I Packers temono il ritiro del loro uomo simbolo…
La storia recente dei Green Bay Packers non è stata molto felice, specialmente in materia di playoffs. La squadra, titolata e blasonata dagli antichi fasti e dal ritorno alla vittoria del Super Bowl nella stagione 1996/1997, è sempre stata oggetto di aspettative vincenti da parte dei prorpi fans, tra più caldi della Nfl, che sfidano ogni inverno il gelo del Wisconsin per stare vicino ai propri beniamini del Lambeau Field.
Brett Favre è l'idolo incontrastato, la storia contemporanea, nonchè la futura leggenda quando si parla di Green Bay, ma nelle ultime stagioni gli obbiettivi della squadra sono stati disattesi, complici delle buone ma non eccellenti regular seasons e partite di playoffs perse in maniera clamorosa, causa anche delle alterne prestazioni del quarterback.
Nella stagione 2001/2002, dopo aver mancato la postseason per due anni consecutivi, i Packers avevano ottenuto la qualificazione per la wild card, superando i 49ers al Lambeau Field per 25-15 e ritrovandosi la settimana successiva ad affrontare i St. Louis Rams fuori casa. Green Bay aveva rimediato una sonora batosta da Kurt Warner e compagnia bella, e le prime voci sull'inizio della parabola discendente della carriera di Favre si erano divulgate nei vari ambienti del football.
La batosta parlava chiaro, con un risultato finale di 45-17 da digerire ed una prova disarmante del quarterback, conclusasi con un 26/44 per 281 yards, 2 TD e 6 intercetti, peggior risultato in termini di turnovers di tutta la carriera, oltre ad un rating di 53.5.
Nell'annata successiva Green Bay aveva ottenuto un altro accesso alla wild card, con la possibilità di giocare ancora in casa, ospitando gli Atlanta Falcons di Michael Vick.
L'uscita di scena si sarebbe rivelata più prematura e più inaspettata della precedente, perchè Atlanta aveva portato a casa il match sovvertendo tutti i pronostici con un 27-7, lasciando poche scusanti ai Packers sconfitti per la prima volta al Lambeau Field in una partita di playoffs. Favre, in quel freddissimo giorno di gennaio, aveva chiuso con 20/42, 247 yards, 1 TD e 2 intercetti, con un rating finale di 54.4.
Quest'anno la storia si è ripetuta ancora una volta. I Packers si sono qualificati ai playoffs con un turno d'anticipo vincendo la Nfc North, ed hanno avuto l'assicurazione di giocare in casa la prima partita di postseason accaparrandosi il seed n. 4 della griglia.
Gli eventi dell'ultima giornata di stagione regolare hanno creato l'accoppiamento con i Vikings, rivali divisionali già battuti due volte, che avevano chiuso la stagione con due sconfitte e qualche polemica interna.
Contro un avversario apparentemente in crisi e contro una delle secondarie meno quotate della lega, Favre ha combinato un altro mini-disastro con un 22/33 per 216 yards, 1 TD ed altri 4 intercetti, con un rating 55.4, ben diverso dal 137.1 ottenuto dal suo avversario di domenica, Daunte Culpepper.
Il risultato finale è stato un 31-17 per i Vikings ed un'altra cocente delusione per i 70.000 accorsi a vedere i propri idoli sfidando le intemperie.
Nel dopogara, Favre ha avuto un lungo colloquio con l'head coach Mike Sherman, e nella offseason dovrà riflettere sulla decisione o meno di ritirarsi: il giocatore ha dichiarato che la brutta prestazione di domenica scorsa non dovrà influenzare la sua decisione finale. Stando a Doug Pederson, suo backup, Favre tornerà quasi sicuramente l'anno prossimo: "Credo sia troppo competitivo per chiudere la carriera in questo modo, con una prestazione così negativa".
Il quarterback dovrà valutare anche la situazione della sua famiglia, che dopo la perdita del padre lo scorso anno, vede la moglie in fase di cura tramite chemioterapia, motivo per il quale si è quasi rasato a zero nelle scorse settimane.
La sua scelta influenzerà comunque molti aspetti dell'organizzazione dei Packers versione 2005 /2006. Uno di questi sarà il ritorno o meno in squadra di Marco Rivera, guardia offensiva da Pro Bowl, free agent senza restrizioni: "Se Favre si dovesse ritirare, vorrà dire che mi guarderò intorno, ascolterò altre offerte. Se resta qui, starò qui anch'io, perchè ci tengo troppo a giocare con lui."
Sarà dunque una offseason molto impegnativa quella che i Packers dovranno affrontare nella speranza che questo straordinario quarterback torni, e che voglia chiudere davvero in bellezza, come davvero merita, una carriera da vera e propria leggenda immortale, la carriera di colui che rappresenta un'icona per qualsiasi appassionato di palla ovale.