NL Central Report #13

Wainwright, eccellente per tutta la stagione per i Cardinals

Ben ritrovati, cari lettori, con l'ultimo appuntamento dedicato alla National League Central.
Ebbene sì, dopo 6 mesi e ben 162 partite, la regular season è giunta al termine ed è arrivato il tempo dei playoffs, che rappresentano una competizione a sé, dove viene resettato quasi del tutto quello che è stato fatto in regular season e soprattutto dove si decide chi vincerà  il titolo.

A rappresentare la National League Central ci saranno, come era nell'aria da qualche tempo, i St. Louis Cardinals guidati da Tony LaRussa che si aggiudicano la division con un record di 91 vinte e 71 perse.

Al secondo posto si classificano i deludenti Chicago Cubs, con un record di poco sopra quota .500 mentre sul gradino più basso del podio troviamo i Milwaukee Brewers, che sfiorano la back to back season sopra quota .500, chiudendo con 80 vinte e 82 perse.

Quarto posto per i Cincinnati Reds, che sorpassano gli Houston Astros proprio nelle ultime due settimane, mentre all'ultimo posto troviamo, come ampiamente atteso, i Pittsburgh Pirates.

È stata una division che ha regalato un finale di stagione meno appassionante del solito, merito dei Cardinals che dall'acquisto di Holliday hanno letteralmente inserito una marcia in più rispetto alle rivali e grosso demerito dei Cubs, nettamente favoriti ad inizio anno, che hanno disputato una stagione a dir poco disastrosa, tra infortuni, scelte scellerate in off-season e in-season e giocatori che hanno giocato nettamente al disotto delle attese.

Nel primo turno dei playoffs i Cardinals se la vedranno con i Los Angeles Dodgers, senza il fattore campo a disposizione. Ma concentriamoci soprattutto sulle singole squadre, andando a dare una breve analisi della stagione appena terminata.

ST. LOUIS CARDINALS (91 vinte -71 perse)
Con il titolo conquistato quest'anno, i Cardinals diventano con tutta probabilità  la squadra migliore della National League di questo decennio.

Dal 2000 infatti non sono quasi mai mancati nella post-season e nel 2006 si sono addirittura laureati World Champions; quest'anno la strada appariva totalmente in salita visto che i Cubs sembravano in grado di dominare la division e che attorno alla squadra del Missouri aleggiavano numerosi dubbi.

Ma LaRussa, coadiuvato dal pitching coach Dave Duncan ha fatto un lavoro fenomenale mantenendo i Cardinals in corsa fino a luglio, costringendo il front-office a cercare i tasselli mancanti per la corsa playoff: con l'arrivo di DeRosa, Lugo, ma soprattutto di Matt Holliday, la squadra ha poi letteralmente preso il volo verso il titolo divisionale e i meritatissimi playoffs.

Per valutare la stagione dei singoli, non si può che iniziare da Albert Pujols, il marziano della MLB: .327/.443/.658 la sua linea, con una OPS di 1.101, 47 hr, 135 RBI. Impressionante, per lunghi tratti della stagione è stato semplicemente dominante e alla sua completezza in attacco ha aggiunto anche un'ottima difesa.

Da luglio è stato aiutato molto da Matt Holliday, arrivato da Oakland in una blockbuster trade che ha coinvolto il top prospect dei Cards e che, alla fin dei conti, ha pagato: .353/.419/.604 la linea di Matt, con 1.023 di OPS.

La sorpresa dell'anno per i Cards rimane tuttavia Skip Schumaker, in grado di battere sopra .300 e di giocare decisamente bene in seconda base dopo essere stato un esterno per tutta la carriera. Molto bene offensivamente si è comportato anche Yadier Molina e si può giudicare positiva anche la stagione di Colby Rasmus, la sua prima stagione tra i pro. Ludwick non è andato bene come lo scorso anno, ha fatto fatica soprattutto all'inizio per poi riprendersi nella seconda parte dell'anno, mentre LaRussa ha trovato un ottimo utility player in Brendan Ryan, in grado di giocare quasi ovunque e di essere pericoloso con la mazza in mano. Male invece Rick Ankiel e non del tutto positivo anche lo stint in maglia Cardinals di DeRosa.

Sul monte di lancio abbiamo più volte tessuto le lodi del trio Carpenter-Wainwright-Pineiro.
I primi due sicuramente sono in lizza per il Cy Young award, mentre il terzo può essere sicuramente definito la sorpresa dell'anno per i Cards.

Wainwright è stato in grado di lanciare per 233 innings, record in carriera per lui, con ben 212 strikeouts mentre Carpenter si fermato poco sotto i 200 a causa di un infortunio, ma è parso dominante come qualche anno fa.

Pineiro è andato anche lui sopra i 200 innings, ha sofferto un po' in questo finale di stagione, ma è andato ampiamente sopra le attese, dominando per lunghi tratti di stagione i lineup avversari. Male invece gli altri due spot della rotation, occupati da Wellemeyer e Lohse.

Il primo è stato semplicemente pessimo, mentre Lohse, dopo l'ottimo inizio, è stato frenato più volte dagli infortuni e non è più riuscito a fornire prestazioni degne del contratto firmato in off-season. A stagione in corso è arrivato John Smoltz, che si contenderà  il quarto posto in rotazione playoff proprio con Lohse.

Nel bullpen ottima stagione per Franklyn, macchiata da una pericolosa flessione nel finale che lascia qualche dubbio per i playoff; buone le stagioni di Trever Miller e Dennys Reyes, mentre McClellan è andato a corrente alternata.

Per i Cards adesso ci sarà  un duro compito, affronteranno i Dodgers nelle division series e in gara 1 sul monte ci sarà  Chris Carpenter. La serie sarà  al meglio delle 5 partite, con il fattore campo a favore dei californiani.

CHICAGO CUBS (83 vinte - 78 perse)
È difficile commentare la stagione di questa storica squadra, che non vince un titolo dal 1908 e che quasi ogni anno parte con i favori del pronostico per poi naufragare puntualmente.

Quest'anno le cose sembravano addirittura troppo facili, le avversarie di division apparivano troppo deboli (Pirates, Astros), troppo indebolite (Brewers), troppo giovani (Reds) o con troppi punti di domanda attorno (Cardinals) per poter impensierire quella che sembrava un'autentica corazzata.

Sembrava si dovesse scrivere la cronaca di un trionfo annunciato ed invece ci troviamo a commentare l'ennesimo fallimento di una squadra costruita male, sfortunata per via dei numerosi infortuni, gestita male e caratterizzata dalle prestazioni nettamente sotto media di molti giocatori.

Al piatto l'MVP della squadra è sicuramente Derrek Lee, che sembra essere tornato ai fasti di un tempo, quando si contendeva il most valuable player con Albert Pujols. .306/.393/.579 la sua linea, con una OPS di .972.

Bene, seppur abbia giocato poco, Aramis Ramirez; bene anche Ryan Theriot che è riuscito a superare i 600 AB stagionali. Ma le note positive terminano qui, volendo si potrebbe dire che Fukudome ha disputato una stagione migliore di quella dello scorso anno ma poco altro: Soriano, Bradley, Soto sono tra le note più negative di un lineup che a tratti è parso imbarazzante.

Bradley è stato il grande colpo della off-season e in-season è stata la delusione più grande: errori al piatto, erroracci in difesa e un atteggiamento indisponente lo hanno reso il bersaglio pubblico numero uno assieme ad Alfonso Soriano, un altro giocatore che per il contratto che si porta appresso ha messo assieme dei numeri francamente imbarazzanti: .241/.303/.423.

Geovany Soto invece è andato incontro al più classico dei sophomore slump, frenato anche dagli infortuni. Deludente anche l'altro investimento fatto in off-season, Aaron Miles: pochi AB e numeri sconfortanti per lui.

La rotazione ha subito parecchi infortuni, solo Dempster ha raggiunto quota 200 innings e ad una prima analisi sembrerebbe che i partenti non siano stati un problema. Purtroppo non è così, l'unico veramente affidabile è stato Lilly mentre Dempster e Zambrano non hanno mai dato l'impressione di poter essere dominanti.

Harden ha iniziato malissimo e si è ripreso nella seconda metà  di stagione e fortunatamente per i Cubs è arrivato il semi-sconosciuto Randy Wells a sostenere la starting rotation. Ottima stagione per questo rookie, che è riuscito a raggiungere quota 12 vittorie e ad elettrizzare il pubblico di fede Cubs.

Il bullpen è stata una vera tragedia, la decisione di Piniella di usare Gregg come closer è stata una delle peggiori scelte mai fatte e solo tardivamente è stata corretta con lo switch con Carlos Marmol, indubbiamente il miglior rilievo a disposizione della squadra. Deludente anche Heilman, e su questo i tifosi Mets avrebbero potuto scommetterci; molto deludente anche Samardzija.

Sarà  una off-season difficile per i Cubs, l'ennesima a riflettere sugli errori commessi e a cercare di trovare i tasselli mancanti per costruire una squadra di successo.

MILWAUKEE BREWERS (80 vinte - 82 perse)
Stagione mediocre per la squadra guidata da Ken Macha, caratterizzata da uno splendido inizio e da una successiva lenta scivolata verso la mediocrità . Tuttavia non si può dire che abbiano deluso, rispetto allo scorso anno hanno perso Sheets e Sabathia in rotazione e si sapeva che alla lunga questo avrebbe avuto effetti negativi visto che i due non erano assolutamente stati rimpiazzati a dovere.

Non si trattava quindi di una squadra costruita per vincere, ma semplicemente di un team che voleva ben figurare sperando nel crollo di una delle due potenze storiche della division, crollo che non c'è stato. Peccato solamente che non sia arrivata la seconda stagione vincente consecutiva, obiettivo che era nelle corde della squadra.

Al piatto Ryan Braun e Prince Fielder si sono confermati tra le coppie più pericolose di tutta la mlb: il primo ha scritto .320/.386/.551 con 32hr e 114 RBI mentre il secondo, oltre ad essere l'unico giocatore ad aver giocato tutte le 162 partite di regular season, ha messo assieme una linea di .299/.412/.602 con 46 HR (secondo solo a Pujols) e 141 RBI (primo in NL). Fenomenali.

Il resto del lineup però è stato piuttosto deludente, falcidiato anche dagli infortuni, in particolare quello a Rickie Weeks. Cameron, Hardy, Hart sono andati ampiamente sotto le attese, Hardy addirittura ad un certo punto è stato rispedito nelle minors per ritrovare lo swing adatto.

Nota positiva è senza dubbio McGehee, mentre sono da segnalare i primi AB di Mat Gamel nella MLB: il top prospect dei Brewers infatti ha collezionato 128 apparizioni al piatto, battendo .242/.338.422 e sicuramente la prossima primavera proverà  a guadagnarsi un posto da titolare.

Sul monte nessun pitcher è riuscito a raggiungere i 200 innings lanciati, altra conseguenza dell'abbandono di Sheets e Sabathia, ed il solo Gallardo è stato l'unico a lanciare su ottimi livelli. Looper, firmato come FA e proveniente dai Cardinals, ha garantito ben 194.2 innings, ma non è mai stato convincente; Suppan è andato malissimo, ma sono soprattutto Parra e Bush ad aver fatto arrabbiare management e tifosi con le loro prestazioni.

Nel bullpen Hoffman ha disputato una splendida stagione ed ha espresso la volontà  di rimanere con i Brewers anche per il prossimo anno, una conferma importante per questa squadra. In generale comunque tutto il bullpen ha disputato una buona stagione, con Coffey e DiFelice a far la parte dei leoni.

In off-season il management avrà  di fronte il difficile compito di rendere la squadra competitiva ai massimi livelli con un budget limitato. Si dovrà  lavorare partendo dalle certezze, rappresentate da Braun, Fielder, Gallardo e Hoffman.

CINCINNATI REDS (78 vinte - 84 perse)
La stagione si conclude appena sotto quota .500 per i Cincinnati Reds, una stagione mediocre per una squadra che era partita con l'intenzione di far da guastafeste nella division.

Le potenzialità  c'erano e ci sono anche per il futuro, tuttavia rimangono aperti grossi dubbi per quanto riguarda la gestione di questa squadra, soprattutto per il manager: Dusty Baker infatti appare inadatto a guidare una squadra che dovrebbe trarre la sua forza dai giovani e non da veterani bolliti non più in grado di essere everyday players in MLB. Fino a giugno la squadra ha dato l'impressione di potersela giocare con tutti, poi alcuni infortuni a giocatori chiave e il calo delle prestazioni hanno dato il colpo di grazia alla stagione.

Al piatto l'Mvp è sicuramente Joey Votto, stagione da .322/.414/.567 per lui, con una OPS di .981; frenato dagli infortuni, ma tuttavia conferma il suo potenziale da superstar assoluta. Malino invece l'altra stella della squadra, Jay Bruce, anche lui comunque frenato dagli infortuni.

Tuttavia, ad una analisi un poco più approfondita, si nota come per l'anno prossimo per questo giocatore ci siano ampi margini di miglioramento: i tifosi Reds possono quindi sperare in una sua break out season il prossimo anno.

Tra gli altri giocatori si è distinto solamente Brandon Philips, che ha disputato una stagione discreta, buona se paragonata a quella degli altri elementi. Pessima, veramente pessima, la stagione di Taveras, che nonostante una OBP di .275 ha fatto il leadoff per gran parte dell'anno ed ha ottenuto ben 404 AB, terzo in assoluto della squadra. Una delle scelte senza senso cui accennavamo prima.

A metà  stagione è stato ceduto Encarnacion in cambio di Rolen, una mossa incomprensibile in prospettiva futura, soprattutto perché non è stato uno scambio alla pari (ha coinvolto infatti anche un paio di prospetti dei Reds), ed è arrivato anche Balentien, un giocatore che potrebbe far bene il prossimo anno.

Sul monte brilla Bronson Arroyo, autore di una buona stagione grazie soprattutto al dopo ASG dove è stato assolutamente strabiliante. Cueto, partito fortissimo, è stato poi frenato dagli infortuni e ha chiuso giocando malino, ma anche lui ha ampi margini di miglioramento e dovrebbe essere uno dei punti fermi della rotation dei Reds anche per il prossimo anno.

Sfortunato Volquez, che ha visto la sua stagione interrompersi prematuramente per gli infortuni, male invece Harang dal quale ci si aspettava un rebound dopo l'orrenda stagione 2008. Owings e Bailey, i giocatori che si sono divisi il quinto spot in rotazione, sono invece apparsi del tutto inadeguati, anche se Bailey nel finale di stagione ha mostrato sprazzi del talento che l'avevano fatto additare tra i top prospects di tutta la MLB. Nel bullpen ottima la stagione di Cordero, 39 salvezze per lui, e molto buona anche la stagione dei suoi setup, Rhodes e Masset.

Sarà  una off-season importante per i Reds, che dovranno prendere sicuramente delle decisioni sulla guida tecnica della squadra e sulla filosofia della squadra: ne va del loro futuro, una linea come quella tenuta quest'anno, con l'insistenza sui veterani in off-season ed in-season, non li porterà  certo lontani.

HOUSTON ASTROS (74 vinte - 88 perse)
Date le premesse, non c'è da essere delusi per questa stagione degli Astros: ad inizio anno infatti gli Astros erano dati per ultimi nella division, afflitti da grossi problemi sia sotto il profilo puramente tecnico (una farm oscena), sia sotto il profilo economico.

Anzi, per larghi tratti della stagione i texani hanno giocato quasi da contender, restando in lizza fino a luglio per un posto nei playoff, ma per i motivi già  citati non si sono rinforzati e la stagione pian piano è scivolata via. Sul finire dell'anno è stato licenziato anche il manager, aprendo le porte a una off-season potenzialmente tumultuosa.

Al piatto, parlando di prestazioni dei singoli, spiccano sicuramente le stagioni di Miguel Tejada e Carlos Lee. Il primo è stato letteralmente torrido nella prima parte di stagione, anche se è diventato più un giocatore di contatto che non di potenza come lo era qualche anno fa; Carlos Lee invece è una costante per questi Astros che sono stati "traditi" dall'altra grande star del team, Lance Berkman.

Quest'ultimo è partito malissimo, è stato fermato dagli infortuni e nel finale piano piano si è ripreso mettendo assieme numeri comunque accettabili, ma lontani dai suoi standard. Bourn e Pence si sono confermati come discreti giocatori, male Matsui, che tuttavia era partito bene.

Sul monte grande stagione per Wandy Rodriguez, che ha preso il posto di Roy Oswalt come ace del team. 205.2 innings per lui, 14 vittorie, 193 strikeouts e una ERA di 3.02. Se fosse stato in un'altra squadra, in grado di supportarlo meglio, forse sarebbe stato in corsa addirittura per il CY Young Award.

Così così Oswalt, partito male e pian piano ripresosi, anche lui fermato dagli infortuni più volte. Il resto della rotazione è stato invece semplicemente imbarazzante e qui si dovrà  lavorare in off-season. Il bullpen ha ritrovato Josè Valverde ed hanno fatto buone stagioni anche Hawkins e Byrdak.

Difficile prevedere che off-season sarà  per questa squadra, molti sono i punti di domanda che aleggiano attorno al front office ed alla gestione economica del team, il primo passo sarà  sicuramente decidere chi guiderà  la squadra nel 2010 e poi vedremo il resto.

PITTSBURGH PIRATES ( 62 vinte - 99 perse)
Stagione strana per questa squadra, che a fine anno si ritrova con pochissimi giocatori fra quelli che avevano iniziato l'annata in maglia Pirates. Merito delle numerosissime operazioni di mercato del neo GM Hungtington, che ha deciso di dare una notevole sterzata alla filosofia alla base dei Pirates, una filosofia che a detta di molti non avrebbe portato da nessuna parte. Appurato che la stagione in corso sarebbe stata comunque perdente, ha iniziato a vendere tutti i veterani della squadra in cambio di prospetti e giocatori potenzialmente talentuosi, dando spazio anche ai prospetti per cercare di costruire un qualcosa che dovrebbe ripagare gli sforzi fra qualche anno. Il 62-99 di questa stagione va quindi visto in quest'ottica e per quanto faccia male per i tifosi vedere la squadra perdere, possono però sperare in un futuro migliore le cui basi sono state poste adesso.

Al piatto l'unico giocatore sopra i 500AB è Andy LaRoche, uno dei pochi rimasti dall'opening day e autore di una stagione assolutamente mediocre; benissimo invece il rookie McCutchen: .286/.365/.471 con una OPS di 836. Bene anche una delle grandi scommesse fatte per il futuro, cioè Lastings Milledge, che l'anno prossimo sarà  sicuramente chiamato ad essere fra i trascinatori della squadra. Male Brandon Moss, arrivato nell'affare Bay del 2008, male anche Ryan Doumit, il giovane catcher. Bene invece Garrett Jones, che nonostante sia ancora "giovane", è già  tra i veterani della squadra.

Sul monte, buona stagione di Zach Duke, oltre 200 innings per lui. Non è stato continuo, ma 21 quality starts in 32 partenze sono sicuramente un buon biglietto da visita. Discreta stagione anche per Paul Maholm ed ottima stagione, frenata dagli infortuni, per Ohlendorf. Dietro di loro, il deserto.

Anche il bullpen ha sofferto parecchio quest'anno, soprattutto Capps, il giovane closer che non ha saputo dare continuità  alle sue prestazioni. Tra le note positive nel bullpen citiamo sicuramente Hanrahan, arrivato a metà  stagione in una delle mille trades e che ha saputo ritagliarsi un discreto spazio giocando alla grande nel suo stint in maglia Pirates.

Si attende con ansia di vedere come sarà  l'off-season dei Pirates, si preannuncia movimentata nell'ambito dell'opera di ringiovanimento iniziata durante la stagione. Ci sarà  anche parecchia curiosità  per vedere se e come si muoveranno nel mercato dei free agent.

Siamo arrivati alla conclusione dell'ultimo report, ringraziandovi per aver seguito la division durante tutta la stagione e nell'attesa dello speciale off-season previsto per novembre, vi lascio con i premi personali, attribuiti dal sottoscritto, per la stagione 2009 per la National League Central.

MVP: Albert Pujols (Cardinals); runner up: Prince Fielder & Ryan Braun (Brewers)
CY YOUNG: Chris Carpenter (Cardinals); runner up: Adam Wainwright (Cardinals)
ROOKIE OF THE YEAR: parimerito tra Randy Wells (Cubs) e McCutchen (Pirates)
MANAGER OF THE YEAR: Tony LaRussa (Cardinals)

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