La grinta di Mariano Rivera che porta gli Yankees alle Championship Series
Un proverbio retorico afferma che tra il dire e il fare c'è in mezzo il mare, ma se sei gli Yankees versione 2009 quel mare si riduce ad un ruscello di montagna in stagione di secca. New York ha avuto accesso facile al championship, piegando i seppur volenterosi Twins, reduci dallo spareggio con Detroit, che probabilmente li ha fiaccati tanto quanto caricati.
Occasioni perse
Tutto è iniziato nel quarto inning di gara 2. Sullo 0 a 0 i Twins hanno la possibilità di andare in vantaggio: Il singolo porterebbe a casa base Delmon Young, ma Scott Gomez ha la malsana idea di tentare l'arrivo in terza base, partendo dalla prima. Il risultato è rimanere intrappolato a pochi metri dal secondo sacchetto, mentre la palla torna velocemente dagli esterni verso il diamante. L'out arriva qualche secondo prima che il compagno arrivi a punto. Si rimane in parità , nella partita più emozionante di questa serie, terminata agli extra inning.
Ed è chiaro che quando sprechi anche solo un punto contro gli Yankees puoi pagarla cara. Lasciando perdere l'incredibile errore arbitrale che tarpa le ali ai Twins nell'undicesimo inning, il loro sbaglio è stato quello di volere troppo in quel quarto inning. Avrebbero dovuto fidarsi del loro pitching, di Nick Blackburn in serata di grazia, e non dei propri corridori, cercando di mettere fieno in cascina in vista di un probabile ritorno di New York, che in realtà in gara 2 non c'è mai stato, finchè A-Rod non ha trovato il pareggio nel nono.
E ancora, il vantaggio iniziale di gara 1 e gara 2 e quello di gara 3, giocata in casa.
Tornando alla notte indimenticabile dello Yankee Stadium, però, si è portati a pensare che il proprio successo gli Yankees l'abbiano costruito tutto da soli. Invece c'è stata la partecipazione di Minnesota, come Joe Nathan che lancia una palla in centro al piatto a A-Rod, che la distrugge. Stesso discorso per il perdente Josè Mijares, che vede il suo lancio basso e debole girato oltre le recinzioni da Mark Teixeira.
Non pensate che però Minnesota sia stata così lontana dal creare seri problemi agli uomini in pinstripe. Già a bocce ferme, lo scorso marzo, avevamo detto come, per fortuna, il baseball sia lo sport che più di altri può rivelare sorprese, ed il modo in cui ce le aspettavamo è esattamente quello che i Twins stavano per realizzare. Evitare errori, mantenere le distanze da uno stadio caldo più che mai, non temere il lineup di New York, come Blackburn ha fatto ottimamente. Può tranquillamente succedere che anche i grandi Yankees si ritrovino a dover inseguire all'ultimo inning…
Vittoria in rimonta
E' forse una provocazione parlare degli Yankees come una squadra da rimonta? Visto il personale sì, ma rimane il fatto che se Minnesota non avesse segnato, le partite forse si sarebbero concluse con molti meno punti. Nel frame successivo alla prima segnatura dei Twins, in tutte e tre le gare, sono corrisposti uno o più punti degli uominimi di Joe Girardi.
L' insieme è ancora troppo piccolo per trarre delle conclusioni statistiche, il campione non è affidabile, ma sicuramente sarà un dato a cui pensare nelle partite a venire. Oltre che a tranquillizzare i tifosi, un cambio di atteggiamento potrebbe evitare qualsiasi sorpresa. Segnare prima del sesto inning o del settimo, come successo in gara 2 e 3, garantirebbe migliori chance di sfruttare la vena dei partenti.
CC Sabathia, A.J. Burnett e Andy Petitte sono stati perfetti, mantenendo una ERA di 1.425 nelle loro partenze. Colpisce soprattutto Sabathia, capace di superare i suoi problemi storici in post season concedendo solo 2 punti a fronte di ben 8 valide. Gli altri due starter hanno lanciato meglio, ma il trio ci sembra di primo livello, proprio come lo era sulla carta. In definitiva, per i campioni della AL East, tutto sta nel superare i momenti di appannamento che alcuni hanno avuto in passato. Il primo esempio è Sabathia, male nei playoff gli anni scorsi e che ora sembra ritrovato anche in Post Season.
Il secondo era Rodriguez. E diremmo che anche per lui, si possono lasciare a casa le paure, visto che in tre partite ha messo a segno 6 RBI, contro i 7 totali delle altre sue sette apparizioni. L'unico importante problema è forse il rendimento di alcuni giocatori. Melky Cabrera, Johnny Damon e Robinson Cano non hanno praticamente battuto, così come Nick Swisher che si è però fatto valere in mezzo al campo. Girardi pagherebbe caro il vedere la media di questi quattro giocatori alzarsi magari anche rinunciando ad un paio di Home Run di altri.
Giungiamo così al pensiero principale che la serie conclusasi al Metrodome ci suggerisce: qual è il motivo per cui gli Yankees sono stati costruiti, con le acquisizioni di CC, Burnett, Teixiera? Per vincere, ovviamente, ma non basta. Per avere la possibilità , nei Playoff, di restare in partita e sfruttare la potenza dei suoi astri; è per quello che si spendono così tanti soldi nei contratti, non per vincere, ma per assicurarsi la possibilità di farlo.
Blackburn è alla partita della vita? Nessun problema, noi stiamo attaccati nel punteggio ed aspettiamo Jeter, o A-Rod, nessuno ci fa paura, nessun divario è incolmabile. Con un pubblico come quello del nuovo ballpark, inoltre, c'è poco da temere anche sul lato prettamente emozionale.
Lo Hubert H. Humphrey Metrodome, invece, chiude per il baseball. E' stata una stagione esaltante, che ha visto le gesta di Joe Mauer, conclusasi con lo spareggio e con la possibilità di affrontare una delle migliori squadre di sempre. Dalla parte dei Twins, anche se in teoria ce ne sarebbe l'opportunità , ci sono pochissimi rimpianti. L'approdo stentato ai Playoff, e la vittoria divisionale per il momento bastano, in attesa di ripetere l'exploit in modo meno sofferto l'anno venturo.
Gli elogi al personale di New York si concludono con quello per Mariano Rivera. Impossibile battere la sua cutter, e visto quello che è successo ad altri closer (Nathan, Papelbon) in questi Playoff, il dominicano si avvia ad un altro dei suoi molteplici highlight della carriera. Sembrano lontanissimi i tempi in cui la salvezza contro i Red Sox gli scappò dalle mani, dando il via al ciclo degli arcirivali.
Domani c'è un'altra sfida, un'altra salvezza da garantire, un altro avversario da illudere e poi battere. Ma attenzione Yankees, gli Angels non sono i Twins…