NFC – Week 1 Review

Owens ha subito esaltato i suoi nuovi tifosi…

Per quanto riguarda l' NFC la prima giornata della nuova stagione NFL proponeva numerosi motivi di interesse, e anche se è sicuramente presto per emettere giudizi, sicuramente è possibile trarre alcune indicazioni da quello che si è visto sui campi.

Doveroso iniziare l'analisi della prima giornata da quello che è sicuramente il “comeback of the year “: il ritorno di Joe Gibbs alla guida dei Washington Redskins, che sfidavano nello stadio di casa i Tampa Bay Buccaneers di John Gruden.

I maggiori problemi dei Redskins lo scorso anno riguardavano sicuramente la difesa, troppo spesso incapace di fermare le corse avversarie e di mettere insieme una pass rush decente, e una protezione del quarterback assolutamente insufficiente, sicuramente una delle cause della brutta annata da titolare di Ramsay.

Le prime indicazioni al riguardo sono sicuramente incoraggianti: la linea offensiva dei Redskins non ha concesso nemmeno un sack in tutta la partita, permettendo solo un paio di volte alla temuta pass rush dei Buccaneers di colpire Brunell dopo che aveva lanciato, e ha aperto ottimi corridoi per le corse di Clinton Portis.

Proprio Portis aveva gli occhi di tutti addosso: dopo essere stato scambiato nella offseason con Champ Bailey doveva dimostrare di essere realmente un fuoriclasse e non il semplice prodotto di un sistema di gioco, quello di Denver, che ha sempre permesso ai propri running back di mettere insieme cifre straordinarie; Portis ha corso per 148 yards in 29 portate, e la prima corsa ufficiale con la nuova maglia ha prodotto 65 yards e un touchdown: se il buongiorno si vede dal mattino…

Ma le notizie migliori per Gibbs arrivano forse dalla difesa: il reparto organizzato dall'ex capo allenatore dei Bills Greg Williams ha quasi completamente cancellato dal campo l'attacco di Tampa Bay, concedendo solo 169 yards totali e la miseria di 30 yards su corsa, recuperando un fumble e un intercetto e mettendo a segno 4 sacks.

La superiorità  di Washington va al di là  del 16-10 finale, con i Redskins che hanno sprecato un po' troppo in attacco, evidenziando qualche problema nei sincronismi tra il centro e Brunell: tre fumble sugli snap sono decisamente troppi, anche perché da uno di essi è risultato l'unico touchdown dei Buccaneers segnato da Ronde Barber.

Nel complesso una prova molto positiva per Washington, e indicazioni incoraggianti per coach Gibbs che sta sicuramente lavorando nella giusta direzione.

Chi non sembra aver imboccato la strada giusta è invece proprio Tampa: la prova contro i Redskins è stata veramente incolore, specie in attacco, un reparto improduttivo sia sulle corse che sui passaggi e messo molto in difficoltà  dalla pass rush di Washington; da un allenatore considerato un genio offensivo come Gruden ci si aspetta molto di più…

Problemi anche in difesa, incapace di contenere Portis e di mettere sufficientemente sotto pressione il quarterback avversario: un reparto solo lontano parente di quella difesa dominante capace di annientare gli attacchi avversari e di condurre la squadra alla vittoria nel Superbowl solo due stagioni fa.

Un altro incontro molto atteso era quello di Philadelphia, dove gli Eagles ospitavano i Giants del nuovo coach Coughlin: dopo tre championship consecutivi e dopo i grandi acquisti estivi c'è una immensa pressione su gli Eagles, che devono arrivare almeno al Superbowl per evitare di vedere etichettata la loro stagione come fallimentare.

Nella prima partita stagionale Andy Reid ha avuto le risposte che cercava: vittoria per 31-17, con McNabb che ha lanciato per quattro touchdown senza intercetti (record carriera eguagliato), tre dei quali consegnati nelle capaci mani di Terrell Owens, che alla prima con la nuova maglia ha mandato in visibilio i fans del Lincoln Financial Field.

Molto positiva anche la prova di Westbrook, che ha corso per 119 yards, con McNabb a distribuire il gioco con maestria tra tutti i ricevitori, guidati da Owens che ha chiuso con 8 ricezioni per 67 yards; l'attacco ha prodotto complessivamente 454 yards, risultando per lunghi tratti inarrestabile per la difesa dei Giants.

I numeri offensivi delle due squadre sono simili, ma a fare la differenza è stata la percentuale di realizzazione nella red zone: uno straordinario 4 su 4 per Philadelphia e un mediocre 1 su 4 per i Giants.
Positiva anche la difesa di Philadelphia, capace di atterrare Warner per cinque volte e di fermare per ben due volte su tre l'attacco dei Giants con un primo e goal a disposizione.

L'ultima squadra della fortissima NFC East, i Dallas Cowboys, ha subito una dura punizione ad opera dei Minnesota Vikings.
I Cowboys sono stati vittime di una delle migliori prestazioni in carriera di Daunte Culpepper: il quarterback di Minnesota ha completato 17 lanci su 23 tentati, mettendo insieme 242 yards ma soprattutto 5 touchdown senza nessun intercetto, lanciando a nove differenti ricevitori e risultando completamente inarrestabile per la difesa di Dallas.

Il quarantenne Testaverde ha giocato un'ottima partita, lanciando per oltre 350 yards e un touchdown, ma nonostante i Cowboys abbiano messo insieme più yards e chiuso più primi down degli avversari hanno perso per 35 – 17, fondamentalmente a causa della scarsa precisione nella zona rossa, un mediocre 25% (1 su 4) contro il perfetto 3 su 3 dei Vikings.
Per la squadra del Minnesota una partenza spumeggiante, come era già  successo lo scorso anno: la speranza dei tifosi è che il finale sia però diverso, dato il crollo dei Vikings in dirittura d'arrivo la scorsa stagione.

Un'altra pretendente al Superbowl, i Seattle Seahawks, ha facilmente sconfitto i New Orleans Saints 21-7, con Shawn Alexander sugli scudi: per lui 166 yards totali, di cui 131 su corsa, con due touchdown su terra e 1 su ricezione.

Matt Hasselbeck ha diretto con grande sicurezza un attacco che ha messo insieme 415 yards contro le sole 281 degli avversari; molto bene anche la difesa di Seattle, capace di tenere una stella come Deuce McAllister a sole 57 yards totali, di concedere solamente dodici primi down agli avversari e di intercettare Aaron Brooks per la prima volta negli ultimi 254 passaggi.

Per i Saints una partita da dimenticare in fretta, specie in difesa dove sono stati letteralmente scherzati dall'esplosivo attacco della squadra di Mike Holmgren, e con un attacco, teoricamente punto di forza della squadra, capace di convertire solo 3 terzi down su quattordici tentativi.

Partenza incoraggiante per i giovani Detroit Lions di Steve Mariucci, che hanno sconfitto 20-16 i Chicago Bears; il gioco decisivo è stato un field goal bloccato e riportato per 92 yards in meta dal cornerback Bracy Walker, che è risultato l'uomo della partita, intercettando Grossman in end zone nell'ultimo drive che poteva dare la vittoria ai Bears.

Non è stata una grande prestazione dei Lions, soprattutto in attacco, dove hanno totalizzato solamente 262 yards totali e convertito solamente 2 terzi down su quattordici tentativi; bene invece la difesa, in grado di intercettare due volte Grossman e di recuperare due fumble.

Nonostante un gioco non di altissimo livello è importante per i Lions aver vinto questa partita, che può dare entusiasmo a una squadra molto giovane e che può migliorare molto; nota negativa un nuovo infortunio al Wr Charles Rogers, che si è nuovamente rotto la clavicola e salterà  il resto della stagione, dopo essere riuscito per lo stesso problema a giocare solo cinque partite lo scorso anno.

Netta più nelle cifre che nel punteggio la vittoria dei St. Louis Rams sugli Arizona Cardinals 17-10: i Rams hanno totalizzato 448 yards contro sole 260, con una grande prova dello ” sceriffo “, Marshall Faulk, che ha totalizzato 128 yards dividendo le portate con la matricola prima scelta Steven Jackson.

Due fumble persi da St. Louis nella red zone avversaria hanno limitato il passivo dei Cardinals, che nonostante i molti giovani leoni squadra si sono affidati a una vecchia leggenda come Emmitt Smith: per il leading rusher ogni epoca dell' NFL 87 yards in sedici portate e un touchdown, a dimostrazione che ha 35 anni suonati ha ancora la possibilità  di dire la sua in questa lega. Molto più deficitario il gioco sui passaggi dei Cardinals, che hanno probabilmente sentito la mancanza del loro miglior ricevitore, Anquan Boldin, e hanno totalizzato solo 157 yards nel gioco aereo: discreta la prestazione del rookie Fitzgerald, autore di quattro ricezioni per complessive 70 yards.

I Rams sono sicuramente una squadra di grande talento, e non lo scopriamo certo oggi, ma vanno verificati con un testo un po' più probante della traballante difesa dei Cardinals: per la squadra di Dennis Green la dimostrazione che il lavoro da fare è ancora tanto perché il potenziale dei giocatori si trasformi in rendimento concreto sul campo.

La giornata si è conclusa con il Monday Night, in cui gli Green Bay Packers hanno sconfitto i Carolina Panthers 24-14, disputando un'ottima prova di squadra. La partita di lunedì ha confermato ciò che gli analisti NFL dicono ormai da un paio d'anni: il grande Brett Favre rimane il leader emotivo e la guida spirituale della franchigia del Wisconsin, ma ormai l'uomo più importante per l'attacco dei Packers è il running back, Ahman Green.

L'attacco di Green Bay infatti funziona al meglio quando riesce ad essere efficace con il gioco sulle corse, dando la palla di frequente a Green e e togliendo così pressione dalle spalle di Favre, che se non è costretto a lanciare molto per recuperare il punteggio può limitare le forzature e gli intercetti che sono sempre stati un po' il punto debole del suo peraltro grandissimo gioco.

Con un attacco sulle corse in grado di produrre oltre 150 yards, di cui 119 corse dal solo Green, Favre ha potuto giocare senza molta pressione addosso, grazie anche una grande prova della linea d'attacco che ha tenuto lontani dal suo quarterback e i pericolosissimi pass rusher dei Panthers, in grado di mettere a segno 2 soli sack in tutta la partita.
I Packers hanno mosso bene la palla, ottenendo un ottimo 10 su 16 nelle conversioni di terzo down e segnando tre touchdown sempre con Green: due su corsa e uno su passaggio di Favre.

Bene anche la difesa, in grado di annullare il gioco sulle corse che era stato il punto di forza di Carolina nella corsa al Superbowl dello scorso anno: i Panthers hanno guadagnato la miseria di 38 yards, e sono stati costretti ad affidarsi ai lanci; Delhomme ha risposto abbastanza bene, mettendo insieme 262 yards, ma l'attacco dei Panthers è stato deficitario nelle conversioni di terzo down, con un misero 3 su 10.

L'attacco dei Panthers ha sicuramente sofferto i cambiamenti linea, con quattro titolari nuovi su cinque: la linea non è stata in grado di aprire la strada a Stephen Davis, e neppure di proteggere efficacemente il suo quarterback, atterrato solo due volte ma messo spesso sotto pressione dalla difesa di Green Bay.

Male anche la difesa dei Panthers, il punto di forza della squadra nella scorsa stagione, che non è mai stata in grado di fermare le corse e di conseguenza si è poi esposta anche ai lanci di Favre.
In conclusione c'è molto lavoro da fare per John Fox, soprattutto in attacco, che deve drasticamente migliorare se vuole avvicinare gli ottimi risultati dello scorso anno.

In una partita sicuramente da dimenticare c'è però una nota molto lieta: il ritorno sui campi da football di Mark Fields, che dopo aver sconfitto il morbo di Hodgkin è tornato a giocare dal titolare ed ha disputato una discreta partita; un'ottima notizia dal punto di vista tecnico ma soprattutto una grandissima notizia per quanto riguarda il lato umano.

Per quanto riguarda Green Bay invece un'ottima partenza, sia in attacco che in difesa, ma la squadra andrà  rivista nelle situazioni in cui non sarà  in grado di controllare il cronometro con il gioco di corsa, e dovrà  quindi mettere più pressione e responsabilità  sulle spalle del grande Favre: una volta di più sarà  lui l'ago della bilancia per le ambizioni dei Packers.

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