La crisi dei Rams

L'espressione di Kurt Warner può sintetizzare benissimo l'attuale situazione dei Rams…

Solo un mese fa i Rams erano dati da tutti come i favoriti della NFC per il Superbowl ma dopo quattro partite ed un clamoroso record di 0-4 qualcuno comincia a pensare che invece St Louis sia in corsa per assicurarsi la prima scelta del draft del prossimo anno, davanti perfino ai neo arrivati Texans.

Le sconfitte contro Broncos, Giants, Buccaneers e Cowboys hanno sorpreso tutti. Soprattutto l'ultima prova casalinga contro Dallas, che ha visto uscire i Rams sconfitti da un calcio da 48 yards nei secondi finali del rookie Billy Cundiff, capace di sfruttare un drive perfetto del suo attacco nei secondi finali.

Ma cos'è successo a quella squadra che macinava gli avversari a suon di touchdown con il suo attacco stratosferico? Non è facile individuare con precisione le cause di questo tracollo, ma possiamo provare a cercare almeno alcune motivazioni plausibili.

Cominciamo dall'attacco dove la situazione sembra più grave. In 48 partite di regular season dal 1999 al 2001, l'attacco dei Rams è stato fermato sotto i 20 punti solo tre volte. Se contiamo anche la sconfitta al SuperBowl dello scorso gennaio, nelle ultime cinque partite per quattro volte i Rams non sono riusciti a segnare più di 20 punti mentre la quinta volta, nella seconda giornata in casa contro i Giants, si sono fermati a quota 21. L'attacco di St. Louis ha concluso la scorsa stagione come il migliore della NFL segnando 31.4 punti a partita. Quest'anno la media è stata letteralmente dimezzata a 15.4 punti.

Vale la pena a questo punto fermarsi per fare alcune considerazioni. La linea offensiva probabilmente non riesce più a proteggere il suo quarterback come faceva nelle passate stagioni. Kurt Warner che lo scorso anno aveva tutto il tempo che voleva per lanciare e trovare un compagno libero, in questa stagione deve affrettare le operazioni.

Manca Ryan Tucker, che lo scorso anno aveva ricoperto il ruolo titolare di tackle di destra prima di essere inserito nella lista per l'expansion draft di Houston. I Texans non se lo sono lasciato scappare, anche in virtù del suo stipendio basso rispetto al suo valore (meno di un milione di dollari a stagione). Anche il suo sostituto Rod Jones è stato perso nella free agency ed in questa situazione il coach Mike Martz è dovuto correre ai ripari nominando titolare John St Clair, un giocatore inattivo nelle ultime due stagioni che non è mai riuscito neanche a limitare l'avversario diretto.

Se a questo aggiungiamo il recente infortunio in allenamento di Orlando Pace (sostituito dal mediocre Grant Williams), tackle di sinistra da Hall of Fame, che dovrà  stare fuori almeno 2-3 settimane, è evidente che la situazione di questo reparto sia diventata sempre più critica.

Inoltre i problemi di inserimento dei due nuovi ricevitori Terrence Wilkins e Troy Edwards, che non hanno ancora imparato il difficile playbook di Martz, rendono difficoltosa anche la sostituzione di un ricevitore fondamentale come Az-Zahir Hakim, finito a Detroit nell'off-season.

Risultato: 9 intercetti contro 2 passaggi da touchdown e 10 sacks subiti. In pratica i Rams, si sono ritrovati con il loro timing letteralmente stravolto. I giochi chiamati da Martz, estremamente sbilanciati a favore dei lanci, non hanno permesso a questo attacco di reggere l'inaspettato stato di crisi.

L'attacco, col passare del tempo, ha mostrato un'impazienza galoppante, per via della frustrazione dovuta ai numerosi insuccessi, che ha generato turnovers fondamentali. Come trovare una soluzione a questa crisi?

Molti auspicano che Martz possa pensare ad un inversione di marcia selezionando giochi più votati al controllo del tempo con le corse alternate ai passaggi in modo più equilibrato, ma questo vorrebbe dire snaturare completamente il gioco da lui plasmato per l'attacco.

Forse con il recente infortunio al mignolo della mano destra di Warner, Martz sarà  comunque costretto a rivedere le sue strategie dovendo utilizzare un quarterback di minore affidamento come Jamie Martin.

Sicuramente per uscire dal tunnel dovrà  semplificare al massimo il suo attacco consentendo anche a gente come St Clair, Wilkins o Edwards di inserirsi con maggior facilità . Il maggiore utilizzo di un runningback capace di correre nel mezzo come il rookie Lamar Gordon, che in queste partite ha rimpiazzato degnamente per qualche gioco il deludente e malconcio Marshall Faulk, potrebbe permettergli di sfruttare meglio il centro della sua linea offensiva, alleggerendo il compito dei Tackles e del quarterback in palese difficoltà . Ma tutto ciò in questo momento sembra tutt'altro che facile.

In questa situazione difficile anche la difesa soffre ed è tornata ai tempi della stagione 2000 quando i Rams, freschi vincitori del SuperBowl, concedeva la bellezza di 29.4 punti a partita terminando la stagione come la peggiore difesa della NFL. Lo scorso anno tutti elogiarono gli sforzi del front office di St. Louis che aveva lavorato per costruire una difesa migliore chiudendo la stagione addirittura al settimo posto assoluto con solo 17.1 punti concessi agli avversari. Nelle prime quattro partite del 2002 la difesa ha subito in media 22 punti, assestandosi alla diciottesima posizione tra le difese della NFL.

Purtroppo la difesa risente parecchio degli insuccessi dell'attacco che l'ha costretta a fare gli straordinari per levare spesso le castagne dal fuoco. Anche qui la free agency e gli infortuni hanno lasciato il segno.

Chidi Ahanotu è finito ai Buffalo Bills dove sta giocando abbastanza bene (3 sack fino ad ora) e Leonard Little da defensive end di situazione che gli ha permesso di andare in doppia cifra per sacks si è guadagnato i galloni di titolare (mantendo la sua abilità  con 4 sacks in 4 partite ) ma ha lasciato un vuoto nei giochi difensivi che tuttora appare difficile da colmare. Poi l'infortunio di Dexter McCleon ha tolto profondità  alla secondaria che si trova in difficoltà  quando deve schierarsi nella classica formazione nickel back.

Unica nota positiva è il buon inserimento della prima scelta Rob Thomas che sembra aver costretto il neo arrivo Jamie Duncan a spostarsi all'esterno della linea dei linebakers malgrado il suo nuovo defensive coordinator Lovie Smith lo conosca bene per averlo già  allenato a Tampa Bay.

I Rams stanno mostrando il loro punto più debole: non sanno soffrire e lottare per ribaltare una situazione difficile ed appaiono “soft” fisicamente ma soprattutto mentalmente. Statisticamente sono 20 partite consecutive che vengono sconfitti quando sono sotto alla fine del terzo quarto perché perdono tutte le battaglie dell'ultimo e decisivo quarto.

Un esempio: contro Dallas sul 10-10 quando nel quarto quarto di sono trovati in raggio da field goal la linea offensiva è collassata permettendo a Greg Ellis di effettuare un sack decisivo ai danni di Martin che ha fatto perdere 6 yards a St Louis costringendo poi Jeff Wilkins a calciare dalle 49 yards sbagliando così la trasformazione.

L'analisi di Martz non fa una piega: “(i)Non abbiamo più scelta. Nessuno è dispiaciuto per la nostra situazione e dobbiamo trovare da soli la forza per incontrare i 49ers, nostri rivali di conference, e battagliare per tutta la partita. La prossima partita a San Francisco sarà  una tappa fondamentale per la nostra stagione.(/i)”

Ma riuscirà  Martz a rigenerare un ambiente troppo abituato a vincere? Forse no anche perché Martz sembra aver fatto il suo tempo. Per qualcuno ormai è giunto il momento di cambiarlo. Occorre un allenatore che riesca a ricaricare un ambiente che appare in netta crisi psicologica, e che rimescoli le carte sul playbook, cosa che Martz non sembra capace di fare.

I 49ers sono l'ostacolo da superare per non finire 0-5 e per non perdere il posto di capo allenatore. A San Francisco, i 49ers non vedono l'ora di vendicare le 6 sconfitte consecutive subite nelle ultime partite giocate con i Rams. Per loro sarebbe anche l'occasione per eliminare definitivamente un'avversaria diretta dalla corsa della NFC West.

Per St Louis invece c'è lo spauracchio dello 0-5. In passato l'unica squadra che è partita 0-5 dopo aver giocato il SuperBowl sono stati i Giants del 1987 di coach Bill Parcells e del suo quarterback Phil Simms che poi chiusero la stagione con il record negativo di 6-9 precludendosi ogni possibilità  di giocare in post-season.

Il resto della stagione gli consegnerà  i Raiders ed i Seahawks all'Edward Jones Dome di St Louis, prima di fermarsi per leccarsi le ferite nella settimana di riposo. Se perdessero contro San Francisco potrebbero anche crollare ed arrivare ad un catastrofico 0-6 contro Oakland che avrebbe dell'inverosimile.

Nel resto della stagione St Louis avrà  poi di fronte Arizona (2), San Diego, Chicago, Washington, Philadelphia, Kansas City ed ancora Seattle e San Francisco in un calendario tutt'altro che facile come si conviene a chi l'anno precedente ha giocato il SuperBowl.

In questo momento i Rams sono riusciti ad eguagliare Atlanta e Denver che nel 1999 partirono con un record di 0-4. La loro stagione fini male per entrambe con Atlanta che passò dal 14-2 dell'anno precedente al 5-11 finale facendo peggio dei rivali di Denver (da 12-4 a 6-10). Per entrambi non ci fu la partecipazione ai playoffs del 1999, nell'anno in cui proprio St Louis vinse a sorpresa.

Sembra evidente che la stagione dei Rams si stia avviando lentamente verso una fine ingloriosa, anche alla luce dei recenti infortuni di Pace, Warner (fuori almeno per un mese) e delle precarie condizioni di Faulk. Personalmente dubito che vincano più di 4-5 partite a meno che riescano nelle prossime tre partite a sovvertire ogni pronostico.

Il football NFL ed il suo sistema forniscono ogni anno risultati tutt'altro che scontati, a favore di quell'equilibrio tanto ricercato da tutti i proprietari. In questa stagione la peggiore squadra del 2001, i Carolina Panthers (record 1-15), ha sfiorato addirittura il colpaccio al Lambeau Field contro Green Bay, rischiando di portarsi sul 4-0.

Non resta che dire: lunga vita al football!!!

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