Corey Dillon ha messo in mostra anche al Super Bowl le sue grandi doti…
Il football è un gioco di scacchi, le cui mosse devono essere programmate prima, studiate a fondo per l'esecuzione in partita e devono mettere in evidenza i punti deboli degli avversari. Il Super Bowl XXXIX è stato vinto dai New England Patriots grazie ad una cura ossessiva dei particolari e grazie all'esecuzione vicina alla perfezione dei giochi offensivi e difensivi, oltre che grazie alle consuete performances individuali dei singoli giocatori. Per capire a fondo i motivi del trionfo dei Patriots, è necessario sviscerare alcune chiavi tecniche per capire quali sono state le differenze tra le due squadre.
1) Il gioco di corsa delle due squadre
I Pats sono riusciti ad imporsi nel ground game grazie ad una sapiente miscela che ha visto coinvolti Corey Dillon e Kevin Faulk. Belichick e Weis hanno messo a punto un buon gameplan che non ha visto l'uso massiccio di corse, le quali sono state usate con successo nel momento clou del match.
Le corse nel mezzo sono state quasi abolite, vista la pericolosità di Jeremiah Trotter, ed i Patriots hanno fatto strada soprattutto con hand off esterni in direzione del lato forte, sfruttando la capacità di girare l'angolo di Corey Dillon.
Il running back ha portato a casa 75 yards in 18 tentativi con una media di 4.2 yards per portata, mentre Kevin Faulk, specialista di terzi down, è stato utilissimo nel far rifiatare il compagno. Le sue 65 yards di total offense sono state decisive specialmente nel secondo tempo, quando ha contribuito in maniera eccellente al drive del 21-14 per New England, culminato con la meta proprio di Dillon. Letali sono stati gli schemi di screen che Faulk ha trasformato in sostanziosi primi down, semplicemente fintando il bloccaggio sul difensore ed uscendo all'esterno per ricevere,mentre i suoi compagni si trovavano già pronti a fornirgli i bloccaggi necessari
Dall'altra sponda, Brian Westbrook è stato invece limitato; nonostante buonissime statistiche in fase di ricezione non ha ottenuto molto di buono sulle corse, concludendo con 15 portate per 44 yards ed una media di sole 2.9 yards per portata. Il tuttofare degli Eagles è stato incisivo in un solo drive ed è stato cancellato dal campo dall'ottima difesa di Tedi Bruschi (7 placcaggi) e Mike Vrabel nel resto dei viaggi offensivi di Phila, costringendo McNabb a lanciare per ben 51 volte.
2) La pass rush di New England
Le due difese si sono date battaglia all'ultimo sangue, disputando una partita all'altezza della loro fama. Quella dei Patriots è risultata però ancora decisiva, forzando 4 turnovers e infliggendo 4 sacks a Donovan McNabb. Bruschi, Colvin, McGinest e Vrabel hanno assediato il quarterback di Philly per tutta la serata eliminando anche le sue possibilità in scramble impedendogli di muoversi con agio sia all'interno che all'esterno della tasca.
Bruschi ha mandato un messaggio chiaro e forte quando, al primo snap è andato ferocemente in blitz aiutando a provocare il turnover, salvo l'annullamento del fumble decretato dagli arbitri per via del ginocchio a terra di McNabb. Importantissimo è stato anche il contributo del rientrante Richard Seymour, che ha fatto impazzire Artis Hicks nel confronto diretto ed ha messo una volta le mani sul quarterback dimostrando di essere tornato al pieno delle proprie potenzialità con un ottimo recupero della forma dopo l'infortunio al
ginocchio.
La pressione applicata è stata tale da forzare McNabb ad errori in cui non era mai incappato quest'anno, ed i 3 intercetti subiti a fronte dei soli 8 lanciati in regular season ne sono la testimonianza. Nel primo caso McNabb ha lanciato verso una doppia copertura, forzando in maniera evidente un passaggio in direzione di Westbrook, con la squadra all'interno della red zone. McNabb non aveva mai lanciato un intercetto quest'anno in quella situazione, ma la rapida copertura di Bruschi su Westbrook ed il contemporaneo arrivo di Rodney Harrison in anticipo sul pallone hanno provocato il primo turnover degli Eagles.
Anche nel secondo caso la causa dell'intercetto, ad opera di Bruschi, è stata una brutta lettura fatta su LJ Smith, visto che McNabb ha lanciato il pallone in sua direzione prendendo un rischio rivelatosi troppo alto in mezzo al campo. Nella terza ed ultima occasione è arrivato l'intercetto della disperazione, che ha consegnato il trofeo ai Pats con la seconda palla presa da Rodney Harrison.
3) L'efficienza di Tom Brady e della linea offensiva
Tom Brady ha sfornato un'altra prestazione di alto livello nelle partite che contano, concludendo con ottime statistiche quali 23 completi su 33 tentativi, 236 yards e 2 TD passes, con un rating di 110.2. Ha lavorato molto bene con i set a 3 o 4 ricevitori in formazione shotgun, che si sono rivelati molto produttivi nel secondo tempo. Sono arrivati proprio così i guadagni che hanno messo alle corde gli Eagles e che hanno proclamato Deion Branch Mvp della manifestazione con 11 ricezioni per 133 yards. In questo schema particolare Weis ha usato moltissimo Branch come destinatario delle palle veloci di Brady, percorrendo traiettorie slant brevi e sfruttando gli altri ricevitori per il bloccaggio degli avversari…
Brady si è mosso molto bene nella tasca con l'uso di piccoli step laterali o in avanti ad evitare la pressione, muovendosi giusto quel tanto da sbilanciare i blitz dal lato cieco e nel complesso ha commesso un solo errore nell'hand off per Faulk consegnato con imprecisione, causando il fumble ai danni di New England.
Ovviamente tutto questo non sarebbe stato possibile senza la protezione fornita da Light, Andruzzi, Koppen, Gorin e Neal. I cinque linemen hanno svolto un'ottimo lavoro contro i vari blitz proposti da Jim Johnson pur concedendo due sacks, ma il tempo dato al quarterback per leggere i ricevitori è stato davvero prezioso, senza dimenticare gli spazi creati per i corridori. Una menzione speciale la merita sicuramente Matt Light, che ha tenuto a bada Jevon Kearse per tutta la partita vincendo la battaglia nel confronto diretto.
4) Le coperture difensive
Due TD su tre dei Patriots sono arrivati su ricezione ed hanno denotato delle pecche in fase di copertura difensiva.
Nel primo caso David Givens si è liberato molto bene in end zone, ed è stato perso di vista da Lito Sheppard. Il cornerback si è trovato Givens alle spalle e per Brady è stato facile colpire il suo ricevitore con un passaggio da 4 yards alzando lievemente la traiettoria. Nella seconda segnatura Mike Vrabel, schierato in attacco, si è liberato dal tentativo di "bump" di Jevon Kearse trovandosi libero in area di meta e ricevendo, con gran controllo mentale, il suo secondo TD in un Super Bowl. Kearse ha avuto un'esitazione di troppo e non ha seguito il linebacker di New England, trovandosi ad essere il responsabile della segnatura avversaria.
Infine, i numeri accumulati da Branch hanno denotato un tempismo non perfetto dei corners nel seguire le tracce dei ricevitori. L'Mvp della manifestazione è stato trovato con continuità da Brady, trovandosi spesso e volentieri a metà strada tra i linebackers e la secondaria; dunque le tardive reazioni dei defensive backs sono arrivate per posizionamenti talvolta errati.
Dunque Belichick ha vinto, anzi ha vinto ancora. Dopo avere annientato insidie quali Peyton Manning e quei Pittsburgh Steelers che lo avevano castigato in regular season, ha superato anche l'ostacolo rappresentato dagli strepitosi Eagles di questa stagione. Con il terzo titolo in quattro anni, il coach è diventato l'allenatore più vincente nella storia dei playoffs Nfl con 10 vittorie ed una sola sconfitta in post season, un gradino sopra Vince Lombardi.
Non vuole parlare di dinastia, perchè l'anno prossimo, come quest'anno, non ci sarà nessun titolo da difendere, ma ce ne sarà un altro da conquistare. Lo accompagneranno nell'impresa un grande quarterback, freddo ed efficace quando conta, una difesa straordinariamente imbattibile, e due nuovi assistenti allenatori, vista la contemporanea dipartita di Weis e Crennell.
E Belichick già non vede l'ora di ricominciare un'altra partita di scacchi…