La maledizione di Foxboro

Lo sguardo perso di Peyton Manning dice tutto…

Domenica sera è amaramente terminata la stagione degli Indianapolis Colts, che sono usciti sconfitti dal Gillette Stadium ad opera dei New England Patriots per la seconda volta consecutiva.

La stagione dei record doveva finire meglio di così nei piani di Peyton Manning, ambizioso com'è lui, ma il gelo di Foxboro si è ancora una volta intromesso tra lui ed il Super Bowl. Molte voci, molte critiche si sono addensate sul quarter back, che nemmeno quest'anno è riuscito a dimostrare di riuscire a percorrere per intero la strada che porta verso la gloria, ed ora rischia di essere ricordato solo per i numeri accumulati e per i records battuti. Le colpe di tutto questo, nonostante qualche critico le addossi al solo quarter back, non possono però essergli addossate interamente.

Sconfitti sia per demeriti propri che per meriti avversari, i Colts sono stati letteralmente annientati dal gameplan difensivo studiato da Bill Belichick e Romeo Crennell, che ha dimezzato, ed in qualche caso annullato la produzione offensiva di Indianapolis. I blasonati Colts erano arrivati nel Massachussets con il miglior attacco della lega nei passaggi con 288.9 yards a partita, migliori nei punti segnati con 522 e secondi assoluti per yards conquistate a partita con 404.7.

Manning, oltre al record di TD stagionali di 49, aveva lanciato per 4557 yards, secondo solo a Daunte Culpepper; Wayne, Harrison e Stokley avevano superato tutti le 1000 yards su ricezione, collezionando anche 37 TD totali, formando una combinazione mai vista prima. Tutti questi numeri erano stati confermati la settimana precedente, quando Indianapolis aveva steso i Broncos umiliandone la difesa.

Nella sconfitta di Foxboro invece i numeri parlano di sole 276 yards in attivo, di soli 3 punti conquistati, nessun TD segnato, di un Manning con un passer rating di 69.3 e di 16 ricezioni per 143 yards sommate dai tre ricevitori principali dei Colts.

Dopo aver conquistato più di 1500 yards in stagione, Edgerrin James non è stato un fattore. 39 yards in 14 tentativi sono letteralmente una miseria, una media di 2.8 yards per portata, ed il running back si è parzialmente salvato solo in fase di ricezione, dove è risultato essere il migliore con le 69 yards conquistate. Ciò è stato frutto del fatto che per gran parte del primo tempo l'attacco dei Colts ha utilizzato tanti, prevedibili, schemi con il doppio tight end, e Manning si è dovuto accontentare perlopiù di screen o di playactions con passaggio al running back nel mezzo, tutti schemi dai guadagni però limitati.

La difesa ha concesso più di 140 yards a Corey Dillon, dimostrando che il 24mo posto nella speciale graduatoria difensiva contro le corse non era poi fuori luogo, anzi era proprio il punto da colpire. Facile è stato per Brady, amministrare il resto con la massima tranquillità , nonostante i 3 sacks subiti.

I Patriots hanno infatti usato il cronometro a piacimento (15 minuti in più di possesso rispetto ad Indy), frutto di un attacco, quello di Charlie Weis, fatto di una filosofia diversa da quello dei Colts, ossia pazienza, precisione e zero spettacolo. La difesa di Indianapolis, non funzionando l'attacco, ce l'ha messa tutta, ma ha mostrato tutti i propri limiti, confermando di essere il reparto più soggetto a cambiamenti nella prossima offseason.

Complice della dolorosa sconfitta è stata anche la grande determinazione di qualche giocatore di New England. Come dimenticare, tra le cause della sconfitta, la prestazione dell'indiavolato Tedi Bruschi? Quale momento peggiore poteva scegliere il linebacker per strappare violentemente la palla a Dominick Rhodes, se non quello dove Manning stava cominciando a prendere un pò di ritmo? Come dimenticare la superba prestazione di Rodney Harrison, che a 32 anni può ancora permettersi di terminare quasi tutte le partite come migliore dei suoi per numero di placcaggi? Come dimenticare le sue giocate decisive come l'intercetto che ha chiuso i conti ed il fumble forzato a Wayne su una slant che una settimana prima aveva irriso i poveri Broncos?

Il fattore metereologico ha giocato anch'esso un ruolo fondamentale. La nevicata, il campo scivoloso, la temperatura molto fredda sono tutti elementi imprevisti che possono modificare l'andamento di una partita, specie per chi non vi è abituato. Forse la maniera migliore per raggiungere il Super Bowl, per i Colts, potrebbe essere quella di ottenere il miglior record di Conference e giocare tutte le partite di playoffs in casa, all RCA Dome, dove sono praticamente imbattibili.

La critica che va mossa a Manning, (ma anche al coaching staff), è quella di non avere osato di più in profondità . Sfruttando l'assenza di Ty Law e Tyrone Poole, magari qualcosina sarebbe venuto fuori, considerati i tre ricevitori da 1000 yards a disposizione. Le rattoppate secondarie dei Pats, infatti, contavano su Randall Gay, che non aveva esperienza nei playoffs e che non era titolare neppure al college, su Asante Samuel, buon corner che gioca normalmente solo negli schemi con più defensive backs, e su Troy Brown inventatosi (con successo) difensore per necessità , marcando molto bene ogni ricevitore assegnatogli. Manning non ha capito molto della ragnatela preparatagli dal coach avversario e non è riuscito nemmeno con gli audibles a cambiare le sorti di una partita che sembrava sempre più segnata man mano che passavano i minuti. La statistica principale da ricordare, infatti, il rating di 73.8 che Manning ha in carriera contro Bill Belichick, ben differente dal 94.4 ottenuto contro il resto della Nfl.

Il buon Peyton, immerso nel garbage time della partita di domenica a studiare e ristudiare gli schemi difensivi avversari, ora spera che la sua carriera non diventi veramente come quella di Dan Marino, del quale ha battuto il famoso record: essere ricordato per i numeri, per le vittorie in regular season non gli interessa poi molto; il numero di anelli di Campione del Mondo che proverà  a conquistare da qui fino a fine carriera invece sì.

Per fare questo, però saranno necessari parecchi cambiamenti, in quel di Indianapolis.

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