Ike Hilliard, wide receiver dei Giants, viene festeggiato dopo aver segnato il touchdown del 29 a 17
Proprio nella partita più difficile di questa prima parte di stagione, la trasferta contro gli imbattuti Minnesota Vikings, i New York Giants hanno colto un importante successo che pone fine alla loro serie di sconfitte consecutive e li fa tornare in corsa per i playoff grazie alla contemporanea sconfitta dei Dallas Cowboys.
Per tre quarti di gara però i Giants avevano confermato tutti i loro problemi nell'arrivare nella end-zone. Ancora una volta la squadra allenata da Jim Fassel arrivava nella end-zone avversaria ma non riusciva a chiudere il drive con i 7 punti. Un touchdown dopo solo 5 minuti illudeva Collins e compagni che dovevano aspettare fino alla metà dell'ultimo quarto per vedere uno di loro entrare nella end-zone dei Vikings.
Nel mezzo ci sono stati tanti punt, 3 field goal trasformati dal kicker Brett Conway ed un lancio del quarterback intercettato da Minnesota che faceva temere un'altra prestazione come quella contro New England e Miami (9 palle perse in totale).
Nel finale di partita comunque New York trovava due grandi giocate con special team e difesa e sull'onda dell'entusiasmo segnava i 2 touchdown che chiudevano la partita. Il primo gioco che spostato il "momentum" in favore dei Giants è nato dall'ennesimo errore degli special team.
Nell'ultimo quarto Minnesota poteva chiudere la partita perché conduceva di un punto ed aveva bloccato un punt avversario sulle 5 yard dei Giants. Invece i Vikings non riuscivano a recuperare il pallone perché Wes Mallard era più rapido di loro e non solo evitata un sicuro touchdown ma guadagnava addirittura un primo down con una corsa di 20 yard.
"Sapevo di essere dietro la linea di scrimmage e che avrei potuto farcela quindi ho iniziato a correre senza pensare ad altro. Intorno a me non c'era nessuno e sono riuscito a rimediare all'errore commesso in precedenza quando mi ero fatto sfuggire proprio il giocatore che aveva bloccato il punt", ha dichiarato il linebacker di New York.
Dal possesso i Giants non hanno ottenuto neanche un punto ma per impedire a Minnesota di portare ad 8 il loro vantaggio è salito in cattedra il leader dei Giants, il defensive tackle Michael Strahan.
Nel possesso successivo la squadra di casa riusciva ad arrivare fino alle 26 yard avversarie grazie alle corse del running back Moe Williams che non aveva trovato nessuna resistenza da parte dei giocatori avversari ed aveva guadagnato 48 yard con 2 corse.
La difesa di New York era visibilmente in difficoltà : "Dovevo fare qualcosa per aiutare la squadra. Il loro drive li stava portando facilmente verso la nostra end-zone e le cose non si stavano mettendo bene per noi", ha detto Strahan.
Al primo down dei Vikings il defensive end riusciva a bloccare Onterrio Smith facendogli guadagnare poche yard ma era negli altri 2 tentativi di Minnesota che Strahan otteneva quelle che a fine partita Fassel chiamerà "giocate da Hall of Fame".
Il difensore in entrambe le occasioni superava il blocco dell'ex compagno di squadra Mike Rosenthal e registrava 2 sack del quarterback avversario facendo arretrare abbastanza gli avversari da costringerli al punt invece che ad un field goal da 49 yard.
"I due sack di Michael sono stati straordinari. Non solo li ha bloccati mentre erano convinti di avere già 7 punti in tasca ma, insieme al recupero di Wes, ci ha dato la scossa per vincere. Avevamo bisogno che qualcuno creasse qualcosa e il fatto che sia stato lui non stupisce perché non è la prima volta che Michael ci trascina nei momenti decisivi", ha dichiarato Barber.
"Sul secondo sack ho avuto un po' di fortuna perché io stavo semplicemente cercando di superare Mike quando ho visto arrivare Culpepper che correva nella mia direzione", ha ammesso Strahan.
Fortuna o no la scossa alla squadra era arrivata e già nel possesso successivo i Giants passavano in vantaggio. Il gioco decisivo è stata la ricezione del tight end Jeremy Shockey che una volta preso il pallone guadagnava 46 yard liberandosi senza problemi del marcatore avversario, il linebacker Chris Claiborne, resisteva ad un altro tackle e portava il pallone sulle 22 yard dei Vikings.
"In allenamento proviamo spesso questo schema con 5 wide receiver. Qualche volta, come oggi, funziona e siamo stati fortunati perché la difesa avversaria ha abboccato", ha dichiarato il tight end. "Per tutta la partita avevo chiesto al coach di chiamare questo gioco perché i linebacker marcavano ad uomo ed io ero più veloce di chi mi doveva controllare. Sono contento che se ne sia ricordato", conclude Shockey.
Favoriti anche da una penalità contro la squadra di casa per gioco pesante contro il quarterback avversario, New York segnava il touchdown del decisivo sorpasso con una corsa di Tiki Barber. La conversione da 2 punti non riusciva e i Giants erano quindi avanti soltanto di 5 punti quando mancavano 5 minuti e mezzo al termine della partita.
Il tentativo di Minnesota di tornare in partita è però durato poco perché Culpepper si faceva intercettare il primo lancio del drive dal rookie Frank Walker che correva per 18 yard e consegnava il pallone a Shockey e compagni sulle 17 yard di Minnesota. Walker, alla prima partita stagionale, si trovava in campo soltanto per l'assenza del titolare Will Peterson, infortunato.
"Ero certo che qualcosa sarebbe accaduto prima o poi perché i Vikings non lanciavano più verso Moss che era guardato da 2 o 3 giocatori ma cercavano soprattutto gli altri ricevitori", ha detto Walker. Il giocatore verso cui era diretto il lancio era Keenan Howry, wide receiver che quest'anno prima dei 3 minuti finali contro i Giants non aveva al suo attivo neanche una ricezione.
Fassel, memore degli errori del passato, non si accontentava di un field goal ma ordinava ai suoi di cercare i 7 punti che avrebbero tenuto a distanza di sicurezza Minnesota. Dopo 2 corse di Barber e Collins, lo stesso quarterback eseguiva un lancio non perfetto verso Ike Hilliard che riusciva però ad eludere la marcatura di Brian Williams e segnava il touchdown del definitivo 29 a 17. "Non è stato proprio il mio lancio migliore. Ike però è stato eccezionale ed è riuscito a prendere il pallone", ha dichiarato Collins.
Con la vittoria di Minnesota i Giants si trovano nella stessa situazione dello scorso anno: 3 vinte e 4 perse. Nella seconda parte della stagione la squadra di Fassel vinse 7 partite su 9 e guadagnò l'accesso ai playoff. "Spero che anche quest'anno le cose vadano così ma mancano ancora troppe partite per dire come finirà . Certo vincere in trasferta contro un team che era imbattuto può darci quella spinta che ci serviva ma in fondo si tratta di una partita soltanto", ha dichiarato l'allenatore.
Dalla partita contro i Vikings Fassel ha comunque ricavato la certezza che la squadra se non commette troppi errori (leggi palloni persi e special team) se la può giocare con chiunque. Collins ha lanciato sì un intercetto all'inizio del secondo quarto ma per il resto della partita ha giocato una discreta partita (375 yard e 2 touchdown lanciati). Il quarterback ha spiegato che "il merito della mia prestazione va allo staff tecnico che ci aveva preparato benissimo durante la settimana indicandoci i punti deboli della secondaria di Minnesota".
Il wide receiver che più ha approfittato delle indicazioni è stato sicuramente Hilliard (9 ricezioni per 100 yard). Il giocatore è rimasto in campo nonostante una botta al ginocchio rimediata sbattendo contro il terreno di gioco sintetico del Metrodome che si è gonfiato ma non gli ha impedito di segnare 2 touchdown. "Sono contento di avere vinto ma subito dopo la partita il mio pensiero è andato al ginocchio. Mi fa veramente male", ha dichiarato il wide receiver.
Un giocatore importante dal punto di vista tattico per i Giants è stato Shockey. Il tight end per tutta la partita (tranne in 2 azioni finali) è stato usato come aiuto per la linea offensiva ed ha svolto alla perfezione il compito. Nonostante la linea schierasse tre rookie e molti giocatori fuori posizione raramente i Vikings sono riusciti a mettere sotto pressione Collins.
Una buona parte del merito (o demerito) va ovviamente anche alla difesa di Minnesota ma considerando le precedenti partite della linea dei Giants non è difficile notare segni di miglioramento. "Non importa quali schemi si chiamano se poi la linea non è solida. Oggi lo è stata ed abbiamo vinto", ha dichiarato Barber.
Un altro reparto che aveva dato grattacapi a Fassel in precedenza era la secondaria. Nel primo tempo contro Moss i giocatori hanno fatto poco o niente perché il wide receiver era insuperabile (5-121) ma nel secondo tempo, complici anche degli aggiustamenti operati dagli allenatori, il wide receiver ha guadagnato soltanto 4 yard prima che Tice decidesse di usare altri giocatori.
“Hanno fatto davvero un ottimo lavoro per impedirgli di toccar palla", ha detto Culpepper parlando di Moss, "Qualcosa abbiamo combinato ma altre volte proprio non c'era spazio per un passaggio".
A fine partita Mike Tice, allenatore di Minnesota, ha ricociuto i meriti degli avversari ma ha anche ammesso di non essere riuscito a preparare adeguatamente i suoi giocatori: "Questo è quello che accade quando si inizia a credere a quello che gli altri dicono di te. I giocatori non danno il massimo e l'esecuzione degli schemi è imprecisa. Sia chiaro che la colpa è anche di noi allenatori perché il nostro compito è quello di risolvere proprio questi problemi ma oggi non ci siamo riusciti".
È andato molto più pesante nelle critiche il proprietario dei Vikings, Red McCombs, che a fine partita è sceso negli spogliatoi per parlare con i giocatori ed evidentemente non deve avere fatto passare i fatidici dieci secondi prima di dare fiato alle trombe perché quello che ha detto ha stupito tutti gli addetti ai lavori ed ha suscitato la reazione rabbiosa di qualche giocatore.
"Non ci sono parole per definire il mio stato d'animo", ha dichiarato uno di loro, "Dopo le sue parole mi sono guardato intorno ed ho visto che anche gli altri non credevano a quello che avevano sentito. È vero che oggi abbiamo perso la nostra prima partita dopo averne vinte sei di fila ma siamo stati in gara fino ai minuti finali e non mi sembra il caso di farne una tragedia".
Quello che McCombs ha detto di preciso non è stato divulgato. Si sa soltanto che il proprietario ha definito la sconfitta "umiliante" e i giocatori sono stati accusati di aver mancato di rispetto a quello che di più caro ha la franchigia: gli spettatori.
Per quanto riguarda la prima accusa viene da chiedersi quale partita abbia visto McCombs mentre la sua seconda affermazione è stata la barzelletta che questa settimana ha fatto più ridere gli appassionati di football e forse sarà fonte di altro imbarazzo per McCombs nell'eventualità dovesse portare via i Vikings dal Minnesota.
Il proprietario della franchigia, infatti, ha minacciato a più riprese di trasferirsi portandosi dietro la squadra e nell'ultimo periodo, proprio quando i tifosi erano entusiasti della squadra, le sue dichiarazioni sull'argomento non si sono fatte attendere.
Soltanto 2 settimane fa McCombs ha dichiarato, con la squadra imbattuta, di non avere ancora escluso un trasferimento a Los Angeles mentre la settimana scorsa, subito dopo la vittoria contro Denver, ha detto "andremo nel primo posto che ci darà quello che vogliamo". Alla faccia del rispetto verso i tifosi.