La delusione del punter Jeff Feagles dopo il touchdown segnato da Brian Westbrook
"Non esagero se dico che quello che ci è accaduto ha dell'incredibile". Così ha commentato la partita casalinga di New York contro Philadelphia l'allenatore dei Giants, Jim Fassel. La sua squadra era in vantaggio per 10 a 7 fino a 100 secondi dalla fine e tutto quello che doveva fare era calciare un punt abbastanza profondo da costringere gli Eagles (nessun timeout rimasto e attacco inefficiente per tutta la serata) ad una difficilissima rimonta.
Il punter Jeff Feagles (uno dei più precisi della lega) eseguiva un punt troppo corto e Brian Westbrook, punt returner di Philadelphia, raccoglieva il pallone sulle proprie 20 yard dopo un rimbalzo anomalo del pallone che spiazzava i giocatori di New York.
Westbrook trovava sulla sua strada David Tyree che veniva però fermato con un blocco al limite del regolamento da un giocatore degli Eagles lasciando così campo libero al returner che non doveva fare altro che evitare Feagles, non certo un campione di velocità , ed entrare nella end-zone per il touchdown del sorpasso.
"Sulla linea di scrimmage al momento dello snap qualche giocatore non ha bloccato molto bene e Jeff è stato costretto ad affrettare il calcio sacrificando qualcosa in precisione. Ha fatto un ottimo lavoro ma la palla è rimbalzata giusto verso Westbrook. Avevamo due ragazzi pronti a bloccarlo ma purtroppo non ci sono riusciti ed è andata come è andata", ha detto Fassel.
L'ultimo disperato tentativo di riportarsi in vantaggio New York non andava a buon fine e i Giants perdevano così la terza partita consecutiva e si facevano distanziare proprio dagli Eagles nella classifica della NFC East, chiusa proprio da New York con un record di 2 vittorie e 4 sconfitte.
In testa alla classifica i Dallas Cowboys sono sempre più lontani (3 partite) e servirà un miracolo per tornare in corsa per il titolo divisionale anche se non siamo ancora a metà stagione.
Delle ultime 5 sconfitte ben 3 sono arrivate a causa di errori degli special team e diventa difficile anche per Fassel trovare qualche giustificazione per così tanti problemi: "Sembra che ogni volta ci divertiamo a trovare qualcosa di nuovo".
Ancora più incredulo il defensive end Michael Strahan: "Non posso credere a quello che ho visto in campo. Sembra quasi che la nostra squadra dica 'Quanti modi differenti ci sono per perdere una partita?' e pian piano le stiamo trovando tutte".
I dirigenti le hanno provato proprio tutte, cambiando a ripetizione kicker e punter senza però ottenere nessun miglioramento. Sono arrivati addirittura ad indebolire gli special team avversari pur di avere qualche chance in più. È questo il caso di Brian Mitchell, kick returner portato via agli Eagles per togliere loro un importante arma offensiva ma che non ha prodotto gli effetti sperati perché gli Eagles sono stati bravi a trovarne il sostituto, Westbrook.
Quest'ultimo è stato il protagonista della partita perché non solo è stato decisivo nel finale ma aveva anche segnato l'altro touchdown degli Eagles, una corsa di 6 yard all'inizio del primo quarto che aveva portato in vantaggio Philadelphia. Da quel momento in poi l'attacco degli ospiti non ha combinato più niente contro quella che ancora una volta si è confermata una delle migliori difese della lega (solo 134 yard guadagnate dagli Eagles).
Il quarterback Donovan McNabb ha lanciato per sole 64 yard completando solo il 39 percento dei passaggi e spesso è sembrato indeciso su cosa fare con il pallone favorendo la difesa avversaria.
L'attacco di Philadelphia nel secondo tempo ha guadagnato un solo primo down e in tutta la partita è entrata solo una volta nella metà campo di New York e soltanto grazie ad una penalità di 41 yard contro il cornerback Ralph Brown per pass interference. Quel drive si è poi concluso con l'unico touchdown dell'attacco degli ospiti.
Il problema principale di New York, come già era successo nella partita contro New England, è stato l'attacco che ha guadagnato un buon numero di yard (339 a fine partita), ha tenuto il possesso palla (36 minuti contro 24 degli Eagles) ma è stato inconcludente una volta arrivato vicino alla end-zone avversaria.
I due palloni persi dal tight end Jeremy Shockey ad inizio partita e dal quarterback Kerry Collins nell'ultimo quarto quando c'era la possibilità di chiudere la partita sono stati alla fine determinanti per la sconfitta dei Giants.
Fassel per ridurre il numero di fumble era arrivato anche a far riposare il running back Tiki Barber che nelle ultime partite aveva manifestato qualche problema per inserire un ex degli Eagles, Dorsey Levens. Il back, al suo esordio in campionato nonostante le promesse fattegli durante l'estate, ha giocato una buona partita guadagnando 64 yard e portando la squadra sulle 5 yard avversarie nell'ultimo quarto prima che Collins perdesse il pallone.
Un altro problema che assilla Fassel dall'inizio della stagione è la linea offensiva, poco robusta e molto inesperta. Quando nel primo quarto si è infortunato il migliore giocatore, il left guard Rich Seubert (frattura in 3 punti della gamba destra) si è temuto il peggio per le sorti dell'attacco dei Giants ma sorprendentemente la linea ha retto bene. "Siamo stati bravi ad aprire varchi per Barber e Levens e la loro capacità di sfruttare gli spazi e lottare per qualche extra yard ci ha dato molta fiducia", ha dichiarato il right guard David Diehl.
L'infortunio di Seubert (fuori 7-8 mesi) rimescola ancora una volta le carte perché Fassel sarà costretto a fare maggiore affidamento sui rookie ed è stato anche costretto a firmare il centro Omar Smith che lo scorso anno aveva giocato soltanto negli special team.
Se a questo aggiungiamo anche la decisione di Fassel di non far giocare Ian Allen ecco che i Giants sono costretti a far partite titolare ben 3 rookie. "Ho già in mente chi schierare domenica contro Minnesota ma voglio vedere come andranno gli allenamenti in settimana", ha detto Fassel.
La gara contro gli imbattuti Vikings sarà la prima di una serie di 4 trasferte in 5 partite in cui i Giants non dovranno assolutamente sbagliare per sperare di ripetere le rimonte del passato e tornare in corsa per i playoff. Lo scorso anno il record era 3-4 ma New York riuscì, vincendo le ultime 4 partite, a guadagnare l'accesso ai playoff prima di essere eliminata dai 49ers a causa dell'ennesimo errore degli special team.
C'è però anche un precedente sfavorevole: anche nel 1998 i Giants partirono 2-4 e nonostante una buona seconda parte di stagione chiusero con 8 vittorie e fallirono l'obiettivo postseason. "Io non sono tanto pessimista perché nel 1993 con gli Houston Oilers avevamo un record di 1-4 ma nonostante la squadra fosse meno dotata di questa siamo riusciti ad avere il miglior record della AFC", ha dichiarato il linebacker Mike Barrow.
"In passato abbiamo fatto delle buone cose ma stavolta il tempo a disposizione si sta esaurendo. Abbiamo bisogno di iniziare a vincere da subito. Sono convinto al 100 percento che ce la faremo. Sono soltanto dispiaciuto per il modo con cui abbiamo buttato al vento le vittorie contro Dallas e Eagles. Ora saremmo 4-2 e non subiremmo l'ironia e le critiche dei giornalisti ", ha dichiarato Fassel.
Gli fa eco il defensive tackle Keith Hamilton: "Adesso è dura. Non posso dire di essere sicuro che ce la faremo perché c'è poco tempo. Sono però sicuro che non verrà meno il nostro impegno perché la rassegnazione non è nel DNA della nostra squadra".