NFC – Week 11 Report

Per Terrell Owens un TD e un po' di fatica contro i Redskins

East Division

Philadelphia Eagles 9-1; New York Giants 5-5; Dallas Cowboys e Washington Redskins 3-7

Philadelphia, con un secondo tempo molto piu' convincente rispetto al primo, sconfigge i derelitti Redskins di Joe Gibbs e mette una seria ipoteca sulla possibilità  di arrivare ai playoff con il fattore campo a favore.

La partita ha visto gli Eagles stentare parecchio in attacco nei primi due quarti di gioco, con un McNabb che faticava a trovare i lanci giusti per il suo target preferito, Terrell Owens, e finiva il primo tempo con 1 solo td pass (Chad Lewis), 1 intercetto e 1 fumble, subendo ben 3 sacks.

Nel 2° tempo la musica è cambiata e sono saliti alla ribalta i soliti protagonisti per gli Eagles. Subito McNabb trovava Owens in end zone per l'unico td di giornata dell'ex 49ers, mentre Pinkston approfittava della marcatura stretta riservata al nr. 81, per andare dopo tempo immemorabile oltre le 100 yards in ricezione.

La partita si è chiusa con i 2 td pass di McNabb per Brian Westbrook, che consegnano al QB di Phila il record eguagliato per td pass in singola gara e a Westbrook una convincente prova dopo l'infortunio che lo aveva condizionato nelle recenti giornate.

La difesa ha avuto un turno di vacanza dato che l'attacco di Washington non ha fornito nessun pericolo a Kearse e compagni, quindi serviranno incontri più probanti per verificare la tenuta di un reparto fondamentale per un'eventuale cavalcata nei playoff.

Washington sembra ormai in un vicolo cieco, l'arrivo tanto strombazzato di Gibbs non ha portato a nulla di rilevante e la stagione si sta dimostrando una fotocopia della gestione Spurrier.

Portis, senza la linea offensiva dei Broncos, fatica non poco a guadagnare yards e sembra il lontano parente di quello visto negli ultimi anni a Denver. Il problema del quarterback è spinoso in quanto anche l'esordio di Ramsey da titolare non ha portato i frutti sperati. Le cifre del sostituto di Brunnell parlando di sole 162 yards lanciate con nessun touchdown e un intercetto e molte difficoltà  a trovare i propri ricevitori, soprattutto nei terzi down. Coles rimane un'incognita in questa disgraziata annata e tutto il reparto ricevitori rimane nella mediocrità  piu' totale.

La difesa ha retto bene per tutto il primo tempo, ma alla lunga, la stanchezza si è fatta sentire, e stando in campo troppi minuti, ha finito per crollare di fronte all'attacco degli Eagles.

I Giants avevano molto da dire in questa Week 11, dato che molti occhi della NFL e non erano collegati con il Giants Stadium per vedere l'esordio assoluto nella NFL per Eli Manning, prima scelta assoluta dello scorso Draft e probabile futura stella della Lega. Il ragazzo non aveva un compito facile, visto che affrontava uno dei migliori reparti difensivi della Lega, quale quello dei Falcons, e fin da subito si è visto che per il fratello di Payton le cose non sarebbero state facili.

La partita di Eli si è chiusa con statistiche non proprio convincenti, con meno del 50% di completi, solo 162 yards guadagnate e 2 intercetti, ma guardando la partita, soprattutto nella seconda parte, si è visto qualcosa di buono, soprattutto il drive che ha portato al touchdown di Shockey che aveva riaperto l'incontro. Gli errori grossolani ci sono stati, in particolare l'ultimo intercetto quando i Giants potevano riagguantare Atlanta, ma il giovane Manning ha dimostrato di avere del talento e soprattutto della personalità , che magari con un po' di esperienza e una linea meno "accomodante" potrebbero renderlo un ottimo quarterback, magari non come il fratello, ma sicuramente uno che potrebbe dare molto alla causa dei Giants.

Tiki Barber ha giocato come al solito la sua gara maiuscola, risultando per lunghi tratti l'unica fonte di gioco offensivo per New York, ma la difesa di Atlanta ha tenuto alla grande nelle ultime 20 yards, finendo per aiutare un attacco apparso troppo Vick dipendente.

Atlanta, con questa vittoria si assicura al 99% il titolo divisionale e molte possibilità  di approdare alla postseason, guidata ancora da una difesa, in particolare nella zona dei linebacker, che concede pochissimo agli avversari nelle vicinanze della endzone.

Se la difesa, però, tiene i Falcons in vetta, l'attacco sembra, come detto, troppo dipendente dalle improvvisazioni di Michael Vick. Il fenomenale ballerino col nr. 7 ha corso per piu' di 100 yards, fornendo un paio di azioni da capogiro, ma rischiando l'incomulità  in piu' di un'occasione. Il suo target preferito in questo finale di stagione sembra il TE Crumpler, trovatosi pronto nelle due occasioni in cui Vick lo ha cercato per un touchdown, ma per il resto l'attacco sembra assai lontano dal fornire garanzie per coach Mora.

Peerless Price, il primo ricevitore della squadra, è rimasto totalmente a secco di ricezioni, mentre il running game è rimasto ancora all'ombra delle corse del proprio quarterback, e in un'ottica playoff, questo può essere un grosso problema per il coaching staff, soprattutto se Vick faticasse a trovare gli spazi giusti.

I Dallas Cowboys, come Washington, sembrano aver preso una strada che li condurrà  verso un finale assai buio, e verso un possibile cambio tecnico, in quanto sembra che tra coach Parcells e la squadra non corra del buon sangue.

Partita a dir poco vergognosa dei Cowboys che passati in vantaggio con un field goal di Billy Cundiff, riescono incredibilmente e solo per l'asfissia dell'attacco dei Ravens a concludere il primo tempo in vantaggio, ma nel secondo subiscono un autentico massacro, con 30 punti segnati da Baltimore, che fanno il paio con i 49 subiti settimana scorsa dagli Eagles.

Subire 30 punti dall'attacco dei Ravens non è cosa da poco, ma la linea difensiva dei Cowboys, seppur destando una pessima impressione, soprattutto nelle situazioni all'interno della red-zone, non è l'unica colpevole, in quanto l'attacco guidato da uno sfiduciato Vinnie Testaverde, ha offerto una prestazione al limite del ridicolo.

Basti pensare che Dallas ha tenuto maggiormente il pallone rispetto a Baltimore, ma il 9/22 di Testaverde, condito da 2 intercetti (di cui uno riportato in endzone da Williams), ha tolto qualsiasi velleità  di segnatura ai Cowboys. Solo l'ingresso a partita ormai conclusa di Drew Henson, in cabina di regia, ha dato interesse all'incontro e regalato a coach Parcells la gioia di vedere l'unico touchdown di giornata lanciato dal rookie, che ha chiuso l'incontro con 6/6 per 47 yards, con 1 sacks subito e 1 fumble, e la probabile promozione al ruolo di titolare fin dalla prossima gara.

North Division

Minnesota Vikings e Green Bay Packers 6-4; Chicago Bears e Detroit Lions 4-6

La quinta vittoria consecutiva dei Packers mantiene la squadra di Brett Favre al comando della Division, a pari merito con Minnesota, e in piena corsa per la qualificazione all'ennesima postseason. Sembra un passato ormai lontano la partenza horror con le quattro sconfitte rimediate e la sensazione che il ciclo di Favre fosse ormai al termine.

Invece il mitico quarterback pluri MVP della Lega, ha costruito l'ennesima rimonta vincente della sua carriera contro Houston nel Sunday Night, con un quarto periodo strabiliante che ha annichilito i poveri Texans, forse troppo sicuri della vittoria dopo aver chiuso in netto vantaggio i primi tre quarti di gioco. Il drive finale da 6/7 per 41 yards (unico imcompleto uno spike per fermare il tempo) che ha consentito a Longwell di calciare, dalle 47, il field goal della vittoria, può essere definito come uno dei grandi capolavori di Brett Favre, che ha chiuso la partita con 33/50 per 383 yards, 1 td pass e 2 intercetti.

Eroe, in una giornata dove Ahman Green ha chiuso la sua partita con solo 15 yards e un infortunio che lo ha tenuto fuori dalla metà  del secondo quarto, è stato Donald Driver (nativo di Houston) che ha chiuso con 147 yards ricevute e l'unico touchdown dei Packers, mentre Javon Walker è stato positivo con 88 yards ricevute, ma non decisivo come nelle gare precedenti.

Anche Minnesota, come Green Bay, rimonta nell'ultimo quarto una partita che sembrava persa con Detroit ed evita un'altra sconfitta che poteva risultare fatale nella corsa ai playoff.
Sotto 19 a 7 all'inizio del quarto periodo, senza Randy Moss e con Robinson ai minimi termini, Culpepper, non in gran giornata, trova prima Burleson in endzone e poi consegna, dopo un quarto in cui i running back e lo stesso Burleson portano i Vikings sulla goal line, la palla a Moe Williams che entra in endzone per il sorpasso decisivo.

Il comitato di running back deciso da coach Tice stavolta funziona, e soprattutto nel secondo tempo, quando Minnesota era chiamata alla rimonta, da' il là  ai drive che portano ai touchdown della vittoria.

I Vikings appaiono però in debito fisico, troppo dipendenti da Moss e con alcuni uomini chiave in non perfette condizioni fisiche, e rischiano di vedere svanire la postseason dopo un ottimo inizio, proprio come successe nella passata stagione.

I Lions, alla quarta sconfitta consecutiva, si sono mangiati la possibilità  di restare in corsa per un posto ai playoff, distruggendo tutto ciò di buono fatto nell'inizio dell'annata. La squadra sembra aver perso la propria identità  offensiva e Harrington sembra esser tornato l'oggetto misterioso degli ultimi due anni.

Coach Mariucci credeva di aver trovato la chimica giusta che permettesse a Detroit di cambiare marcia, diventando una squadra da playoff, ma le ultime sconfitte hanno riportato il malumore fra i Lions e il coach non sembra piu' essere cosi' sicuro del proprio lavoro.

L'assenza di un ricevitore di peso da affiancare al rookie Roy Williams, dopo gli infortuni di Rogers e Akim, condiziona non poco il rendimento dell'attacco e in particolare del quarterback. Williams, essendo più volte raddoppiato, fatica a liberarsi e così Harrington è costretto ad improvvisare, non avendo un target facile da colpire.

Nota lieta la crescita dell'altro rookie Kevin Jones, che corre per la prima volta in carriera le 100 yards con un'ottima media di quasi 6 yards a portata e si candida come possibile sorpresa dell'ultima parte di stagione.

Chicago, dopo le ultime convincenti vittorie, aveva difronte il miglior attacco della Lega e la possibilità  di testare la propria tanto decantata difesa contro un sistema offensivo guidato dal probabile MVP stagionale Payton Manning.

Purtroppo per i Bears, Manning voleva chiudere subito la pratica e continuare la rincorsa verso il record di Marino per il numero di td pass nella stessa stagione, e non ha lasciato scampo fin dall'avvio alle velleità  della linea difensiva avversaria.

Il punteggio di 41 a 10 non lascia nessuna nota positiva ai Bears, come sottolineato dai commenti dei giocatori a fine gara, in cui si evince che niente è funzionato in questa giornata per Chicago. Oltre la difesa però non è funzionato soprattutto l'attacco, che ancora una volta ha deluso, soprattutto per quanto riguarda il quarterback Craig Krenzel. L'ex Ohio State ha offerto un'altra prova incerta, finendo con il 50% scarso di completi, 2 intercetti e 1 touchdown segnato nell'ultimo minuto e mezzo a partita conclusa, con Manning e James seduti da tempo sulla panchina a riposarsi in vista del Thanksgiving Day contro i Lions.

L'unica possibilità  che hanno avuto i Bears è stato dopo il primo td di Pollard, quando Manning ha rischiato di farsi intercettare da Lance Briggs sulle proprie 30 yards, con quasi sicuro touchdown su ritorno, ma il linebacker dopo aver cercato più volte di controllare il pallone, ha perso il controllo della stessa vanificando tutta l'azione.

South Division

Atlanta Falcons 8-2; New Orleans Saints 4-6 e Tampa Bay Buccaneers 4-6; Carolina Panthers 3-7

I New Orleans Saints fanno arrabbiare per davvero il proprietario Benson, con l'ennesima pesante sconfitta casalinga, subito dai Denver Broncos con il punteggio di 34 a 13. Le parole a fine gara di Benson possono davvero lasciare il segno e coinvolgere un po' tutto l'ambiente dei Saints, da coach Hasslett sempre più vicino al licenziamento, ai giocatori, in primis la difesa, la seconda peggiore per punti subiti di tutta la NFL.

I 20 punti subiti nel solo primo quarto gridano vendetta, e a questo possiamo aggiungere le 165 yards concesse a Ruben Droughns e le 229, facili, regalate a Plummer, senza nessuna pressione e con la possibilità  di variare il proprio gioco a seconda del ricevitore più libero, statistica data dai sette ricevitori diversi trovati dall'ex Arizona State che hanno chiuso con 10 o più yards guadagnate.

L'attacco dei Saints, poi, ha fatto il resto, regalando un touchdown su ritorno di intercetto di Al Wilson e sparacchiando con Brooks ben 60 lanci di cui 38 completi per quasi 400 yards di guadagno ma con solo un touchdown e ben 3 intercetti. Il gioco di corsa è stato ancora deficitario, con un deludente McAllister tenuto a sole 42 yards da una delle peggiori difese sulle corse della Lega.

I Buccaneers approfittano del turno agevole contro i derelitti 49ers per raggiungere i Saints al secondo posto e mantenere una flebile speranza per la postseason.

Partita mai in discussione per Tampa Bay che, guidata dall'ennesima convincente prova di Pittman, autore di 2 td e di 106 yards corse, mette in ghiaccio il risultato fin dall'inizio. Griese macchia una prestazione di tutto rispetto con 2 intercetti evitabili, ma riesce a trovare per ben due volte in end-zone il redivivo Jurevicius, chiudendo con 15/21 per 210 yards.

La difesa di coach Gruden fa il resto, con il touchdown finale di Cox su ritorno d'intercetto da 55 yards, una pressione sul quarterback avversario che ha portato a ben 5 sacks e a chiudere qualsiasi spazio offensivo per il già  poco producente attacco di San Francisco.

I 49ers aspettano ormai solo l'incontro con Miami della settimana prossima, che stabilirà  quale squadra avrà  la prima scelta assoluta nel prossimo draft.

Niente può essere salvato di una squadra allo sbando, che non ha ne'gioco offensivo (solo 1 terzo down conquistato) ne'pressione difensiva.

Barlow ha deluso ancora e sembra destinato a diventare uno di quei classici giocatori che fanno intravedere qualcosa, per poi perdersi quando chiamati ad una responsabilità  maggiore. Rattay ha offerto una prestazione orribile, lanciando meno del 50% di completi con la miseria di 142 yards e 1 intercetto riportando in endzone, subendo 5 sacks e 1 fumble poi recuperato. Probabile che nelle prossime gare si dia spazio a Ken Dorsey in cabina di regia.

Carolina, invece, respira un po', inanellando la seconda vittoria consecutiva contro i Cardinals, sorprendendo molti addetti, visto il periodo alquanto sfortunato dal punto di vista fisico dei Panthers.

Delhomme ha recuperato in tempo per la partita e, seppur in difficoltà  fisica, ha giocato una partita giudiziosa, cercando il suo bersaglio favorito di questo scorcio di stagione, Muhammed, per ben due volte trovato nella endzone avversaria.

Il resto lo ha fatto l'esordiente da titolare Nick Goings che ha corso per la prima volta in carriera sopra le 100 yards e siglando ben 3 touchdown su corsa, che hanno in pratica deciso l'incontro. La splendida prova di Goings da un po' di sollievo a coach Fox visto il perdurarsi, ormai fino a fine stagione, degli infortuni di Stephen Davis e Deshaun Foster.

La difesa sulle corse, fin qui maltrattata da molte squadre, ha retto molto bene, tenendo Emmitt Smith sotto media e tutti i Cards sotto le 100 yards totali. La pressione su King ha ricordato quella della difesa tanto celebrata della passata stagione, con 4 sacks (2 dell'ottimo Peppers), 4 fumbles forzati e 3 intercetti (2 di Branch), che hanno tolto ad Arizona la possibilità  di rientrare in partita.

Coach Green, a fine gara, ha dovuto spiegare a molti giornalisti la scelta assai discutibile di schierare Shaun King al posto di McCown, scelta che ha praticamente determinato la sconfitta dei Cards, vista la pessima prestazione di King, che ha si' lanciato per piu' di 300 yards, ma ha subito 4 intercetti e perso 4 palloni, fortunatamente 3 dei quali recuperati, chiudendo con un rating sotto il 60.

La possibilità  concreta che avevano i Cardinals di agguantare i Rams e insidiare Seattle nella corsa al titolo divisionale, con l'ostacolo tutt'altro che difficile di Carolina, è sfumata in maniera a dir poco netta e questo sicuramente non farà  piacere alla dirigenza.

Green, ha speso un bel bonus con questa scelta, è dovrà  sicuramente tentare di ritrovare la fiducia della propria dirigenza con un finale positivo.

West Division

Seattle Sehawks 6-4; St.Louis Rams 5-5; Arizona Cardinasl 4-6; San Francisco 49ers 1-9

Seattle conferma il suo momento tutt'altro che positivo, rischiando di perdere la partita più facile della stagione contro i Miami Dolphins, aiutata da un intercetto del rookie Boulware a 1 minuto dalla fine riportato in endzone per il 24 a 17 finale.

L'assenza di Hasselbeck ha comunque pesato enormemente sulla partita, visto che Dilfer, svernato da coach Holmgren, ha dimostrato di essere sempre quel mediocre quarterback, che non si sa come ha vinto un Super Bowl. L'ex Ravens ha lanciato 2 intercetti molto gravi, quando la partita per i Seahawks si stava mettendo sui binari giusti, e permesso con lanci a dir poco sballati di far rientrare Miami fino addirittura al pareggio.

La difesa di Miami ha controllato molto bene il gioco di corsa di Shaun Alexander, sceso dalla luna dopo 4 partite stellari, tenuto sotto le 100 yards e sotto le 3,5 yards di media a portata, e concesso poco al passing game, però non ha fatto i conti col vecchietto terribile Jerry Rice, che ha rinverdito i fasti di un tempo, andando a segno nell'unico td pass di giornata per i Seahawks e ricevendo un pallone da 56 yards.

La difesa ha giovato del ritorno di Winstrom, colpendo 4 volte il quarterback avversario (1 sack anche per Fiedler), forzando 3 fumbles (tutti conseguenza dei sacks) e intercettando due volte Feeley, una con Cochran e una, come detto, con Boulware, che ha dato la vittoria alla squadra di coach Holmgren.

La lotta per il primo posto nella West si fa serrata, ma la sensazione è che la squadra di Holmgren, giudicata tra le favorite per il titolo nella preseason, sia ben lontana dalle altre pretendenti, anche all'interno della proprio Conference, e un altro fallimento porterebbe il coaching staff a rischiare seriamente il posto.

Un altro che rischia il proprio posto e coach Martz che con i suoi Rams sembra voglia regalare alle squadre in crisi una boccata di ossigeno. Dopo la sconfitta con i Dolphins di qualche settimana fa, è arrivata la battuta d'arresta con i Bills, autori di 37 punti nei due quarti centrali della gara.

Chiaramente il punteggio deve portare sul banco degli imputati, per l'ennesima volta, la difesa di St.Louis, ancora estremamente soft sia nel gioco di corsa che in quello di passaggio. McGaghee ha corso per 100 yards con 20 portate, mentre la coppia Bledsoe-Campbell ha costruito ben 3 td pass.

Il passing game dei Bills fin'ora era stato alquanto deficitario, ma improvvisamente, come capita spesso, contro la difesa dei Rams è risorto e Bledsoe è sembrato rinato dopo il disastro della domenica precedente.

Le scelte di Martz sono state come al solito discutibili, completamente dimenticato il gioco di corsa, con Faulk tenuta a sole 6 yards totali da schemi suicidi e il rookie Jackson, pur brillando nella media a portata, ha corso troppo poco per diventare un fattore.

Così si è ricorsi ancora ai lanci di Bulger (ben 45) che, però, contro la pressione della linea difensiva dei Bills e dei blitz dei DB (6 sacks subiti - 3 di Milloy), ha dovuto lanciare senza pensare, finendo per sbagliare molto e trovare per ben 3 volte le mani dei difensori avversari.

La tattica di Martz sembra portare i Rams verso un finale di stagione che potrebbe anche togliere St.Louis dalla postseason, anche se fin'ora, soprattutto in casa, l'attacco ha saputo sopperire con il suo talento individuale alle pessime giornate della difesa e alle chiamate del proprio coach, ma in caso di qualificazione, sarà  difficile prevedere un cammino lungo per questi Rams.

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