Quest'anno le sorti di Kansas City non passano solo per le mani di Priest Holmes
La NFL non smette mai di sorprendere ed è ormai chiaro che l'alternanza al vertice sta diventando sempre più una costante negli ultimi anni considerando soprattutto che è sempre più difficile mantenere la leadership con la free agency che miete vittime illustri ogni offseason.
Alcune tra le squadre che hanno giocato i playoffs la passata stagione arrancano ad ogni latitudine: New York Jets (0-4), San Francisco (1-3), Atlanta (1-3), Philadelphia (1-2), Oakland (2-2). In alcuni casi gli infortuni di pedine fondamentali dei loro scacchieri (vedi Pennington e Vick) hanno avuto un impatto devastante, in altri invece la free agency, il calendario o altri problemi hanno ridimensionato la loro forza.
Alcune tra quelle che invece lo scorso anno hanno visto la post-season alla televisione, contrariamente ad ogni più rosea previsione, sono partite alla grande e dopo 4 giornate restano ancora imbattute: Indianapolis (4-0), Denver (4-0), Kansas City (4-0), Minneapolis (4-0), Carolina (3-0) e Seattle (3-0) sono le franchigie che si stanno proiettando prepotentemente verso il bracket dei playoffs.
Ovvio, partire con un 4-0 non vuol dire automaticamente staccare un biglietto per i playoffs ne tantomeno ricevere l'invito della NFL per giocare il Super Bowl, ma si può parlare almeno di prenotazione visto che da quando i playoffs si giocano nella configurazione a sei squadre per ogni conference (dal 1990) ci sono state 35 squadre che sono partite con un sonoro 4-0 e tra queste 28 (80%) sono andate ai playoffs, 11 (37%) sono andate al Super Bowl e 6 (11%) di queste hanno sollevato il Vince Lombardi Trophy.
Viceversa per le squadre che non sono partite 4-0 le percentuali sono drasticamente più base: 37% di possibilità di approdare ai playoffs, 4% di chances di andare al Super Bowl e 2% di vincerlo. E' chiaro a questo punto che dopo quattro giornate bisogna cominciare a tenere in considerazione sia Indianapolis, che Denver, Kansas City e Minneapolis, perché probabilmente a gennaio li ritroveremo ancora in campo.
Certo può ancora accadere ancora di tutto. L'anno scorso ad esempio San Diego partì proprio 4-0 ma alla fine chiuse con un inutile 8-8. Nel 2000 furono i Jets a rovinare tutto finendo 9-7 ad un soffio dalla wild card mentre nel 1999 i Patriots conclusero in parità la stagione dopo la galoppata iniziale.
Stessa sorte toccò a Kansas City nel 1996, trascinata dalle pessime prestazioni dell'allora quarterback Steve Bono che nelle ultime 12 partite implose letteralmente, partecipando attivamente alla debacle che portò ad un record finale di 9-7 e precluse l'accesso alla post-season.
Quest'anno però a Kansas City tutti credono di avere imboccato la strada giusta. I Chiefs sembrano estremamente diversi rispetto a quelli che lo scorso anno finirono 8-8. Dick Vermeil, il loro allenatore al terzo anno sulla panchina dei Chiefs, finalmente sembra essere riuscito ad infondere la mentalità giusta trasformando una squadra mediocre in una squadra vincente e ripetendo così l'esperienza che lo fece vincere il Super Bowl nel 1999 con l'altra franchigia del Missouri, i St Louis Rams.
Kansas City è diventata una squadra pericolosa in tutti i suoi reparti: attacco, difesa e special teams. I Chiefs sono al primo posto nella lega per punti segnati, 31.8 la differenza di 17.3 punti di media rispetto a quelli segnati dagli avversari (14.5) la collocano tra le migliori compagini della NFL.
L'attacco è praticamente lo stesso della passata stagione con Priest Holmes a portare palla con efficacia (già 7 TD all'attivo) e Trent Green a lanciare verso i soliti bersagli, i ricevitori Johnnie Morton ed Eddie Kennison ma soprattutto il Tight End Tony Gonzales. Mancano ancora un po' di fluidità e le statistiche sembrano dare indicazioni chiare.
Il fatto che l'attacco dei Chiefs sia quinto sulle corse e solo ventitreesimo nel gioco aereo evidenzia un punto debole nel gioco di passaggio. La nona posizione come attacco per yards totali guadagnate restituisce però considerazione a questo attacco che resta comunque, anche quest'anno, Holmes-dipendente.
Con un Priest Holmes sempre protagonista, sono le mani di Trent Green che diventano l'ago della bilancia delle prestazioni dell'attacco. Solo 4 TD a fronte di 5 intercetti non sono un buon inizio per un quarterback che sembra essere anche quest'anno lontano dai rating delle super stelle. Poco importa però perché le squadre che hanno vinto gli ultimi tre Super Bowl non avevano dei QB stratosferici, basti pensare ai vari Trent Dilfer con Baltimore, Tom Brady con New England e Brad Johnson con Tampa Bay. Ovviamente a Kansas City sperano che Green non faccia la fine di Steve Bono.
La grande novità nella squadra di Vermeil è però il notevole miglioramento della difesa, il reparto allenato da Greg Robinson. Le prestazioni difensive di Kansas City nelle prime quattro partite mostrano un ottimo stato di salute. La media punti concessa a partita, pari a 14.5, colloca la difesa dei Chiefs a ridosso delle posizioni del podio ed in proiezione i 232 punti concessi a fine stagione permetterebbero di eguagliare le prestazioni della difesa di Kansas City del 1997 che concluse al primo posto nella lega per punti concessi.
Ma il dato più confortante sono le 125.5 yards di media concesse in meno rispetto alla stagione 2002, ed i 9 TD in meno realizzati dagli attacchi avversari. Il miglioramento più sensibile la difesa di Kansas City l'ha espresso contro il passing game, con i quarterback avversari contenuti ad un rating medio di 59.8, risultando in questa statistica quinti nella NFL.
Tra i protagonisti difensivi c'è sicuramente il Defensive Tackle Ryan Sims, prima scelta del 2002, che sembra essersi integrato a pieno negli schemi di Robinson dando sin dalla prima partita un contributo determinante alla pass-rush con 3 sacks (0 lo scorso anno).
L'addizione del Defensive End Vonnie Holliday, free agent arrivato da Green Bay, ha aumentato ulteriormente la pericolosità della linea ed i suoi 4 sacks in quattro partite testimoniano che questa difesa riesce a trovare facilmente spiragli nelle maglie della linea offensiva avversaria. Rispetto allo scorso anno Kansas City ha realizzato ben 4 sacks in più e con 11 sacks complessivi i Chiefs sono quinti nella graduatoria della NFL.
La secondaria è ormai collaudata da anni con Warfield, Wesley e Woods che sanno come muoversi. L'inserimento obbligato nella formazione titolare del free agent Dexter McLeon, proveniente dai Rams, che nelle prime partite ha sostituito l'infortunato William Bartee, non ha creato problemi, anzi i suoi 3 intercetti messi a segno nelle prime 4 partite (2 dei quali nell'ultima partita vinta a Baltimore) mettono in discussione il suo ritorno alla sideline. Complessivamente Kansas City ha messo a segno 10 intercetti (2 trasformati in TD) ed è seconda in tutta la NFL. In più pare imminente anche il ritorno di Bartee.
Tutt'altro che trascurabile è anche l'apporto offensivo degli Special Teams allenati da Frank Gansz Jr. , che hanno trovato in Dantè Hall un degno erede di Tamarick Vanover.
Il Kick-off return da 100 yards riportato in meta contro Pittsburgh, il Punt return da 73 yards riportato in meta contro Houston ed il Kick-off return da 97 yards vincente nel quarto quarto contro Baltimore che ha permesso ai Chiefs di espugnare il campo dei Ravens con un risicato 17-10, gli hanno fatto guadagnare il premio di miglior giocatore del mese di settembre (insieme a Peyton Manning e Daunte Culpepper. I tre TD in tre partite consecutive sono degne del miglior triple-play delle world series. Grazie alle prestazioni di Hall, Kansas City ha il miglior special team della NFL per yards totali guadagnate.
In definitiva Kansas City dimostra come le buone squadre riescono sempre a trovare la via per segnare TD, non solo con l'attacco. Se ricordiamo i Rams di Vermeil del 1999 che vinsero il Super Bowl, oltre ad avere un attacco straordinario con Warner, Faulk, Bruce ed Holt, St. Louis segnò ben 11 TD con la difesa e gli special teams durante la Regular Season.
Adesso per i Chiefs comincia un mese decisivo per capire se possono essere considerati definitivamente da playoffs oppure no. Subito domenica li aspetta la sfida all'Arrowhead Stadium contro i rivali di conference di Denver, poi andranno a Green Bay ed Oakland per finire contro Buffalo ancora in casa, prima di fermarsi per la settimana di bye.
Nella supersfida contro Denver sarà l'occasione per testare il nuovo quarterback Jake Plummer. Ogni volta che negli ultimi anni un nuovo quarterback dei Broncos si è presentato all'Arrowhead Stadium Denver è tornata a casa sconfitta. E' toccato a Elway, a Griese ed a Frerotte ma il risultato è stato sempre lo stesso. In più Plummer non ha mai vinto a Kansas City e lo scorso anno è tornato a casa addirittura con un sonoro 49-0 ed un rating pari a 12.6 (88 yards totali e 3 intercetti).
Probabilmente sarà una battaglia giocata sulle corse con la sfida Holmes-Porter che terrà banco dal primo all'ultimo minuto. Se Clinton Porter sarà riuscito a recuperare pienamente dal trauma toracico potremo vederne delle belle.