AFC – Week 9 Report

Sul Rookie of The Year ormai non ci dovrebbero essere più dubbi ma riuscirà  Big Ben a portate gli Steelers fino in fondo?

AFC East

New England Patriots 7-1, New York Jets 6-2, Buffalo Bills 3-5, Miami Dolphins 1-8

La settimana scorsa da queste parti avete potuto leggere di come una sconfitta non potesse cambiare l'opinione che le precedenti sette settimane avevano fatto dei Patriots. A maggior ragione la partita di domenica contro i Rams non ha certamente trasformato questo concetto anche per il semplice fatto che New England è rimasta sempre la favorita per arrivare fino in fondo.

Per tornare alla vittoria però i Pats sono dovuti ricorrere ad un gioco old style fatto di molta fisicità  e controllo del campo grazie anche al ritorno di Dillon ( 25 corse per 112 yards ). E pensare che alla vigilia il confronto appariva molto più equilibrato rispetto al punteggio finale che poi si è avuto.

Difatti New England, in settimana, aveva perso entrambi i cornerbacks titolari mentre i Rams venivano da una settimana di riposo visto il bye della week 8. Ebbene proprio quello che doveva essere il reparto debole dei Pats è risultato essere quello che, nelle parole di Bulger, " ha determinato l'esito della partita. Il loro piano partita era quello di intrappolare i nostri ricevitori sulla linea di scrimmage per poi lasciarli al controllo delle safeties. In questo modo ho dovuto aspettare, a volte anche troppo, per lanciare".

Il risultato il quarterback dei Rams non lo dice ma ci siamo noi di playitusa.com a ricordarvelo: quindi 5 sacks subiti ( totale stagione 24 a pari merito con Fiedler, meglio solo di Vick e Warner ), una palla persa, un intercetto. Settimana prossima si torna al Gillette Stadium dove vengono in visita i rivali di division, i Buffalo Bills, già  sconfitti in stagione a domicilio 31-17 nella week 4.

La settimana vedeva anche un incontro di division fra i Jets e i Bills. Partita che, sulla carta, doveva essere a senso unico ma, ad un occhio attento, l'upset poteva essere nell'aria. Già  il 10 ottobre, in casa, i Jets avevano faticato per vincere ed era servito un bellissimo drive da 60 yards di Pennington nell'ultimo quarto per permette a Doug Brien di calciare il field goal della vittoria e fissare il punteggio sul 16-14.

Fuori casa dunque, in uno stadio dove le condizioni meteorologiche influenzano il gioco aereo come da poche altre parti nella NFL, New York ha avuto problemi tutto il pomeriggio soprattutto a contenere le corse di uno scatenato Willis McGahee ( 37 per 132 yds e 1 TD ) che hanno permesso ai Bills di avere ben 32 giochi in più dei Jets e 15 minuti di possesso a loro favore.

Facile non stupirsi dunque i Jets sono rimasti senza segnare per 30 minuti di gioco e i Bills costruivano il vantaggio con due calci, un touchdown e una safety. Più della sconfitta a preoccupare i Jets sono le condizioni fisiche di Pennington uscito dal campo per un infortunio alla spalla che lo terrà  fuori dalle due alle quattro settimane.

Il valore di Chad nel sistema di gioco di New York è altissimo: interessante sarà  dunque vedere quali aggiustamenti Herman Edwards porterà  al suo attacco visto che, per le prossime settimane almeno, Curtis Martin riceverà  più attenzioni di quelle che già  la sua grande stagione richiede ( 865 yards e 7 TDs ).

Per Buffalo si tratta della terza vittoria nelle ultime quattro partite e di una piccola rivincita da parte del capo allenatore Mike Mularkey e il suo attacco che venivano dati per bolliti non più di un mese fa.

Invece l'ex coordinatore offensivo degli Steelers ha dimostrato di sapersi adattare al personale a disposizione rinunciando a qualcosa della sua filosofia offensiva basata sui lanci ( ricordate Pittsburgh versione 2003? ) dando più spazio al gioco di corsa con l'inserimento di Willis McGahee nello spot di titolare ricevendone in cambio buoni dividendi ( il running back da Miami, Florida, è sempre sopra le 100 yards via terra quando Buffalo vince).

Ormai la situazione di Miami è imbarazzante: parole di non più di sette giorni fa scritte da queste parti. Dunque con gran sollievo dei tifosi dei Dolphins, ma soprattutto, aggiungiamo noi, di coach Wannstedt, Miami ha deciso che così non si poteva andare avanti e, nella settimana di bye che attende i Dolphins, la dirigenza della franchigia della Florida annuncerà  il nome del nuovo capo allenatore.

Arizona veniva da 17 sconfitte consecutive in trasferta ma di questi tempi i Dolphins non si tirano indietro quando c'è da aiutare qualcuno. Così un possibile sack della difesa di Miami, su un 3rd & 4 che avrebbe lasciato i Cards in una situazione di 4th & 15 sotto di 6 con 25 secondi da giocare, si è trasformato in una penalità  contro quella stessa difesa ( trattenuta irregolare ) e dato ad Arizona un primo-e-goal sulle due di Miami che McCown ha sfruttato appieno lanciando a Fitzgerald per il più facile dei touchdowns e la più incredibile delle vittorie.

Dolphins che pagano, oltre al modesto attacco, anche le troppe penalità  commesse ( 12 per 99 yards ) soprattutto da una difesa che era il marchio di fabbrica di questa squadra.

AFC North

Pittsburgh Steelers 7-1, Baltimore Ravens 5-3, Cleveland Browns e Cincinnati Bengals 3-5.

Così gli Steelers riescono nell'impresa che a nessuno era mai riuscita finora: battere consecutivamente due squadre imbattute che avevano al loro attivo almeno 6 vittorie. E che squadre signori. Prima i Pats poi, questa settimana, gli Eagles.

Formazioni differenti ovviamente ma minimo comune denominatore per Pittsburgh: difesa rocciosa ( 113 yards di total offense concesse a Philadelphia ), controllo del campo e dell'orologio ( 41 minuti di possesso a 19 ) e il vecchio Steeler-game. Lasciate perdere la versione tutto-lanci di Pittsburgh che è andata in scena l'anno scorso.

Con la partenza di Mularkey ( avete letto al riguardo a proposito dei Bills ) è stato promosso a coordinatore offensivo tale Ken Whisenhunt, ex allenatore dei tight end. Al di là  dei nomi la sostanza è che Pittsburgh ha ricominciato a correre e, contro gli Eagles, complice l'infortunio a Duce Staley, il protagonista non poteva essere che Jerome Bettis. 33 portate per 149 yards per l'ex prima scelta dei Rams che hanno tenuto la difesa di Philadelphia sempre sulle gambe e ridotto l'efficacia dei blitz che Jim Johnson aveva preparato per il rookie Roethlisberger ( 11/18, 183 yards, 2 TDs ).

Sotto 21 a 0 dopo un quarto e mezzo a McNabb non è rimasto altro che lanciare trovandosi spesso sotto la pressione dei difensori degli Steelers che è risultata in appena 7 primi downs conquistati con un eloquente 0-8 nelle conversioni di 3° down e ben 6 punts contro nessuno degli avversari e meno della metà  dei giochi offensivi ( 37 contro i 76 degli Steelers ). Philadelphia riparte da Dallas la prossima settimana nel Monday Night mentre Pittsburgh andrà  a giocare a Cleveland nell'incontro di division settimanale.

Piccolo rewind alla settimana numero 1 di stagione regolare. I Browns ospitano i Ravens e, grazie a una grande prova di squadra, gli concedono solo un field goal nella vittoria 20-3.

Le similarità  di quell'incontro con quello in programma questa settimana erano a dir poco incredibili: il tackle sinistro Ogden fuori sia in quella occasione che adesso, Jamal Lewis che, dopo averne corse di 500 di yards in due partite l'anno scorso contro i Browns, ne aveva messe insieme appena 57 e domenica tornava in campo dopo la sospensione di due partite. Se a ciò si aggiunge che il miglior ricevitore dei Ravens in quella partita era stato il TE Heap, ora fuori per infortunio si capisce come a Baltimora i riti scaramantici siamo iniziati fin dal mattino.

Ma i Ravens hanno una qualità  che tante squadre NFL non hanno: coesione. Specialmente in difesa che, ancora una volta, è la protagonista di questa vittoria: prima con un punt fermato sulle 1 di Cleveland che ha consegnato a Garcia un drive molto difficile dal quale non ne è uscito, poi con il successivo punt dei Browns sporcato che ha permesso ai Ravens di usufruire di una posizione d'attacco invidiabile che si è chiusa con il TD su corsa di Lewis per il 20-13 Ravens ( grazie anche alla conversione da due punti di Moore ).

Ma i Browns, spinti da Garcia ( 15/26 per 146 yards, 0 TDs ), producevano un drive lungo che li portava sulle 5 yards di Baltimore. Lì compieva il miracolo quello che sarà , probabilmente, il difensore dell'anno, la safety Ed Reed, che intercettava il passaggio, con la complicità  dei Ray Lewis, e si involava per 106 yards ( record NFL ) per il touchdown che chiudeva la partita.

Per Cleveland si tratta di una sconfitta ( la quinta stagionale ) che deve far riflettere su diversi punti interrogativi: ha qualcosa ancora da dare oppure Jeff Garcia ( solo in tre occasioni su 8 è andato sopra le 200 yards lanciate ) è sul viale del tramonto ?. Chi è il running back titolare,Suggs o Green ? Che senso ha alternare i due?.

Cincinnati, invece, torna a vincere dopo la sconfitta della settimana precedente contro i Titans. Ancora una volta Marvin Lewis dimostra di appartenere all'elite NFL quando si parla di head coach. Le sue squadre non mollano mai e giocano quel tipo di difesa che è nelle vene di Lewis.

La chiave della partita per i Bengals poteva essere lo sfruttamento di quelle situazioni di gioco che coinvolgevano le zone del campo dove i Cowboys erano in emergenza come nella posizione di cornerback e, più segnatamente, sulla linea difensiva. Così anziché andare sempre sul profondo Palmer ( 21/32 per 212 yards, 1 TD, nessun sack subito e nessun INT ) ha usato molti passaggi corti e il gioco di corsa con Rudi Johnson ( 26 corse per 95 yards ) producendo drives lunghi ( 21 e 30 i giochi nelle prime due segnature ) che hanno portato a tre field goals di Graham nei primi due quarti.

L'unica volta poi che Palmer è andato sul profondo ha trovato in Matt Schobel il ricevitore capace di fare la giocata della giornata ( 76 yards e TD ). Titoli di coda e Bengals che andranno a Washington nella week 10 con il morale alto.

AFC South

Indianapolis Colts e Jacksonville Jaguars 5-3, Houston Texans 4-4, Tennessee Titans 3-5.

Monday Night: presentazione di Jesse Ventura a parte è stata una gran partita che ha ribadito la capacità  mostruosa ( chissà  perché ma ogni volta che scrivo " mostruosa" mi viene in mente Bagatta ) di Manning di leggere le difese avversarie e scegliere la soluzione migliore. Così accade che i Colts secondi in NFL per yards su passaggio decidano di correre nelle loro primi cinque azioni costringendo i Vikings a chiamare, in difesa, il loro secondo time out dopo appena cinque minuti di partita.

E accade anche che la difesa, ultima NFL, dei Colts costringa i Vikings a due punts e un field goal nei primi tre possessi. Senza Moss l'attacco di Minnesota è ben poca cosa, non tanto per la qualità  dei giocatori nella posizione di wide receiver ma piuttosto per i raddoppi che il ricevitore da Marshall richiede e che libera gli atri giocatori sul campo.

Giusta quindi la decisione di Tony Dungy di mettere molta pressione sul quarterback avversario ( 3 sacks di un immenso Freeney e un paio di hurries ) e più, in generale, di contenere il gioco di corsa dei Vikings. Ma nonostante ciò la partita è rimasta in equilibrio fino alla fine quando un mezza, anzi intera, stupidata del linebacker Lance Johnstone che colpiva senza motivo Manning dopo che questi aveva finito la corsa che aveva dato il down ai Colts.

Così, in un sol colpo, l'attacco dei Colts si ritrovava anziché dalle 41 alle 26 di Minnesota con ancora due minuti da giocare. Si arrivava quindi ad un 3rd & 5 e qui Manning inventava un passaggio corto di sinistro a James che chiudeva il down e portava in buonissimo raggio da field goal Mike Vanderjagt che, a 6 secondi dalla fine, dava la vittoria a Indianapolis.

Fra sette giorni i Colts ospiteranno i Texans reduci dalla sconfitta contro Denver. Un'eventuale vittoria metterebbe due partite di scarto fra le due formazioni e darebbe a Tony Dungy la certezza che questi Colts se la giocheranno fino alla fine.

Parlando di Houston viene da chiedersi a cosa stessero pensando i suoi giocatori domenica visto che, contro Denver, i Texans hanno fatto registrare il record di squadra per yards concesse su penalità  con ben 109, fatto assolutamente strano per la squadra allenata da Dom Capers. Per di più se si tiene conto che Houston veniva da due vittorie consecutive e si apprestava a scalare i vertici della division.

Invece i Texans andavano subito sotto nel punteggio e chiudevano l'intervallo sotto di 17. Da quel momento in poi per i Broncos è diventato tutto più facile mentre David Carr ha dovuto forzare per tornare in partita salvo vedere Denver segnare al primo possesso nel terzo quarto. Spinto dalla necessità  di recuperare punti Carr si è trovato a dover lanciare: contro la migliore secondary della lega sono andati per aria ben 23 dei 35 giochi totali dei Texans nel secondo tempo con risultati però deludenti se è vero che ha chiuso con 11 su 23.

Houston deve quindi migliorare la propria efficienza offensiva ( negli ultimi due quarti contro i Broncos tre drives si sono chiusi con un punt, uno con un touchdown su corsa di Davis, l'ultimo è quello che ha chiuso la partita ) se vuole aspirare ad un posto nei playoffs.

Menzione d'onore per Tennessee che, questa settimana, riposava mentre domenica, forse con McNair in cabina di regia, ospiterà  i Bears.

AFC West

Denver Broncos e San Diego Chargers 6-3, Kansas City Chiefs 3-5, Oakland Raiders 3-6.

Questa settimana, se vogliamo, l'AFC West ha visto le proprie squadre rispettare l'ordine che la classifica gli attribuisce. Così Denver e San Diego vincono in casa mentre Kansas City, perdendo, scivola, a due partite di ritardo dalla coppia di testa. In coda Oakland vince il derby delle delusioni NFL 2004 contro Carolina ma rimane ben distante dalla vetta e qualsiasi speranza di playoffs nella competitiva AFC. Ma vediamo nel dettaglio.

Denver arrivava alla partita contro Houston da due sconfitte consecutive nelle quali erano saltati all'occhio i troppi giochi da 20 yards concessi sui passaggi da parte delle difesa. Una difesa che è sempre stato il vanto di coach Shanahan e che ha portato i Broncos ad essere la quarta difesa della lega in yards totali e la seconda per yards/passaggio ovvero cosa significa avere il miglior cornerback NFL nel motore.

Contro la coppia Carr-Johnson quindi l'attenzione era doverosa nonché imposta dal piano partita di Shanahan che ha deciso, fin dall'inizio, di mettere pressione al giovane quarterback ( 4 sacks subiti a fine partita ). Denver, big play dietro big play, ha così messo distanza fra se e Houston e gestito la partita nel migliore dei modi anche grazie alle corse di Reuben Droughns ( 29 per 120 yards ) che continua ad inanellare prestazione da sopra le 100 yards su corsa ( quattro volte nelle ultime cinque partite ).

In settimana avete letto di San Diego e di come i Chargers possano essere considerati, a ragione, il team più migliorato della stagione insieme ai Jaguars e ai Lions. Questa settimana affrontavano in casa i pronipoti del grande Stevenson, i Saints.

E' brutto ripetersi ma ormai Drew Brees è diventato il terzo miglior quarterback della Lega con un rating di 108.7 e continua ad inanellare partite da quattro TDs manco di secondo nome facesse Daunte e Peyton. Da un perfect game ad un altro ormai Brees mostra una confidenza che è sorprendente se si pensa a quello che successe l'anno scorso quando fu messo in panchina per cinque gare e sostituito in altre due e, più in generale, non aveva un critico a suo favore.

Dicevamo della vittoria: per arrivarci San Diego non ha neanche avuto bisogno del suo running back, Tomlinson, che, ancora dolorante, ha portato la palla solo 17 volte per un guadagno di 36 yards. Con la settimana di bye che si affaccia LaDanian avrà  modo di recuperare la condizione e aiutare i suoi Chargers a mantenere il primo posto di division ad Oakland il 21 novembre.

L'accenno ai Raiders permette di parlare della loro vittoria nei confronti dei Panthers. Una doppia v che però non cancella i dubbi legati a questa squadra che, anche contro i malmessi Panthers, ha dimostrato di non avere un gioco difensivo credibile contro i lanci ( Delhomme ha chiuso con 3 TDs e 299 yards ) ma, perlomeno, ha sfruttato in pieno gli errori che i vice campioni del mondo hanno commesso.

Così i Raiders pongono fine alla loro striscia negativa e vedono la luce in fondo al tunnel nel quale erano entrati dopo la sconfitta della settimana scorsa ma si tratta sempre di una formazione che vive alla giornata e giocherà  le restanti partite per la dignità  più che per una reale chance di fare i playoffs.

Forse la scelta, in estate, di puntare su giocatori d'esperienza ma nella fase calante della carriera ( Sapp e Ted Washington hanno un sacks e mezzo in due a questo punto della stagione ) non si è rivelata delle migliori così come quella di puntare su Amos Zereoue dopo aver mandato ai Cardinals Troy Hambrick.

Chiudiamo il report di questa settimana con i Chiefs. Onestamente era difficile credere al punteggio finale domenica sera che diceva Tampa Bay Buccaneers 34 - Kansas City Chiefs 31. Il problema per i Chiefs è stato il trovarsi di fronte una squadra che, nelle ultime, tre settimane aveva avuto tutto il tempo di prepararsi all'attacco stile Kansas avendo affrontato sia i Rams che i Bears che hanno un attacco molto simile a quello usato da Dick Vermeil.

Quindi nonostante i grandi numeri messi insieme in attacco ( 459 yards totali, 8/13 le conversioni di 3rd down, 74 giochi offensivi ) i Chiefs si sono trovati per tutta la partita il fiato dei Bucs sul collo. Tampa Bay ha messo a nudo i limiti difensivi di questa squadra che si annidano soprattutto in difesa dove i Chiefs hanno un differenziale fra palle perse e palle recuperate di -2.

Contro Tampa l'indice è stato puntato contro la linea difensiva incapace di rallentare in qualsiasi maniera Pittman ( 3 TDs, 128 yards con appena 15 corse ), autore, tra l'altro, di una corsa da touchdown di 78 yards che ha permesso ai Buccaneers di riportarsi in vantaggio all'inizio del terzo quarto. I Chiefs vanno a New Orleans domenica prossima e, un'eventuale sconfitta, può mettere la parola fine alle speranze di playoffs della squadra.

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