Brett Favre non ha esitato a presentarsi davanti ai microfoni dopo la sconfitta con i Falcons
Il 4 gennaio 2003 resterà una data storica per la franchigia di Green Bay. Resterà come il giorno in cui venne interrotta inaspettatamente la loro striscia di 35 partite consecutive vinte sul campo di casa ed in condizioni ambientali prossime allo zero (i loro 34 gradi Farenheit per l'esattezza).
Il fantasma del Lambeau Field è stato cacciato dalla Frozen Tundra di Green Bay proprio sabato scorso, dopo che Michael Vick ed i suoi Atlanta Falcons hanno letteralmente strapazzato i ragazzi di Mike Sherman con il punteggio di 27-7. Come se non bastasse Vick e compagni hanno interrotto un altro record, quel 13-0 nelle partite casalinghe di post-season di tutti i tempi.
A dire il vero la sconfitta clamorosa (almeno per il punteggio) della settimana prima contro i New York Jets nell'ultima partita di regular season aveva fatto suonare qualche campanello d'allarme nel Wisconsin. Nonostante tutto però a Green Bay sembravano ottimisti per il proseguimento della stagione e maturavano ambizioni da Super Bowl tanto che tutti identificavano Tampa Bay come l'unico ostacolo da superare per approdare alla partitissima di San Diego.
Quando poi sabato pomeriggio, prima di iniziare al partita, la colonnina di mercurio è scesa a 28 gradi Farenheit, l'ottimismo tra i tifosi è sembrato dilagare contagiosamente. Senza aver mai perso una partita casalinga nella regular season 2002 ed in queste condizioni ambientali la sconfitta con Atlanta si è rivelata come una vera e propria doccia gelata per i Packers, per la comunità di Green Bay e per il Wisconsin intero.
Con questa debacle casalinga, maturata in condizioni favorevoli per loro ed estremamente sfavorevoli per gli avversari (abituati a giocare al chiuso, sul sintetico ed a temperature più calde) si è passati da un'euforia da ultimo giorno di scuola ad una depressione totale, quasi in stile Ground Zero.
Dal risveglio dopo l'incubo di sabato, nello stato che ospitò la famiglia Cunningham, Fonzie & Co. continuano a brulicare processi che coinvolgono una delle franchigie più vincenti degli ultimi dieci anni. Tutti gli interrogativi possibili ed immaginabili si continuano ad intrecciare sulla carta stampata e nell'etere.
I Green Bay Packers hanno ancora una squadra che può avere ambizioni da Super Bowl per la prossima stagione? Che futuro avrà il coach Mike Sherman dopo il disastro di sabato scorso? Cosa farà Brett Favre con il suo contratto da 100 milioni di dollari che lo lega ai Packers ancora per i prossimi 8 anni e cosa faranno di lui quelli del front-office? Come trattare il caso Terry Glenn?
Tutti hanno fatto considerazioni sulla stagione dei Packers appena terminata ed ovviamente anche noi di Playit non possiamo esimerci dal farle.
1. Infortuni importanti
La stagione dei Packers è stata costellata da infortuni che hanno limitato l'efficacia di alcuni reparti, primo tra tutti quello della linea offensiva. Dover rinunciare ai due Tackles titolari, Chad Clifton e Mark Tauscher per buona parte della stagione è stato un handicap tutt'altro che trascurabile per l'attacco guidato da Brett Favre.
Il primo a fermarsi è stato Tauscher che a metà settembre ha dovuto dare forfait per tutto il resto della stagione dopo l'infortunio al ginocchio subito nell'incontro di New Orleans.
Poi la stessa sorte è toccata a Clifton che reduce da un colpo duro, ma nei limiti del regolamento, infertogli da Warren Sapp durante un ritorno di intercetto nella sconfitta decisiva contro Tampa Bay, è rimasto steso a terra con una paralisi momentanea che ha fatto pensare al peggio facendo scatenare le ire di coach Sherman che a fine partita ha poi avuto un infuocato diverbio con il giocatore dei Buccaneers. Per Clifton la diagnosi finale è stata quella di infortunio all'anca ma sicuramente poteva andargli peggio.
In questo scenario il povero Brett Favre, penalizzato anche lui da un infortunio ai legamenti del ginocchio che lo ha limitato dalla partita con i Redskins di fine ottobre, si è dovuto barcamenare nella seconda parte di stagione, continuamente braccato dai difensori avversari.
Nelle ultime due sconfitte l'attacco di Green Bay ha segnato rispettivamente 17 e 7 punti mostrando evidenti difficoltà nel gioco aereo. In entrambi le occasioni Favre non è andato oltre il 50% di passaggi completati lasciando addirittura agli avversari 2 intercetti ed 1 fumble nell'ultima apparizione casalinga dove, a peggiorare la situazione offensiva dei Packers, si è aggiunto nel terzo quarto anche l'infortunio del runningback Ahman Green che ha limitato anche il gioco su corsa.
E' evidente che gli infortuni dei due Tackles hanno trasformato la stagione di Favre. La soluzione forzata adottata dai Packers, che ha costretto coach Sherman a spostare il centro titolare Mike Flanagan nella posizione di Offensive Tackle Sinistro (nel lato debole) ed a riutilizzare il trentanovenne Frank Winters, praticamente alla fine della sua carriera, nella delicata posizione di centro, ha prodotto purtroppo solo turnover pesanti come quelli di sabato.
Il trentatreene quarterback nella prima parte della stagione, con Clifton ancora in campo, lanciava con il 66% concretizzando poi il tutto con un rapporto TD Pass/Intercetti pari a 15/4. Nella seconda metà invece non è riuscito a far meglio del 59% di passaggi completati a fronte di un netto peggioramento in termini di TD/Int che è diventato 12/12. Il minor tempo per scegliere il bersaglio, offerto dalla nuova formazione in linea offensiva, ha semplicemente costretto Favre a forzare le sue scelte.
2. Nuovo reparto di ricevitori
Purtroppo le scelte di Favre in termini di bersagli da colpire non sono state all'altezza della situazione per tutta la stagione. Lo stravolgimento del reparto dei ricevitori operato durante la scorsa offseason non ha dato i risultati sperati. E' stato tagliato Antonio Freeman, ricevitore preferito da Favre, ed il suo contrattone da più di 4 milioni di dollari e non è stato rinnovato il contratto di Bill Schroeder, che ha trovato poi spazio a Detroit. I due titolari insieme garantivano quasi 2000 yards e 15 TD, oltre ad essere due ricevitori collaudati nel sistema offensivo di Green Bay.
La loro partenza ha permesso al terzo ricevitore della scorsa stagione Donald Driver di guadagnarsi i galloni di titolare. Driver ha risposto degnamente superando il muro delle 1000 yards con 9 TD segnati, dimostrandosi anche un giocatore di carattere soprattutto nella sconfitta recente dove ha tenuto in piedi il reparto malgrado un infortunio alla spalla. Lui e Bubba Franks (7 TD), uno dei migliori Tight End della lega, sono stati gli unici ricevitori affidabili per Favre.
Chi invece non ha risposto alle aspettative è stato il neo arrivato Terry Glenn, scaricato in primavera dai campioni di New England che lo hanno scambiato con i Packers. Poco più di 800 yards guadagnate e solo 2 TD per un giocatore che hai tempi di Ohio State faceva sognare i suoi tifosi. Glenn non è mai riuscito ad essere determinante, mostrando dei limiti in termini di carattere, soprattutto nell'ultima partita dove si è fatto trovare pronto solo una volta ricevendo per 11 yards.
Su di lui già Bill Parcell ai Patriots, fece una spietata fotografia nella sua stagione da rookie definendolo come uno che non sa lottare ed appesantendo ulteriormente la situazione aggiungendo che al suo posto avrebbe preferito scegliere un difensore. Le sue dichiarazioni fecero scalpore anche perché Glenn nel suo primo anno riuscì a ricevere per più di 1000 yards ma forse, con il senno di poi, il Grande Tonno non aveva tutti i torti.
E' andato male anche quest'anno Robert Ferguson (meno di 300 yards ricevute), la prima scelta dei Packers del 2001, che invece di esplodere, come spesso succede alle prime scelte nel loro secondo anno, è finito per trovare spazio solo negli Special Teams, ma anche in questo nuovo ruolo non è riuscito ad emergere pur essendo finito in un reparto che si è dimostrato come un vero e proprio tallone d'Achille per Green Bay. Meglio di lui come ricevitore ha fatto addirittura il rookie Javon Walker (terza scelta) che almeno nell'ultima gara ha giocato la sua prima partita da 100 yards.
Il front-office di Green Bay, nell'inverno polare del Wisconsin, dovrà darsi come priorità quella di migliorare il reparto dei ricevitori, valutando addirittura la possibilità di operare tagli eccellenti, Glenn o Ferguson per esempio (anche se Sherman ha già espresso parere favorevole sulla permanenza del primo).
3. Il futuro di Favre e l'offseason dei Packers
L'offseason dei Packers si è aperta con un'attesissima conferenza stampa di Favre nel giorno dell'Epifania. L'interrogativo di tutti, dopo aver visto la faccia del quarterback alla fine della partita con i Falcons è stato: Favre tornerà a giocare o si ritirerà ?
A lui la risposta: “non vedo nessuna ragione per cui non dovrei tornare. Come ho detto durante tutta la stagione io ho intenzione di tornare e voglio tornare. Penso che questo gruppo abbia la possibilità di raggiungere il Super Bowl anche nella prossima stagione ed io voglio farne parte.”
“Io non ho mai parlato di ritiro” ha poi aggiunto Favre. “Io ho solo detto, a chi me lo ha chiesto, che dopo 12 anni prima o poi viene anche questo momento. Negli ultimi due anni credo di aver giocato bene almeno come negli anni precedenti per cui non vedo il motivo per cui dovrei ritirarmi.”
Sulle sue capacità di giocare ad alti livelli si sono espressi personaggi più autorevoli di me in fase di definizione di MVP stagionale, visto che Favre è finito secondo, quattro punti dietro al vincitore Gannon.
Sicuramente ai Packers visto il contrattone e l'età avanzata del quarterback, vorranno aspettare ancora due o tre anni prima di valutare la possibilità di un eventuale taglio a favore di un migliore salary cap. Nel caso le sue prestazioni dovessero peggiorare, preparatevi a vederlo lottare con un'altra casacca, un po' come fece Joe Montana che al termine della carriera finì a Kansas City scaricato dai 49ers.
In termini di organico il front-office sta già lavorando per il draft e la free agency. Sherman ha già detto chiaramente: “come priorità dobbiamo rifirmare i due uomini di linea difensiva Cletidus Hunt e Vonnie Holliday“. Anche il defensive coordinator Ed Donatell sembrerebbe essere d'accordo.
Per trovare spazio nel cap dovranno però rinunciare a qualche uomo importante. Il cornerback ventinovenne Tyrone Williams, con il suo contrattone che il prossimo anno dovrebbe pesare per 8 milioni di dollari, sembra una vittima predestinata, soprattutto dopo il recente prolungamento di contratto del collega Mike McKenzie e la firma di un talento come Bryant Westbrook (ex quinta scelta assoluta) che potrebbe essere recuperato dopo le sue mille disavventure.
Nel draft dovranno cercare di puntellare i punti deboli: il reparto ricevitori, la difesa contro le corse e gli Special Teams, valutando anche la possibilità di cominciare a scegliere il successore di Favre.
Infatti la difesa contro le corse è stato un punto debole per tutta la stagione. Concedere 4,6 yards per portata agli avversari (penultimi nella lega) non è un bel biglietto da visita per la prossima stagione. Gilbert Brown sembra stagionato (ha ormai 32 anni ed a fine stagione sarà free agent) e non è più in grado di sobbarcarsi tutto il lavoro di run stopper. Se perdessero Hunt nella free agency la posizione di Defensive Tackle diverrebbe la priorità numero 1 per il draft di aprile. In alternativa potrebbero scegliere un buon middle linebaker capace di sostituire Hardy Nickerson che nel 2003 spegnerà 38 candeline.
La palla ora passa a Mike Sherman che nella prossima primavera diventerà anche GM dei Packers. Chissà se riuscirà a fare meglio da GM che da capo allenatore, soprattutto dopo le chiamate effettuate nella partita contro i Falcons dove ad esempio è riuscito ad interrompere la striscia di 49 marcature consecutive (48TD ed 1FG) dalla linea di 1 yards con un primo e 10 che durava dal lontano 1992.
Tifosi di Green Bay non siate pessimisti: c'è sempre chi sta peggio.