Gli Yankees dividono Pedro da un secondo meritatissimo anello.
Siamo finalmente giunti al capitolo finale della stagione: le World Series 2009 vedranno opporsi i Philadelphia Phillies, campioni in carica, e i New York Yankees, la squadra più blasonata della storia di questo sport.
Per i tifosi dei Mets saranno le peggiori World Series immaginabili; per i media americani sarà una buona finale, non paragonabile ad un'eventuale sfida Yankees-Dodgers, ma in ogni modo un netto miglioramento rispetto al 2008.
I tifosi dei Phillies già pregustano un clamoroso repeat che spedirebbe la squadra della Pennsylvania direttamente nei libri di storia di questo prestigioso sport; per i fan pinstripes potrà sembrare una semplice formalità dopo un 2009 ad altissimo livello, ma la realtà è ben diversa, come insegna proprio la storia recente del club della Grande Mela.
Per tutti gli altri sarà "semplicemente" il solito spettacolo da gustarsi fino all'ultimo out, e non me ne vogliamo le due tifoserie protagoniste, se mi auguro fin d'ora un epilogo lungo sette partite.
Ma esiste veramente la concreta possibilità di arrivare alla tanto "temuta" gara-7? Le due Championship Series appena concluse ci presentano due squadre in salute (e non potrebbe essere altrimenti) ma con alcuni punti interrogativi da risolvere.
New York Yankees
Lineup
Le note positive non mancano: il lineup sta continuando a produrre come in RS e contro gli Angels ha dimostrato una pazienza al piatto che è riuscita a sopperire al calo di potenza di alcuni elementi del lineup.
A guidare la squadra di Girardi sarà , come durante tutta questa post-season, il fantastico Alex Rodriguez: è reduce da sei partite da .429/.567/.952 e, a meno di cali di forma clamorosi, difficilmente le sue cifre cambieranno nei prossimi dieci giorni.
La sensazione, numeri a parte, è che ogni pitcher avversario parta svantaggiato in ogni AB contro di lui; personalmente mi aspetto tantissime BBs, anche se contro Los Angeles questa si è dimostrata una strategia che paga solo fino ad un certo punto.
Il motivo è facilmente intuibile guardando gli altri nomi del lineup newyorkese: da Derek Jeter (.259/.394/.481) a Robinson Cano (.261/.414/.478) passando per Melky Cabrera (.391/.462/.478). Sul capitano non c'è molto da dire dopo un 2009 da applausi: in questa PS non sta battendo molto, ma la sua abilità nell'andare in base da lead-off continua a fare la differenza.
Cabrera è, insieme ad A-Rod, l'uomo più in forma nel lineup e lo spot #9 inizia ad andargli stretto, nonostante rappresenti proprio con Jeter una coppia anomala di lead-off; inutile dire che riuscire a mantenere gli standard delle ultime partite garantirebbe alla propria squadra un vantaggio da non sottovalutare.
Cano, da parte sua, nonostante qualche incertezza difensiva, si sta rivelando come al solito prezioso, sia in termini di OBP, sia come potenza in battuta, dopo i due tripli battuti contro gli Angels.
Alle loro spalle troviamo Jhonny Damon: la difesa continua a lasciare a desiderare, così come la disciplina al piatto, ma l'ex-Red Sox garantisce una buona potenza ed una discreta velocità che lo rendono comunque una minaccia per gli avversari.
I primi problemi per i campioni dell'American League iniziano qui: Teixeira, Swisher, Posada e Matsui, infatti, stanno attraversando, chi più chi meno, un preoccupante periodo di slump offensivo e il ritorno in piena forma di almeno due di loro è fondamentale per la squadra di Girardi.
Il prima base (.222/.290/.259) sta disputando una PS pessima dal punto di vista offensivo; le occasioni per riscattarsi ci sono, ma stanno calando sempre di più e il suo pur ottimo lavoro difensivo potrebbe non bastare contro i Phillies.
Per l'esterno ex-White Sox il discorso è simile:.150/.292/.150 sono cifre che fanno rabbrividire e poco importa se in difesa se la sta cavando egregiamente; il contributo offensivo che i tifosi si aspettano è certamente inferiore a quello di Tex, il primo passo sarebbe cercare di ridurre le valanghe di K che garantisce con chirurgica precisione in queste settimane.
Per i due veterani, infine, la post-season è stata avara di soddisfazioni personali fino a questo momento; il giapponese non sta garantendo quella produzione offensiva che è lecito aspettarsi da un DH, mentre sarà interessante valutare il lavoro di Posada (.200/.360/.400) dietro al piatto contro i veloci corridori di Philadelphia, dopo il sostanziale riposo contro gli Angels, incapaci di mettersi in base con regolarità .
Rotazione
Tre nomi sicuri: Sabathia, Burnett e Pettitte. In caso di serie lunga il quarto partente dovrebbe essere Gaudin e non sarebbe certo un sollievo per i tifosi Yankees.
L'ex-Indians è l'ace dello staff e le sue prestazioni di questa post-season lasciano pochissimi spazi a dubbi o speranze per gli avversari: oltre ai numeri, impressionanti, c'è l'impressione di una forma eccellente e la capacità di arrivare oltre il settimo inning in apparente scioltezza ogni volta che sale sul monte. Senza Cliff Lee di fronte nell'opener, si potrebbe parlare di una vittoria scontata per gli Yankees.
Burnett, di contro, ha dimostrato di non essere al top della forma e appare come il più debole dei tre: dovesse essere in giornata-no sarebbero grossi guai per Girardi e per la squadra. Se non limiterà le walk sarà potenzialmente a rischio di big-inning spesso contro il lineup avversario.
Pettitte può vantare numeri migliori del compagno, ma ha comunque concesso 14 H in 12.2 IP contro gli Angels: a fare la differenza sono proprio le minor BBs concesse, e la sensazione è che il trend non cambierà contro i Phillies.
Bullpen
Oltre ai tre appena citati, è l'eterno Mariano Rivera il lanciatore con il maggior numero di innings lanciati nelle DS, ben 7. Basterebbe probabilmente questo dato per spiegare l'andamento di un reparto che alla vigilia appariva solidissimo e che invece ha palesato qualche problemino.
Oltre al fenomeno panamense, toccherà ai vari Hughes, Chamberlain, Robertson e Coke portare a termine il lavoro dei partenti. Le premesse della vigilia, come detto, sono state parzialmente messe in discussione dopo la serie contro gli Angels, ma francamente il livello qualitativo degli uomini a disposizione di Girardi non è in discussione.
A parte fortuna e stato di forma, non ci sono ostacoli che impediscono di ritornare ai livelli della stagione regolare, ed allora i problemi per i Phillies potrebbero essere insormontabili.
Philadelphia Phillies
Lineup
Personalmente è la terza recensione che faccio ai campioni in carica in questa post-season 2009 e, anche se potrà apparire ripetitivo, quasi nulla è cambiato dalla serie contro i Rockies.
Si inizia con Ryan Howard, MVP delle DS, l'incubo di tutti i pitchers dei Dodgers; .333/.554/.933 sono numeri che non ammettono replica. Fondamentale per lui sarà riuscire a continuare su questi standard, trovandosi di fronte due mancini pericolosi come Sabathia e Pettitte.
Alle sue spalle un terzetto di giocatori che sembra entrato in forma nel momento giusto della stagione, e che spera che la lunga attesa prima di gara-1 non abbia raffreddato troppo le proprie mazze roventi.
Jayson Werth, come al solito, sarà un fattore decisivo in un lineup farcito di mancini: assomiglia molto al suo pari-ruolo Swisher, cui aggiunge però .450 di SLG e uno stato di forma nettamente migliore; le difficoltà a mettersi in base e i tantissimi K subìti lo rendono però a rischio "scomparsa" dalla serie.
Non dovrebbe avere di questi problemi, invece, Shane Victorino (.368/.478/.842): lo stato di forma appare eccellente, ma non sarà facile per lui continuare a garantire tutta la potenza mostrata contro Los Angeles. Riuscire a tenerlo lontano dalle basi potrebbe essere una delle mosse più importanti per gli Yankees.
Chiude il capitolo "who's hot" il catcher Carlos Ruiz (.385/.579/.692), autentica sorpresa di questa post-season dei campioni in carica. Il dato che più impressiona sono le 5 BB con 0 K con cui ha chiuso la serie contro i Dodgers; bene anche in difesa contro corridori rapidi come Furcal e Kemp.
Ha un po' deluso le aspettative Chase Utley: superfluo dire che molte delle speranze dei campioni sono riposte proprio nel seconda base, che contro Sabathia e compagni dovrà riuscire nella difficile impresa di ritornare ai suoi livelli di eccellenza. Cominciando, magari, a ridurre gli errore in difesa.
Sono chiamati ad un pronto riscatto anche Jimmy Rollins e Raul Ibanez; l'ex-MVP ha avuto una stagione sotto-tono e anche in questi play-off sta continuando a stentare, nonostante l'acuto decisivo in gara-4. Le sue difficoltà ad arrivare in base (.292 OBP) si stanno facendo sentire in termini di produzione offensiva, e questo, in una squadra che basa molte delle sue speranze sull'attacco, potrebbe diventare un grave problema.
L'esterno ex-Mariners sembra incapace di fermare la parabola discendente delle sue prestazioni dopo l'inizio scoppiettante di stagione; qualche buona prova contro Colorado aveva lanciato segnali incoraggianti, ma la serie contro Los Angeles ha mostrato un giocatore ancora alla ricerca di una condizione ottimale.
Alla fine, visti anche i suoi problemi in difesa, le sostituzioni con Ben Francisco potrebbero essere meno traumatiche del previsto per Manuel, soprattutto se l'ex-Indians dovesse trovare un po' di continuità in battuta.
Chiude il lineup Pedro Feliz (.118/.167/.412), che continua a scendere in campo in virtù di un ottimo rendimento difensivo e poco più. Le opzioni per sostituirlo non mancano (Cairo e Dobbs) ma Manuel continua a dargli fiducia, nonostante un rendimento che lascia a desiderare.
Salvo grosse sorprese dovrebbe essere Matt Stairs a giocare DH nelle sfide in trasferta: la sensazione è che comunque Philadelphia abbia un buco non da poco nel lineup e in una serie breve ciò potrebbe fare la differenza.
Rotazione
In questo caso i nomi sicuri sono due: Cliff Lee e Cole Hamels. Sul primo non c'è molto da dire, se non che in questa PS abbia letteralmente dominato tutti gli avversari che ha affrontato. Il lineup newyorkese rappresenta un banco di prova difficile, ma ha indubbiamente le qualità per fare bene.
Le qualità non mancano nemmeno a Hamels, che però sta vivendo una stagione altalenante con più bassi che alti; le due ultime partenze hanno chiarito che la forma non è quella del 2008, anche se le cifre non sono così negative come sembrerebbe a prima vista. Come Burnett, rimane ad altissimo rischio big-inning.
Terzo partente, salvo sorprese, sarà Pedro Martinez: una sfida speciale per l'ex-Red Sox che ritroverà gli Yankees a 5 anni di distanza dall'incredibile post-season del 2004. È reduce da sette ottimi shutout innings contro Manny e compagni, ma il suo rendimento resta un'incognita.
Bullpen
Un cantiere aperto: si inizia con la coppia Blanton-Happ, chiamata ad entrare in caso di emergenza per garantire qualche inning di qualità , anche se l'ex pitcher di Oakland potrebbe anche essere il partente in una sfida.
Molto dipenderà da Brad Lidge e da quanto durerà la sua resurrezione in questa post-season; Durbin, Eyre, Madson e Park, appaiono sulla carta, un gradino sotto rispetto agli avversari in pinstripes, nonostante il maggior riposo avuto a disposizione. La sensazione è che vedranno il campo molto di più dei vari Hughes e compagni e saranno un fattore determinante, nel bene e nel male, per Philadelphia.