Terzo titolo in quattro anni per Brady, incredibile!
E' finita.
E' finita. Alle 4.00 ora italiana, con la consueta doccia gelata per Belichick, mentre Brady e compagnia cantante sono in mezzo al campo a gioire.
"Questo trofeo appartiene ai giocatori" ha dichiarato "il genio" Belichick "Hanno giocato un'annata straordinaria, con grandi prestazioni negli incontri chiave. Era un anno molto difficile. Se lo meritano, se lo meritano proprio".
L'allenatore ha superato Lombardi nel record di vittorie in post season. Tagliabue nel consegnare il trofeo ha detto all'allenatore vincente " Nel consegnare il trofeo che porta il suo nome, posso credere che Vince avrebbe molta ammirazione per come i Patriots hanno giocato. Molto talento individuale, ma sempre e solo al servizio della squadra".
E' finita come ti aspetti. Gli allibratori davano favoriti i Patriots di sei punti. Ne sono bastati meno. Quasi tutti gli addetti ai lavori, davano favorita New England, e così è stato.
E' finita. Come il solito. Mentre Bruschi festeggia, Reid si dispera, per l'occasione persa. Come prima di lui Fox e Martz. L'head coach degli Eagles non ha particolari responsabilità , non si discuterà su piani tattici discutibili o su conversioni da due affrettate. Il rammarico, però, rimane, perché sono ancora tre punti soli a separare gli sconfitti dai vincitori. Come il solito.
"Ogni sconfitta è amara" ha dichiarato Reid "Ma più vai avanti nei playoff, più è amaro perdere. Solo una formazione ride al termine della post season, le altre si lamentano. L'importante è andare avanti e imparare dagli errori"
Owens, che è sceso in campo a dispetto del parere dei medici, ha aggiunto: "Potevamo vincere, e questo ci rammarica. Abbiamo commesso troppi errori. E' stato bello arrivarci, ma abbiamo sbagliato troppo"
E' finita. Non con un calcio di Vinatieri allo scadere, ma è sempre un field goal che divide New England dalla finalista NFC, come negli altri due super bowl disputati in questi quattro anni. La nuova dinastia ha fatto del tre il proprio numero fortunato. Il numero perfetto assume un ruolo scaramantico particolare a Boston. Tre le vittorie e gli anelli al dito, sempre tre, e solo tre i punti che dividono la gioia dalle lacrime, la felicità dalla disperazione.
E' finita. Hanno vinto i più forti. Il talento non è dalla loro, ma la squadra sa vincere soffrendo, e sotto nel punteggio, ribalta situazioni difficili.
Matt Light, il tackle: "Questo è uno dei migliori team di sempre. Abbiamo più cuore di ogni altra squadra. E' incredibile. Amo queste situazioni". In questo match, i Patriots non hanno segnato per primi, e in queste situazioni solo il 32% delle squadre riesce a vincere.
Ma non ditelo a Brady. Lui sa come vincere.
"Non ci siamo mai proclamati i migliori. Se ci dite che siamo grandi accettiamo il complimento"
E' finita. New England ha creato una nuova dinastia? Sicuro. E' la seconda squadra, dopo Dallas negli anni novanta, a vincere tre super bowl in quattro anni. In quel dream team c'erano molte stelle, qui ci sono operai, che lavorano duro per sopperire ad una mancanza di talento eccelso. Almeno così si dice.
Il passaggio di consegne è avvenuto in settimana: Emmit Smith, la stella di quei Cowboys, ha scelto Jacksonville quale proscenio per il ritiro, i Patriots l'hanno scelta per entrare nella storia.
Weis: "Ne riparliamo tra dieci anni. Le dinastie vengono definite tali solo dopo qualche tempo, non quando ci sei nel mezzo".
Incontro non spettacolare, con un equilibrio solo fittizio. New England sembra giocare al gatto con il topo, stenta a prendere il largo, ma è in controllo del match. McNabb sente la pressione del primo grande incontro, e lancia malissimo. Il giocatore è inspiegabilmente attanagliato e rigido. Dal suo braccio sembrano uscire delle anatre, invece di palloni con la giusta spirale.
Finisce con un rating di 75.4, frutto di 30 completi in 50 tentativi, con tre marcature, ma altrettanti intercetti. 357 le yards. Con questi numeri è impossibile superare i Patriots.
Tradita dal miglior giocatore Philadelphia fa il possibile, ma non basta. L'allenatore sul proprio quarterback: "La loro difesa ha fatto un ottimo lavoro. L'incontro è stato sul filo nonostante quattro turnover. Donovan ha cercato di fare qualcosa, di muovere la squadra. Ha cercato di eseguire i giochi che gli ho chiamato. Dovrò rivalutare quello che è successo".
New England ha vinto perché ha controllato meglio il pallone. Yards dopo yards ha corso con pazienza. Al termine 112 yards nel running game, contro 45, e questo ha consentito un tempo di possesso maggiore. Se aggiungiamo il +3 nel saldo palle recuperate, che come sempre è il dato più eloquente, ecco le chiavi del successo.
Ha vinto, la squadra più solida, quella che commette meno errori e vince la guerra nelle trincee. Reid ha ammesso: "Abbiamo fatto un ottimo lavoro, sono orgoglioso di come abbiamo giocato e combattuto. Ma siamo arrivati solo vicino alla meta. Troppi turnover, e contro una squadra così solida non te lo puoi permettere. La colpa è mia, non ho messo i giocatori nelle posizioni dove dovevano essere". Le due line di New England, offensiva e difensiva, hanno fatto un lavoro straordinario, controllando la linea di scrimmage in ogni fase del gioco.
Il piano tattico di Reid torna all'origine. Dopo un championship vinto di corsa, si lancia. 50 giochi di passaggio e solo 16 di corsa, una sproporzione che costerà molto. Nessun controllo della partita, ma la volontà è testare le secondarie degli avversari. Sono rabberciate, e perdono anche E. Wilson, a partita in corso, ma nessuno finora le ha esposte. Ci provano gli Eagles. Molti lanci in profondità , ben tre ricevitori avranno un pallone preso da oltre 30 yards, la difesa subisce, concede qualcosa, ma ottiene anche i dividendi per una tattica così spregiudicata. Tre volte McNabb è pizzicato, due vicino all'end zone. Questi turnover costeranno moltissimo, nonostante non siano capitalizzati con punti dagli avversari.
Non coinvolto sul running game, con chiamate spesso sul profondo, Westbrook finisce stranamente ignorato o coinvolto solo marginalmente. Sul terreno 15 portate a 2.9 di media, sette le ricezioni, ma almeno tre come wideout. Uscendo dal backfield, nel temuto miss match con i linebacker avversari, poco o nulla. Solo tre chiamate, tutte produttive, con guadagni abbondanti. Poi niente. Incredibile come la squadra si sia dimenticata, o abbia rinunciato al giocatore. Solo uno swing pass e un paio di screen, a colpire l'aggressività di New England.
In difesa i Patriots hanno così potuto giocare con maggiore tranquillità . La tattica studiata da Crennel è stata ovvia. Prima cosa pressare con i linebacker, almeno due, Mcnabb, che ha subito quattro sacks con una perdita di 33 yards. Almeno tre di questi sono arrivati dai quattro uomini dietro la linea. Quindi controllare la linea, bloccando il running game nel mezzo. Taylor, al centro, ha distrutto ogni velleità sulle corse, mentre, sui giochi di passaggio, ha sempre costretto al raddoppio gli avversari, liberando spazio per i blitz dei linebacker.
Potendo ignorare le corse, la partita è stata più semplice del previsto. Harrison ha protetto le secondarie, non è salito quasi mai nel box, Bruschi o Vrabel si sono occupati di Westbrook, la cui velocità non è stata un fattore, mentre Colvin, McGuinest portavano pressione e contenevano McNabb nella tasca. Nessuna corsa per il quarterback degli Eagles, quattro sacks e una decina di pressioni subite.
Ma la differenza principale, la squadra di Belichick, la ha fatta in attacco. Weis, all'ultima apparizione come coordinatore offensivo, ha saputo bilanciare il gioco, con 28 corse e 33 passaggi. New England ha colpito chirurgicamente le debolezze dell'avversario, nel mezzo con i passaggi, all'esterno con le corse.
Dillon e Faulk hanno tenuto una media di oltre 4.0, sfruttando la leggerezza degli end avversari. La vittima preferita è stata Kearse, allineato dal lato forte. Dillon è riuscito a girare l'angolo qausi sempre. L'estremo di linea Eagles, uno dei migliori pass rusher, manca della necessaria consistenza, e paga spesso se gli avversari cominciano a correre costantemente dal suo lato. Graham ha effettuato una partita magistrale, aprendo voraci ai propri running back.
Le corse all'esterno hanno permesso di escludere dal gioco Trotter, il miglior placcatore di Philadelphia, rimasto ai margini della partita. Per Lui solo quattro placcaggi e nessun'altra azione degna di nota.
Sui passaggi la squadra ha colpito sia con screen pass, eludendo i blitz avversari, sia lanciando nel mezzo, nello spazio tra linebacker e safety, ottenendo buoni guadagni, soprattutto con Branch, autore di 11 ricezioni, (record eguagliato del super bowl) e MVP del match. "Abbiamo fatto un ottimo lavoro, nell'adeguarci durante la partita . E' stata un incontro fisica, con giocatori colpiti ed infortunati" ha detto il ricevitore.
Brady ha saputo sfruttare la carenza principale nella straordinaria secondaria di Philadelphia, la scarsa propensione alla copertura della strong saftey Lewis. La necessità di rimanere profondi ha scoraggiato i blitz, e, ogni qualvolta si sono presentati, il quarterback dei Patriots ha saputo gestire perfettamente la situazione, con il giusto tempismo, con rapide letture e rilasci veloci. La linea offensiva ha vinto il proprio duello con gli avversari, concedendo molto tempo; al contempo Dillon, Pass e Faulk hanno saputo riconoscere e bloccare i blitz.
Lo stadio mette i brividi, stracolmo e colorato come non mai. 78.000 persone assistono a coreografie scintillanti, fatte di luci e spettacolo pirotecnico. Predominano i tifosi degli Eagles in maniera netta, l'arena è di un solo colore, il" verde eagles". S'inizia con la musica, Alicia Keys rende omaggio a Ray Charles, interpretando un suo successo, mentre per l'inno nazionale sono stati invitati i cadetti delle accademie militari del paese. Il super bowl è anche questo, uno spettacolo nello spettacolo, l'evento sportivo è solo una parte del programma televisivo più visto al mondo.
All'ingresso in campo Philadelphia appare più tesa, vince il sorteggio e decide di avere il primo possesso. Le due formazioni si sono avvicinate all'evento in maniera diametralmente opposto, più chiusi gli Eagles, in ritiro in queste due ultime settimane, mentre i Patriots, già coscienti dell'evento, frutto delle esperienze passate, hanno lasciato maggiore libertà ai giocatori. Sono presenti i due giocatori in dubbio. Sia Owens, che Seymor fanno parte dl match. Incredibile il recupero di Terrell, ammirato anche dagli avversari. Harrison "E' fantastico quello che ha fatto. Potrete dire che era infortunato, ma ha giocato in maniera incredibile".
Ottimo il primo ritorno di Westbrook, che dà la partenza alla propria squadra sulle 45 avversarie. La pressione su McNabb è subito fortissima, due lanci, sette yards, coinvolgendo subito Owens, quando arriva il primo sack, e fortunatamente per gli Eagles, il successivo fumble è considerato nullo dopo il challange.
Brady entra in campo per la prima serie dei Patriots. Subito un blitz chiamato dalla difesa di Johnson, ma il quarterback dei campioni del mondo fa capire chi è, completa su Branch per 16 yards. Altri tre giochi e l'attacco deve uscire.
La prima serie interessante a metà del primo quarto. Il guadagno più lungo è di Owens, grazie ad un errore di Gay in copertura. La serie da 80 yards, ha avuto inizio con uno screen su Westbrook, per 14 yards, fermato solo in campo aperto da Wilson. Ma arrivati sulle otto avversarie il disastro. Un sack di Vrabel da meno 16 yards, e due intercetti, il primo di Samuels nullo per una penalità , il secondo di Harrison in end zone, chiudono il drive. Primo viaggio nelle 20 avversarie, e niente punti, si mette male per gli Eagles.
Tre e fuori per i Patriots. La squadra non convince in attacco, ma resiste con la difesa, forzando ancora un errore degli avversari nel successo possesso. Un fumble di Smith sulle 38 avversarie restituisce il pallone ai ragazzi di Belichick.
Scade il primo quarto senza nessuna segnatura, gli attacchi fanno virgola, le difese dominano. Si apre il secondo quarto, con l'unico sack su Brady, e con New England ancora forzata a restituire il comando del gioco agli avversari. Il successivo possesso porta i primi punti. McNabb sfrutta Westbrook, i guadagni sono minimi, ma rendono credibile una play action da 40 yards. Pinkston riceve sulle 17 avversarie, prima di lasciare il campo per infortunio. Due giochi più tardi arriva il touchdown di LJ Smith. 7-0 Philadelphia.
Replica immediata di New England, che deve però arrivare due volte vicino all'end zone avversaria per segnare. Un paio di screen per Dillon, un paio di corse, rigorosamente in off tackle, uno a destra e una a sinistra, un buon lancio su Givens, catapultano New England nella red zone, ma Brady sbaglia un end off, causando un fumble, ricoperto dagli avversari. Dopo tre giochi di intermezzo per gli Eagles, Brady conduce nuovamente la propria squadra vicino all'end zone avversaria. Partendo, da un'ottima posizione di campo, sulle 37 avversarie, Branch riceve un paio di palloni, uno lo prende Brown gudagnando dodici yards, ma quello decisivo va per Givens. 7-7.
Il tempo si chiude con Westbrook che guadagna 22 yards, la sua corsa più lunga, con tutta la difesa seduta sul profondo.
Via nuovamente all'esibizione canora. L'half time show è di Paul McCartney. Lucciconi agli occhi per i più attempati, tanta nostalgia alle melodie dei Beatles, ma la voce dell'oramai sessantenne Paul non è più la stessa. Sicuramente uno show molto suggestivo, ma di qualità non eccelsa. Ottima, come sempre, l'organizzazione, che monta e smonta il palco in pochi istanti, approntando giochi di luci e spettacolo pirotecnico degni di quest'evento.
Il terzo quarto inizia con un possesso di New England, che concretizza subito, portandosi 14 a sette. Sale in cattedra Branch, quattro ricezioni nella serie, tre per oltre quindici yards, ma arrivati sulla goal line, concretizza Vrabel, il linebacker che segna. Spettacolare ricezione, per il secondo touchdown del giocatore in un super bowl.
Nonostante il vantaggio New England non prende il largo. Due serie inconcludenti, e Philadelphia pareggia nuovamente. Westbrook è ancora il punto cruciale di questo drive. Riceve un primo pallone da 15 yards, corre due volte, e arriva in end zone grazie ad una ricezione da circo, partendo da una posizione esterna. Il giocatore non è coinvolto pesantemente, come ci saremo aspettati.
Scade il terzo periodo con ancora New England in possesso del pallone. La partita è sul filo, si va avanti punto a punto. Ma sono i campioni del mondo ad allargare il punteggio. Dillon e Faulk si alternano, ricevono e corrono, fino alle due avversarie. E' l'ex stella dei Bengals ad entrare con una corsa verso sinistra, per il 21 a 14.
La difesa di Crennel ferma ancora McNabb, costringendo Philadelphia all'ennesimo tre e fuori, recuperando il pallone a metà campo. Mancano 12:29, sette punti di vantaggio e palla in mano. Si arriva in raggio da field goal subito, con una ricezione da 19 yards sull'MVP dell'incontro, e grazie ad una penalità da 15, per una violenza su Brady. Di lì solo corse , che mangiano tempo e assicurano un vantaggio di dieci punti, dopo il calcio di Vinatieri.
8:35 al termine. Due segnature il vantaggio di New England, ora consistente. Tocca alla difesa siglare la vittoria. Owens guadagna 36 yards su lancio di McNabb, riporta sulle 29 avversarie Philadelphia. Il giocatore, nonostante i problemi alla caviglia, si batte come un leone. Cammina per il campo, non corre, non si separa, ma al momento decisivo, sono sue le mani che afferrano il pallone. Primo e dieci, palla sulle 36 di New England. Ancora un lancio. E' Smith il ricevitore designato, ma Bruschi interviene, e recupera la palla più importante del match, impedendo anche solo tre punti che avrebbero fatto comodo. Terza palla persa per Philadelphia. La squadra non ha pagato punti, ma i turnover sono avvenuti sempre in posizioni critiche, vicino a possibili realizzazioni.
La difesa Eagkwes concede un'altra opportunità ai compagni. Concede solo cinque yards in tre giochi, e con 5:40 secondi dà nuovamente il pallone al proprio attacco. E' il drive della morte. McNabb converte tre terzi down, uno per Owens, uno per Westbrook e uno per Mitchell. Dalle 30 avversarie MCNabb lancia in end zone per Greg Lewis, al secondo pallone della serata. Il giocatore non sbaglia. 24 a 21. Onside Kick.
Ackers non calcia bene, la palla è ricoperta da New England, che non chiude il down. Philadelphia utilizzando i due timeout, riesce ad allungare la propria partita. Si riparte dalle proprie 4 yards per arrivare in raggio da field goal, almeno sulle 30 avversarie. Troppo contro questa difesa. 46 i secondi rimasti, due incompleti, ed Harrison scrive la parola fine, intercettando per la seconda volta McNabb, e sfogando la sua gioia nel mimare l'aquilotto che vola.
Pubblico deluso. La serata si è chiusa come non avrebbe voluto la maggior parte dei tifosi. Philadelphia ci ha provato, ma pur guadagnando più yards, pur facendo più giochi degli avversarie, pur segnando per prima non ha detronizzato i campioni in carica. In conferenza stampa Reid" Abbiamo un buon nucleo di giocatori, e il miglior quarterback della lega, torneremo alla carica nel 2005".
Pochi appunti agli sconfitti. Si può recriminare sul non eccessivo utilizzo di Westbrook che non ha potuto sfruttare, se non raramente, il miss match con i linebacker avversari, o sul mancato coinvolgimento del tight end Smith e su un impiego troppo limitato dello slot reciver, per cercare un Owens a mezzo servizio, che ha portato solo piccoli guadagni, senza spezzare il match. In questa partita l'esecuzione, prima ancora che il piano di gioco, ha deciso il match.