Warren Sapp riderà ancora dopo il Super Bowl?
Il Super Bowl di domenica vedrà sfidarsi due stelle della NFL che hanno modi diversi di intendere il football: tecnica (Rich Gannon) contro aggressività (Warren Sapp).
Gannon, 37 anni, ha guidato i Raiders al Super Bowl dopo 19 anni dimostrando di essere il migliore quarterback della lega e vincendo anche il premio di MVP della NFL. Sapp, 30 anni, insieme a Derrick Brooks, è stato l'anima della difesa dei Buccaneers, sopperendo alle mancanze di un attacco non eccezionale e portando Tampa Bay alla prima finale della loro storia.
Per come erano iniziate le loro carriere, era difficile prevedere che sarebbero sopravvissuti così a lungo nella lega (15 anni Gannon e 8 Sapp), figurarsi che si sarebbero affrontati un giorno nel Super Bowl.
Gannon, scelto nel quarto giro del draft 1987 da New England, non era neanche considerato un buon quarterback dagli allenatori dei Patriots che gli proposero di cambiare ruolo. Vedevano, infatti, in lui le doti di un buon safety. L'esperimento ovviamente fallì e dopo due settimane era già ora di fare le valigie. Minnesota, tramite uno scambio, aveva acquisito i diritti sul giocatore.
Un altro scambio lo ha portato a Washington dove non è riuscito però a trovare spazio finendo per essere rilasciato. Subito dopo venne avvicinato da una franchigia della Canadian Football League (Winnipeg) che gli propose un contratto dopo un provino in un parco vicino Dallas. Fortunatamente per gli appassionati della NFL, Gannon rifiuta e accetta invece il posto di riserva a Kansas City.
Lì ha la fortuna di incontrare uno dei migliori esperti della West Coast Offense: Paul Hackett. Il quarterback impara così bene il sistema di cui oggi è considerato il migliore esecutore. Quando ha avuto la possibilità di partire titolare ha sempre ripagato la fiducia concessagli. Dopo un'ottima stagione divenne uno dei free-agent più richiesti del 1999.
A spuntarla sono i Raiders che lo convincono, con un quadriennale da 16 milioni, a trasferirsi in California. Sotto la guida di Jon Gruden, Gannon dimostra di non essere un safety ma un quarterback affidabile in grado di vincere le partite.
Si adatta perfettamente allo stile di gioco dell'allenatore dimostrando anche buone doti atletiche che gli permettono di segnare 8 touchdown in tre stagioni. L'arrivo di Callahan ha esaltato ancora di più le doti di Gannon, portandolo fino al titolo di MVP della lega.
Si può dire che Gannon sia stato sfortunato. Lo stesso non si può dire di Sapp. Il difficile inizio di carriera non è dipeso da allenatori incompetenti ma dal comportamento del giocatore.
Nel draft del 1995 Sapp era considerato il migliore linemen difensivo e si diceva che sarebbe stato fra i primi cinque giocatori scelti. La notte prima del draft circolò la voce che il giocatore aveva fallito ben sette test per l'accertamento dell'assunzione di stupefacenti.
Le dicerie spaventarono molte franchigie che decisero di non scegliere un giocatore con presunti problemi di droga. Solo Tampa Bay, con la dodicesima scelta, credendo al giocatore che dichiarava di essere risultato positivo ad un solo test sul consumo di marijuana, dava una chance al defensive tackle.
I Buccaneers sono stati ampiamente ripagati da Sapp. Da cinque anni a questa parte Tampa può vantare una delle migliori difese della lega. Parte del merito va sicuramente a Sapp.
Dopo aver conquistato nel training camp del '95 il posto di titolare ha contribuito con 72 sack in 8 stagioni (risultato ragguardevole per un defensive tackle), a far crescere la reputazione della squadra e quella personale. Oggi Sapp è uno dei giocatori più in vista della NFL.
Dopo tante stagioni deludenti a livello di squadra questo è stato l'anno della definitiva consacrazione sia per Gannon che per Sapp.
Il quarterback dei Raiders ha stabilito il record NFL di passaggi completati in una stagione (418), ha lanciato per almeno 300 yard in 10 partite, ed ha passato per 4689 yard totali (record della franchigia).
Il segreto del successo del giocatore di Oakland è la meticolosa precisione con cui il giocatore esegue gli schemi del playbook. Gli avversari, nonostante sappiano che Gannon lancia passaggi corti, non riescono in nessun modo a fermarlo. È sufficiente andarsi a vedere il filmato della partita contro Denver. In quell'occasione il quarterback ha completato 34 passaggi su 38 per 352 yard e 3 touchdown, umiliando una delle migliori difese della lega.
La sicurezza e la calma dimostrata da Gannon ne hanno fatto un leader silenzioso in campo. Gannon, infatti, al contrario di Sapp, non lascia trasparire nessuna emozione sul campo di gioco. L'ultima dimostrazione si è avuta domenica, dopo la vittoria contro Tennessee.
Mentre Tim Brown era praticamente in lacrime per aver finalmente raggiunto il Super Bowl, Gannon ammetteva di essere un po' contento per la vittoria. In un'intervista ha comunque dichiarato, senza esaltarsi molto, di essere eccitato per la chance di vincere il titolo domenica.
Di tutt'altro carattere, almeno in campo, è Sapp. Il suo gioco molto aggressivo è stato oggetto d'indagine della NFL quando il giocatore ha colpito, forse con eccessiva durezza, Chad Clifton, tackle dei Green Bay Packers, durante un incontro di regular season vinto da Tampa Bay.
Dopo aver esaminato a lungo i filmati dell'incontro, la lega ha deciso di non sanzionare Sapp definendo legale il suo comportamento e dando torto all'allenatore di Green Bay, protagonista di un agitato dopopartita con Sapp.
Il defensive tackle non si fa notare soltanto sul campo. È proverbiale il suo trash-talking. Lo stesso giocatore ammette che "a volte dico cose divertenti e a volte cose assurde".
In molti si ricordano la polemica fra Strahan e Sapp. Quest'ultimo lo scorso anno dichiarò che si sarebbe dovuto mettere un asterisco sul record di sack del defensive end dei Giants. Il giocatore di Tampa era convinto (forse a ragione) che Brett Favre, in occasione del sack dei record, aveva aiutato non poco Strahan favorendo il sack. La risposta non si fece attendere. Strahan definì Sapp, senza giri di parole, un asino.
Una delle prime cose che Jon Gruden, arrivato la scorsa estate a Tampa, ha fatto è stata quella di chiedere alla squadra di non farsi coinvolgere in queste risse verbali e di lasciar parlare il campo. Il giocatore ha ammesso che "è stata dura, specialmente per me!".
Il consiglio è stato in ogni caso ascoltato da tutti. Se ne sono accorti anche i giornalisti presenti alla conferenza stampa di martedì. Sapp non ha lanciato nessuna frecciata contro gli avversari e (cosa molto strana) non ha inveito contro il solito giornalista che mette in dubbio il dominio della Florida nel football.
Ora che pensa soltanto a giocare senza farsi distrarre, Sapp è ancora più pericoloso degli anni passati e Gannon dovrà fare parecchia attenzione nel Super Bowl. Infatti il compito della linea difensiva dei Buccaneers sarà quello di mettere sotto pressione il quarterback costringendolo ad affrettare i lanci. Gannon dovrà essere costretto a correre per guadagni di poche yard (Tampa Bay ha concesso pochissime yard di corsa ai quarterback quest'anno) o ad affidare il pallone ad un running back (probabilmente Garner).
Un punto a favore di Sapp sarà la strategia della linea dei Raiders. Questi, infatti, raramente raddoppiano le marcature sui giocatori difensivi per non togliere spazio ad uno dei ricevitori. Sapp, quindi, finalmente non sarà costretto a vedersela con più di un avversario e potrà puntare direttamente verso il quarterback nel caso dovesse superare la linea dei Raiders.
Intervistato sullo scontro con Gannon, Sapp ha dichiarato che "non mi interessa se Gannon lancerà tutta la partita. Lo fermeremo in ogni modo. Tutto è lecito in amore, in guerra e nel Super Bowl".
Uomo avvisato"