Le quotazioni di Terrell Suggs, defensive end di Arizona State, sono in caduta libera
Il draft si sta avvicinando e quasi tutte le università hanno ormai avuto il loro Pro Day. Come promesso la scorsa settimana vediamo ora come si sono comportati i migliori prospetti.
Uno di loro si è trovato, suo malgrado, in prima pagina più per avvenimenti extra-sportivi che per le prestazioni sul campo. Terrell Suggs, DE di Arizona State, è stato coinvolto, la scorsa settimana, in una rissa dopo una partita di basket a Phoenix. Non è ancora chiaro il ruolo del giocatore nella vicenda ma sembra che la sua intenzione fosse solo quella di porre termine alla rissa. Suggs, per fortuna, non ha riportato nessun danno fisico. Sul caso sarà anche interrogato dalla polizia come testimone.
Questo incidente chiude un periodo molto negativa per le quotazioni di Suggs che corre ora il rischio di uscire dalla top ten e perdere almeno 15-20 milioni di dollari. Il giocatore, infatti, pochi giorni prima era stato protagonista di un workout mediocre. Il tempo ottenuto sulle 40 yard (4.8-4.9) ha stupito i presenti che si aspettavano ben altro da un giocatore capace di dominare la Pac-10 e registrare 24 sack. Bob McNair, proprietario degli Houston Texans molto interessati al defensive end, ha dichiarato che "non è andata malissimo ma da un ragazzo che ha fatto quello che Suggs ha fatto quest'anno mi aspettavo che fosse un po' più veloce".
Secondo Jerry Angelo, general manager dei Chicago Bears, la reputazione guadagnata al college non dovrebbe in ogni caso essere oscurata da un singolo test. "Da quello che ha fatto lo scorso anno sappiamo che è un giocatore speciale.", ha detto Angelo, "Non dobbiamo trarre conclusioni sbagliate da questo workout, anche se non è andato come tutti pensavano".
Nonostante queste dichiarazioni molte franchigie sembrano però avere perso interesse per il giocatore. I Cincinnati Bengals, detentori della prima scelta, erano fino a qualche settimana fa seriamente interessati al defensive end. Si vociferava che volessero farne la prima scelta assoluta ritenendolo un giocatore in grado di aiutare subito rispetto al tempo necessario ad un quarterback per contribuire nella lega. Ora invece la scelta sembra ristretta a Charles Rogers, wide receiver di Michigan State, e Carson Palmer, quarterback di Southern California.
Nel Pro Day di Arizona State si è ben comportati invece Shaun McDonald, wide receiver. McDonald ha fatto segnare un buon tempo sulle 40 yard ed ha fatto passare in secondo piano i dubbi riguardanti la sua altezza (solo 1.76 m). Nel corso della sua prova ha fatto vedere di possedere anche ottime mani, dote che potrebbe essergli utile per diventare un ottimo kick-returner.
Un giocatore che non ha deluso le attese è stato Rogers. Al Pro Day di Michigan State erano presenti scout e dirigenti di quasi tutte le squadre della NFL (28 su 32) ed alla fine della giornata non sono rimasti delusi da quello che hanno visto. Sebbene abbia stranamente "perso" qualche centimetro in altezza (1.89 contro l'1.95 che il giocatore dichiarava) Rogers ha dimostrato di essere veloce (40 yard in 4.2) e di essere in grado di muoversi bene sul campo.
"Rogers ha confermato quello che già sapevamo.", ha detto Sheldon White, dirigente dei Detroit Lions, "è stato eccezionalmente veloce per un giocatore della sua altezza". Proprio i Lions, sotto la guida di Mariucci, sono intenzionati a scegliere Rogers per creare, con Harrington, un duo potenzialmente in grado di ripetere, fra qualche anno, le gesta di Garcia e Owens. Resta da vedere però se il wide receiver sarà ancora disponibile perché anche Cincinnati sembra interessata e non sono da escludere neanche scambi di scelte per scavalcare Detroit.
Molto atteso era anche il Pro Day di Penn State. I giocatori su cui si concentrava l'attenzione dei presenti erano Bryant Johnson, wide receiver, Larry Johnson, running back, e Jimmy Kennedy, defensive tackle.
Bryant Johnson ha ottenuto un ottimo tempo sulle 40 yard (4.37) ed ha fatto vedere di essere in grado di ricevere ogni tipo di passaggio. Nel workout ha confermato l'abilità nel proteggere il pallone dai giocatori avversari e un buon uso del corpo per guadagnare quei centimetri utili per una buona presa.
Secondo alcuni dei presenti il Pro Day di Larry Johnson è stato addirittura eccezionale. Un ottimo tempo sulle 40 yard, unito alla sua già nota resistenza fisica, confermano Johnson come il running back numero due del draft dopo Willis McGahee di Florida. Rimangono soltanto dubbi sulle capacità del giocatore di essere decisivo nelle partite che contano ed a causa di queste incertezze è possibile che il giocatore venga scelto solo nella metà inferiore del primo round.
Kennedy, ritenuto il miglior defensive tackle del draft, è stato molto veloce per un giocatore della sua stazza (2 metri per 140 chili). Se mentalmente riuscirà ad essere sempre in partita ed a tenere sotto controllo il problema peso sarà un grande acquisto per la squadra che lo sceglierà .
Alcune brevi note su giocatori di particolare interesse:
Robert Mathis, linebacker di Alabama A&M, è stato molto veloce in occasione del Pro Day della sua università . Si è fatto conoscere, nonostante il college non sia dei più prestigiosi, grazie al record della Divisione I-AA di sack stabilito la scorsa stagione. La velocità combinata con la sua aggressività ne fanno un candidato ideale per il posto di outside linebacker in una difesa che implementa lo schema 3-4.
Rex Grossman, ex quarterback di Florida, si è mosso bene nel Pro Day di Florida e non ha mostrato quella rigidità nei movimenti che aveva allo Scouting Combine. Probabilmente il fatto di non avere giocato, a causa del cambio di allenatore, una stagione al livello di quella precedente gli farà perdere delle posizioni nel draft spingendolo verso il secondo o terzo round.
Per concludere un aggiornamento su Willis McGahee, running back di Miami, vittima di uno infortunio nell'ultima partita della stagione. Il giocatore sta bruciando le tappe nel recupero dopo l'intervento al ginocchio. Il dottor John Uribe che sta seguendo la riabilitazione di McGahee sostiene che "non vedo nessun motivo per cui non debba tornare in campo quest'anno".
Ottimismo a parte sembra difficile che una franchigia decida di usare una scelta del primo round ed investire quindi parecchio denaro che conterà subito contro il salary cap su un giocatore non in grado di contribuire subito. Forse New England o Oakland, che posseggono due scelte nel primo round, potrebbero sceglierlo e aspettare con calma il suo recupero completo.
Conoscendo il carattere di Al Davis non è da escludere un futuro da Raider di McGahee, per prendere il posto, fra un anno, di Charlie Garner.