Albert Pujols, al terzo premio di MVP, è ormai da considerare uno dei migliori di sempre!
E' stata una stagione palpitante, dal finale pronosticabile che però nulla ha tolto alle prestazioni della squadre che hanno fatto da contorno alla fantastica affermazione deigli Yankees, che si presenteranno nel 2010 come la squadra da battere. New York ha avuto il miglior record nella American League, ha vinto il pennant ed ha poi battuto i campioni uscenti dei Phillies in delle World Series chiuse sul 4 a 2, non senza qualche patema d'animo. Giocatori come C.C. Sabathia, Derek Jeter e Alex Rodriguez hanno dettato legge tanto nella regular season quanto nei Playoff, portando l'ennesimo titolo alla franchigia più famosa del Mondo.
Probabilmente la bontà del roster in pinstripe, l'ambizione dei suoi dirigenti, lo sviluppo della stagione hanno forse tolto qualcosa a quanto l'incertezza cede allo spettacolo sul campo. Tutto, insomma, si è concluso come previsto. A darci un po' di "thrill" ci hanno pensato i premi individuali. Alcune affermazioni erano ovvie, mentre altre hanno sollevato una rissa tale che in un paio di riconoscimenti ci siamo trovati davanti a classifiche molto corte.
Andiamo con ordine, iniziando dai rookie e finendo con i due MVP.
AL Rookie of the Year: Andrew Bailey (RP) - Oakland Athletics
Gli A's, in una stagione deludente che ha cambiato completamente faccia prima della trade deadline, hanno trovato pochi punti fermi. Infatti, tutto è sembrato in bilico, dalle condizioni di salute di Duchscherer alla rotazione di 5 ventenni, dalle imbarazzanti prestazioni di un attacco teoricamente grandioso a quella della difesa in calo.
Notizia migliore di questo 2009 è Andrew Bailey, rilievo che è stato utilizzato come closer per gran parte della stagione. Alla prima stagione in MLB, ha postato numeri strabiliante sin dalle prime uscite, ed a fine stagione ha potuto stabilire dei record nella storia della franchigia, come la seconda migliore striscia di sempre per salvezze consecutive ottenute con la casacca green & gold.
Award meritato? Sì, lo avevamo già scritto nell'ultimo nostro Rookie Report, che per una volta ha fatto centro!
Tuttavia, sia Elvis Andrus che Rick Porcello meritavano considerazione, come anche riportato da alcuni siti quotati come quello di ESPN. Porcello ha pagato l'atipicità del suo gioco, troppo alternata per essere considerata indubbiamente da campione, mentre Andrus, velocissimo giocatore dei Rangers, ha probabilmente risentito del fatto di aver giocato quasi tutte le partite e quindi aver avuto la possibilità di pompare ancora di più i suoi numeri. Ad ogni modo, la classifica finale redatta da due giornalisti per ogni città di American League è la seguente:
Bailey, Athletics 88
Andrus, Rangers 65
Porcello, Tigers 64
Niemann, Rays 21
NL Rookie of the Year: Chris Coghlan (OF) - Florida Marlins
Più forte del fatto che a Miami vanno in dodici all'ex Dolphin Stadium, che la squadra è sempre un cantiere aperto, più forte anche di una concorrenza davvero spietata. Chris Coghlan è stato una sorpresa, spuntato fuori dal nulla, di fronte ai molti rookie della National League più quotati.
E' il caso di Andrew McCutchen, veloce e potente outfielder di Pittsburgh, rubatore di basi come pochi e fisicato come forse nessuno nella lega. E' il caso di Tommy Hanson, per distacco il migliore rookie starter di questa stagione, che secondo noi e molti altri sarà un vero e proprio partente numero 1 della rotazione dei Braves negli anni a venire.
E' il caso di Colby Rasmus dipinto come il miglior hitter del lotto e che ha avuto vari passaggi a vuoto durante la stagione. Non ha potuto nulla nemmeno J.A. Happ, che dopo essersi ritagliato un posto da partente nella squadra campione (Philadelphia) ha poi messo in fila una serie impressionante di vittorie.
Ma Coghlan guida il suo gruppo di giovani campioni in pratica in tutte le categorie possibili. Media, valide, onbase percentage, doppi. La batting average in particolare è tra le prime sei dell'intera National League. Un nuovo lead-off per i Marlins, che possono permettersi di spostare Ramirez più in là nell'ordine di battuta.
La classifica segue:
Coghlan, Marlins 105
Happ, Phillies 94
Hanson, Braves 37
McCutchen, Pirates 25
Coach of the Year: Mike Scioscia - Los Angeles Angels of Anaheim & Jim Tracy - Colorado Rockies
Un punto di rottura, un momento in cui devi raddrizzare le sorti della tua squadra senza perdere il controllo, in una stagione che con 162 partite ha troppe occasioni per finire in fallimento. I due premiati hanno avuto gli attributi per riportare le loro franchige ai Playoff, dopo che varie vicissitudini le avevano portate sull'orlo del tracollo.
Nei primi giorni dell'aprile scorso la morte di Nick Adenhart in un incidente d'auto aveva gettato comprensibilmente l'ambiente degli Angels in depressione. Ne erano seguite varie sconfitte, oltre al trascurato (a ragione) impatto sul gioco che la mancanza di un partente di grosse speranze poteva creare. La squadra di Mike Scioscia, una delle più quotate per la vittoria finale, si trovava in una situazione tale per cui deludere i propri tifosi sarebbe stato scusato, compreso e considerato come inevitabile, date anche le cattive condizioni di salute di alcuni campioni come Torii Hunter, Vladimir Guerrero ed il pitcher Ervin Santana. Invece gli Halos si sono ripresi, hanno trovato un vero slugger in Kendry Morales, hanno vinto la AL West per l'ennesima volta consecutiva, hanno sbaragliato i Red Sox nella prima serie di Playoff abbattendo un tabù lungo un quinquennio e solo poi si sono arresi agli irresistibili Yankees. Per questo lavoro a livello mentale e di gioco, Scioscia non poteva che vincere il CoY per la American League, premio che semplicemente certifica ancora una volta la bravura estrema di un manager che crede nel suo gioco, costruisce squadre con criterio e scopre ottimi talenti per il continuo di una gestione che è facilmente archiviabile tra le migliori di sempre per la storia della squadra della California.
Scioscia, Angels 107
Gardenhire, Twins 72
Girardi, Yankees 34
Wakamatsu, Mariners 19
Per Jim Tracy, ex allenatore dei Pirates e già nell'organizzazione di Colorado, sorte simile al primo, ma modalità completamente differenti. Tutto gira attorno alla cacciata di Clint Hurdle, simpatico e carismatico personaggio che aveva guidato i Rockies alla prima World Series della loro storia, persa un paio di anni orsono contro Boston. Reo di non dare alla squadra il gioco necessario per ripetere quell'exploit, Hurdle è stato licenziato poco prima di metà stagione, lasciando il timone al giovane (53 anni) ed inesperto collega, che ha portato la squadra ad un 74-42 dopo l'inizio stentato sotto Hurdle
I risultati sono stati inaspettati e redditizi. La squadra ha impennato le sue prestazioni, ed ha avuto accesso ai Playoff nei quali si è scontrata contro il muro Phillies, team che avrebbe vinto il pennant della National.
La decisione su Tracy è stata molto meno tribolata di quella per Scioscia. A Tony La Russa e Joe Torre, due istituzioni, sono rimaste solo le briciole.
Tracy, Rockies 155
La Russa, Cardinals 55
Torre, Dodgers 33
AL Cy Young Award: Zach Greinke - Kansas Coty Royals
Inizata in modo stratosferico, la stagione di Zach Greinke, ragazzo nato in Florida 26 anni fa, ha subito un leggero calo nel proseguio, principalmente dovuto all'ennesima debacle dei Royals, squadra che non riesce proprio a trovare la quadratura del cerchio. Tuttavia, questo award non è stata una sorpresa considerando che per K ed ERA Greinke ha sempre dominato la lega.
Unici due avversari degni di nota nel 2009 sono stati C.C. Sabathia e Felix Hernandez, clamoroso asso dei Mariners, giunto alla fine secondo nelle votazioni.
In mezzo a loro per la verità anche Justin Verlander autore di una stagione solida e miglior giocatore dei Tigers, che hanno visto finire la stagione allo spareggio Playoff con i Twins.
Greinke, Royals 134
Hernandez, Mariners 80
Verlander, Tigers 14
Sabathia, Yankees 11
NL Cy Young Award: Tim Lincecum - San Francisco Giants
E così, il campione si è ripetuto. Non è stato un dominio come l'anno passato, quando Tim Lincecum, giovane astro dei Giants, aveva dominato la stagione, ma il risultato non è cambiato. Forse però stiamo parlando del risultato più controverso dell'intero insieme di tutti gli award 2009. C'erano i due primi lanciatori di Saint Louis, Chris Carpenter e Adam Wainwright che meritavano anch'essi considerazione tanto quanto Lincecum. Il primo ha vinto il comeback player of the year, guida la lega in ERA, dato che gli aveva decisamente dato fiducia in vista della votazione dei giorni scorsi. Il secondo, dal canto suo, guida la National in vittorie (19) e inning. Il giocatore di San Francisco ha solamente dominato (e lo farà per molti altri anni) la classifica degli Strikeout, da inizio a fine stagione. Ovviamente a questo si aggiunge il numero alto di complete game, legato ai K.
I tre, come avrete intuito, erano molto vicini nella considerazione dei votanti. Alla fine, il maggior livello spettacolare dell'incredibile ragazzo di Bellevue ha avuto la meglio, nonostante le 15 vittorie, un po' poche per un Cy Young Award. Ora, a soli 25 anni, ha già una leggenda da difendere.
La classifica finale, la più "corta" da molto tempo a questa parte ed una delle più combattute di sempre per quanto riguarda il premio di miglior pitcher dell'anno:
Lincecum, Giants 100
Carpenter, Cardinals 94
Wainwright, Cardinals 90
AL MVP: Joe Mauer - Minnesota Twins
Decisione ovvia in American League: il catcher Joe Mauer ha sbaragliato la concorrenza dei molti Yankees che aspiravano al titolo, come Jeter o Mark Teixeira, giunto secondo.
Migliore media, non solo nell'ultima stagione ma ormai da anni, miglior media di arrivo in base ed un numero quindi elevatissimo di basi per ball. Gli avversari avevano molti punti a favore, come Kendry Morales re degli Home Run o Teixeira il migliore per RBI.
Ma Mauer è un giocatore talmente dominante nella sua posizione di catcher, talmente continuo e talmente significativo per la sua squadra che qualsiasi altra decisione sarebbe parsa fuori luogo, anche visto quanto Minnesota ha combinato grazie a lui, riuscendo ad accedere ai Playoff, dove Joe è stato l'ultimo ad arrendersi ai futuri campioni del Mondo.
Mauer, Twins 387
Teixeira, Yankees 225
Jeter, Yankees 193
NL MVP: Albert Pujols - Saint Louis Cardinals
Chiedete a qualsiasi pitching coach. Vi dirà che non esiste il battitore perfetto, vi dirà che se lanciate la palla in un certo posto all'interno della strike zone, lui non la batterà . Poi basta sapere questa zona per tutti i milioni di giocatori nel Mondo e sarete i migliori lanciatori.
D'ora in poi, però, diranno che c'è una eccezione. E' Albert Pujols, che nei giorni scorsi ha guadagnato il suo terzo premio di miglior giocatore della National League. Ogni altro commento è puramente superfluo, perchè il prima base guida la lega praticamente in tutto: HR, slugging percentage, basi totali, OPS.
E' la principale ragione della vittoria dei suoi nella loro division, in un'annata speciale con la città di Saint Louis che ha ospitato un All-Star Game presidenziale.
Un altro slugger ha avuto la stagione della vita, ed è il Brewers Prince Fielder, che però giunge dietro ad Albert in tutte le statistiche, non facendo altro che testimoniare la grandezza del collega. Anche per questo la scelta è stata unanime, tutti i voti per la prima piazza sono andati a Pujols.
Ben piazzati anche Hanley Ramirez e il campione della NL Ryan Howard, che ha vanificato una stagione stellare con delle World Series sottotono.
Pujols, Cardinals 448
Ramirez, Marlins 233
Howard, Phillies 217
Fielder, Brewers 203