Jason Gildon un maestro della pass-rush
Nel 2001 gli Steelers di Bill Cowher sono stati la terza miglior difesa della NFL, con poco più di 13 punti a partita concessi. La loro difesa 3-4, allineata con 3 uomini di linea e 4 linebakers, gli ha permesso di raggiungere il record stagionale di 13-3.
Cercando di imitarli, altre squadre hanno provato per tutta la stagione a proporre la stessa difesa, ottenendo però risultati alterni. I New England Patriots l’hanno utilizzata in quasi la metà dei loro giochi difensivi riuscendo addirittura a vincere il SuperBowl XXXVI, mentre i Buffalo Bills, i New York Jets ed a volte anche gli Oakland Raiders, limitandone l’utilizzo ad un 10-20% dei giochi complessivi, ne hanno potuto valutare la bontà e l’applicabilità con i loro rosters.
Nonostante tutto però alla fine del 2001 solo Pittsburgh ed in parte New England sembravano gli unici portavoce rimasti di quella filosofia difensiva.
Ad inizio anno infatti, Coach Gregg Williams visto il pessimo record di Buffalo (3-13) e la scadente prestazione della sua difesa (ventinovesima nella NFL) decideva di eliminare definitivamente questo allineamento dai suoi schemi, dopo che Ted Cottrell in passato ne aveva fatto uno dei marchi di fabbrica dei Bills a cavallo degli anni ‘90. La scelta di sostituire il defensive coordinator Wade Phillips con Jerry Gray, indicava chiaramente che Williams voleva tornare alla più comune 4-3.
Ai Jets il Coach Herman Edwards pur tenendosi stretto Cottrell, fortemente voluto a New York nel 2001 per modificare lo stile della loro difesa, dopo l’ultima stagione chiusa con un mediocre 10-6 decideva da parte sua di archiviare momentaneamente il progetto in previsione dell’utilizzo di un materiale umano più adatto.
La 3-4 a quel punto sembrava agonizzante. Era come un dinosauro prossimo all’estinzione.
Nell’offseason però una sparuta compagine si è presentata all’orizzonte. Gli Atlanta Falcons, i Baltimore Ravens ed i nuovi Houston Texans, optando per una 3-4 a tempo pieno, hanno portato nuova linfa vitale a questa difesa.
Atlanta ha nominato come defensive coordinator Wade Phillips, che portava con se le esperienze accumulate nella sua carriera prima con i Broncos e poi i Bills. Analogamente a Baltimore Art Modell e Brian Billick, dopo la partenza di Marvin Lewis, hanno puntato su Mike Nolan per la 3-4 dei loro Ravens così come ha fatto il GM Charlie Casserly ad Houston, scegliendo per capo allenatore uno come Dom Capers che in passato era stato defensive coordinator a Pittsburgh prima di essere nominato capo allenatore ai Panthers. La 3-4 rinasceva inaspettatamente.
Ma cosa ha spinto Atlanta, Baltimore e Houston ad optare per questo inconsueto modo di difendere? Le ragioni sono state estremamente diverse.
Per Atlanta la scelta è stata decisamente tecnica. Con la ventiquattresima difesa della NFL per punti subiti (23,6 a partita) non si poteva ambire alla postseason. Scegliendo Wade Phillips i Falcons hanno cercato di dare una scossa al reparto, trovando tra l’altro uno degli allenatori che meglio conoscono vantaggi e svantaggi nell’applicazione di questa difesa.
“Uno dei principi fondamentali che reggono la difesa 3-4 è la confusione” ha affermato Phillips il giorno della sua presentazione ad Atlanta. In effetti le linee offensive della NFL non sono molto preparate ad incontrare le difese 3-4 e la loro varietà di blitz.
La presenza di un linebaker in più sul campo offre più versatilità alla formazione difensiva. La pressione sul quarterback può essere fatta con uno dei linebakers oppure con un defensive backs (soprattutto una safety), che in questo caso verrebbe coperto da un linebaker nella secondaria.
Rispetto alla 4-3 che prevede principalmente che siano i quattro uomini di linea a mettere pressione al quarterback avversario, con la 3-4 il quarto uomo coinvolto nella pass-rush è sempre diverso. Ecco perché cresce la confusione nella linea offensiva avversaria che, soprattutto tra i giocatori più giovani ed inesperti che hanno affrontato raramente questa difesa, che lasciano così aperte delle vere e proprie autostrade senza indovinare da che parte arrivi il pericolo.
Per riassumere, l’allineamento della 3-4 è molto semplice: davanti due defensive ends possibilmente fisicamente dotati per sopperire alla mancanza di peso del fronte a sette nei confronti della linea offensiva avversaria, e nel mezzo un solo tackle.
Dietro di loro due linebakers centrali e due esterni, oltre ovviamente ai defensive backs. Sulla linea di scrimmage però, prima che cominci il gioco, oltre ai tre della linea si presentano un po’ tutti, alternandosi poi, dopo lo snap, nei blitz e nelle coperture difensive. In questo modo non è facile interpretare la difesa per chi deve proteggere il quarterback ed indovinare da che parte arriverà il blitz.
“La 3-4 è grandiosa perchè offre diverse combinazioni di pass-rush”. Parola di Tim Lewis, defensive cordinator degli Steelers, che nelle prime partite di questa stagione ha presentato almeno 30 variazioni difensive di base. I due outside linebakers Jason Gildon e Joey Porter sono stati i principali “extra-pass rushers” degli Steelers, utilizzati per più del 60% dei loro giochi a rincorrere il quarterback avversario.
Ma non è tutto oro quello che luccica. Ovviamente la 3-4 non è una difesa perfetta e si mostra vulnerabile in determinate situazioni, prima tra tutte le corse nel mezzo. “Tutto dipende da chi hai come nose tackle al centro della linea” ha sentenziato in merito uno come Bill Parcells, che vinse proprio un SuperBowl con i New York Giants utilizzando Jim Burt ed Erik Howard nella posizione centrale della sua linea difensiva.
Infatti, senza un nose tackle di spessore a lavorare contro due uomini di linea avversaria, non è facile arginare le corse nel mezzo e l’acquisizione di un buon nose tackle è fondamentale per la creazione di una 3-4. Anche la difesa 3-4 quindi ha una coperta corta.
Se per Atlanta i motivi della scelta sono sembrati evidenti, per Baltimore lo sono stati un po’ meno. Che bisogno c’era di intraprendere una così drastica inversione di rotta, visto che lo scorso anno, con la loro 4-3, erano la quarta difesa della NFL (nel 2000 la prima e nel 1999 la sesta)? Perché stravolgere una delle migliori difese della NFL?
La risposta nel caso di Baltimore si riassume in una parola sola: ricostruzione.
Baltimore nell’offseason ha perso sette titolari della difesa nella necessità di restare sotto il salary cap. Tra gli uomini di linea Sam Adams e Rob Burnett hanno dovuto scegliere altre squadre mentre il monumentale Tony Siragusa si è ritirato ed ora lavora in compagnia di Michael Irvin alla Fox Sports.
Il linebacker Jamie Sharper invece, reso disponibile per l’expantion draft list, è stato preso immediatamente dai Texans. Inoltre, per completare il quadro, le due safety Rod Woodson e Kim Herring ed il cornerback Duane Starks sono finiti altrove, stravolgendo non solo il fronte a sette ma anche la secondaria.
“La decisione di cambiare così drasticamente la difesa è stata presa valutando il migliore utilizzo del personale rimasto a disposizione” ha commentato Mike Nolan nei giorni successivi alla sua scelta. “Il nostro punto di forza restava il reparto dei linebackers, il meno penalizzato dall’operazione di pulizia del roster. Con Ray Lewis dominante nel mezzo e Peter Boulware o Adalius Thomas a disposizione per alimentare la pass-rush si poteva cominciare a costruire una buona difesa 3-4. Aggiungendo poi il promettente Edgerton Hartwell la linea dei quattro linebakers era praticamente pronta”.
Mike Nolan ci offre anche un’altra pillola per capire meglio la loro scelta: “la 3-4 è più facile da gestire sotto il salary cap perché i linebackers normalmente sono meno pretenziosi degli uomini di linea difensiva”.
A questo punto, con Michael McCrary unico uomo di linea difensiva importante a libro paga e Chris McAlister e Gary Baxter unici reduci della secondaria, Billick e Nolan hanno dovuto completare la difesa pescando dal draft prima la safety Ed Reed e poi l’uomo di linea Anthony Weaver. Il talento a disposizione di Nolan poteva essere sufficiente per fare una discreta figura già alla prima stagione.
E proprio il draft, insieme alla free agency, facilitano la migrazione ad una difesa 3-4. Per Houston è stato così. Come hanno insegnato negli anni gli Steelers, quando cerchi nel draft dei giocatori per la 3-4 trovi degli enormi buchi lasciati dalle altre franchigie. Per i linebackers soprattutto la tendenza delle squadre che giocano con la 4-3 è quella di cercarli non troppo pesanti (mediamente 230 libbre) ma veloci.
Alle squadre che usano la 3-4 servono linebakers più fisici (250 libbre). Analogamente le squadre con la 4-3 si comportano con gli uomini di linea scegliendo talentuosi ma leggeri defensive end (attorno alle 260 libbre) che poi irrobustiscono prima di metterli in campo. Alle squadre che giocano con la 3-4 servono defensive end fisici (280-290 libbre).
Insomma le strategie non si scontrano mai e le squadre che difendono con la 3-4 riescono a trovare veri e propri talenti anche avanti con le scelte, soprattutto in quella categoria che viene definita “tweener”. Linebackers come Chad Brown, Kendrell Bell, o Greg Lloyd hanno giocato a Pittsburgh come delle prime scelte, pur essendo scelti molto più in la.
Con la necessità di creare da zero l’attacco, scegliendo un quarterback come David Carr con la prima assoluta ed un ricevitore come Jabar Gaffney con la seconda, per una squadra come Houston, che doveva costruire anche la difesa, aver scelto la 3-4 gli ha reso la vita molto più facile.
Nell’expantion draft hanno potuto scegliere gente come Gary Walker, Seth Payne o Jamie Sharper ed aggiungergli nel periodo di free agency giocatori come Jay Foreman (da Buffalo dove aveva già giocato la 3-4) o come Kailee Wong e Jeff Posey, due specialisti nella pass-rush dalla linea dei linebakers che faticavano a trovare un posto in una 4-3 classica.
Capers ricorda molto bene l’esperienza di Carolina: “con la 3-4 fummo subito competitivi raggiungendo già al secondo anno il Championship della NFC, perché riuscimmo a trovare velocemente i giocatori adatti. Questo mi rende più ottimista per il futuro dei Texans”. Vedremo se tutto questo ottimismo andrà in fumo brevemente oppure no.
In definitiva abbiamo visto tre squadre diverse e tre ragioni diverse che le hanno portate a fare la stessa scelta. Chissà quanto resisteranno perché apprendere i meccanismi di una 3-4 dopo aver giocato spesso la 4-3 non è facile. A Pittsburgh la giocano da più di vent’anni ed i risultati sembrano più che buoni e soprattutto costanti. Indovinando il personale adatto anche le franchigie di Atlanta, Baltimore e Houston potrebbero avere la stessa sorte.
Una cosa però è sicura: la 3-4 non morirà ma sopravviverà ancora per i prossimi anni.