Che succede ai Jaguars?

A causa del gran caldo molti allenatori della NFL hanno spostato gli allenamenti al tramonto

Il training camp dei Jacksonville Jaguars quest'anno ha richiamato parecchi giornalisti e con il passare dei giorni il loro numero andava aumentando sempre più. All'inizio si trattava di curiosità  nei confronti del nuovo allenatore della franchigia ma nel giro di pochi giorni i media hanno avuto altri motivi di discussione: i problemi fisici legati al caldo di ben 4 giocatori dei Jaguars.

Cerchiamo di ricostruire i fatti per capire cosa è successo. Già  il secondo giorno del camp 3 giocatori hanno accusato problemi fisici ed uno di loro, il defensive lineman Larry Smith, perde addirittura conoscenza dopo essere stato vittima di un collasso per 2 volte. In quel momento la temperatura, considerando anche l'umidità , era di 35 gradi centigradi.

Il giocatore è stato subito soccorso e portato all'ospedale da cui è stato dimesso in buone condizioni dopo una notte in osservazione. Smith ha in seguito dovuto saltare più di una settimana di camp perché lo staff medico non lo riteneva in grado di sopportare lo sforzo di due allenamenti giornalieri.

Dopo i problemi fisici accusati dal giocatore non molti sono rimasti sorpresi quando Del Rio ha deciso di tagliare il lineman. “Siamo sicuri che Larry ha il talento per giocare nella NFL”, ha detto l'allenatore, “ma non ha mostrato quella dedizione alla causa che gli era richiesta”.

Al quarto giorno era il defensive tackle John Henderson a cadere al suolo per un collasso dovuto al caldo seguito mercoledì scorso dal wide receiver Donald Hayes, vittima di crampi e spasmi, che durante un allenamento si è inginocchiato per l'impossibilità  di proseguire. Entrambi i giocatori sono subito stati dimessi dall'ospedale e sono tornati ad allenarsi regolarmente.

L'ultimo ad avere bisogno delle cure del medico per il caldo è stato il defensive end Hugh Douglas. L'ex giocatore dei Philadelphia Eagles è stato assistito per alcuni minuti prima di tornare in campo per la fine dell'allenamento. Il suo problema era in un certo senso stato annunciato perché proprio il giorno prima Douglas aveva ammesso di non essere in perfetta forma fisica e quindi più suscettibile degli altri al caldo.

Quando invece gli è stato chiesto quale potrebbe essere la causa degli altre tre incidenti l'allenatore Jack Del Rio ha risposto di "non averne la più pallida idea". In un primo momento si credeva che l'eccessivo peso corporeo potesse essere la causa perché Smith e Henderson sono due dei lineman più "pesanti" del roster (141 chili il primo e 149 il secondo).

Tutti e due i giocatori erano stati in precedenza richiamati dagli allenatori per non essersi tenuti in forma durante l'offseason. Quest'anno, infatti, qualcuno ha criticato Del Rio perché, a differenza del suo predecessore, non ha stilato un programma rigoroso di allenamenti da far seguire durante l'offseason ai giocatori e questo ha contribuito ai problemi di alcuni Jaguars che non sono parsi proprio al top della forma.

Questa tesi non è però valida per Donald Hayes. Il wide receiver si è presentato in ottima forma fisica dopo essersi allenato parecchio durante i mesi passati. La causa non va ricercata neanche negli allenamenti troppo duri perché Del Rio ha previsto negli allenamenti due pause per permettere ai giocatori di rinfrescarsi ed ha alternato workout molto fisici ad altri molto meno impegnativi, dedicati alla sola tattica.

Una causa, seppur minore, è il fatto di allenarsi per la prima volta su una superficie artificiale. Il turf, infatti, tende ad essere più caldo dell'erba naturale. Per evitare problemi di questo tipo Del Rio ha quindi preferito spostare la maggior parte degli allenamenti sui due campi d'erba.

Dopo vari colloqui negli spogliatoi l'allenatore sembra aver individuato la causa principale dei problemi fisici dei giocatori: un cattivo regime alimentare e una scarsa attenzione nel prevenire la disidratazione. Fin dall'inizio del camp Del Rio e i suoi assistenti hanno insistito parecchio sull'argomento ma non tutti hanno seguito i suoi consigli.

"Alcuni giocatori imparano in maniera diversa dagli altri, devono vivere le cose in prima persona", ha detto Del Rio. "Chiaramente avrei preferito che non fosse successo nulla ma penso, anzi sono sicuro, che dopo aver visto crollare al suolo i compagni di squadra hanno capito che conviene seguire le nostre direttive".

L'allenatore e il proprietario dei Jaguars, Wayne Weaver, non hanno perso occasione per elogiare la professionalità  dello staff medico. Weaver ha anche dichiarato che "dopo quello che è successo due anni fa a Korey Stringer prendiamo molte più precauzioni. Se un giocatore sta male non lo curiamo più a bordo campo ma lo accompagniamo subito all'ospedale".

Stringer, tackle di 152 chili dei Vikings, morì nel 2001 poche ore dopo essere collassato al training camp di Minnesota. Il giocatore fu subito portato all'ospedale, dove gli riscontrarono una temperatura corporea di 43 gradi, ma i medici non poterono fare nulla per salvarlo.

Le cause del suo decesso non sono mai state chiarite e nessuno ha richiesto un esame tossicologico del giocatore nonostante il giorno della tragedia fosse stata trovata nel suo armadietto una bevanda contenente l'ephedra, sostanza ritenuta dopante in molti sport ma non nel football.

In ogni caso solo un mese dopo la morte del giocatore dei Vikings la NFL ha inserito l'ephedra nella lista delle sostanze proibite. Di recente sono stati sospesi per 4 partite proprio a causa dell'ephedra Lee Flowers, safety di Denver, e Byron Chamberlain, tight end di Minnesota.

Del tackle si è tornati a parlare proprio nei giorni in cui il camp dei Jaguars finiva in prima pagina. La moglie del giocatore ha citato in un tribunale la NFL accusando la lega di promuovere una "cultura letale" fatta di esercizi al limite della sopportazione fisica che hanno contribuito anche alla morte di suo marito.

In precedenza la vedova aveva già  citato i Vikings e il loro dottore chiedendo un risarcimento di 100 milioni che gli era però stato negato dal giudice che aveva dato ragione alla franchigia della NFL.

L'avvocato della signora Stringer ha dichiarato che in questo caso la vedova non punta ad un mero guadagno economico ma pensa alla salute di tutti i giocatori della NFL, cercando di porre un limite alle loro sofferenze fisiche nei camp.

La vedova afferma che “nella lega esisteva e continua ad esistere una cultura perversa e molto pericolosa, alimentata dagli stessi allenatori che sottopongono i giocatori ad allenamenti insopportabili. Gli head coach sono convinti che i giocatori traggano benefici dall'essere soggetti a condizioni di lavoro duro ma in realtà  li espongono soltanto al pericolo di seri problemi fisici legati al caldo".

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