Utley sta riscrivendo i record delle WS a suon di fuoricampo
Commentando la seconda sfida della serie, avevo sottolineato l'eccellente prova di Burnett, che aveva permesso agli Yankees di pareggiare il conto in vista della lunga trasferta in Pennsylvania.
Purtroppo per i suoi tifosi, quello sceso in campo ieri era la brutta copia dell'ottimo giocatore ammirato qualche giorno fa; cifre alla mano, era probabilmente prevedibile un peggioramento delle sue prestazioni, ma probabilmente nemmeno il più pessimista dei supportes pinstripes poteva immaginare ad una prova così breve e negativa.
Difficile, giudicando la sua partenza, quantificare l'influenza avuta dallo short-rest e dall'affrontare lo stesso lineup a distanza di pochi giorni; la cosa certa è che oltre all'HR di un ottimo Chase Utley, decisive sono state le quattro walks concesse in poco più di due innings.
Philadelphia, dal canto suo, riponeva tutte le sue speranze nel braccio sinistro di Cliff Lee: alla fine, ed è la cosa che conta di più, il piano ha funzionato e la squadra di Manuel rimane in corsa per un clamoroso re-peat.
Ma non è stata una "passeggiata" come in gara-1; impossibile non menzionare, anche nel suo caso, il dover affrontare lo stesso attacco a distanza di così poco tempo. Come auspicato da più parti, infatti, il lineup newyorkese ha dimostrato una maggior pazienza al piatto riuscendo ad impattare con più continuità i suoi lanci e costringendolo ad uscire dopo sette riprese e ben 112 lanci.
Con tutte queste premesse può sembrare incredibile pensare che, a conti fatti, siano gli Yankees a recriminare al termine di una gara che sono stati ad un passo (o ad un DP in meno) dal vincere.
La partita
Ecco quindi la cronaca del match.
Bastano quattordici lanci a Lee, e a tutti i tifosi di Philadelphia, per capire che quello che li aspetta non sarà una cavalcata tranquilla come nella prima sfida; tanto basta a New York per mettere il primo punto a referto grazie alla coppia Damon-Rodriguez.
Va molto peggio a Burnett, che impiega otto lanci per: concedere la valida a Rollins, colpire Victorino e concedere ad Utley un fuoricampo profondo a destra. Risultato: 3-1 Phillies, che non riescono a capitalizzare oltre contro un lanciatore fuori controllo nonostante la BB di Howard.
La seconda ripresa si chiude in un attimo, senza acuti, ma sarà un'eccezione in una serata dominata dagli attacchi.
La terza ripresa si apre con le due camminate di Utley e Howard, mandati a casa dai singoli di Werth e Ibanez; Girardi capisce che non è serata e telefona al bullpen. Tocca a David Robertson tentare di fermare l'emorragia e il giovane rilievo non delude: solo una run subita sul force-out di Ruiz che fissa il punteggio sul 6-1 per i padroni di casa.
Lee e Robertson vanno 1-2-3 nel quarto: sarà l'unico inning immacolato della serata.
La ripresa successiva sono gli ospiti a colpire, ancora una volta grazie a Jhonny Damon che spinge a casa Eric Hinske (entrato come PH); nella parte bassa Aceves è salvato da una gran presa di Gardner quello che poteva essere un doppio a Jayson Werth sulla battuta profonda al centro.
Si arriva al settimo inning ancora sul punteggio di 6-2, quando è Chase Utley a salire in cattedra con il solo-shot contro Phil Coke; due battitori più tardi tocca ad Ibanez imitare il compagno ed il manager di New York è costretto a chiamare Hughes per completare l'inning, viste le difficoltà del suo rilievo mancino.
Sembra fatta per i Phillies, ma nell'ottavo Lee finisce di colpo la benzina: il singolo del solito Damon, infatti, precede i due doppi back-to-back di Teixeira ed A-Rod che riducono il passivo della loro squadra di due lunghezze.
Manuel si vede costretto a ricorrere al bullpen e la sua scelta cade sul coreano Park, che nonostante i tre comodi out non può impedire agli avversare di segnare la terza run nell'inning, battuta a casa dalla sac-fly di Robinson Cano.
Si arriva così all'ultimo inning con gli ospiti ad inseguire a -3; tocca a Madson bloccare il tentativo di rimonta degli Yankees e regalare alla propria squadra il viaggio a New York per disputare gara-6.
L'inizio è da incubo per i tifosi Phillies: le valide di Posada e Matsui, infatti, mettono uomini agli angoli e, con zero out, al box si presenta Derek Jeter. Il capitano è però protagonista in negativo per la sua squadra quando batte il 6-4-3 DP che spezza, di fatto, i sogni di vittoria newyorkese.
Non serve a nulla il terzo singolo della serata di uno scatenato Jhonny Damon, che precede di qualche minuto il K di Tex che fa calare il sipario sulla quinta sfida della serie, che si sposta ora di nuovo allo Yankees Stadium.
Gara-6 sembra un viaggio indietro nel tempo di dieci anni: Pedro Martinez @ Andy Pettitte promette spettacolo.