Carson Palmer, almeno all'inizio, si godrà la NFL da bordo campo
I rookie della NFL hanno avuto a disposizione vari mini camp per entrare in contatto con la realtà del football professionistico ma il vero appuntamento da non fallire per loro è, come sempre, il training camp. In questo periodo dell'anno gli allenatori li sottopongono ad ogni tipo di test per valutare le loro possibilità nella lega.
La pressione è ancora più grande per quei rookie che devono subito essere protagonisti o che sanno di essere il fondamento della franchigia per il futuro. Diamo quindi un'occhiata a come procede l'inserimento delle migliori matricole in attesa del kickoff ufficiale previsto fra poco più di 3 settimane.
Non possiamo non partire dalla prima scelta assoluta dello scorso draft, Carson Palmer. L'allenatore dei Cincinnati Bengals, Marvin Lewis, già prima che Palmer fosse scelto aveva annunciato che il titolare sarebbe stato Jon Kitna e che non avrebbe dato alla squadra la scusa di un quarterback rookie per giustificare il mancato accesso ai playoff.
L'ex giocatore di USC è ovviamente d'accordo con Lewis e ha dichiarato che “in questo primo anno penserò soprattutto a comprendere gli schemi e i compagni”. Finora nel training camp Lewis lo ha fatto allenare con una squadra di riserve e i risultati sono stati molto positivi.
Bisogna però anche dire che nell'unica occasione in cui Palmer si è confrontato con la difesa titolare di Cincinnati, il quarterback ha fatto vedere di avere ancora molta strada da fare (8 su 20 con 56 yard lanciate, un intercetto e 4 sack). Lo stesso Palmer ha ammesso di essersi trovato in difficoltà : “Devo migliorare molto e ci sono parecchie cose su cui lavorare. Comunque ogni occasione è buona per imparare e la lezione di oggi mi è stata utile”.
La pensa così anche Lewis che sembra intenzionato a fargli giocare tutto il secondo tempo dell'esibizione di domani contro i New York Jets. “Sono ansioso di vederlo in azione quando le cose si mettono male”, ha detto l'allenatore, “Questo è quello che conta nel football, come si comporta negli huddle dopo una cattiva giocata, se sa dirigere la squadra”.
È Ken Zampese, allenatore dei quarterback di Cincinnati, a fare un punto della situazione sul rookie: “Fino ad ora siamo soddisfatti del suo comportamento e del suo inserimento nella squadra. Spero proprio che riesca a ripetere nelle partite ufficiale le buone cose fatte vedere nel camp, abbiamo molta fiducia in lui”.
Al contrario di Palmer che è riuscito ad inserirsi molto bene, Byron Leftwich, quarterback scelto da Jacksonville, sembra stia cercando, peraltro con ottimi risultati, di indispettire compagni di squadra ed allenatore.
Il giocatore non ha ancora firmato il contratto con i Jaguars ed ha già saltato 14 giorni di allenamento, l'holdout più lungo nella storia della franchigia. Ormai da parecchi giorni non ci sono più contatti fra i dirigenti e l'agente del quarterback, Tom Condon. Prima che le trattative s'interrompessero c'erano 3 o 4 milioni di differenza fra signing bonus richiesto e proposto (13 contro 9 o 10).
Anche l'allenatore Jack Del Rio è parso contrariato dal comportamento del giocatore: “Mi interesso solo dei giocatori presenti. Penso non ci siano dubbi sul fatto che più a lungo un quarterback sta fermo e più diminuisce la sua capacità di contribuire”.
Se Leftwich si fosse presentato in tempo al camp probabilmente avrebbe avuto molte chance di vincere il posto di titolare. Mark Brunell non ne combina una buona e nonostante, abbia solo 33 anni, sembra un giocatore sulla soglia del ritiro. Del Rio non si è pronunciato sull'argomento ma la sensazione è che il posto andrà all'ottimo David Garrard.
Chi invece è sicuro di partire titolare da subito è Charles Rogers, wide receiver scelto al numero due da Detroit. I Lions possono permettersi il lusso di avere come wide receiver numero uno un rookie perché non hanno molte chance di arrivare ai playoff nel primo anno di Steve Mariucci e perché vogliono affinare il più possibile la sua intesa con Joey Harrington, quarterback al secondo anno nella lega.
Nelle prime partite del camp i due non hanno potuto sviluppare un grande affiatamento per l'inabilità di Rogers di liberarsi dai difensori avversari che costringeva il quarterback a cercare altre soluzioni. Mariucci però si è dichiarato convinto del fatto che “un giorno riusciranno ad emulare il successo della coppia Joe Montana-Jerry Rice. È evidente che ora non ci sono neanche vicini ma non è una cosa che accade da un giorno all'altro”.
A complicare le cose ci si è messo anche un infortunio all'anulare sinistro di Rogers che gli ha fatto perdere quasi una settimana d'allenamento e probabilmente gli farà saltare la partita di oggi contro i Pittsburgh Steelers. Il giocatore è guarito ma Mariucci ha preferito non schierarlo a causa “dei troppi allenamenti persi. Durante la prossima settimana cercheremo di prepararlo per la partita di sabato”.
Rogers ha dichiarato di essere d'accordo con l'allenatore nel non voler affrettare i tempi e si è detto già contento di poter allenarsi con la squadra: “Per ora penso solo ad allenarmi e recuperare il tempo perso. Voglio essere decisivo nel lungo termine, vincere le partite e segnare touchdown. Posso anche saltare qualche gara di pre-season”.
Un rookie di cui non si sente parlare spesso è il wide receiver di Houston, Andre Johnson. Eppure l'ex giocatore dell'università di Miami è stato uno dei migliori della sua squadra ed ha impressionato gli addetti ai lavori come poche matricole hanno fatto finora. Il GM dei Texans, Charley Casserley, ha dichiarato che Rogers sta disputando un camp “straordinario. Sarà un giocatore di alto livello a lungo nella NFL”.
Johnson, insieme a Corey Bradford e Jabar Gaffney, dovrà migliorare un reparto che lo scorso anno è arrivato ultimo nella lega in quasi tutte le statistiche più importanti. Il suo arrivo migliorerà anche le prestazioni del quarterback David Carr che avrà a disposizione una pericolosa arma in più.
Tutti quelli che lo hanno visto all'opera sono convinti che possa farcela. “È in grado di leggere le difese avversarie, soprattutto le marcature e quasi sempre esegue esattamente quei cambi di direzione a cui penso anch'io”, ha dichiarato Carr.
“Sta facendo un lavoro eccellente”, dice Chris Palmer, coordinatore offensivo di Houston, “Ogni giorno migliora qualcosa nel suo gioco. Già adesso il modo in cui riesce a ricevere ogni tipo di lancio è impressionante”.
Uno dei pochi ostacoli che Johnson ha dovuto superare nei primi allenamenti è stata proprio la forza dei lanci di Carr cui non era abituato all'università : “Nessuno mi ha mai lanciato la palla con così tanta forza”.
I paragoni eccellenti non sono tardati ad arrivare. Qualcuno lo ha addirittura paragonato a Randy Moss per la sua probabile capacità di essere determinante già nell'anno da rookie. Zach Wiegert, ex giocatore dei Jaguars ed ora compagno di Johnson, lo ha paragonato a Jimmy Smith, wide receiver di Jacksonville. Quel che è certo è che se il rookie non deluderà le attese l'8 febbraio del prossimo anno lo vedremo alle Hawaii per il Pro Bowl 2004.
Terrell Suggs invece, giocando insieme a Ray Lewis e Peter Boulware, giocherà ogni domenica in una difesa da Pro Bowl. Quando i Ravens scelsero il linebacker invece di Byron Leftwich molti criticarono la scelta ma ogni giorno che passa la dirigenza è sempre più convinta della bontà della scelta.
Nel camp Suggs è stato dominante nei suoi tentativi di mettere sotto pressione il quarterback avversario e anche se non riuscirà ad eguagliare il numero di sack ottenuto lo scorso anno al college (24) faciliterà sicuramente il lavoro della secondaria dei Ravens. In queste prime gare Suggs partirà dalla panchina perché deve ancora affinare le sue doti contro i giochi di corsa ma è ormai evidente che sarà lui a partire titolare il 7 settembre.
Il linebacker si è guadagnato sul campo la stima dei suoi compagni, primo fra tutti Lewis. “Non vorrei essere nei panni del quarterback che se la deve vedere con Terrell. Se poi a lui aggiungete me, Peter Boulware e Ed Hartwell sono sicuro che anche voi siete d'accordo sul fatto che la nostra pass rush sarà incredibile”, ha dichiarato l'MVP del Super Bowl di due anni fa.
Restiamo nel camp dei Ravens per parlare del quarterback Kyle Boller. Prima che iniziasse il camp si era parlato di una possibile controversia per il posto di quarterback ma le prime due settimane sembrano aver chiarito ogni dubbio nella mente dell'allenatore, Brian Billick. Il titolare è Chris Redman e lo resterà finché Boller non avrà dimostrato di sapersi muovere anche nella NFL.
In questi giorni Boller e Billick stanno lavorando sulle basi e lo stesso quarterback ha ammesso che “devo imparare ancora molto. Una delle prime cose che l'allenatore dei quarterback mi ha detto è di prendere le cose con calma e non cercare di fare tutto in un giorno. Devo seguire il mio ritmo, senza forzare”.
“Ha una buona comprensione del nostro attacco ma per cogliere le sue sfumature avrà bisogno di un po' di tempo. È ancora una settimana indietro rispetto agli altri”, ha dichiarato l'head coach. Il riferimento neanche troppo velato è alla disputa contrattuale che ha fatto perdere la prima settimana di camp al rookie ex California.
In allenamento non viene lasciato nessun dettaglio al caso. Boller ha evidenziato un problema con lo snap e Billick stesso è diventato centro per un giorno per aiutare il giovane quarterback. Boller prima dello snap tiene la mano destra lontano dal centro e la alza solo un istante prima dello snap.
Billick ha corretto l'atteggiamento del giocatore sia per evitare che le difese avversarie conoscano con esattezza il momento dello snap che per scongiurare la possibilità di infortuni al quarterback. “Se il centro dovesse passarmi il pallone troppo presto”, ha detto Boller, “potrei rompermi qualche dito. Farò di tutto per correggere questo mio difetto”.
Ultimo giocatore di cui ci occupiamo è la prima scelta di Chicago, Rex Grossman. I Bears si erano già assicurati prima del draft Kordell Stewart, ex quarterback di Pittsburgh, cui affidare la squadra per quest'anno. Grossman avrà quindi tutto il tempo per abituarsi alla velocità della NFL ed imparare da due veterani come Stewart e Chris Chandler, altro quarterback della franchigia.
Nel camp l'ex giocatore dell'università della Florida ha impressionato gli allenatori per la sua velocità e accuratezza nell'eseguire i lanci ma, come tutti i rookie, non sempre è riuscito a stare al passo con il ritmo frenetico del football professionistico.
“Conosco quasi tutti gli schemi ma non sono neanche vicino a dove dovrei essere in termini di visione generale dell'azione”, ha dichiarato Grossman, “Per essere competitivo devo capire ogni singolo aspetto dell'attacco. Poi quando sarò in grado di evitare gli errori mentali il mio talento farà il resto”.
L'allenatore dei Bears, Dick Jauron, si aspettava le difficoltà incontrate dal quarterback ma si dice convinto che “il peggio per lui è passato. Ormai si è abituato alle marcature più strette, al nostro linguaggio e agli schemi. Ogni volta che è sceso in campo ha sempre fatto meglio dell'allenamento precedente”.
“Credo che sarà un buon quarterback”, continua Jauron, “Sul campo dimostra una grande fiducia in sé, lancia il pallone con autorevolezza e trova il wide receiver, anche se a volte è quello sbagliato. Inoltre nell'ultima settimana è migliorato anche nel controllo del gioco e dell'huddle. Non vedo l'ora di averlo a disposizione al 100 percento delle sue possibilità “.