Joey Harrington è pensieroso: quanta strada devono ancora percorrere i suoi Lions…
La stagione regolare è ormai quasi giunta alla fine e per le squadre che non sono più in corsa per i playoff è tempo di fare valutazioni importanti su quello che bisognerà cambiare per migliorare il prossimo anno.
Gli scout intensificheranno la loro attività di ricerca di talenti provenienti dal college, i giocatori cercheranno di mettersi in luce per ottenere un adeguamento contrattuale o un eventuale nuovo contratto e la dirigenza di ogni squadra valuterà l'operato dello staff tecnico alla ricerca di eventuali vuoti da colmare o allenatori da licenziare.
Una delle squadre che si trova in questa situazione è quella dei Detroit Lions che non riescono ad uscire dalla mediocrità in cui sono sprofondati. In un solo anno il record vinte - perse è passato da 9-7 (stagione 2000) a 2-14 (stagione 2001). Anche quest'anno è stata raggiunta la doppia cifra nelle sconfitte (10 a fronte di 3 sole vittorie).
Tutto ha avuto origine nell'estate del 2001 quando la famiglia Ford dopo 40 anni di gestione in prima linea decide di defilarsi ed affidare il team al noto commentatore televisivo ed ex linebacker (12 anni nella lega ed un Super Bowl con i Raiders) Matt Millen nominandolo Presidente e CEO dei Lions.
La situazione che questo si trova ad affrontare non è molto differente da quella di altre squadre che hanno un record vicino al 50 per cento : un roster con qualche posizione scoperta e uno staff tecnico che stava iniziando ad ottenere i primi risultati sul campo dopo l'incredibile avvicendamento che era avvenuto a metà stagione quando il tecnico Bobby Ross si era dimesso dopo due sconfitte consecutive. Al suo posto era stato promosso Gary Moeller che aveva ottenuto buoni risultati portando la squadra fino alla soglia dei playoff (persi solo per aver subito 3 sconfitte nelle ultime 4 gare).
Il nuovo presidente però decise di licenziare Moeller nonostante i due anni di contratto rimanenti e al suo posto assunse il coordinatore offensivo dei 49ers Marty Mornhinweg che non aveva alle spalle nessuna esperienza come capo-allenatore ma aveva convinto Millen grazie allo splendido lavoro fatto a San Francisco (dovuto forse anche all'aiuto di Jeff Garcia, Charlie Garner, Jerry Rice e Terrell Owens ?)
Il quarterback titolare Charlie Batch dopo aver firmato un contratto a lungo termine si era forse rilassato un po' troppo non riuscendo a sfruttare adeguatamente gli ottimi ricevitori (Crowell , Morton e Moore) e il running-back James Stewart che gli erano stati messi a disposizione. Erano stati sollevati inoltre molti dubbi sulla possibilità da parte di Batch di inserirsi negli schemi di Mornhinweg (sostenitore dell'attacco West Coast).
Il coach però dichiarò Batch l'indiscusso titolare per la campagna 2001 non preoccupandosi delle opinioni di chi conosceva bene il carattere (sarebbe meglio dire la mancanza) del quarterback ex Eastern Michigan University.
La linea offensiva non presentava nessun giocatore di sicuro affidamento e quindi venne rifatta da zero con giovani dal draft e free-agent dopo un anno in cui era stata mediocre nel difendere il quarterback dai tentativi di sack (ben 53 concessi in 16 gare). Con le prime due scelte erano stati aggiunti al roster il tackle Backus e il centro Raiola ritenuti da tutti in grado di contribuire subito al rafforzamento della linea.
La situazione nella linea secondaria era ancora più incerta a causa di un grave infortunio occorso a Bryant Westbrook che ne metteva in dubbio la carriera e del ritiro di Kevin Abrams che aveva lasciato il solo Schulz come elemento di qualità (anche lui vittima di infortuni in passato).
Quindi il management dei Lions, fatti i cambi ritenuti indispensabili, dichiarò di ritenere la stagione 2001 come un periodo di prova in cui valutare quali elementi tenere nel roster per cercare di raggiungere nelle stagioni successive l'obiettivo dichiarato: il Super Bowl .
Fin dalle prime gare (sconfitta per 35-0 contro i St.Louis Rams) si era ormai intuita la situazione disastrosa della squadra del Michigan che continuava ad inanellare sconfitte senza mai riuscire a dare segni di ripresa.I Lions arrivarono a perdere 10 partite consecutive cogliendo la prima vittoria stagionale solo il 16 dicembre 2001 battendo i disperati Vikings 27 a 24 e chiudendo con il record di 2 vinte e 14 perse.
La situazione già pesante era aggravata dal fatto di non aver risolto dopo 16 partite i dubbi legati alle posizioni che più preoccupavano : quarterback e secondaria.
Mornhinweg infatti dopo aver defenestrato Charlie Batch a metà stagione accusandolo di non essere in grado di inserirsi nei suoi schemi si affidò prima a Ty Detmer (sono entrati nella leggenda i suoi sette lanci intercettati dai Cleveland Browns nella partita del 23 settembre 2001) e poi alla matricola Mike McMahon definendo quest'ultimo il quarterback del futuro.
La secondaria non ha mai dimostrato la giusta concentrazione durante le partite favorendo con marcature approssimate e distrazioni il recupero degli avversari che sono riusciti a vincere 9 partite segnando un solo touchdown in più degli avversari. Questo forse è stato il reparto che più di tutti ha influenzato l'andamento della franchigia commettendo in ogni partita un errore fatale per le sorti della squadra.
Lo staff manageriale si presenta quindi al draft 2002 con la speranza di trovare un cornerback adeguato che dia la possibilità , migliorando la difesa , di restare in partita più a lungo per cercare di vincerla affidandosi ai lanci del futuro MVP McMahon. Un ottimo prospetto difensivo è Quentin Jammer e si vocifera che coach Mornhinweg abbia già deciso di farlo scegliere da Millen quando sarà il momento con la terza scelta assoluta resistendo anche ad eventuali offerte di scambio.
Al momento di scegliere un giocatore però la famiglia Ford "impone" (cosa smentita categoricamente in seguito) la scelta del quarterback dell'Oregon University Joey Harrington al presidente dei Lions che non potrà fare nient'altro che eseguire gli ordini dall'alto e giustificare questa selezione come un'opportunità troppo invitante nel lungo termine per non coglierla.
Per rinforzare la secondaria viene invece messo sotto contratto il 34enne veterano Eric Davis incaricato di trasmettere agli altri componenti della linea l'esperienza accumulata in 12 anni di gioco nella NFL. L'unico giocatore titolare rimasto dalla scorsa stagione è Todd Lyght che non è più un ventenne (33 anni di cui 11 nella NFL) quindi via draft e free-agency vengono aggiunti elementi giovani che beneficino della presenza di Davis e Lyght.
Tutto questo però si rivelerà inutile perché anche quest'anno si sono ripetuti i soliti problemi : errori di marcatura e applicazione degli schemi che hanno concesso agli avversari facili touchdown.
Siamo così giunti all' estate 2002 in cui anche grazie all'apertura di un nuovo stadio la dirigenza dei Lions invitava i tifosi ad abbonarsi a questa stagione per ammirare il nuovo stadio, il Ford Field, costato ben 300 milioni di dollari e per vedere all'opera il nuovo quarterback terza scelta assoluta.
Sembra chiaro infatti che Mike McMahon dovrà solo scaldare il posto per Harrington che pare destinato al ruolo di salvatore della patria. Proprio in coincidenza con l'inaugurazione del nuovo stadio debutta da titolare il quarterback ex Oregon University che non perderà più il posto nonostante performance incostanti e una strana tendenza a sparire nella seconda metà di partita.
Questo anche a causa della linea offensiva che non ha mostrato segni di miglioramento a causa della strategia di Mornhinweg di implementare un attacco West Coast con passaggi corti e richiede una linea agile e atletica.Gli uomini a disposizione del coach sono invece poco agili e quindi le loro lacune verrebbero evidenziate meno se l'attacco si basasse su giochi di corsa (sfruttando anche l'ottimo James Stewart).
Bisogna ammettere ad onor del vero che in alcune occasioni Stewart ha toccato più palloni riuscendo ad essere incisivo ma ciò non toglie che non accorgersi di questa incoerenza tattica per così tante gare (perse) è stato un grave errore da parte dello staff tecnico.
Quella contro i Bears è solo una delle tante decisioni misteriose di quello che era ritenuto un maestro tattico. Basti ricordare il recente episodio nella partita con i Chicago Bears che ha fatto diventare i Lions la barzelletta della lega (Non mi verrete a dire che i Bengals fanno parte della NFL, vero?) .Dopo aver vinto il sorteggio per il primo possesso nel tempo supplementare Mornhinweg decise di concedere il pallone agli avversari dicendo di non essere sicuro della trasformazione di un eventuale field-goal a causa del forte vento.
Questa scelta costrinse la stanca difesa di Detroit, che aveva concesso 10 punti negli ultimi tre minuti dei tempi regolamentari, a restare ancora in campo e a concedere un lungo drive ai Bears che noncuranti delle previsioni meteorologiche del coach dei Lions riescono a portare a casa la vittoria grazie ad un tre punti di 40 yard trasformato da Paul Edinger.
Ai guai sul campo si aggiungono quelli causati dalle dichiarazioni di Millen. Famosa è quella in cui dichiara di avere un "devoto codardo" nella rosa a cui fa seguito una ridda di voci tese ad accusare questo o quel giocatore di essere un codardo.
Pare comunque che la famiglia Ford abbia deciso di riassumere il controllo della squadra restringendo il campo di azione di Millen richiamandolo all'ordine. A questo punto in molti si chiedono quale sia il futuro della coppia Millen – Mornhinweg che sta lo scorso anno ha pagato scelte infelici da parte di chi lo ha preceduto ma che quest'anno non ne ha indovinata una.
Stranamente non sono in molti a spingere per un esonero a fine stagione del coach forse per il fatto che questo ha ancora tre anni di contratto e che la famiglia Ford è restia a cambiare un allenatore senza che questo abbia terminato il contratto (come detto in precedenza l'esonero di Moeller si deve a Millen).
L'unica soluzione se davvero Mornhinweg venisse confermato sarebbe quella di affiancargli un general manager di provata esperienza (nessun commentatore tv please!) e magari anche un assistente con più anni di esperienza che sappia mediare fra le idee di Mornhinweg e i reali bisogni della squadra perchè in questo modo non è possibile andare avanti (eufenismo).
Sarà anche il caso di gestire in maniera oculata le scelte nel prossimo immediato cercando di non concentrarsi sul futuro remoto (meglio un ovale con su scritto Vince Lombardi oggi che una gallina domani). Bisognerà inoltre non sprecare quel talento grezzo che è Harrington (uno con un signing bonus di 10 milioni di dollari dovrà pur valere qualcosa… Chi ha detto Ryan Leaf?) costruendogli intorno una squadra decente evitando di trasformare i Lions in Bengals.