L'ironman della NFL, Brett Favre
Green Bay Packers vs Miami Dolphins 24-10
Brett Favre è una specie di moderno Achille, un uomo invincibile e invulnerabile, di cui, a differenza dell'eroe omerico, non si è ancora scoperto il punto debole. Di certo non è la caviglia, distortasi nella sfida con Washington di due settimane fa, ma non in grado di interrompere il record del quarterback dei Packers: 165 gare consecutive da titolare, una cifra incredibile, specie se si considera che gran parte di queste 165 gare si sono concluse con una vittoria di Green Bay.
Non ha fatto eccezione il Monday Night numero 9 della stagione Nfl, quello che opponeva ai Packers i Miami Dolphins, costretti dal calendario a migrare dalla calda e soleggiata Florida al gelo (-1 sul termometro") del Wisconsin, destinazione Lambeau Field.
Se Sherman può affidare la sua squadra ad un fenomeno del calibro di Favre, coach Wannstedt ha un quarteback che si infortuna e che salta le partite: con Fielder sulla sideline a curarsi il dito rotto è infatti toccato ancora a Lucas guidare l'attacco dei Dolphins e le premesse (la sconfitta con i Bills nella quale la riserva ha lanciato quattro intercetti e subito due fumble) non erano incoraggianti.
La partita è iniziata con tre palle perse in fila: Favre dimostra di non essere al massimo della forma (concedetegli almeno questo!) e si fa intercettare in end zone da Surtain e subito dopo le mani dei Dolphins perdono due fumbles, intirizzite dal freddo nel caso di Konrad, arrugginite dalla sosta o sarebbe meglio chiamarlo ritiro, quelle di Cris Carter.
Proprio lui, il leggendario ricevitore che dopo aver annunciato il ritiro in estate non ha saputo dire di no alle lusinghe di Miami, in crisi nel ruolo dopo l'infortunio che ha colpito Gadsden.
Con Favre non al massimo i Packers hanno trovato altre risorse: la difesa ha neutralizzato Ricky Williams, tenuto a 47 yards in 14 portate di palla e fermato il gioco di corsa si è praticamente ridotto a zero l' attacco di Miami. In attacco ci ha pensato Ahman Green, l'assoluto dominatore della gara. Dopo un primo quarto senza punti e con poco spettacolo è salito in cattedra il running back di Sherman, che prima completa il down sul 3 e 18 dopo aver ricevuto uno screen pass e poi conclude in end zone i due drive che portano i suoi Packers al riposo sul 14-0.
Il terzo quarto è la parte seconda dell'incubo di Ray Lucas: il quarterback di Miami deve provare a rimontare e inizia a lanciare sul profondo con il poco edificante risultato di due intercetti nel giro di sette minuti. Wayne pizzica una palla indirizzata per Carter, poi Sharperconferma la sua fama di pericolosissimo intercettatore e riporta il pallone in endzone dopo 89 yards di corsa.
Per Lucas si tratta del sesto intercetto in due partite, il signor Jay Fielder è urgentemente pregato di recarsi in campo. Sul 24-0 la gara è finita, Sherman da finalmente un po' di riposo a Favre ( chiude con 16 su 25 per 187 yards, 1 td e 1 intercetto) inserendo Pederson e il pubblico ringrazia in suo beniamino con il coro "mvp,mvp". L'ultimo quarto è puro garbage time e serve solo a Miami per rendere meno pesante la sconfitta grazie ad un kick off di Mare e ad td su corsa di Lucas.
Finisce 24-10 con Green Bay che festeggia il miglior record della lega, un 7-1 che assicura, vista la distanza delle altre squadre della division, già un posto nei playoffs. I Packers hanno fatto ancora una volta una grande impressione: sono equilibrati, non hanno punti deboli e la difesa si sta esprimendo a livelli ancora più alti di quanto ci si potesse immaginare.
Per Miami c'è da attendere il ritorno di Fielder perché tutta la squadra, difesa compresa, non ha giustamente fiducia in Lucas e il rendimento generale ne risente. Carter (tre ricezioni per 31 yards all'esordio) deve trovare la forma e inserirsi negli schemi del coordinator Turner. La palma del migliore in campo va a Green, miglior corridore e miglior ricevitore dei Packers, ma occhio alla prova del linebacker Wayne che chiude con un intercetto e un fumble recuperato.