Lewis, neo allenatore dei Cincinnati Bengals, evidentemente non si rende ancora conto di dove è capitato oppure è molto sicuro di sè
Anche quest'anno ci sono stati, nella NFL, i consueti cambi di allenatore da parte di franchigie alla disperata ricerca di un volto vincente che le possa riportare in alto dopo qualche stagione di troppo passata nell'anonimità o che possa far compiere loro il decisivo salto di qualità verso il Super Bowl.
Fra i cinque nuovi allenatori che avranno l'onore di essere sotto pressione 24 ore su 24, sette giorni su sette, figurano due matricole: Marvin Lewis, assunto dai Cincinnati Bengals, e Jack Del Rio, neo allenatore dei Jacksonville Jaguars. I due non hanno in comune soltanto il fatto di essere esordienti come capo-allenatori nella NFL. Entrambi, infatti, erano conosciuti, fino alla loro "promozione", soprattutto come ottimi coordinatori difensivi.
Lewis, 44 anni, è stato per sei anni il coordinatore difensivo dei Baltimore Ravens. Due anni fa la difesa dei Ravens, grazie ai suoi schemi, ha dominato il Super Bowl contro i New York Giants non concedendo neanche un touchdown all'attacco avversario, limitandolo a sole 152 yard, forzando cinque palle perse e mettendo a segno ben cinque sack. Tutto questo dopo una stagione da record in cui aveva concesso solo 165 punti in 16 gare.
La scelta di Lewis assume un gran valore anche fuori del campo. In una città ancora scossa dagli scontri razziali del 2001, Lewis, primo allenatore nero nella storia dei Bengals, potrebbe essere importante nel riavvicinare, grazie al football, le varie comunità cittadine. Anche il sindaco di Cincinnati, subito dopo la presentazione del nuovo allenatore alla stampa, ha voluto, con un gesto simbolico ma molto significativo (la consegna delle chiavi della città ), riconoscere il ruolo pubblico di Lewis.
L'assunzione di Lewis ha soddisfatto anche le richieste di Johnnie Cochran Jr. e Cyrus Mehri, leader di un movimento che vuole spingere le franchigie della NFL a dare una chance anche agli allenatori facenti parte di una minoranza. Grazie a loro tutti i team hanno accettato di intervistare, in futuro, per ruoli nel management o nello staff tecnico, tutti i candidati all'altezza, senza discriminazioni razziali. Lewis è ora il terzo capo-allenatore nero nella lega insieme a Tony Dungy (Indianapolis Colts) e Herman Edwards (New York Jets).
Convincere Lewis non è stata in ogni caso un'impresa semplice. In un primo momento sembrava che l'offerta dei Bengals non fosse gradita all'allenatore che temeva di bruciare la sua grande occasione scegliendo una squadra in condizioni così disastrate. Una volta vista la decisione del proprietario della franchigia di Cincinnati, Lewis si è convinto della bontà dell'offerta ed ha firmato un contratto di cinque anni.
La sua titubanza era forse dovuta anche ai precedenti colloqui infruttuosi sostenuti, negli anni passati, con Buffalo, Carolina e Tampa Bay. In quest'ultima occasione era andato molto vicino all'assunzione ma una lotta di potere all'interno dei Buccaneers fece prevalere Jon Gruden.
Del Rio, invece, si è messo in mostra lo scorso anno con i Carolina Panthers. Sotto la sua guida la difesa di Carolina è diventata la seconda migliore della lega dopo essere stata, l'anno precedente, la trentunesima.
È proprio il lavoro fatto con i Panthers che ha convinto il proprietario dei Jaguars a dare fiducia a Del Rio. Wayne Weaver, dopo aver silurato Tom Coughlin aveva dichiarato di voler assumere un allenatore che avesse esperienza da head-coach. Il colloquio sostenuto al Senior Bowl di quest'anno gli ha però fatto cambiare idea facendo firmare a Del Rio un contratto di cinque stagioni a 1.25 milioni l'anno. "A convincermi sono stati i commenti di Jimmy Johnson.", ha dichiarato Weaver, "Secondo Jimmy, Del Rio sarà uno degli allenatori più brillanti nella NFL".
Anche Del Rio faceva parte, come allenatore dei linebackers, dello staff tecnico dei Baltimore Ravens due anni fa, quando vinsero il Super Bowl. Dopo aver giocato 11 anni nella lega (Saints, Chiefs, Cowboys e Vikings) giocando da titolare più di cento gare consecutive, Del Rio decise nel 1995 di ritirarsi per poi diventare, nel 1997, assistente dei New Orleans Saints. Nel 1999 arrivava la grande occasione: i Baltimore Ravens. Lì Del Rio aveva l'opportunità di allenare Ray Lewis, Jamie Sharper e Peter Boulware.
Il vantaggio di Del Rio rispetto al coach precedente è quello di aver giocato fino a pochi anni fa. Come dice Boulware "lui è ancora molto giovane ed avendo giocato nella lega ha un buon rapporto con i giocatori, e penso che questa sia una cosa molto difficile da ottenere con i giovani di oggi". Lo stesso allenatore conferma: "Fin dal primo giorno, quando entreremo in campo i giocatori sapranno che i sono stato al posto loro fino a qualche anno fa. Anche io ho dovuto affrontare infortuni e allenamenti durissimi".
Il compito di Del Rio e di Lewis non sarà in ogni caso facile. Non è sufficiente cambiare allenatore per vincere le partite. Lewis si è detto "sorpreso dal numero di persone che pensa che una persona possa fare così tanta differenza. La verità è che non ci sono santoni in grado di fare miracoli”. Il suo arrivo ha in ogni caso mandato un messaggio preciso alla NFL: non ci saranno sergenti di ferro ed ogni giocatore, purché si impegni, avrà la sua chance.
Uno dei primi compiti che dovrà affrontare sarà quello di cambiare l'atteggiamento dei giocatori. " Una delle cose che non mi è piaciuta", ha detto Lewis, "sono state le critiche al proprietario dei Bengals da parte dei giocatori. Io ho conosciuto persone che dopo soli cinque anni dal ritiro sono entrati nella Hall Of Fame. Loro non farebbero mai una cosa del genere. Se i giocatori non sono contenti non c'è problema; ci sono un sacco di ragazzi pronti a prendere il loro posto".
Proprio uno di questi giocatori sarà il primo vero test per l'autorità di Lewis. Il linebacker Teo Spikes, uno dei migliori giocatori dei Bengals, ha dichiarato di volersene andare a tutti i costi da Cincinnati anche se nutre molto rispetto per il nuovo allenatore. Lewis ha risposto designando Spikes giocatore franchigia dei Bengals, costringendolo così a restare almeno un altro anno a Cincinnati.
Un altro test fondamentale sarà il prossimo draft. In virtù della pessima stagione appena finita (2 vinte e 14 perse) i Bengals hanno la prima scelta. Lewis non ha ancora deciso se scegliere il miglior quarterback disponibile, Carson Palmer, vincitore dell'Heisman Trophy, o dare all'attuale quarterback titolare, Jon Kitna, un ricevitore, Charlie Rogers di Michigan State, o un uomo di linea offensiva. Se fosse il proprietario a decidere si potrebbe escludere la scelta di un quarterback dopo i disastrosi insuccessi di David Klinger e Akili Smith. Dovendo però scegliere Lewis ed il suo staff è difficile azzardare previsioni.
Del Rio ha invece il quarterback, Mark Brunell, ma deve pensare a riempire le tante lacune (safety, wide receiver, difesa e linea offensiva) create da una difficile situazione di salary cap e dall'atteggiamento impossibile del suo predecessore che ha allontanato molti giocatori e free agents.
In un mercato come quello di quest'anno, privo di giocatori di primissimo livello, sarà fondamentale riuscire a non lasciarsi sfuggire i giocatori dei Jaguars in scadenza di contratto. Sono avviate trattative con Fred Taylor, Stacey Mack e Donovin Darius. Quest'ultimo è stato designato franchise player per avere più tempo a disposizione per prolungargli il contratto.
Essendo sotto il salary cap di 14 milioni di dollari Jacksonville può permettersi di firmare qualche free agent di medio-alto valore per risolvere quei problemi che rimarrano irrisolti dopo il prossimo draft.
La squadra sembra intenzionata a scegliere nel primo round un wide receiver da affiancare a lasciando perdere l'idea di scegliere un linebacker. Questo sarà reclutato nella lista dei free agent. Per fortuna dei Jaguars questa è una delle poche posizioni che presenta buoni giocatori.