Pro Bowl Preview

Jon Gruden, allenatore di Tampa Bay, si gode un meritato riposo

Domenica alle Hawaii si disputerà  l'atto conclusivo della stagione 2002 della NFL: il Pro Bowl. A Honolulu si affronteranno i migliori giocatori dell'AFC e quelli della NFC.

La prima edizione è stata disputata il 15 gennaio del 1939 al Wrigley Field di Los Angeles, stadio degli Angels di William Wrigley (quello del chewing gum). I New York Giants, sconfitti dai Packers nella finale NFL, batterono 13 a 10 una rappresentativa dei migliori giocatori della lega e di due squadre indipendenti della West Coast (LA Bulldogs e Hollywood Stars).

L'iniziativa è piaciuta così tanto che nel 1940 e nel 1942 furono disputate addirittura due Pro Bowl all'anno: uno in gennaio contro i campioni NFL dell'anno precedente e uno in dicembre contro i nuovi campioni.

L'edizione del 1943, a cui seguirono 8 anni di silenzio, è stata l'ultima ad essere giocata con la formula prevista inizialmente (all star contro campioni in carica). Dal 1951 ad affrontarsi sono rappresentanti delle due conference (American contro National dal '51 al '53, Eastern contro Western dal '54 al '70 e dal 1971 AFC contro NFC).

In tutti questi anni non è stata modificata soltanto la formula della partita. Anche la sede non è più quella delle prime edizioni. Quelle dal 1951 al 1973 si giocarono al Memorial Coliseum di Los Angeles. Negli anni successivi, fino al 1979, il Pro Bowl è stato disputato a Dallas, Miami, New Orleans e Tampa.

Dal 1980 la sede del Pro Bowl sono le Hawaii e almeno fino al 2005 non si cambierà . L'Hawaii Tourism Authority ha versato 19.5 milioni di dollari alla NFL per ospitare le partite dal 2002 al 2005. L'unica alternativa potrebbe essere Orlando che già  negli anni '90 aveva tentato, senza successo, di strapparlo all'Aloha Stadium di Honolulu.

Questo doveva essere un anno di rinnovamento per lo stadio. La NFL, a causa delle lamentele dei giocatori riguardo all'AstroTurf, aveva chiesto l'ammodernamento della superficie di gioco. Doveva essere rimpiazzato l'AstroTurf (in uso da appena tre anni) con il FieldTurf, erba artificiale composta da strati di sabbia e gomma. L'installazione era prevista per il mese di Gennaio ma problemi contrattuali e il tempo instabile l'hanno fatto rimandare ad Aprile.

Per evitare infortuni ai giocatori la NFL e per rendere più spettacolari la partita ha deciso anche di limitare il numero di schemi che la difesa può utilizzare (non sono ad esempio concessi blitz e c'è l'obbligo di schierare soltanto quattro uomini nella linea offensiva ad eccezione delle proprie 10 yard in cui sono ne concessi cinque).

Fritz Shurmur, ex coordinatore difensivo di Packers e Seahawks scomparso nel 1999, diceva che "la difesa non ha nulla con cui poter sorprendere gli avversari. Alla fine vince la squadra con le migliori individualità . Proprio come dovrebbe essere in un all-star game”. Anche Sapp è d'accordo: "Con queste regole ormai nessuno difende più al Pro Bowl".

Le 43 stelle per conference invitate al Pro Bowl sono selezionate da allenatori, giocatori e tifosi. Ogni gruppo conta per un terzo nella scelta dei giocatori. I tifosi partecipano anche all'elezione dell'MVP della partita. Dopo l'inizio dell'ultimo quarto di gara inizia la raccolta dei voti on-line che saranno aggiunti a quelli dei membri dei media presenti (il voto dei tifosi incide per il 20 per cento sulla scelta finale).

Nelle edizioni dal 1957 al 1971 erano assegnati due premi (uno al miglior back ed uno al miglior lineman). Nell'edizione del 1972 furono premiati un giocatore offensivo ed uno difensivo. Nel 1973 è stato deciso di assegnare un solo premio. Dal 1984 il giocatore con più voti si aggiudica il Dan McGuire Award (dedicato al giornalista hawaiano). Il vincitore riceverà  anche una Cadillac CTS.

Come ogni anno si è assistito al carosello di giocatori infortunati che all'ultimo momento hanno dovuto declinare l'invito della NFL. Hanno rifiutato Warren Sapp (infortunio al ginocchio), Michael Vick (operazione al piede sinistro), Priest Holmes, Randy Moss, Brett Favre e Ahman Green.

Ci sono poi quelli che non partecipano perché non sono stati votati. L'assenza più pesante, almeno a livello economico, è quella del miglior rookie difensivo dell'anno: Julian Peppers. Il defensive end dei Carolina Panthers sarebbe sicuramente stato nominato titolare nel team della NFC se non avesse subito 4 turni di squalifica proprio nel periodo più importante per raccogliere voti, il finale di stagione, a causa dell'uso di un prodotto dietetico. I Panthers avrebbero dovuto versare 1 milione di dollari al giocatore se fosse stato della partita. Nel suo contratto sono poi previsti incentivi basati sul numero di partecipazioni al Pro Bowl.

Peppers perderà  anche il premio in denaro che la NFL assegna ai giocatori presenti al Pro Bowl. I vincitori porteranno a casa 30000 dollari mentre i perdenti ne prenderanno 15000. Sembrano poco se confrontato con i contratti milionari di alcuni dei presenti ma come dice Fred McAfee, giocatore di New Orleans, "non importa se sei una casalinga o un amministratore delegato: 15000 dollari non sono pochi". Olin Kreutz, centro di Chicago, sostiene che "c'è una differenza di 15000 dollari fra vincitori e persi quindi sono sicuro che a fine partita non avrò tanta voglia di scherzare".

Fra gli esclusi illustri ci sono anche alcuni giocatori dei Tennessee Titans fra cui a sorpresa anche il quarterback Steve McNair, protagonista assoluto nella serie di otto vittorie in nove partite di Tennessee. L'unico Titan presente è il defensive end Kevin Carter, invitato solo perché richiesto da Jeff Fisher, allenatore della squadra della AFC. Perfino l'expansion team della NFL, gli Houston Texans, hanno avuto più giocatori votati al Pro Bowl (Gary Walker e Aaron Glenn). Altro giocatore non invitato è Tom Brady (28 td lanciati, migliore nella AFC) che ha forse pagato le attese troppo alte per i Patriots ad inizio stagione.

Dopo aver parlato degli assenti vediamo quali possono essere i protagonisti del Pro Bowl.

I Tampa Bay Buccaneers, campioni del mondo, saranno rappresentati da cinque giocatori che seppur reduci dalla festa post-titolo cercheranno sicuramente di farsi rispettare anche alle Hawaii. La presenza di Sapp avrebbe accesso ancora di più la sfida ma sicuramente John Lynch, Derrick Brooks e Simeon Rice metteranno abbastanza pressione al quarterback da non farlo accorgere dell'assenza.

La squadra più rappresentata è quella dei Philadelphia Eagles (ben 10 elementi). Se poi a questi aggiungiamo anche lo staff tecnico mancano soltanto i tifosi per sembrare davvero di essere al Veterans Stadium. A tal proposito Brian Dawkins, safety degli Eagles, ha affermato che "non sono sorpreso che tutti siano venuti qui. Alla partenza a Philadelphia la temperatura era sotto zero. Avrei preferito comunque che i nostri allenatori non fossero stati invitati". Anche quest'anno, infatti, è stato confermato il criterio per la scelta degli allenatori delle due rappresentative. Ad allenarle saranno gli head coach delle due squadre sconfitte nelle finali AFC e NFC. A bordo campo si ritroveranno quindi Fisher (AFC) e Andy Reid (NFC).

L'unico rookie presente è il tight end dei New York Giants Jeremy Shockey.” E' un grande onore per me essere qui con questi grandi giocatori già  al primo anno.", dice Shockey, " Non mi voglio perdere niente perché non so quando ci tornerò". Sul versante opposto, anagraficamente parlando, ci sono Jerry Rice, 40 anni, e Rod Woodson, 37 anni, reduci dalla bruciante sconfitta nel Super Bowl.

Fra le piacevoli sorprese possiamo sicuramente annoverare Drew Bledsoe e Marvin Harrison. Il quarterback dei Buffalo Bills solo un anno fa era la riserva di Tom Brady ai Patriots. Ora sembra aver rilanciato la sua carriera dopo qualche anno di appannamento. Il wide receiver, dopo aver stabilito il record NFL di ricezioni nella regular season (127), partecipa per il terzo anno consecutivo e anche se non è, come dicono molti, il nuovo Jerry Rice, continuando a giocare su questi livelli si potrà  assicurare ogni anno la partecipazione al Pro Bowl.

Un pronostico sulla partita è impossibile, anche perché in questo genere di partite conta più lo spettacolo che il vincitore. Dovendo proprio scegliere la AFC sembra la conference favorita. La NFC, infatti, ha perso le edizioni del 2000 e del 2001 e cinque delle ultime sei. L'MVP delle ultime due edizioni, il quarterback Rich Gannon, cercherà  di riprendersi dallo choc di domenica e farà  di tutto per vincere almeno un Bowl quest'anno.

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