Andre Johnson, terza scelta assoluta del Draft 2003
Il primo round del draft 2003 sarà ricordato per il numero record di giocatore difensivi scelti (18), per l'alto numero di scambi e per il pasticcio, già ribattezzato Phonegate, combinato da Minnesota e Baltimore.
Ad “aprire le danze” sono stati i Cincinnati Bengals, detentori per la terza volta in dieci anni della prima scelta assoluta (le altre volte nel 1994 e nel 1995 grazie ad uno scambio). Il giocatore scelto per avviare la ricostruzione della peggior franchigia della lega è stato Carson Palmer, quarterback di Southern California. L'annuncio ufficiale è arrivato sabato ma già qualche giorno prima del draft Cincinnati aveva dichiarato di aver raggiunto un accordo con il giocatore per un contratto di sette anni.
Non hanno suscitato sorpresa neanche le due scelte seguenti, Charles Rogers e Andre Johnson. I due wide receiver sono stati selezionati rispettivamente da Detroit Lions e Houston Texans. Il giorno del draft si era diffusa la voce che Detroit volesse scegliere Terence Newman per rafforzare la secondaria ma al momento di dover scegliere i Lions non hanno avuto titubanze nel chiamare l'ex Michigan State.
Ventiquattro ore prima del draft era stata definito il primo degli scambi che hanno coinvolto scelte del primo round. I New York Jets avevano acquisito la quarta scelta assoluta dei Chicago Bears dando in cambio due scelte del primo round (tredicesima e ventiduesima). New York ha quindi scelto il defensive tackle di Kentucky Dewayne Robertson battendo la concorrenza dei New England Patriots. Anche i tifosi dei Jets, solitamente molto critici verso le scelte della franchigia, hanno mostrato di aver apprezzato la mossa esultando subito dopo l'annuncio di Paul Tagliabue, commissioner NFL.
Robertson è stato il primo di diciotto giocatori difensivi scelti nel primo round (record NFL). Evidentemente il recente successo di Baltimore e Tampa Bay ha convinto molti allenatori che una delle prima necessità è quella di rafforzare la difesa, specialmente con uomini di linea (undici su diciotto). Anche la scelta successiva a Robertson è stata usata per un difensore: Terence Newman, defensive end di Kansas State chiamato dai Dallas Cowboys di Jerry Jones e Bill Parcells.
La sesta scelta apparteneva agli Arizona Cardinals e tutto faceva pensare che sul biglietto da consegnare al commissioner avrebbero scritto il nome di Terrell Suggs, defensive end di Arizona State. I Cardinals hanno invece organizzato un complesso scambio di scelte con i New Orleans Saints. Questi ultimi hanno ottenuto la sesta scelta assoluta, una nel secondo round ed una nel quarto dando in cambio due del primo (diciassettesima e diciottesima) e quella del secondo.
I Saints si sono assicurati i diritti sul defensive tackle di Johnathan Sullivan. La scelta ha sorpreso parecchi addetti ai lavori perché l'ex giocatore di Georgia non era considerato da top ten. Nel suo ruolo erano avevano valutazioni migliori sia Jimmy Kennedy sia Kevin Williams. Il DT molto probabilmente sarebbe stato ancora disponibile a metà round ma evidentemente Mueller e soci non hanno voluto correre rischi.
Era quindi arrivato il turno di Minnesota. Incredibile a dirsi la franchigia non riusciva in quindici minuti a far arrivare a Tagliabue il nome del giocatore scelto e facevano scadere il tempo, facendosi così scavalcare da due squadre che avrebbero dovuto scegliere dopo: Jacksonville e Carolina.
Già lo scorso anno Minnesota era stata coinvolti in un'altra situazione del genere. Dallas, possessori della sesta scelta, e Kansas City, detentori dell'ottava scelta, avevano organizzato allo scadere del tempo uno scambio per permettere ai Chiefs di scegliere Ryan Sims. Minnesota, che doveva scegliere per settima, credendo che il tempo fosse scaduto, consegnava ai dirigenti della NFL un biglietto su cui aveva scritto il nome di Sims, sperando di accaparrarselo.
La loro richiesta veniva però rifiutata dai commissari NFL perché Kansas City aveva provveduto a comunicare il giocatore scelto entro i quindici minuti concessi, soffiandolo quindi ai Vikings. Minnesota doveva perciò ripiegare su Bryant McKinnie con cui hanno avuto poi parecchie difficoltà a trovare un accordo contrattuale.
Quest'anno invece erano i Vikings ad essere coinvolti in uno scambio. Baltimore, Jacksonville (che volevano assicurarsi a tutti i costi Byron Leftwich) e New England volevano discutere la possibilità di una trade. L'accordo fra Baltimore e Minnesota era trovato a trenta secondi dallo scadere dei quindici minuti.
I Ravens avrebbero ceduto la decima scelta assoluta, una scelta nel quarto round ed una nel sesto per poter scegliere il quarterback. Ozzie Newsome, general manager di Baltimore, non riusciva però a comunicare via telefono l'accordo ai commissari NFL annullando così lo scambio. Dirigenti di Baltimore hanno riferito in seguito di aver trovato la linea occupata.
Questo dava la possibilità a Jacksonville di scegliere Leftwich soffiandolo agli avversari e a Carolina di scegliere l'offensive tackle Jordon Gross. Solo dopo queste due scelte i Vikings sono riusciti ad esercitare il loro diritto prendendo Kevin Williams che è diventato quindi la nona scelta. Mike Tice, allenatore di Minnesota, ha dichiarato che l'obiettivo era fin dall'inizio Williams e che quindi il fatto di aver perso due posizioni non ha causato problemi.
Il "mistero" sulla presunta telefonata non è stato comunque chiarito. Newsome, general manager di Baltimore, ha dichiarato di aver cercato in ogni modo di contattare i commissari NFL ma di non esserci riuscito. La NFL ha però detto di non aver ricevuto nessuna telefonata quindi la linea era occupata. Qualcuno parla anche di una strategia di Minnesota che avrebbe fatto scadere apposta il tempo per scendere di due posizioni e pagare meno il rookie. L'agente di Williams sembra però propenso a chiedere quanto spetterebbe se fosse stato scelto in settima posizione. Quindi anche quest'anno la trattativa non sarà certo facile.
La decima scelta era rimasta ai Baltimore Ravens che, perso Leftwich, decidevano di scegliere Terrell Suggs ed aggiungere altra qualità ad una difesa già molto forte. Scegliere così in basso l'ex giocatore di Arizona State è stato un autentico colpo di fortuna. I Ravens devono anche ringraziare i Cardinals che, nonostante abbiano una delle peggiori difese della NFL, hanno preferito non prendere un giocatore di sicuro successo come Suggs dando troppo peso ai workout mediocri sostenuti dal giocatore.
Il draft proseguiva con la scelta di altri sei difensori. Seattle selezionava Marcus Trufant, cornerback di Washington State. Con la dodicesima scelta St.Louis acquisiva Jimmy Kennedy, defensive tackle uscito da Penn State. Molti pronosticavano per quest'ultimo la possibilità di essere scelto quinto assoluto e qualcuno suggerisce che i Vikings si siano dimenticati di lui nella fretta di scegliere un nome da sottoporre alla NFL.
Bill Belichick voleva assolutamente Ty Warren, defensive end di Texas A&M, per inserirlo nei suoi schemi per la prossima stagione. New England concludeva quindi uno scambio con i Chicago Bears per salire in tredicesima posizione dando in cambio la quattordicesima e quella del sesto round.
Chicago poi sceglieva Michael Haynes, DE di Penn State, seguito da Jerome McDougle, DE di Miami, chiamato da Philadelphia che per accaparrarsi il sostituto di Douglas concedeva la trentesima scelta del primo round e quella del secondo round. Un altro scambio permetteva ai Pittsburgh Steelers di scegliere Troy Polamalu, safety di Southern California, prendendo il posto dei Kansas City Chiefs.
La diciassettesima e la diciottesima scelta appartenevano agli Arizona Cardinals che sceglievano Bryant Johnson, wide receiver di Penn State, e Calvin Pace, defensive end di Wake Forest. Queste scelte sono state molto criticare, specialmente quella di Pace. Arizona non solo non ha scelto Suggs, capace di ottenere più sack dell'intera difesa dei Cardinals, ma non ha neanche trovato un sostituto di Plummer.
Johnson è un buon giocatore anche se è stato scelto troppo in alto mentre Pace era considerato da secondo o terzo round. Interrogato a riguardo Rod Graves, alto dirigente della franchigia, ha detto che "Pace è molto atletico, è intelligente e per quello che ne so non ha avuto problemi fuori dal campo. Lo scorso anno ha ottenuto ben otto sack".
Dopo i Cardinals era il turno dei Ravens che decidevano di sacrificare la prima scelta del prossimo anno per ottenere dai New England Patriots la diciannovesima scelta assoluta. Baltimore sceglieva Kyle Boller dell'Università della California garantendosi così il quarterback del futuro.
Successivamente Denver sceglieva George Foster, offensive tackle di Georgia, Cleveland sceglieva Jeff Faine, centro di Notre Dame e Chicago selezionava Rex Grossman, quarterback di Florida. La scelta di un quarterback già al primo round ha stupito visto il bisogno di sistemare una linea difensiva tutt'altro che insuperabile. Dick Jauron ha detto che la scelta di Grossman non va vista come una dichiarazione di sfiducia nei confronti di Kordell Stewart ma piuttosto come un riconoscimento delle doti del giovane quarterback.
Con la ventitreesima scelta arrivava un'altra sorpresa. I Buffalo Bills sceglievano il running back di Miami Willis McGahee, reduce da un brutto infortunio che gli farà saltare se non tutta almeno parte della stagione. La scelta sembra azzardata non tanto per le condizioni fisiche del giocatore ma soprattutto perché i Bills erano già coperti nel ruolo. Nel roster di Buffalo sono presenti, infatti, Travis Henry, quinto running back nella NFL lo scorso anno, e Olandis Gary, free-agent di Denver firmato dai Bills pochi giorni prima.
Altra scelta sospetta è stata quella di Indianapolis che ha acquisito i diritti del tight end di Iowa Dallas Clark. Il giocatore non convince perché ha doti completamente opposte rispetto al giocatore che deve sostituire, Ken Dilger. Quest'ultimo era noto per la sua abilità nel bloccare per l'altro tight end, Marcus Pollard. Clark invece ha buone doti in ricezione ma scarse nel bloccare.
Dopo i Colts era la volta dei New York Giants che sceglievano il defensive tackle di Miami William Joseph e di San Francisco che trovava finalmente in Kwame Harris, offensive tackle di Stanford, un ottimo giocatore di linea offensiva. Ogni anno i 49ers si presentavano al draft con questa necessità ma non riuscivano mai a risolvere il problema. Questa dovrebbe essere la volta buona.
Kansas City, nonostante lo scambio con Pittsburgh che ha fatto perder loro undici posizioni, riuscivano a scegliere il running back che inseguivano: Larry Johnson di Penn State. Potrebbe sembrare una scelta insensata data la presenza nel roster di Priest Holmes ma le condizioni di quest'ultimo dopo l'infortunio non sono ben note e i Chiefs non hanno mai chiarito l'entità dell'infortunio. Se a questo aggiungiamo i problemi contrattuali del giocatore, si può arrivare a comprendere la fretta della franchigia nello scegliere al primo round un running back.
Tennessee sceglieva Andre Woolfolk, cornerback di Oklahoma mentre Green Bay e San Diego si aggiudicavano, rispettivamente, i diritti di Nick Barnett, linebacker di Oregon State, e Sammy Davis, cornerback di Texas A&M.
Le ultime due scelte del primo round erano degli Oakland Raiders. Seguire i movimenti di Al Davis è uno spettacolo nello spettacolo ed anche quest'anno i Raiders sono stati come al solito protagonisti, impiegando tutti e trenta i minuti a disposizione per fare due scelte che hanno sollevato molte perplessità .
Con la trentunesima scelta è stato chiamato Nnamdi Asomugha, cornerback di California, ritenuto dagli scout un giocatore da terzo o quarto round. Questa scelta ha ravvivato anche i presenti al Madison Square Garden che si sono divertiti molto nel vedere Tagliabue alle prese con un cognome così difficile. Il commissioner, infatti, non è riuscito a pronunciarlo correttamente invertendo anche nome e cognome. (Nota a margine: la pronuncia corretta dovrebbe essere nahmdi ahsomuah).
Chi lo ha visto giocare sostiene che, se in giornata, Asomugha è un giocatore dotato di un ottimo fisico e in grado di giocare sia safety che corner. Sfortunatamente il più delle volte il giocatore sembra spaesato in campo, ha difficoltà nel marcare gli avversari e sbaglia qualche tackle di troppo.
L'ultima, bizzarra, scelta del primo round è stato Tyler Brayton, defensive end di Colorado. Anche questa sembra una scommessa e lo stesso giocatore stenta a credere a quello che è successo. "Mi ero stancato di guardare la TV. Prima che i Raiders mi scegliessero avevo sentito che Mel Kiper non mi aveva nominato come candidato per le successive venti scelte e così pensavo di andare a farmi un pisolino.", ha detto Brayton. "Poi però squilla il telefono ed era una signora da parte dei Raiders. Io pensavo che fosse uno scherzo!".