NFC – Week 7 Report

Terrell Owens crea sempre qualche problema. Com'è, come non è, con lui gli Eagles volano davvero.

NFC East

Philadelphia 6-0 ; New York Giants 4-2 ; Dallas, Washington 2-4.

Cleveland-Philadelphia 31-34 OT
Dall’81 Philadelphia non partiva 6-0, ma è stata tutt’altro che una passeggiata.
Il prepartita è stato riscaldato dalla polemica Owens-Garcia che sembra aver dato energie extra ai due. Phila è partita bene allungando fino al 21-10 con 2 TD (da 39 e 40 yds) di uno straripante Owens, capace di seminare facilmente i suoi marcatori e rendere facile a McNabb trovarlo in end zone. L’ex niner ha celebrato le due segnature a modo suo, andando a strappare altrettanti striscioni che lo prendevano in giro. Ovviamente questo è piaciuto pochino agli arbitri che lo hanno penalizzato nel secondo caso, ma anche questo è lo spettacolo che dà  TO.

A cavallo dell’intervallo, però, i Browns sono riusciti nella rimonta che li ha portati a +3. Un acceso ultimo quarto si è concluso con la corsa kamikaze di Garcia in end zone che ha coronato un drive tenuto in vita da una discutibile chiamata di roughin the passer su un 4th-and-7.

Nel supplementare uno scramble di McNabb da 28 yds ha permesso a David Akers di diventare l’eroe di giornata, grazie a un field goal da 50 yds che ha tenuto a zero la casella delle sconfitte degli Eagles.

Dall’attacco (488 yds totali) arrivano ottime notizie, McNabb e Owens sono esplosivi (28/43, 376, 4 TD, 1 INT per il primo, 109 yds per l’altro), senza dimenticare un gioco sulle corse consistente (121 yds totali). I punti interrogativi li sta alzando la difesa, controfigura rispetto a quella delle stagioni passate, soprattutto contro le corse (165 yds concesse a un team tutt’altro che fenomenale). Aldilà  del record, per diventare veramente una corazzata della NFC, coach Reid ha bisogno di girare un paio di viti difensive o un’ennesima sconfitta al championship contro il superattacco dei Vikings potrebbe non essere uno scenario inverosimile.

New York Giants-Detroit 13-28
New York non ha mai avuto una gran tradizione nelle partite seguenti la sosta (o bye week), Detroit non l’ha mai avuta fuori casa. I Giants hanno perso per la 13^ volta su 16 gare da quando è stata introdotta la sosta, i Lions invece sono alla terza W esterna, una totale rivoluzione rispetto all’anno scorso.
22 primi down e 325 yds di total offence per entrambe. La differenza? I turnovers, e questa volta non a favore dei Giants (migliori NFL come differenziale fino a ieri). Dopo il TD di Roy Williams (in forse alla vigilia, ma in grado di guadagnare 67 yds) e il big play di Tiki Barber (TD su ricezione da 62 yds), Warner si è fatto intercettare in end zone alla fine del primo tempo. È stata solo la seconda volta in stagione, ma è costata molto, vanificando un potenziale vantaggio di 17-7.

Ancora in equilibrio, la gara è passata dalla parte di Detroit nella ripresa. Con 3 TD (di Kevin Jones, Swinton e Pinner), i Lions si sono portati a un sorprendente record di 4-2, candidandosi a una lotta, proprio contro i Giants, per la wild card.

Protagonista della partita è stato Harrington (18/22, 230 yds, 2 TD), impeccabile nel guidare i suoi. Riprendendosi dopo la brutta prestazione con Green Bay, il QB di Detroit ha disputato una delle gare più solide della carriera. Per fare il salto di qualità  deve ora diventare più costante, evitando le giornate piene di errori, tipiche peraltro di un giocatore giovane.
Harrington non ha certo vinto da solo. La linea difensiva ha costantemente messo sotto pressione Warner, costringendolo anche a 3 fumbles (di cui uno perso) e 6 sacks. Inoltre la difesa ha limitato Barber a 70 yds su corsa, contenendo anche il passing game, se si eccettua il TD di Tiki. Infine il moribondo attacco sulle corse di Detroit è resuscitato grazie alle 65 yds di Jones e alle 36 di Pinner.

Ora Harrington, come i suoi compagni, ha molta fiducia: “Sento che possiamo andare a giocarcela su ogni campo. Non diremo che va abbastanza bene e che saremo una contendente l’anno prossimo perché siamo giovani. Vogliamo provarci fin da adesso.”

Per quel che riguarda New York, ha dimostrato che, tornando umana e perdendo qualche pallone, non è una squadra dominante come diceva il 4-1 di record, soprattutto con una linea incapace di proteggere adeguatamente un QB di legno come Warner. I Giants hanno anche sottolineato l’importanza degli episodi: “Ci avrebbe dato il controllo della gara, avremmo dovuto vincere, ma abbiamo commesso degli errori” , ha commentato Warner, riferendosi all’intercetto.

Green Bay-Dallas 41-20
Ai Packers le scoppole (come quella con Tennessee) fanno bene, ai Cowboys un po’ meno.

Ripresosi bene con la vittoria su Detroit, Favre&Co. hanno passeggiato sui cadaveri di Dallas, che ha avuto solo la parvenza di una squadra NFL.
“Non abbiamo giocato per niente in difesa. Offensivamente abbiamo eseguito decentemente, difensivamente siamo stati terribili, e gli special teams non sono andati molto meglio.” Parcells difficilmente si entusiasma dopo prestazioni simili e non le ha mandate a dire, mostrando a tutti (ma non ce n’era molto bisogno) quali erano i principali responsabili della sconfitta. I Packers hanno segnato indisturbati nei loro primi 7 possessi (5 TD, 2 FG), concludendo il tutto con una corsa da 90 yds di Ahman Green.

Favre ha lanciato per 258 yds e 2 TD con un clamoroso 23/29, facendo felice soprattutto Javon Walker (8 ricezioni per 129 yds), ormai materiale da Pro Bowl. Se contro i passaggi i Cowboys sono andati male, contro le corse hanno fatto peggio. Green ha corso per 163 yds con 2 TD, con appena 15 corse (fanno 10.8 yds per portata…) per un totale di 220 per i Packers.

“Questo è il punto più basso della mia permanenza a Dallas, senza dubbio. Sono imbarazzato a mandare in campo una squadra così. Se non difendiamo meglio, non avremo mai l’opportunità  di vincere un’altra gara. Abbiamo fatto schifo.” The Big Tuna non è contento e le cose di solito non le tiene per sé. Atteso un uragano di nome Bill negli spogliatoi di Dallas questa settimana.

Nonostante la temperatura inizi a farsi poco piacevole, a Green Bay invece torna a splendere il sole. Dopo 3 sconfitte consecutive e il massacro subito dai Titans, la squadra sembrava sull’orlo del crollo, ma è risorta come neanche l’araba fenice. 72 punti e 823 yds nelle ultime 2 gare dimostrano il clamoroso potenziale di un attacco ritrovato e in cui ci si scambiano anche i ruoli. Favre ha dimostrato ancora una volta la sua durezza bloccando nell’azione del secondo TD di Green, mentre il RB Fisher si è permesso di lanciare in end zone Bubba Frank. Minnesota forse è irraggiungibile, ma i playoffs non sono più una chimera.

NFC North

Minnesota 5-1 ; Detroit 4-2 ; Green Bay 3-4 ; Chicago 1-5.

Minnesota-Tennessee 20-3
Per i Vikings c’erano dubbi sulle condizioni di Moss e sulla sua possibilità  d’interrompere la sua striscia consecutiva di partite giocate. Com’è finita? Striscia estesa a 102, ma nessuna ricezione (prima volta in carriera) e pochissimi snap giocati. Non si è comunque notata la sua assenza. Mewelde Moore ha corso per 138 yds ed è una brutta notizia per tutta la NFC: Minnesota fa paura anche con il gioco di corsa. Per la verità  anche il passing game non è andato così male. Culpepper non ha forzato niente e ha chiuso con un incredibile 80% di completi (24/30), ma soprattutto il talento e l’altezza di Marcus Robinson gli hanno permesso di travestirsi bene da Randy Moss.
La partita è andata tutta in discesa dopo che, nel primo gioco del secondo quarto, McNair è stato costretto ad arrendersi per il riacutizzarsi dell’infortunio allo sterno. L’ingresso di Volek (17/36, 190 yds, 3 INT) ha virtualmente chiuso una gara fino a quel momento ferma al 3-3.
Per i Vikings si attendono test probanti per capire il vero valore della difesa, perché l’attacco è ampiamente da titolo.

Tampa Bay-Chicago 19-7
“Krenzel who?”
Questo è quello che probabilmente hanno pensato i tifosi dei Bears meno esperti di NCAA quando hanno visto Craig Krenzel prendere il comando delle operazioni dell’attacco di Chicago. Con l’assenza di Rex Grossman, sotto 13-0, coach Lovie Smith ne ha avuto abbastanza anche del suo primo backup Quinn, affidandosi al rookie da Ohio State. Risultato: bene, ma non benissimo. Il terzo QB di Chicago è riuscito ad “orchestrare” l’unico drive della partita (da 31 yds…) che abbia portato a una segnatura, ma ha chiuso con 9/19, 69 yds, 1 INT. Per la prossima settimana c’è incertezza su chi sarà  il partente tra Quinn e Krenzel. Unica buona novella la conferma di Thomas Jones: 52 yds con sole 13 portate e 1 TD su corsa più una ricezione da TD da 77 yds vanificata da una pass interference del WR Terrell.

Chicago ha concluso con 167 di total offence e, considerati gli infortuni e il talento a disposizione, pare difficile fare tanto meglio di così. La vita è dura nella Wind City…

Buone indicazioni per Tampa arrivano principalmente dal risultato e da Micheal Pittman, capace, nonostante i problemi alla schiena, di correre per 109 yds e 1 TD. Al RB si chiederà  un superlavoro considerata l’assenza per tutta la stagione di Garner e quella probabile di Alstott, infortunatosi (forse) gravemente al ginocchio. Difficile parlare di Bucs in ripresa considerata la modestia dell’avversario.

NFC South

Atlanta 5-2 ; New Orleans 3-4 ; Tampa Bay 2-5 ; Carolina 1-5.

Kansas City-Atlanta 56-10
Massacro.
A volte basta poco per definire una partita, a volte basta solo il punteggio. C’era una volta la miglior difesa sulle corse della NFL, c’era una volta il miglior attacco NFL. Il secondo si è visto, la prima no.
Priest Holmes e Derrick Blaylock sono stati i primi giocatori NFL a segnare 4 TD su corsa a testa nella stessa partita. Dopo uno svantaggio di 0-3, un parziale di 35-0 ha chiuso il primo tempo e messo la partita in ghiaccio. Nemmeno l’infortunio di Holmes (139 yds) ha frenato i Chiefs che hanno continuato a cavalcare i loro running back, permettendo a Blaylock di chiudere con 90 yds. Le cifre parlano di 540 yds totali (271 su corsa), 36 primi down a 9.

I Falcons hanno deciso di fare le cose in grande stile e se dovevano fare schifo lo dovevano fare per davvero. Sì perché la difesa è scomparsa, ma anche l’attacco ha prenotato una foto sui cartoni del latte. Vick ha chiuso con 7/21, 119 yds, 2 INT, mentre solo l’attacco sulle corse si è un po’ salvato (119 yds)…e questo contro forse la peggior difesa NFL. Basti dire che l’unico TD di Atlanta è arrivato con un punt return da 75 yds di Rossum.

Jim Mora l’ha presa con filosofia considerando i numerosi record stabiliti dai Chiefs in questa gara: “Sono onorato di essere entrato nella storia. Abbiamo fatto uno straordinario lavoro nel fermare le corse. Questo enfatizza solamente quanto bene abbiano giocato. La loro linea offensiva ha fatto un eccellente lavoro, non è contato contro chi abbiano giocato.”

I Chiefs sono stati stellari, ma un crollo così è preoccupante, anche se si tratta di una sola partita. Preoccupa soprattutto Vick, che sembra tornato un fantastico running back a cui hanno messo una maglia con un numero da QB.

Carolina-San Diego 6-17
San Diego non è la squadra dell’anno scorso, soprattutto con McCardell. Sfortunatamente non lo è neanche Carolina.
Dopo aver segnato solo con 2 FG nel primo tempo, l’attacco dei Panthers è stato tenuto a zero nella ripresa. Quando poi la difesa sulle corse ha ceduto leggermente (concedendo una corsa da 52 yds a Jesse Chatman), i Chargers hanno preso il controllo e non si sono più guardati indietro.
Sostituendo Stephen Davis, Hoover ha fatto il suo lavoro (99 yds), ma Delhomme è stato abbastanza inconsistente (17/36, 155 yds, 1 INT), complici anche i noti problemi alla linea d’attacco.

La delusione sta attanagliando i Panthers: “Mai in milioni di anni avrei pensato di poter essere 1-5” , ha commentato Mike Minter. Coach Fox ( “Non siamo in grado di fare i giochi necessari a vincere, è per questo che non vinciamo” ) cerca di nascondere i veri problemi della squadra: le assenze. E per queste c’è poco da fare.

Oakland-New Orleans 26-31
Il posto di Jim Haslett era a rischio. Lo ha salvato un rookie.
Sul 24-19 per i Saints, Colby Bockwoldt ha chiuso la gara recuperando un fumble su kickoff return e riportandolo in meta per 6 yds. Fino a quel momento i Saints non avevano brillato. Nonostante il talento a disposizione e i problemi di Collins (ancora fischiato dai tifosi dei Raiders), la squadra di New Orleans non era stata capace di fermare l’attacco avversario e aveva iniziato a ingranare offensivamente solo verso la fine del secondo quarto. A testimonianza di questo basta la statistica finale di total offence: 432 a 332 per Oakland.

I Saints però non hanno mai perso il pallone e sono stati bravi a difendere almeno nelle ultime 20 yards, permettendo ai Raiders di entrare in end zone solo nell’ultimo quarto. In una giornata sotto la media per McAllister (42 yds, ma comunque decisivo con 2 TD), Brooks ha guidato l’attacco senza errori (23/39, 282 yds, 1 TD) e con la collaborazione del suo receiving corps (123 yds per Horn, 79 per Pathon).

C’è voluto però un gioco di special team per sopperire all’inconsistenza della difesa sui passaggi che ha concesso 350 yds a un Collins meno in difficoltà  rispetto alle passate prestazioni.

Nonostante la vittoria, sul futuro dei Saints non v’è certezza, essendo una squadra più variabile di un cielo londinese d’estate. Si naviga a vista.

NFC West

Saint Louis 4-3 ; Seattle 3-3 ; Arizona 2-4 ; San Francisco 1-5.

Miami-Saint Louis 31-14
Un disastro fatto squadra. Ma c’è chi fa peggio.
Forse la sfortuna risiede a Miami o forse è contagiosa come l’influenza, in ogni caso, contro una squadra falcidiata dagli infortuni, i Rams hanno visto 5 giocatori lasciare la gara per problemi fisici…e hanno perso.
Nella giornata del ritorno di Fiedler, Saint Louis diventa la prima squadra a regalare una W ai Dolphins e soprattutto mostra ancora una preoccupante discontinuità .

I Rams hanno guadagnato 49 yds in più degli avversari, ma un 6-18 di conversione al terzo e quarto down e un intercetto di Bulger in end zone per il potenziale 14 pari, hanno spianato la strada a Miami. Il QB degli arieti ha chiuso con 23/39, 295 yds, 1 TD, 1 INT, ma, come sempre nelle sconfitte dei Rams, è lo scarso impiego di Marshall Faulk la chiave (61 yds con solo 12 corse).

Come al solito coach Martz c’ha messo del suo. Con la partita ancora in equilibrio sul 7-7, ha chiamato un blitz che si è trasformato in un TD da 42 yds per McMicheal. “Questa è stata l’unica volta che ho chiamato un gioco in difesa ed è finita in touchdown. Credo che sia per questo che non alleno la difesa.” Con i problemi di Seattle, vincere la division potrebbe non essere difficilissimo, ma per andare lontano serve un’altra consistenza.

Arizona-Seattle 25-17
Emmitt Smith doveva ritirarsi, i Seahawks competere per il titolo. Forse qualcuno deve ricredersi.
Per la prima volta nella storia si sono affrontati i leader all-time di yards su ricezione e su corsa. Risultato: 106 yds e 1 TD per Smith, 1 ricezione per 10 yds per Rice. Questo è lo specchio della partita e del momento dei due giocatori.

Con Seattle incapace di segnare, se non con un field goal dalle 54, Arizona si è portata sul 16-3, grazie anche a Neil Rackers, capace di eguagliare il record NFL con 3 FG da più di 50 yds. Poi i Seahawks si sono svegliati, andando in vantaggio grazie a un bel drive concluso dal TD di Darrell Jackson e al ritorno d’intercetto di Ken Lucas. Ma qui si sono ancora sparati sui piedi. Prima una safety dopo un punt bloccato ha riportato in vantaggio i Cards, poi un intercetto di Duane Starks e una corsa da 23 yds di Smith hanno chiuso la gara.

Holmgren che sbatte con rabbia la cuffia per terra è l’immagine della gara di Seattle, una squadra ancora incomprensibile e ondivaga. Prima tre vittorie con un gioco solido, sfruttando l’enorme talento a disposizione, poi tre sconfitte con errori banali, ricezioni mancate e placcaggi sbagliati. L’allenatore di Seattle: “Sono imbarazzato per il modo in cui abbiamo eseguito in attacco. Ora il morale fa schifo. Dobbiamo decidere se siamo la squadra che ha iniziato la stagione o quella delle ultime 3 gare.” Questa settimana coach Holmgren non farà  prigionieri e ne dirà  quattro a tutti i suoi giocatori.

Gli ‘hawks devono tornare a impiegare al meglio Shaun Alexander (57 yds con solo 12 portate), ma soprattutto ritrovare un ottimo Hasselbeck (14/41, 195 yds, 1 TD, 4 INT), peraltro molto onesto nell’autocritica. “Potete dare la colpa a me. Ho giocato male, sento di aver deluso i miei compagni. Non so trovare delle risposte, ma è stata colpa mia.”

Se Seattle non sembra la pretendete al Superbowl dell’inizio, i Cardinals stanno evitando una stagione da barzelletta. Dopo sconfitte lottate, stanno arrivando le prime vittorie e bisogna dar credito a coach Green di aver rigenerato Emmitt Smith creando un buon sistema d’attacco, nonostante il personale a disposizione non sia eccellente. Il prossimo obiettivo è iniziare a vincere in trasferta, e a Buffalo non dovrebbe essere difficile

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