What’s my destiny (Dragonball)

NE BASTA UNO – Daunte Culpepper sommerso dai difensori dei Falcons

Diciamocelo " ci troviamo di fronte all'incognita più incognita di tutta la NFL.

Una squadra non può sempre avere successo, è contro le leggi della Lega, ma se si parla dei Minnesota Vikings degli ultimi due anni capiamo che siamo di fronte ad una situazione alquanto triste nonché, in alcune sue parti, penosa.

In effetti, confrontando la Minnesota di Dennis Green (lasciando perdere l'ultimo anno) con quella di Mike Tice, aldilà  dei giocatori, riscontriamo delle differenze notevolissime, troppo gravi per essere tralasciate.

I Vikings dell'era Green utilizzavano molto di più i ricevitori, la loro arma letale: l'immenso Cris Carter a fare breccia da una parte, l'esplosivo Randy Moss a mietere 'vittime' tra defensive backs vari dall'altra.

Green preferiva usare di meno il runningback, che di solito era Robert Smith, ora in pensione, proprio perché aveva individuato nei due ricevitori il punto di forza della squadra.

Ah, ma un team non si costruisce sul ricevitore, anche se stiamo parlando di una coppia di WR che probabilmente ha costituito una parte della storia del football. Ci deve essere per forza un QB all'altezza, altrimenti la potenza dei due magneti dell'ovale diventerebbe piuttosto inefficace.

E il QB, purtroppo per Minnie e tutti i suoi tifosi, non c'era. E Green lo sapeva, eccome se lo sapeva.

E poi QUELLA difesa non aveva niente a che fare con quella odierna: vedere John Randle all'opera era qualcosa di favoloso, ammirare Robert Griffith scagliarsi sugli attaccanti era qualcosa d'eccitante.

Ma adesso tutti questi ragazzi non ci sono più, e il povero Mike Tice si deve un po' arrangiare. Ma proviamo a capire questa banda di disastrati (senza offesa, eh) attraverso alcuni ma a nostro avviso determinanti episodi.

1) Siamo ancora qua a raccontarlo, ma è nostro obbligo: il primo episodio da menzionare è quell'odiosissima sconfitta che i Vikes hanno patito al Giants Stadium contro i New York Giants di Kerry Collins,due anni fa,nella finale della NFC. Quella, non fu una sconfitta, ma LA sconfitta. Il 'crack' più puro.

Perché lasciando perdere il punteggio (è una parola" dato che si tratta di un 41-0), Minnesota praticò in quel match un gioco brutto, prevedibile, ma soprattutto anomalo.

Anomalo,perché i bianco-viola non erano assolutamente abituati a praticare quel gioco che fino a quel tempo era impensabile data la sua bruttezza. Anomalo, perché la favorita del torneo (soprattutto dopo l'eliminazione dei Rams a New Orleans) non poteva permettersi di giocare così.

La difesa giocò una pessima partita,scelse degli schemi evidentemente non compatibili con l'attacco dei Giants, ma chi fece perdere la partita fu proprio l'attacco. Moss e Carter non beccavano palloni, un po' per la pressione della linea difensiva sul QB, un po' per il disorientamento dello stesso Culpepper.

E partì proprio da qua il suo declino, inesorabile ma per niente lento (visto che l'anno scorso è stato il protagonista del poco invidiabile record di 5-11), che tuttora si trova nella sua fase centrale. Ma comunque del problema Culpepper parleremo dopo.

2) 1 Agosto 2001: Korey Stringer muore all'una di notte in ospedale, in seguito ad un'insolazione e ad un conseguente infarto. Inutile dire che sia stato un brutto colpo per tutti, e probabilmente la brutta stagione del 2001/2002 deriva anche da questo fatto.

Però ridurre tutto a questo solo fatto è un po' banale a anche molto giustificatore. I Vikings, Dennis Green in primis, hanno dedicato la scorsa stagione proprio al tackle dell'Ohio, e ci aspettavamo dai bianco-viola un'altra grande stagione ad altissimi livelli, fatta d'orgoglio e della classe dei singoli.

3) L'esonero di Dennis Green.
Red McCombs, il proprietario, si è trovato costretto a cacciare un coach che al Minnesota,ai Vikings e ai suoi ragazzi ha dato tanto. Tantissimo: sia tecnicamente che moralmente. Al suo posto è subentrato Mike Tice, in una situazione non certamente invidiabile.

La prima novità  è stata la partenza di Todd Bouman al posto di Daunte Culppepper, ad un certo punto della stagione. Tice fece giustamente giocare Bouman,per dargli una chance e anche per far riposare (o meditare ?) lo sventurato # 11. Per ora l'operato di Tice è sufficiente, perché lui ha fatto tutto il possibile per far andar bene la squadra, il problema è un altro: i giocatori. O 'un' giocatore ?

Ecco, appunto, non abbiamo ancora analizzato quello che sembra il rompicapo principale per Tice e giornalisti ed analisti vari: Daunte Culpepper.

Secondo molte voci,questo QB doveva essere il giocatore capace di far fare il salto di qualità  alla squadra,e in termini pratici questo miglioramento si traduceva con la parola vittoria, dato che i Vikings arrivavano sempre in finale o semifinale di conference per poi rimediare delle bruttissime figure.

Ma altro che salto di qualità ; è accaduto piuttosto il contrario.
Il ragazzo ha chiuso la stagione 2000/01 con ben 16 intercetti,un lieve miglioramento c'è stato l'anno scorso, con 13 palle regalate; ma se la stagione passata è andata meglio questa è proprio da cancellare: ha già  al suo attivo 19 (leggasi diciannove) intercetti, cose da matti. I

l suo problema non è tanto il rapporto con la corsa, perché ha comunque ottenuto buone statistiche, degne di un QB nero, nonostante abbia una linea offensiva un po' scarsa (eufemismo). Quello che preoccupa è proprio il numero di intercetti, poiché 19 sono davvero tanti, tantissimi.

Perché se non ci fosse questo handicap, il reparto offensivo sarebbe un buon reparto, anzi un ottimo reparto visto il continuo crescere di Michael Bennett e la suprema classe di Randy Moss. Ma si sa: no quarterback, no party.

Chi preoccupa è anche lo special team, che ha facilitato (e a volte non di poco) il lavoro agli avversari in ben quattro occasioni. Contro Buffalo vennero sprecati due extra-points e venne lasciata via libera in un kickoff return; al contrario, contro Seattle, nella seconda giornata, vennero persi due palloni dai giocatori dei Vikes. Altro giro, altro regalo, questa volta ai Tampa Bay Buccaneers.

Nella sconfitta di domenica vs Atlanta, il malridotto special team ha contribuito a far aumentare il numerino nella casella della ' L '. Nel secondo quarto, la safety Kevin McCadam defletta un punt di Kyle Richardson mandando l'ovale sulle 40 dei Vikings.

Due giochi dopo arriva il pareggio dei Falcons. Nel quarto quarto invece, dopo una perdita di yds da parte di Moe Williams, viene bloccato un calcio a Gary Anderson. Insomma, tutti errori che tre volte su quattro sono costati la partita a Minnie.

Dalla squadra ideale di qualche anno fa siamo passati alla squadra incognita di questi tempi. Incognita: perché è capace di commettere errori che proprio non t'aspetti e anche di vincere contro i primi della classe, i Green Bay Packers. Sicuramente Red McCombs oltre che scrivere libri dovrebbe anche preoccuparsi della sua squadra, acquistando magari giocatori di maggior prospetto ma anche con un rendimento sicuro e non altalenante.

Questi sono i Vikings, che raccolgono ogni stagione migliaia di tifosi urlanti al Metrodome (la Arco Arena per decibel della NFL), pronti da due annetti a questa parte a stracciare puntualmente l'abbonamento" ecco,se ci diceste cosa faranno i Vikings nelle prossime stagioni, i tifosi bianco-viola avrebbero già  risolto questo difficile enigma : prenderlo o non prenderlo (l'abbonamento)?

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