniziare al meglio il secondo tempo, e lui ha fatto tutte le giocate giuste. Sono davvero felice per lui."

E così la serata è stata doppiamente grande per Deion Branch, al suo secondo titolo in tre anni di carriera, al primo da miglior giocatore e con tutti i complimenti dei compagni. Il tutto ha un sapore ancora più dolce se si pensa che arriva dopo una stagione piuttosto travagliata che lo aveva visto ai margini durante la regular season, limitato a solo nove gare giocate e alle prese con un infortunio che gli ha dato la possibilità  di rientrare in piena forma solo in postseason. Postseason nella quale è comunque rientrato alla grande, proseguendo fino a Pittsburgh, dove ha di nuovo giocato in maniera magistrale, la sua striscia di partite con almeno un Td per quel che riguarda i match di playoffs. Il touchdown non è arrivato al Super Bowl e la striscia positiva si è interrotta, ma il ricevitore campione del mondo non pare crucciarsene più di tanto mentre si coccola il suo Vince Lombardi Trophy e il suo meritatissimo premio di miglior giocatore del Super Bowl numero XXXIX. Il ragazzo di Albany è diventato uomo.

"Fin da bambino, crescendo, ci si chiede se questo genere di cose siano possibili. Vi dirò che, visto il mio background e il posto da cui provengo, non ritenevo possibile che tutto ciò potesse capitare a me. Ma dopo stanotte,man, non ci sono più dubbi. Proprio nessuno". Deion Branch.

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