La storia di Eagles e Patriots

Ron Jaworski, QB degli Eagles degli anni '80

Il Super Bowl che si giocherà  a Jacksonville vedrà  di fronte due squadre che, per l'esattezza, non hanno proprio fatto la storia di questa lega, ma che comunque vada a finire scriveranno una pagina epica di questo sport.

I New England Patriots stanno creando le pagine più importanti della loro giovane storia (sono stati fondati nel 1960 per partecipare alla American Football League) proprio in questi ultimi anni e domenica cercheranno "semplicemente" di posare quell'ultimo mattone che manca per poter entrare nella Dynasty Hall, una sorta di luogo virtuale dove solo le più grandi formazioni di sempre possono soggiornare per l'eternità .

Vincendo in Florida il 6 febbraio gli uomini di Belichick verrebbero riconosciuti universalmente come una delle squadre più forti di sempre, ed il nome dei suoi protagonisti sarà  affiancato a quello dei grandi di ogni tempo, insieme a squadre come Pittsburgh Steelers, San Francisco 49ers o Dallas Cowboys, giusto per citarne qualcuna, ossia quelle franchigie che a loro tempo hanno calpestato i campi della lega con la nomea di (quasi) imbattibili. La storia degli Eagles si arricchirebbe invece del primo anello in assoluto, il primo Super Bowl dopo i tre titoli antidiluviani vinti decenni orsono. I tre titoli NFL della squadra di Philadelphia vengono ricordati solo da alcune foto sbiadite, da immagini di gente che sicuramente ha fatto storia (ad esempio il RB Steve Van Buren, protagonista dei titoli vinti nel 1948 e nel 1949) ma che pochi ricordano o hanno visto dal vivo. L'altro titolo fu quello del 1960.

Per parlare di quello che hanno rappresentato per la NFL queste due squadre cerchiamo di rimanere in tempi recenti, in periodi in cui il Super Bowl esisteva da un pezzo ed era, ormai da anni, l'Evento, quello con la "e" maiuscola, dello sport made in U.S.A.

Gli Eagles arrivano a giocarsi il loro unico Super Bowl quando corre la stagione 1980, al terzo accesso ai playoffs di sempre da quando NFL e AFL si affrontano ogni anno per assegnare un unico titolo. La squadra è allenata da Dick Vermeil il quale riuscirà , tra il 1976 e il 1982 a competere ai più alti livelli fino a quelli raggiunti nel nuovo millennio da Andy Reid. Nel 1980 arriva la grande occasione, quegli Eagles sono quelli di Ron Jaworski, Wilbert Montgomery e Harold Carmichael, hanno un buon attacco e la seconda miglior difesa per yards concesse di tutta la lega. Gli Oakland Raiders arrivano dalle wild card e nessuno è mai riuscito a vincere cominciando i playoffs partendo da così lontano.

A New Orleans invece saranno proprio i Californiani a trionfare, ribaltando il pronostico e trovando nel Qb Jim Plunkett l'MVP della partita, partita dominata da subito con la difesa di Oakland (tredicesima della lega) in grado di concedere il primo TD avversario nell'ultimo quarto, a risultato ormai sicuro.

Quella partita riportò Philadelphia coi piedi per terra e, dopo due anni, la rimise nei bassifondi della lega mentre Vermeil (a seguito della sua peggior stagione in Pennsylvania) abbandonò la squadra. Solo nel 1988 i giocatori delle aquile riusciranno a tornare in postseason, per ben quattro stagioni consecutive, tutto questo però all'ombra di una NFC dominante che a cavallo tra gli '80 e i '90 fa razzia di titoli, e sempre sotto le imprese di eterni rivali come i NY Giants, prima, e i Dallas Cowboys nell'ultimo decennio del secolo.

La squadra non riesce a trovare continuità  e le apparizioni ai playoffs durano troppo spesso il tempo di una sola partita. Nel 1999 Andy Reid prende il comando di una squadra appena discreta ma con buone potenzialità  di crescita e con un Qb che subito si rivelerà  un ottimo elemento: Donovan McNabb. Grazie alle qualità  del tecnico, alla classe del passer e agli ottimi movimenti che nella free agency la società  riesce a muovere, mantenendo sempre un ottimo livello al di sotto del salary cap, gli Eagles entrano nel nuovo millennio in tutto il loro splendore, diventando la squadra di Philadelphia più forte di sempre.

Anche se ancora manca il titolo definitivo, infatti, è chiaro che un insieme di buoni giocatori così alto, come quelli passati sotto la gestione Reid fino ad oggi, non si è forse mai visto da queste parti, probabilmente nemmeno negli anni quaranta, quelli del doppio titolo; certo, quello era sicuramente un altro football.

Gente come Troy Vincent, Duce Staley, James Thrash hanno lasciato in un modo o nell'altro un buon ricordo e si è giocata più volte il Championship. Ma altri, ancora presenti, che con Reid sono cresciuti o sono approdati al roster, sono oggi l'orgoglio di un'intera città : il già  citato Donovan McNabb, Brian Dawkins, Tra Thomas, Jeremiah Trotter, Corey Simon, Todd Pinkston eccetera, più il fiore all'occhiello unitosi al gruppo ad inizio anno: Terrel Owens, probabilmente il miglior ricevitore in attività  insieme a Randy Moss.

Con questi giocatori, con un disegno societario perfetto, la franchigia della città  dell'amore fraterno si è costruita per tre volte la possibilità  di arrivare al Super Bowl, fallendo sempre al fotofinish, per tre anni consecutivi eliminata nella finale di conference, partita nella quale in almeno due occasioni avrebbe potuto vincere giocando, tra l'altro, in casa. Quest'anno l'occasione non è sfuggita, Phila torna ad una finale 25 anni dopo la prima ed è a un passo da un titolo che manca da quarantacinque lunghissime primavere. La speranza dei tifosi è di ammodernare un po' l'album delle fotografie e togliere un po' di polvere dalla bacheca.

La storia dei Patriots è invece un po' più smplice: decenni di ombra nel secolo appena finito e una luce grandiose in quello appena cominciato. Squadra che non riuscì a brillare nemmeno nella breve storia della AFL (dove giocò un solo Championship nel 1963) è riuscita dagli anni '80 ad oggi a giocarsi ben quattro Super Bowl, vincendone, come noto, due. E' difficile pescare grandi nel passato più remoto di questa formazione che comunque ha due hall of famers da mostrare: il linebacker Nick Buoniconti -62/68- e il cornerback Mike Haynes -76/82.

Pochi anni dopo l'addio a Haynes comincia una nuova vita per la squadra di Boston, che per anni cercherà  invano di ritagliarsi un posto da grande. La squadra da sempre alterna stagioni buone a prestazioni pessime e comincia a trovare una discreta regolarità  proprio negli anni ottanta; delle dodici apparizioni in post season, infatti, i campioni NFL in carica ne hanno ottenute soltanto tre prima del 1982 (1963 in AFL, 1976 e 1978, con un record di 1-3, ma a zero vittorie da quando vi è stata l'unificazione tra le due leghe esistenti).

Nella stagione 1985 arriva la prima occasione vera, un Super Bowl contro i fortissimi Chicago Bears di Mike Ditka che hanno perso una sola partita in stagione. L'incontro rispetta in pieno il pronostico, Chicago distrugge i Patriots 46-10 che di quella partita riescono solo a ricordare, forse, la più singolare esibizione di un Qb ad un Super Bowl.

Tony Eason (ricordato di recente anche da ESPN) giocherà  pochissimo prima di essere sostituito per manifesta inferiorità  e le sue play parlano di una sequenza effettivamente impietosa: [I]incompleto, incompleto, incompleto, incompleto, incompleto, sack con 10 yards perse, sack con 7 yards perse e fumble, sack con 11 yards perse[/I] e, finalmente, la sostituzione a cinque minuti dalla fine del primo tempo. L'episodio di quella finale rimarrà  comunque isolato per anni, fino a quando, nel 1996 la squadra riuscirà  a giocarsi una seconda chance.

Ancora una volta una grande squadra di fronte, i Green Bay Packers di Brett Favre che, proprio in quell'occasione, decise di mettersi al dito l'unico anello della propria carriera. La squadra di Boston, allenata dal mitico Bill Parcell e guidata ai lanci da Drew Bledsoe e sulle corse da Curtis Martin (proprio lui), uscirà  nuovamente sconfitta (35-21) dopo essersi illusa grazie al vantaggio col quale aveva chiuso il primo quarto. Al Superdome di New Orleans i due quarterbacks quasi si equivalsero come statistiche, ma il tabellino degli intercetti rimase inviolato per Favre segnando invece un bel quattro per Bledsoe.

Un altro tentativo finito male e, nelle due stagioni successive, altre due fugaci apparizioni in postseason che non portarono a nulla. Finalmente però, anno di grazia 2001, il grande salto arriva. Bledsoe fa ancora parte dei Pats ma lascia il posto per un infortunio a Tom Brady, in una squadra che ha grandissimi mezzi senza che, apparentemente, nessuno se ne sia mai veramente accorto.

Bill Belichick è il primo vero fautore di questa grande squadra, eccellente stratega in grado di circondarsi di ottimi collaboratori e di sfruttare al meglio le qualità  di ogni suo giocatore. E così i Patriots cominciano a giocare con una difesa aggressiva ed insuperabile, un attacco preciso e tatticamente perfetto, fulmineo o logorante a seconda dei casi. E uno special team che conta, nel bisogno, su un kicker fenomenale quale è Adam Vinatieri, autore dei due field goal decisivi nel Super Bowl 2001 e in quello 2003.

Questa però non storia recente, ma recentissima, e tutti la conosciamo. Aspettiamo domenica per scoprire chi sarà  a dover scrivere la nuova pagina di questa saga.

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