I ‘nuovi’ Jets

LaMont Jordan autore di un touchdown da ben 61yarde in corsa

Il campionato NFL di quest'anno è uno dei più belli ed entusiasmanti di tutti i tempi. Siamo già  a metà  campionato ed ancora non si riesce a qualificare una squadra come migliore della lega e possibile candidata alla vittoria finale. Ci sono molte squadre con record positivi e prestazioni super che però non hanno vita facile in nessun incontro, anche contro squadre allo sbando.Così, questa settimana, è stato il turno dei San Diego Chargers: con un record di 6-1, pareggiando quello di Green Bay, era la squadra migliore dell'NFL, aveva vinto contro due suoi rivali di division e anche contro squadre che sulla carta erano molto più attrezzate.

A questo punto nessuno mai si sarebbe aspettata una sua debacle nella partita giocata in casa e contro una squadra molto abbordabile come quella dei Jets; ma, come detto, le partite di football di quest'anno sono particolarmente impegnative. E così si scopre una squadra capace di vincere e convincere (New York Jets) e un'altra che mostra per la prima volta tutti i suoi limiti (San Diego).

La vera sorpresa di domenica, quindi, sono stati proprio i Jets, che con un misero record di 2 vinte e ben 5 perse affrontava la migliore squadra dell'NFL con una sola sconfitta al passivo.

Non so quanto ci credessero proprio i giocatori ad un possibile risultato positivo, ma, fatto sta, che dalla calda terra della California, New York è uscita con una vittoria, 44 punti fatti (record che non raggiungeva dal 1998!) e soli 13 subiti, contro uno dei migliori attacchi sulle corse e contro una delle migliori difese in tutti i reparti.

Messa così, la vittoria sembra quasi una prova schiacciante della netta supremazia della squadra ospite, ma, in realtà , è stata la pessima prestazione di San Diego ad attirare l'impressione. Questo, però, non deve togliere i meriti ad un team che finora aveva raccolto davvero poco, ma che onestamente è stato anche un po' troppo sottovalutato, forse anche dagli stessi giocatori. Non è che una partita ai massimi livelli ti permette di cancellare tutte le "magagne" di una squadra costruita con troppa semplicità  e poco impegno.

New York, soltanto un anno fa, era tra le prime nel ranking difensivo, mostrando una linea difensiva praticamente imbattibile sulle corse ed un reparto arretrato che seppur privo di grandi nomi, offriva prestazioni degne di nota e soprattutto prive di errori. Ora, in un anno è cambiato molto, la difesa da punto forte è diventata il problema principale; fino ad ora aveva sbagliato l'impossibile, concedendo quasi 30 punti a partita e riuscendo a fermare soltanto Minnesota a 7 punti.

Ma, cosa ancora più preoccupante, concedeva così tanti spazi sia in corsa che nei lanci che le statistiche a fine gara la condannavano pesantemente. L'attacco, d'altronde, negli ultimi anni è sempre vissuto sulle "spalle" di Curtis Martin, anche perché il pur sempre buono Testaverde iniziava a mostrare segni di cedimento dopo tantissimi anni di NFL. Così, proprio quest'anno che Vinny non gioca più, il runningback più prolifico della NFL (dopo Marshall Faulk) non riesce neppure ad avvicinarsi alle sue consuete super-prestazioni.

Ora, i motivi potrebbero essere tanti; a partire da una linea offensiva che non riesce più a proteggere sufficientemente il suo "gioiello" per finire sul mistero dell'infortunio dello stetto Martin che dura quasi da un anno. Nelle ultime partite è stato limitato soltanto a pochi drive, nei quali, per altro, è stato davvero poco decisivo. Perciò, questa eterna ricerca della condizione fisica migliore appare soltanto un miraggio.

Fortunatamente (per loro) domenica scorsa non c'era solo lui in attacco, ma una squadra completamente diversa a quella vista finora.Si è visto un ottimo quarterback, Pennington, che a discapito della sua poca esperienza è riuscito a rompere subito il ghiaccio orchestrando il primo dirve della partita per ben 91 yarde e concludendolo personalmente con una corsa in touchdown.

Forse è stato questo inizio folgorante a scrollargli di dosso tutte le paure e i timori del pre-partita e forse è stata la "nuova" fiducia nei suoi uomini di linea a permettergli giocate precise e determinanti. "Siamo stati capaci di prendere il controllo del campo, costringendoli a giocare sempre nella loro metà  campo e quasi sempre a difendere.Penso che erano un po' più che stupiti della nostra prestazione": le stesse parole di Pennington descrivono una gara difficile da dimenticare.

Ma, a onor del vero, i meriti non vanno tutti all'attacco. Una difesa che costringe San Diego a misere 240yarde totali è molto più che buona. L'immenso Tomlinson è stato limitatissimo (60yarde per lui) e Brees è stato costantemente messo sotto pressione uscendo anche con due intercetti. John Abraham, defensive end, è l'anima di questa difesa: "Stiamo costruendo una nuova stagione a partira da adesso. Forse molti ci daranno in ripresa, ma noi sappiamo che siamo uan squadra migliore di quella che abbiamo mostrato finora".

Infine, come regola d'oro del football, non si vince senza un valido special team: e questo di New York è il primo della classe. Costantemente partivano dalle proprie (se non oltre) 40 yarde, costantemente a segno nelle ultime due partite (record di franchigia) grazie ad un immenso Santana Moss.

In totale due giocatori come LaMont Jordan (per lui un touchdown da 61yarde in corsa!) e Moss sono il valore aggiunto in questa squadra. Attacco equilibrato e costante, difesa aggressiva e attenta e uno special team davvero speciale: questi sono i segreti dei "nuovi" Jets.

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