Rich Harden, ex di Oakland, darà ai tifosi di Texas motivi per sognare la post season
AL West – Preview
La American League è stata dominata nella ultima stagioni dai Los Angelese Angels. Detto questo, il 2010 potrebbe essere l'anno giusto per un ribaltone, con un paio di pezzi pregiati della squadra angelina finiti ai diretti rivali Mariners e Rangers. Gli Oakland Athletics sembrano ancora un gradino sotto le altre tre compagini, che sicuramente potranno dire la loro anche a livello di lega, e sfidare ad armi pari le corazzate della AL East o i team completi della Central.
Los Angeles Angels of Anaheim
La partenza di John Lackey potrebbe minare la competitività del corpo dei partenti di Scioscia. La firma di Joel Pineiro non è certo al livello di quella del nuovo asso dei Red Sox, ma l'idea dei dirigenti in rosso è esatta. Avere una rotazione così diversificata, con lanciatori da flyball o da groundball mescolati, dalle potenze così differenti potrebbe dare un vantaggio soprattutto all'interno della division. Jered Weaver dovrebbe guidare i suoi all'Opening Day, mentre Ervin Santana, dopo una stagione altalenante, è atteso dalla classica annata che potrebbe consacrarlo quanto mostrare ulteriori lacune. Joe Saunders e Scott Kazmir completano una rotazione che sulla carta è tra le migliori della American League, anche se molto dipenderà dalle condizioni dei giocatori e dalla solidità di Pineiro, che dovrà avvicinarsi il più possibile ai livelli dell'anno passato, quando nei Cardinals ha lanciato come mai prima.
Altro free agent firmato con buon giudizio è Hideki Matsui, eroe delle ultime World Series con gli Yankees, che non l'hanno trattenuto nella grande mela nemmeno dopo che egli aveva regalato loro il titolo mondiale lo scorso novembre. Alla corte di Scioscia passerà un altro anno da DH, probabilmente incastonato tra Torii Hunter e Kendry Morales, i due fenomeni del lineup, per andare in base e sfruttare la potenza dei due migliori battitori della squadra. Se entrambi ripeteranno le prestazioni dell'anno passato, con Hunter dominante prima degli infortuni e Morales in forma da MVP e vera sorpresa della squadra in positivo, l'apporto dell'attacco non si farà attendere. Il problema è la parte alta.
Chone Figgins ha ringalluzzito le fila degli M's, quindi il leadoff spot è scoperto e dovrebbe essere occupato da Erick Aybar, shortstop 26enne veloce e che è reduce, come Morales, dalla prima vera stagione a livello MLB. Un punto di domanda con .776 di OPS, che, anhce data la scarsa concorrenza interna, avrà probabilmente il tempo ed il modo di assimilare gli insegnamenti del suo coach, che puntando molto sul baserunning vede nel ruolo del leadoff la chiave per raggiungere l'ennesima Post Season.
Post Season eventuale che non vedrà Valdimir Guerrero con la maglia dei californiani. Il nuovo Ranger farà mancare la sua potenza ad un roster che prima dell'esplosione di Morales non ne aveva. Giusta comunque la decisione di lasciarlo andare, dati gli acciacchi e l'età . Portato su dal triplo A è Brandon Wood, giocatore poliedrico che aspetterà sul fondo del batting order le palle giuste per fare breccia nel cuore dei tifosi e dare continuità ad un lineup che è come sempre funzionale allo small ball, ma che ha alcune carenze di esperienza preoccupanti quanto insolite per la franchigia.
Lineup:
Erick Aybar
Bobby Abreu
Torii Hunter
Hideki Matsui
Kendry Morales
Juan Rivera
Howie Kendrick
Mike Napoli
Brandon Wood
Rotazione:
Jered Weaver
Joe Saunders
Ervin Santana
Scott Kazmir
Joel Pineiro
Texas Rangers
Problemi fuori dal campo come la mancanza di fondi o i problemi di droga del manager Ron Washington hanno già gettato ombre sul 2010 dei Rangers, che l'anno passato hanno ben figurato e stabilito una certa continuità con il 2008, anno in cui erano esplosi fenomeni come Josh Hamilton e Ian Kinsler.
Quest'anno, per ora, possiamo solo notare le due migliori firme di questa off season: Vladimir Guerrero e Rich Harden. Il secondo è un asso sul monte, e probabilmente sarà il primo partente della squadra, mentre il primo ha perso molta potenza rispetto al suo passato prestigioso di grande slugger MLB. In ogni caso, e nonostante i problemi di infortuni per tutti e due, due free agent che avrebbero fatto la fortuna di molte altre squadre.
Così, la rotazione si ritrova un asso dopo la partenza di Kevin Milwood direzione Baltimore. Inoltre c'è il ritorno di Colby Lewis, che in giappone si è tolto molte soddisfazioni, ma che negli Stati Uniti deve ancora dimostrare di valere quella prima scelta che proprio i Rangers avevano speso su di lui.
I Rangers quest'anno avranno sicuramente profondità , basti pensare ad alcuni giocatori che non sono dati titolari ma che giocheranno spesso. Il nuovo arrivo Khalil Greene per l'infield, o Dustin Nippert, giovane al secondo anno, che popolerà il bullpen e potrà anche ricoprire qualche falla qualora uno dei 5 partenti dovesse essere assente.
Oltre jolly di un pitching team di tutto rispetto è Brandon McCarthy, che non dovrebbe entrare in rotazione per un'incollatura ma dare più opzioni nel bullpen.
Il lineup è sulla carta il più spaventoso della division, e non solo. L'anno scorso i Rangers hanno corso bene tra le basi, stabilendo la miglior percentuale di rubate in American League, e allora quest'anno ritroveremo Julio Borbon lead off ed Elvis Andrus al numero 9, per continuare ad alzare la OBP della squadra. Poi, attorno al già citato Vlad, un set di mazze roventi: Hamilton, Michael Young, Nelson Cruz, Kinsler, Chris Davis.
Proprio sul prima base Davis si concentrano i più grossi dubbi dello spring training: sarà in grado di aggiungere alla potenza la disciplina necessari a portare a casa più punti e vincere le partite? In caso di risposta positiva, prepariamoci a vedere Texas scalare la classifica.
In conclusione, gli abbandoni di grandi vecchi come Andruw Jones e Hank Blalock non sembrano poter far crollare le aspirazioni di una franchigia che ha un lineup fresco, giovane, potente ed una rotazione nella media che però potrà essere aiutata spesso da rincalzi qualificati. Se Washingotn e la dirigenza terranno su due binari separati i problemi interni e le prestazioni sul campo, siamo pronti a scommettere sull'efficacia di Texas, così come sulle possibilità di un suo successo.
Lineup:
Julio Borbon
Michael Young
Josh Hamilton
Vladimir Guerrero
Ian Kinsler
Nelson Cruz
Chris Davis
Jarrod Saltalamacchia
Elvis Andrus
Rotazione:
Scott Feldman
Rich Harden
Colby Lewis
Tommy Hunter
Derek Holland - Brandon McCarthy - Dustin Nippert
Seattle Mariners
Gli M's hanno sulla carta avuto la migliore offseason della division. Molti Power Rankings li danno come i favoriti, dopo l'ovvio pronostico a favore degli Angels.
Le acquisizione sono state sicuramente di primordine, come quella di Milton Bradley e soprattutto quelle di Cliff Lee e Chone Figgins, due leader assoluti nel loro ruolo.
Il lineup si ritrova così con i due migliori leadoff della American, Ichiro e Figgins appunto, e con due dei migliori pitcher dell'intera MLB, Felix Hernandez e Lee, che guideranno una rotazione poco profonda, che dopo di loro prevede quattro giovane pitcher che per forza di cose combatteranno per un posto da partente.
Le debolezze dell'ordine di battuta sono invece date dalla mancanza di potenza. Adrian Beltre, che in realtà non è mai stato un fattore a Seattle, è andato a Boston, mentre Russell Branyan, dopo una buona stagione, è partito alla volta di Cleveland. Ed in effetti, se facciamo scorrere il lineup di Don Wakamatsu, non si trovano grosse macchine da Home Run a sua disposizione.
Tuttavia, discorso opposto va fatto per altre caratteristiche importanti, come la velocità . Ichiro, Figgins e Jack Wilson garantiscono ai posti 1, 2 e 9 un alto numero di arrivi in base e la necessaria continuità tra inizio e fine dell'ordine. Per portarli a casa base ci sono Bradley, Jose Lopez, Casey Kotchman e lo spot di DH, che spesso sarà affidato al mitico Ken Griffey Jr..
Le previsioni degli analisti USA sono spesso troppo positive. I Mariners hanno più "buchi" che certezze. Dopo Felix e Cliff, in rotazione c'è solo giovinezza e belle speranze, non vittorie. Inoltre, in passato abbiamo notato quanto la mancanza di potenza possa affossare anche buoni lineup. L'acquisizione di Ryan Garko e la conferma di Jack Hannahan danno profondità in difesa, e qualche speranza di realizzare punti anche nei 3 giorni ogni 5 in cui "The King" e Lee resteranno nel dougout.
Quale sarà la vera dimensione dei Mariners questa primavera lo sapremo solo dopo un paio di settimana di partite, per l'estate invece ci sarà da valutare quanto il ritorno di Erik Bedard dal grave infortunio sarà utile alla causa. In ogni caso, qualora fossimo tifosi di Seattle, vedremmo il 2010 come una stagione con più incognite che non sicurezze.
Lineup:
Ichiro Suzuki
Chone Figgins
Milton Bradley
Jose Lopez
Ken Griffey Jr.
Casey Kotchman
Franklin Gutierrez
Rob Johnson
Jack Wilson
Rotazione:
Felix Hernandez
Cliff Lee
Ryan Rowland-Smith
Ian Snell
Doug Fister
Oakland Athletics
Un passo indietro alle altre ci sono gli Athletics.
Non è cambiato molto rispetto alla fine dell'anno scorso, il che, ed è un aspetto positivo, testimonia quanto la squadra sia lontana dall'accozzaglia senza senso di campioni che era a marzo 2009. Di nuovo c'è Ben Sheets, partente dal talento assolutamente cristallino ma che spesso è stato al centro di vicende fisiche sfortunate. Il contratto recita "1 anno a 10 milioni", il che riflette benissimo il valore del soggetto, ma non molto la sua forma ed il fatto che è stato sostanzialmente fermo nel 2009.
Dietro di lui, annunciato starter dell'Opening day, torna Justin Duchscherer. The Duke ha avuto una stagione travagliata l'anno scorso, in cui ha visto più lo psichiatra che il monte. Ma ci sono ben poche possibilità che lo stato di depressione abbia intaccato le sue prestazioni, anche se anche per lei il punto di domanda fluttua sopra la sua testa. Poi Dallas Braden chiude il gruppo di chi è sicuro di impugnare la palla ogni 5 giorni.
Dietro di lui c'è in primis Brett Anderson, mancino indigesto, in proiezione, a qualunque battitore gli si pari davanti. Altri possibili starter sono Gio Gonzalez, deludente finora, l'ottimo Trevor Cahill e un altro ragazzino terribile, Vin Mazzaro. Anderson ed uno tra Mazzaro e Cahill dovrebbero coprire i due ultimi spot, con Gonzalez probabilmente indirizzato in un bullpen di qualità eccelsa.
In esso Michael Wuertz spianerà la strade alle salvezze del rookie dell'anno Andrew Bailey. Tutto sommato, pitching e difesa non destano troppe preoccupazioni, Oakland dovrebbe tornare ai fasti di due anni fa quando fu una delle migliori difese dell'intera MLB. I problemi, enormi, sono da altre parti.
Rajai Davis, seguito dal nuovo acquisto Coco Crisp, garantirà velocità e pericolo di rubate in ogni partita., mentre la pazienza di Kurt Suzuki, itinerante all'interno del lineup come sempre nella sua giovane carriera, potrebbe stancare il pitcher avversario e portare a situazioni di basi piene con continuità .
Ecco, un avolta che le basi saranno piene, nessuno porterà a casa i punti. Ad Oakland c'è totale assenza di potenza. Jack Cust è un battitore incompleto, uno slugger di basso livello in MLB. Daric Barton viene fuori da una pessima stagione, ed il nuovo arrivo Kevin Kouzmanoff potrà fornire manforte alla difesa ma poco sollievo ad un attacco in cui non esiste un playmaker.
Squadra giovane, plasmata con una programmazione maniacale da parte della dirigenza, ma che sulla carta è sicuramente più debole delle compagne divisionali. Gli A's hanno il 26esimo payroll della lega, il che la dice lunga sulle reali ambizioni della società . Probabilmente, come successo in passato più volte, loderemo tutti i giovani, soprattutto sul monte, usciti dalla baia, ma nell'immediato non ci sono gli estremi per assistere ad una scalata al vertice. Contando anche che, se Sheets va bene, potrebbe ricevere delle offerte entro la deadline di luglio.
Lineup:
Rajai Davis
Coco Crisp
Kurt Suzuki
Jack Cust
Kevin Kouzmanoff
Ryan Sweeney
Mark Ellis
Daric Barton
Cliff Pennington
Rotazione:
Ben Sheets
Justin Duchscherer
Dallas Braden
Brett Anderson
Trevor Cahill - Vin Mazzaro
Ma chi la vince la AL West? Sapranno ripetersi, per la settima volta in nove anni, gli Angels o qualcun'altro ha più chance?
L'opinione personale di chi vi scrive è che i Mariners siano troppo fragili e poco profondi, gli A's troppo deboli ed acciaccati, mentre Rangers e Halos potrebbero dare vita ad una bella battaglia, fino alla fine.
Il vantaggio lo diamo ai Rangers. Ormai sanno come giocare offensivamente, e stanno crescendo come squadra sulla scia delle prestazioni di Hamilton e Kinsler, che non potranno ancora deludere come l'anno passato. Agli Angels invece basta solamente che uno dei 5 in rotazione sbagli la stagione in qualche modo e Mike Scioscia dovrà davvero fare i salti mortali per portarli ancora vicini alle 100 vittorie, range che ci sembra ragionevole se si vuole vincere una division che ha guadagnato in competitività ed in talento.