Tom Brady va per il terzo Super Bowl in 4 stagioni da Pro…
La strafavorita della NFC contro la favorita tra tutte, le protagoniste del Superbowl XXXIX non sono una sorpresa, ma vale la pena ripercorrere il cammino che le ha portate a Jacksonville.
New England Patriots
Partiti ovviamente come favoriti, la loro stagione inizia all'insegna della rivincita (ospiti i Colts). In realtà è una riperdita. Pur equilibrata (a Foxboro il clima di settembre è altra cosa rispetto a gennaio), i Patriots fanno le giocate decisive, soprattutto in difesa, quando conta e l'anno ricomincia all'insegna del "vecchio", cioè di Brady (335 yds).
Corey Dillon ci mette comunque poco a farsi notare. Week 2, ad Arizona: 158 yds. A questo punto tutto l'interesse si concentra sul record (quello di vittorie consecutive). Sì, l'interesse"degli altri. "E' solo un'altra vittoria" diceva in quel periodo Belichick. Se c'era bisogno di ulteriori prove, si capisce che i Patriots pensano solo a una cosa: vincere. Dimenticata la sbornia del 2° titolo, ignorata la storia della striscia, New England continua a vincere (Buffalo, Miami, Seattle, Jets). E le vittorie arrivava con punteggi persino eccessivi, il tutto grazie a un comune denominatore: quando conta i Patriots fanno la cosa giusta, quando conta vincono.
Preparazione, fiducia, talento, sicurezza. Sono tante le qualità tecniche e morali che fanno di New England una grande squadra, una squadra da record. Finalmente il 10 Ottobre è arriva, quasi come una liberazione per i Pats: vittoria su Miami (che almeno entrerà negli annali in qualche modo) e chiusi i discorsi sulla striscia. Che però è prosegue"fino a 21, passando per il record di vittorie consecutive in regular season (18).
A questo punto arriva Halloween e succede qualcosa di strano. I Patriots commettono diversi errori, vanno sotto subito e hanno la brutta idea di farlo contro il miglior team (al momento) della lega, gli Steelers. Senza Dillon il gioco di corse non esiste, un fumble e un intercetto di Brady ed è 21-3, troppo da recuperare contro Pittsburgh. La partita manda segnali forti: New England si può battere, gli Steelers fanno sul serio. Ma più di questo la gara manda Ty Law in infermeria, per il resto della stagione (frattura al piede).
Sembrano arrivare i problemi, con Poole già fuori, New England deve andare a Saint Louis, contro uno dei più forti passing game della lega e dopo un po' si rompe anche la riserva Samuel. Si va agli esperimenti: Troy Brown (WR) allineato come CB. La risposta è quella dei campioni: 40-22 con uno straordinario secondo tempo. La difesa (Vrabel in testa) sale di colpi e le difficoltà si dissolvono.
La squadra continua a migliorare: vittoria facile con i Bills, W a Kansas City, 24-3 a Baltimore. Corey Dillon si rivela un'aggiuta sempre più preziosa, stazionando sempre intorno alle 100 yds, mentre in difesa non si nota l'assenza di 2 CB da Probowl. Mentre si susseguono le vittorie, arrivano anche le brutte notizie: l'offensive coordinator Weis se ne andrà l'anno prossimo a Notre Dame, mentre la stagione di Tyrone Poole non continuerà più.
Due giorni dopo questo annuncio arriva la Sorpresa. Patriots a Miami, i (quasi) invincibili campioni contro la squadra più scassata della lega. Un vantaggio di 28-17 a meno di 4 minuti dalla fine, poi l'incredibile. La difesa lascia andare i Dolphins (non proprio l'attacco più esplosivo della lega) per 68 yds fino al 23-28, poi Brady anticipa il Natale e regala la palla per vincere a Miami che, per una volta, non si autodistrugge e compie il miracolo.
Dopo aver perso dalla più forte della lega e da una delle più scarse, i Patriots non si distrarranno più. La partita con i Jets è l'occasione per rimettersi sulla retta via (23-7 per la cronaca), ma è anche la gara in cui un altro probowler vede concludersi la propria stagione: Richard Seymour. Insieme all'infortunio di Randall Gay (un altro CB, ovviamente), le cose si complicano e i Pats non chiudono in maniera brillantissima la stagione, con una grigia vittoria sui 49ers, buona a interrompere un'altra striscia record, quella di gare consecutive segnando per primi.
Si inizia a fare sul serio. Arrivano i playoffs, arriva il freddo, ma anche i Colts, esplosivi nella wild card, da affrontare senza cornerbacks. Sembra poter essere la volta buona per Manning, ma l'incantesimo continua. New England demolisce Indianapolis. Dillon corre a piacimento (144 yds), i buchi nelle secondarie (ma ci sono davvero?) vengono mascherati, la difesa tiene i Colts a 3 punti, ancora una volta Belichick domina Manning. I campioni ci sono ancora.
Sulla carta Indianapolis rappresentava una sfida, ma nulla in confronto agli Steelers. Ma i favoriti sono sempre i campioni, grazie anche alla prestazione contradditoria di Pittsburgh nel Divisional. L'incantesimo si ripete. Spazzolati via i campioni AFC, ridimensionato Roethlisberger, battuta ripetutamente la miglior difesa NFL della regular season, fermato il miglior running game della lega. Belichick raggiunge Vince Lombardi: 9-1 nei playoffs, Brady supera Aikman: 8-0 quando conta per davvero.
Ancora una volta i Patriots dominano le partite decisive, ancora una volta riescono a neutralizzare tutte le armi degli avversari. Ancora una volta anche a Jacksonville?
Philadelphia Eagles
La stagione nella città dell'amore fraterno non inizia a settembre, ma a gennaio, è un proseguimento di quella precedente. Terzo Championship, terza sconfitta. Si guarda già al 2004"con un uomo in più. Il masochismo del GM dei 49ers culmina con la dipartita di Terrell Owens, che atterra a Phila. L'attesa è indescrivibile. Funzionerà l'intesa con McNabb? Sarà l'uomo capace di far scavalcare agli Eagles l'ultimo ostacolo prima del Superbowl? O la sua personalità creerà più problemi che altro?
Finalmente arriva il 12 settembre. T.O. fa conoscenza con il traffico di Philly e ha bisogno della polizia per arrivare in tempo alla partita. Ma è l'unico inconveniente della giornata. Owens va a celebrare (questa volta senza tanto colore) 3 volte nella end zone dei Giants e il suo impatto complessivo sull'attacco è terrificante.
L'NFC quest'anno è ben poca cosa e gli Eagles volano subito spediti. Battutti i Vikings (che ritorneranno), i Lions, i Bears, i Panthers, i Browns e i Ravens. 7-0, la miglior partenza della carriera di McNabb. Owens diverte con i suoi numeri e i suoi festeggiamenti, la città è elettrizzata. Con il QB di Phila a tratti devastante e una difesa capace di vincere le partite quando l'attacco ristagna, si capisce fin dall'inizio che quest'anno gli Eagles potrebbero avere meno avversari di prima nella propria conference.
Alla settimana numero 9 arriva l'impatto con la vera forza della AFC ed è una sculacciata. Gli Steelers dominano in ogni fase del gioco, soprattutto in difesa, dove non danno un attimo di respiro a McNabb. Si vedono anche i primi screzi tra lui e Owens, culminati con la sceneggiata sulla sideline di TO che parla rincorrendo McNabb e il QB che lo fugge disinteressato. Scattano i campanelli d'allarme.
I Cowboys arrivano come una boccata d'ossigeno: Owens chiude con 134 yds e 3 TD, McNabb con 345 yds e 4 TD. Ma soprattutto emerge lo spirito dei due, protagonisti sulla sideline di una meravigliosa scenetta in cui, prendosi in giro, ripetono a parti invertite l'alterco andato in onda la settimana prima. Con l'arrivo di Owens, mai si era visto un McNabb così disposto allo scherzo. Questa è e sarà una costante della stagione del QB da Syracuse.
Gli Eagles proseguono ad asfaltare avversari modesti (28-6 ai Redskins, 27-6 ai Giants), ma la vera dimostrazione di come abbiano ulteriormente cambiato passo arriva alla 13^ settimana. Arrivano i Packers, in una forma straordinaria, ma la partita non comincia nemmeno. 35-0 dopo meno di 2 quarti, 47-17 alla fine, McNabb sulle 464 yds con 5 TD, Owens 161 yds, Westbrook 156 yds e 3 TD. Dalla sconfitta di Pittsburgh diventano 4 le vittorie, per un punteggio totale di 151-50.
La sicurezza di aver evitato le wild card arriva la settimana dopo nella sofferta vittoria a Washington. Il 19 dicembre arrivano i Cowboys. Il primo confronto era stato quasi una benedizione, questa voltasarà una maledizione. Arriva la W (non brillantissima), il milgior record nella storia della franchigia e il primo posto nella conference, ma se ne va TO. L'infortunio alla gamba destra lo toglie dal campo e da tutti i playoffs (beh, forse non proprio tutti..).
Con il terrore per quello accaduto alla propria stella, senza nulla da chiedere alle ultime 2 gare, gli Eagles le giocano con le riserve: sono altre le partite da vincere.
Divisionals. Ci si aspetta il rematch con Green Bay. Si deve invece rigiocare contro i Vikings, che arrivano dopo aver lasciato un'ottima impressione al Lambeau Field. Gli Eagles invece non giocano una partita seria da un mese, non c'è Owens, senza cui non hanno mai vinto. Possibile che quest'anno ci si fermi addirittura prima del solito? Finì 27-16 in regular season, questa volta fate 27-14. Con Moss al (forse?) 30%, i Vikings ricadono nei soliti errori, mentre Philadelphia non mostra alcuna ruggine, prendendo subito il comando e non lasciandolo più. Owens può festeggiare dal box in tribuna.
Championship. Brutta parola da dire in città . Ci sono da battere i Falcons, ma soprattutto i fantasmi del passato. Per tutta la settimana però i giocatori dicono di non pensarci, di essere pronti a giocare con l'attitudine giusta, sarà così? Non c'è nemmeno Owens, preso apposta per questa gara, ma qualcuno si scorda che l'anno passato gli Eagles dovettero fare a meno di un altro pezzo importante dell'attacco che quest'anno invece c'è: Brian Westbrook. Il running back corre per 96 yds e ci aggiunge 5 ricezioni, ma soprattutto la difesa ferma Vick, Dunn e le corse dei Falcons. Già , perché anche la difesa quest'anno ha qualche nome in più: Jevon Kearse, Derrick Burgess e Jeremiah Trotter. Il loro impatto aiuta a cancellare l'attacco di Atlanta e Vick. Alla fine doccia per coach Reid e celebrazioni come se si fosse già vinto l'anello. Gli Eagles si levano dalla spalla quello che ormai era diventato un gorilla. Non ci sarà Chad Lewis, non è ancora sicura al 100% la presenza di Owens, ma quel che conta è che questa volta ci sarà Philadelphia. Gli Eagles saranno soddisfatti così e seguiranno il motto di De Coubertin o proveranno davvero a battere i campioni? Dicono che non avere pressione per loro sarà un vantaggio. Sembrano crederci davvero.