Pryor è atteso alla stagione della consacrazione.
E' ormai abitudine, almeno negli ultimi anni, considerare la Big Ten come la sorella povera fra le conference del college football. La prima cosa che viene in mente quando si pensa alla Big Ten sono i fallimenti nella post-season e le debacle nei nonconference games, pensieri ancor più accentuati dalla crisi delle due powerhouse di riferimento, con il doppio crollo di Ohio State nel National Championship e nel Fiesta Bowl del 2008 e il tunnel di desolazione senza via d'uscita in cui è entrata Michigan dopo la sconfitta clamorosa contro Appalachian State del 2007.
Per questa stagione però, la Big Ten si è tirata a lucido come non mai, frutto anche di una stagione 2009 eccellente che la vista primeggiare con grandi successi nella post-season, interrompendo la striscia sfortunata di fallimenti annunciati. Ohio State ed Iowa hanno infatti portato a casa entrambi i propri BCS Bowls, Penn State ha battuto LSU nel Capital One Bowl e Wisconsin ha avuto la meglio su Miami nel Champs Sport Bowl senza dimenticare la performance positiva di Northwestern nella sconfitta contro Auburn arrivata solo nel finale di partita.
La stagione 2010, l'ultima prima dell'espansione a dodici squadre che avrà luogo l'anno prossimo con l'ingresso di Nebraska, presenta ancora lo stesso canovaccio delle ultime campagne: Ohio State favorita e sesto titolo consecutivo all'orizzonte. Wisconsin ed Iowa, prime due contender credibili che staccano via via tutte le altre con Penn State in fase di transizione e Michigan nel limbo della metà bassa della classifica.
Ohio State Buckeyes
I Buckeyes saranno anche per questo 2010 la squadra da battere nella Big Ten. Per Jim Tressel e soci, l'obiettivo non sarà solo difendere il titolo di conference, ma anche e sopratutto, quello più ambizioso e importante di puntare al National Championship. I mezzi per riuscirci ci sono e non è un mistero che Ohio State sia considerata quasi all'unanimità una delle due finaliste, certo è che per arrivare fino in fondo Tressel ha bisogno che Terrelle Pryor metta le ali e diventi il fenomeno che tutti si aspettano da due anni a questa parte. Per vincere la Big Ten può bastare anche un Pryor non particolarmente in vena, ma per vincere il titolo nazionale è necessario che innalzi notevolmente il livello delle prestazioni, in maniera netta e costante per tutto l'arco della stagione.
I miglioramenti di Pryor, che saranno anche quelli decisivi per il cammino della squadra, dovranno venire senza dubbio nel gioco aereo, dove letture difensive, visione di gioco e meccanica di lancio hanno finora lasciato un po' a desiderare. Se dal punto di vista fisico-atletico è un giocatore unico, in grado di essere letale come nessun altro come corrdore in campo aperto, non altrettanto si può dire del suo livello come passatore. Nella scorsa stagione, Pryor ha chiuso con 2094 yards lanciate, 18 touchdowns, 11 intercetti e un misero 57% di passaggi completati. Pryor ha dato il meglio di sè nella seconda parte di stagione, dopo l'upset di Purdue, dove Tressel e Jim Heacock, hanno messo da parte l'idea di partenza di un sistema pro per ridisegnare il gioco aereo su di un sistema tipicamente collegiale e basato sullo spread attack. Il risultato è stato molto positivo ed ha portato non solo ad un miglioramento in corso di Pryor, esonerato da compiti decisionali, ma anche alle vittorie di squadra culminate con il titolo della Big Ten e il successo nel Rose Bowl contro Oregon, dove Pryor è stato eletto MVP della partita a fronte di una prestazione eccellente fatta da 23-37, 266 yards lanciate e 2 touchdowns. La speranza è che il Rose Bowl abbia fatto da spartiacque fra il vecchio Pryor e quello nuovo. Qualora dovesse migliorarsi e mantenersi su questi livelli, con il cast di supporto a disposizione, titolo nazionale ed Heisman Trophy saranno a portata di mano.
Daniel "Boom" Herron sarà anche per il prossimo anno il primo running back della squadra, Pryor a parte. Nonostante un problema alla caviglia che lo ha limitato a metà della stagione scorsa, Herron ha chiuso con 600 yards e 11 touchdowns. Tremendo cut-back, Herron non ha le caratteristiche fisiche per essere un inside-runner anche se non rifiuta i tackles ma sfrutta la sua incredibile velocità in campo aperto. Con lui, come running back 1B c'è Brandon Saine che viene da una stagione da 739 yards, 4 touchdowns e 5.1 YPC, ma la notizia più importante è che finalmente è riuscito a completare l'anno senza infortunarsi. Uno dei giocatori più veloci della squadra, Saine ha grande abilità anche come ricevitore fuori dal backfield, ma ha bisogno della completa forma fisica per rendere al massimo. A completare un reparto profondissimo per quantità e talento, ci sono anche Jordan Hall, Jamaal Berry, Jermil Martin, Carlos Hyde e i fullback Zach Boren, grandissimo bloccatore e la riserva Adam Homan.
Il reparto dei ricevitori è nel complesso il migliore della conference. Il 2010 sarà probabilmente l'anno di DeVier Posey, go-to-guy di Pryor e in linea per essere l'ultimo grande prospetto ricevitore NFL targato Ohio State. Posey ha chiuso la stagione con 68 ricezioni, 828 yards e 8 touchdowns e con i miglioramenti di Pryor nel passing game, per lui si prospetta una stagione da più di 1000 yards. Nell'altro ruolo di starter c'è Dane Sanzenbacher, giocatore forse un po' sottovalutato per via della non eccelsa velocità e taglia fisica, ma molto affidabile nelle tracce e in fase di ricezione. Nel ruolo di tight-end titolare troviamo Jake Stoneburner, giocatore atipico per come viene inteso il ruolo a Columbus ma proprio per questo potrebbe rivelarsi la sopresa maggiore dell'attacco di Tressel. La sua abilità come ricevitore ne fanno un ulteriore target per Pryor, nonchè devastante in red zone e la sua potente struttura fisica costituirà un terribile matchup per le difese avversarie.
La linea offensiva è fra le migliori del panorama nazionale. Il giocatore più rappresentativo è la guardia Justin Boren, terrificante run blocker con futuro assicurato in NFL, famoso anche per l'ormai celebre trasferimento dagli odiati rivali di Michigan. Il trio interno, probabilmente il più forte in circolazione, è composto anche dal centro Mike Brewster, grande prospetto nel ruolo di centro, fra i migliori della conference e Bryant Browning, potente guardia specializzata in run blocking. Sugli esterni ci sono il right tackle JB Shugarts e il left tackle Mike Adams, atteso al definitivo breakout year.
Eccellenti ritorni anche in difesa, dove il defensive end Cameron Heyward ha di fatto rinunciato ad essere chiamato nelle parti alte del Draft NFL per tornare a Columbus per l'ultimo anno. Non un pass rusher d'elitè, “solo” 6,5 sacks nella passata stagione, ma un grandissimo e versatile difensore all around in grado di ricoprire tutti i ruoli della linea che ne fanno uno fra i più completi della panaroma nazionale. Sul lato opposto, come “LEO”, ibrido defensive end/linebacker, ci sarà il junior Nathan Williams, veloce e violento pass rusher che prenderà il ruolo lasciato libero da Thad Gibson. In mezzo, troviamo il veterano Dexter Larimore, classico defensive tackle run stuffer con grande presenza fisica ed esperienza e soprattutto il sophomore John Simon, terrificante nella weight room con una potenza e un upside senza precedenti che lo lanciano ad essere la star del futuro nella difesa di Ohio State.
A proposito di star, non avrà i capelli lunghi biondi da cantante rock che gli escono dall'elmetto e non avrà il papà wrestler, ma Ross Homan è l'ennesimo grande linebacker di Columbus. Pur non avendo il fisico per gli standard del grande prospetto NFL, Homan è un eccellente tackler e macchina da big plays. Nella passata stagione ha chiuso con 108 placcaggi e nel senior year si candida nuovamente ad un ruolo predominante nella difesa. Con lui, Brian Rolle, altro linebacker undersize emerso come potenziale star nel 2009 chiusa con 95 tackles. Grandissimo colpitore ed eccellente velocità che lo rendono una minaccia in ogni zona del campo. L'ultimo dei titolari, è probabilmente il più talentuoso in valore assoluto ovvero, Etienne Sabino, junior ed ex top recruit, finalmente al ruolo da starter come strongside linebacker dopo due anni fra gli special teams.
La secondaria negli ultimi due anni ha perso molto in fatto di talento, prima con la partenza di Malcolm Jenkins, poi con quella di Kurt Coleman, ciò nonostante è riuscita a mantenere alto il livello di rendimento.
Chimdi Chekwa sarà il primo cornerback, velocità innata e grande abilità a placcaggio, mentre Devon Torrence, ex super prospetto di baseball diventato però un solido defensive back, lavorerà sul lato opposto. Jermale Hines giocherà nel ruolo di free safety. Titolare a tempo pieno dopo anni da riserva come defensive back e linebacker, Hines, terzo tackler di squadra del 2009 ha tutto per diventare il playmaker di riferimento della secondaria. Il sophomore Orhian Johnson occuperà invece lo spot di strong safety.
Menzione d'obbligo per il kicker, Devin Barclay, eroe nello showdown della Big Ten '09 contro Iowa. Il Tresselball non ha ragione d'esistere senza un placekicker di livello e il suo rendimento sarà necessario per la riuscita del gioco di squadra.
Come detto, Ohio State è la favorita non solo per il titolo della Big Ten ma anche per giocarsi il National Championship. Poche squadre nella NCAA sono in grado di controllare il proprio destino con le vittorie ed Ohio State è una di queste. Nessun altro top team può contare su ritorni più influenti di quelli avuti da Tressel, di conseguenza ogni risultato che non sia quello sopracitato potrebbe essere preso come un fallimento. Tutto passerà da Pryor, se crescerà nel gioco e imparerà a dominarlo, Ohio State può arrivare ovunque.
Wisconsin Badgers
Al termine della stagione 2008, tutto si poteva immaginare tranne che Wisconsin potesse vincere 10 partite e il bowl l'anno successivo e presentarsi ai nastri di partenza di questo 2010 come seconda miglior squadra della conference e contender accreditata non soltanto per il titolo interno ma anche per obiettivi più importanti. La chiave della stagione sarà vedere come Brett Bielema riuscirà a sostituire al meglio i cinque titolari della difesa che hanno lasciato l'università , problemi che non avrà ovviamente per l'attacco, il quale con ben dieci ritorni si preannuncia fra i migliori della Big Ten.
La stella dell'attacco è indubbiamente John Clay che con 1517 yards, 18 touchdowns e almeno 100 yards corse nelle ultime sei partite dello scorso anno, è stato eletto Big Ten Offensive Player of the Year, riportando il running game dei Badgers ai fasti di un tempo. Poco utilizzato come riceivitore, anche se in possesso di discrete mani per giocare qualche screen plays, Clay, nonostante il fisico possente non è il classico big bruiser, ma riesce ad essere ugualmente devastante in campo aperto sfruttando la sua velocità eccezionale. Nelle ultime due stagioni, Wisconsin è 9-2 quando Clay corre per più di 100 yards in partita, segno tangibile dell'importanza assoluta del giocatore nell'economia della squadra. Difficile poter chiedere di più dopo una stagione così, ma un ulteriore anno di esperienza sulle spalle e il ritorno dell'intera linea offensiva, potrebbero consentirgli di ripetere e migliorare, qualora fosse possibile, le statistiche passate, rendendolo uno dei primi candidati legittimi al titolo di Heisman Trophy. Con lui, a completare un reparto corse di assoluto valore troviamo il sophomore Montee Ball, che ha mostrato flash di talento incredibile nel suo primo anno con 391 yards e 4 touchdowns rappresentando il complemento perfetto di Clay e il senior Zack Brown, promessa di un tempo che lascerà però Madison con un ruolo marginale.
Se Clay è la stella conclamata, Scott Tolzien, quarterback senior, potrebbe essere la chiave che potrebbe trasformare Wisconsin in una squadra vincente. Dopo aver iniziato la stagione 2009 come backup è salito alla ribalta nel finale di campionato, diventando immediatamente uno dei migliori quarterback della Conference, chiudendo con 211 passaggi completati, 2705 yards, 16 touchdowns e 11 intercetti, cinque dei quali però, arrivati nei due big match contro Ohio State ed Iowa. I suoi miglioramenti nello sviluppo del gioco e il suo rendimento contro le difese di prima fascia della Conference saranno inevitabilmente fondamentali per la stagione dei Badgers, i quali potrebbero ritrovarsi uno dei migliori passing game della storia recente dell'università ed essere determinanti nei giochi di passaggio tanto quanto nel running game, togliendo quindi notevole pressione difensiva a Clay e agli altri running back.
A favorire Tolzien, c'è sicuramente un reparto ricevitori fra i migliori della Big Ten. L'elemento di spicco è il junior Nick Toon, figlio d'arte, che ha terminato la stagione 2009 con 54 ricezioni, 805 yards, 8 touchdowns e 14.9 yards per ricezione. Dotato di un'ottima taglia fisica, 6-1 211, e una velocità notevole che lo rendono pericoloso sul profondo, Nick Toon sarà il go-to-guy di Tolzien e anche se non ha il talento di suo padre Al, è un autentico playmaker che potrebbe chiudere la stagione tra i primi ricevitori della Conference. Il senior Isaac Anderson sarà il ricevitore opposto, secondo leading receiver della squadra, è il classico ricevitore che basa tutto sulla velocità e sul rilascio anche se i frequenti infortuni potrebbero minare la sua condizione fisica, necessaria per rendere il suo gioco effettivo. Talento incredibile anche nelle retrovie dove c'è David Gilreath, senior, uno dei migliori all-purpose playmaker della Big Ten che ha in carriera 44 ricezioni e 375 yards corse, rappresentando una minaccia anche come returner. L'ascesa di Toon ha visto il suo ruolo ridursi, ma la sua flessibilità lo rende utilizzabile in svariate situazione. Occhio allo sfortunato Kyle Jefferson, nonostante i problemi di varia natura del passato, è considerato il miglior ricevitore in valore assoluto e potrebbe ritagliarsi uno spazio anche lui. La seconda star del reparto è senza dubbio Lance Kendricks, senior tight-end, che da backup ha chiuso con 29 ricezioni, 356 yards, 4 touchdowns e un incredibile perfomance nel bowl contro Miami. Dopo Travis Beckum e Garrett Graham, Kendricks ha tutto per diventare uno dei playmaker più determinanti della squadra.
Se Clay è la stella della squadra, la linea offensiva rappresenta il reparto su cui ruoterà tutta la stagione 2010 dei Badgers. Non c'è nessun'altra squadra di college che può permettersi di far tornare i titolari anno dopo anno. Tutti gli starters del 2009 sono a Madison e Bielema potrà così contare su quella che all'unanimità non solo la miglior linea, ma anche il miglior reparto singolo in assoluto della nazione. A guidare il gruppo c'è il senior Gabe Carimi, ottimo pass protector e potentissimo run blocker nel ruolo di left tackle e la guardia John Moffitt, altro first-team All-Big Ten e run blocker devastante. Il sophomore Peter Konz sarà il centro e la star del futuro, Kevin Zietler giocherà come right guard mentre il junior Josh Oglesby, ex top recruit della nazione e potenziale prospetto NFL, è chiamato alla definitiva consacrazione nel ruolo di right tackle. La linea offensiva è il reparto tecnicamente più forte ma anche quello più fragile a livello fisico, dove tutti e cinque i titolari si portano dietro fastidiosi infortuni del passato. La condizione fisica sarà quindi determinante, se tutti dovessero mantenersi in forma ottimale per tutta la stagione, i Badgers si ritroveranno la miglior linea della storia recente di Wisconsin.
In difesa, il punto di domanda principale è relativo alla defensive line e a come Bielema riuscirà a sostituire tre dei quattro titolari della passata stagione che hanno contribuito a fare di Wisconsin la prima della Big Ten in run defense e sacks.
Il giocatore più importante del reparto è J.J. Watt, 6-6 286 junior defensive end, che viene da una stagione da 44 tackles, 4,5 sacks e 15,5 tackle for loss. Anche se più propenso a diventare in futuro un defensive end da 3-4 che da difesa 4-3 classica, Watt è il leader indiscusso della linea e si prepara a diventare uno fra i migliori difensori della Conference candidando il suo nome a qualche premio post stagionale. A ricevere la pesante eredità di O'Brien Schofield ci sarà il junior Louis Nzegwu, giocatore che ha visto il campo relativamente poco nella passata stagione ma che per molti scout ha il futuro assicurato. La parte interna della linea sarà ancorata dal redshirt freshman Jordan Kohout, 6-3 292 che dopo un anno di apprendistato è pronto a prendersi il ruolo e dal junior Patrick Butrym, che dopo qualche chances da titolare nel 2009 è stato utilizzato prevalentemente come giocatore di rotazione. Nelle retrovie, da segnalare Tyler Dippel, defensive end molto altetico ai box per tutta la scorsa stagione per un infortunio al ginocchio ma che potrebbe entrare in competizione con Nzegwu per il ruolo di starter.
Nel reparto lineabacker, il nome di spicco è ovviamente quello di Chris Borland, weakside linebacker al secondo anno che è destinato a diventare una leggenda dei Badgers. Nella sua prima stagione ha messo insieme qualcosa come 54 tackles, 5 sacks, 10,5 tackles for loss e 5 fumble forzati che gli sono valsi il premio di Big Ten Freshman of the Year. Il senior Culmer St.Jean occuperà invece la posizione di middle linebacker al termine di una carriera passata perlopiù negli special teams mentre Mike Taylor, avrà il compito di non far dimenticare Jeavery McFadden, la cui partenza potrebbe rivelarsi più pesante del previsto.
Nessun grande nome invece, fra i defensive backs, reparto caratterizzato da grande atletismo e upside ma senza nessun grande giocatore di riferimento. I cornerbacks saranno il junior Devin Smith, quarto leading tackler della squadra in posesso di buone doti tecnico-atletiche ma un po' troppo inconsistente e l'altro junior, Antonio Fenelus, ex grande promessa nel special teams da freshman che però non ha mantenuto le aspettative una volta ricoperto il ruolo da titolare. Le safety saranno il veterano Jay Valay, decente colpitore e soprattutto Aaron Henry, da due anni alle prese con il recupero dall'infortunio ai legamenti ma che potrebbe diventare tranquillamente il miglior playmaker del reparto come free safety.
L'avversario più difficile per Wisconsin è probabilmente sè stessa. John Clay e i ritorni nel reparto offensivo posizionano automaticamente i Badgers sulla scìa dei Buckeyes per il titolo di Conference, ma una difesa in costruzione e la tendenza generale a perdersi strada facendo potrebbe rovinare i piani di Bielema. Il calendario è sostanzialmente alla portata, ma la doppia sfida a metà stagione con Ohio State in casa e Iowa fuori in sequenza saranno lo spartiacque del campionato. Le due partite potrebbero cambiare il destino della squadra e invertire il finale fra Iowa e Wisconsin. La sensazione è che il titolo della Big Ten 2010 passi inevitabilmente per Madison e con Ohio State candidata naturale a giocarsi il titolo nazionale, i Badgers potrebbero ritrovarsi tranquillamente a festeggiare il primo giorno del nuovo anno al sole della California.
Iowa Hawkeyes
Il terzo gradino del podio è destinato agli Hawkeyes. Nella scorsa stagione Iowa è riuscita ad infilare una serie di nove vittorie consecutive, la maggior parte delle quali con situazioni rocambolesche che sono incredibilmente andate tutte dalla parte di Kirk Ferentz e soci. Con un record di 9-0, forma ed entusiasmo a mille e il titolo della Big Ten ad un passo ecco che la buona sorte, volge impietosamente le spalle agli Hawkeyes e nella prima gara di novembre, la caviglia di Ricky Stanzi fa crack e con lui tutti i sogni dei propri fans. Iowa perde in casa contro Northwestern e la settimana successiva cade in overtime a Columbus, consegnando nelle mani dei Buckeyes il titolo del Big Ten e l'accesso al Rose Bowl.
Quest'anno però, Ricky Stanzi è tornato ad Iowa City per il senior year pronto a ripendere per mano gli Hawkeyes. Un po' troppo inconsistente e impreciso e nemmeno troppo bello da vedere, ma leader indiscusso dell'attacco con grande carisma e abilità di fare la giocata giusta al momento giusto. Stanzi ha chiuso il 2009 con 2417 yards, 56% di passaggi completati, 17 touchdowns e 15 intercetti, di cui cinque solo nella partita contro Indiana, numeri insufficienti per un quarteraback da contender.
Statistiche a parte però, la sua capacità di tirare fuori dal cilindro le giocate necessarie per rimonte incredibili è stato e sarà il leit-motiv della stagione di Iowa. La sua tenuta fisica sarà vitale in questo 2010, l'importanza emotiva di Stanzi sul resto della squadra, è assolutamente determinante per lo sviluppo del campionato. Alle spalle di Stanzi c'è quel James Vandenberg, talentino che nella stagione passata è stato buttato nella mischia nel momento peggiore cavandosela più che bene. Nello showdown contro Ohio State, Vandenberg, alla sua prima da starter dall'inizio, ha chiuso con un ottimo 20-33, 233 yards e 2 touchdowns, facendo segnare però anche 3 pesanti intercetti che sono costati caro ad Iowa. Talento ed upside sono dalla sua parte, il futuro è assicurato.
Al termine di una stagione da 834 yards e 5 touchdowns, il sophomore Adam Robinson è pronto per migliorarsi ulteriormente. Con lui ci sarà , Brandon Wegher, altro sophomore, autore di 641 yards e 8 touchdowns e che anche per quest'anno riceverà parecchio playing time. Il terzo sophomore, Jewel Hampton, è potenzialmente il migliore di tutti. Fuori per tutta la stagione 2009 a causa di un infortunio al ginocchio, Hampton è considerato l'erede naturale di Shonn Greene e il suo pieno recupero rappresenta un'aggiunta formidabile al running game di Ferentz.
Anche fra i ricevitori, ritorni illustri come quelli dei titolari Derrell Johnson-Koulianos e Marvin McNutt con Colin Sanderman e Keenan Davis alle loro spalle. DJK sarà il ricevitore primario a fronte di una stagione da 45 ricezioni e 750 yards garantendo come al solito la sua grande abilità nel gioco verticale, mentre McNutt, 34 ricezioni e 8 touchdowns, potrebbe insidiare Johnson-Koulianos per la palma di miglior ricevitore di squadra. Partito Tony Moeaki, il target offensivo più pericoloso della scorsa stagione, il ruolo di tight end ricadrà nelle mani di Allen Reisner anche se il freshman C.J. Fiederowicz, top recruit, rappresenterà quasi sicuramente l'asso nella manica di Ferentz. Nonostante l'inesperienza, Fiederowicz ha troppo talento per restare ai margini e considerato che il tight end è parte fondamentale del gioco aereo di Ferentz, difficilmente Iowa rinuncerà a lui.
Grande cambiamento invece, per la linea offensiva. Sostituire in un colpo solo Bryan Bulaga, Rafael Eubanks e Kyle Calloway non sarà certo facile, ma si sa che Ferentz è eccellente nello sviluppo degli uomini di linea. Riley Reiff è il nome più importante, sophomore left tackle che ha giocato anche come guardia. Sarà lui a raccogliere l'eredità di Bulaga e anche se non ha la stessa potenza, ha talento sufficiente per diventare una star nel futuro prossimo. Mark Zusevics sostituirà invece Calloway come right tackle, con il senior Julian Vanderveld nel ruolo di left guard, Adam Gettis in right guard e Josh Koeppel a comandare gli snap.
La difesa di Iowa ha un nome, Adrian Clayborn. Nonostante qualche problema off field di troppo, Clayborn è destinato ad un futuro da star anche in NFL, già ora considerato fra le primissime scelte del prossimo Draft. Difficile fare meglio dei 70 tackles, 11,5 sacks e 20 tackle for loss ma il big man di Iowa sembra essere uscito da un videogioco e sarà una minaccia assoluta per tutti gli avversari. Il junior Broderick Binns, di cui si parla relativamente poco, giocherà invece sul lato opposto a Clayborn e sfruttandone la presenza potrebbe aumentare notevolmente i suoi numeri. Karl Klug è invece la stella fra i defensive tackle. Grandissimo run stopper anche se non particolarmente fisico, Klug è estremamente attivo mentre il senior Christian Ballard aggiunge presenza veterana e muscolare.
Nel reparto linebacker, Ferentz dovrà supplire alla partenza di Pat Angerer e A.J. Edds, non proprio due qualunque ad Iowa City. Il senior Jeff Tarpinian occuperà il ruolo di middle linebacker insidiato da Troy Johnson mentre Tyler Nielson giocherà in posizione di strongside. Il nome da tenere d'occhio è quello di Jeremiah Hunter, senior weakside linebacker che viene da una stagione da 89 tackles e che alla fine di questa potrebbe ricevere parecchia attenzione a livello nazionale.
La secondaria è guidata dalla strong safety junior Tyler Sash, grande colpitore ed eccellente playmaker, la cui considerazione sta crescendo a dismisura. Sash ha chiuso il 2009 con 89 tackles, 5,5 for loss e 6 intercetti che ne fanno uno dei migliori defensive back del paese. Il senior Brett Greenwood giocherà nel ruolo di free safety, mentre Shaun Prater e Micah Hyde saranno i cornerbacks.
Iowa punta al titolo della Big Ten e non potrebbe essere altrimenti con sedici ritorni fra attacco e difesa. L'anno scorso sono arrivati ad un soffio, quest'anno invece vogliono prendersi tutto. La tenuta fisica di Stanzi e il rendimento della nuova linea offensiva saranno la chiave della stagione. La schedule è molto interessante, considerato che Ohio State, Wisconsin e Penn State faranno tutte visita ad Iowa City, vantaggio notevole nei big match, mentre le trasferte in conference sono facilmente superabili sulla carta. La trasferta di Arizona in week 3 potrebbe rappresentare una trappola, ma Iowa ha talento sufficiente per entrare nella schedule interna imbattuta. E' probabile che Iowa se la giocherà con la vincente della sfida Ohio State-Wisconsin, ma se tutto dovesse filare liscio senza infortuni, non c'è motivo di credere che Ferentz non possa andare al Rose Bowl.
Penn State Nittany Lions
Gli anni passano e le discussioni su cosa accadrà a Penn State quando verrà messa la parola fine all'era di Joe Paterno che si rincorrevano da anni sembrano essere passate di moda. Ormai è consuetudine quando si parla dei Nittany Lions e mentre le chiacchere hanno tenuto banco per anni, Joe Paterno ha infilato tre stagioni da 11 vittorie nelle ultime cinque e 51 vittorie dal 2004 ad oggi. Se poi ci addentriamo nei numeri, vediamo che di queste 51 vittorie, solo 16 sono arrivate contro squadre da BCS teams con record vincente e solo 3, da squadre con più di dieci vittorie. Delle 13 sconfitte invece, 8 da squadre che hanno chiuso in doppia cifra. Ergo, Penn State ha vinto doveva vincere e ha perso contro squadre più forti. Essendo questo 2010, un anno di transizione dopo la fine del ciclo di Daryll Clark e soci, è possibile che il record delle sconfitte possa inevitabilmente aumentare.
Sostituire un quarterback come Clark, che ha condotto i Lions ad un Rose Bowl e ad una grande vittoria contro LSU nel Capital One Bowl dell'anno scorso non è propriamente la cosa più semplice del mondo e l'onere ricadrà nelle mani del true freshman Robert Bolden. Scelta a sorpresa, se vogliamo, dato che nessuno dopo lo spring aveva preso in considerazione l'ipotesi Bolden, il quale non era ancora arrivato al campus. Il ragazzo però, ha bruciato le tappe dando un'ottima impressione nella tasca, mostrando grande braccio ed eccellente mobilità abbinati ad un fisico superbo ed ha convinto Paterno e lo staff di essere la soluzione migliore in partenza.
Nel mix alle sue spalle, con buone chances di vedere il campo durante la stagione, ci saranno il sophomore Matt McGloin, passato da terzo uomo della depth chart l'anno scorso a possibile contender quest'anno del ruolo e il sophomore Kevin Newsome, dato starter per tutta la primavera salvo poi diventare l'ultima delle tre scelte. Fuori dai giochi invece, il super freshman Paul Jones, prototipo del quarterback di Penn State che quasi rappresenterà sarà il futuro della squadra ma che ha ricevuto il redshirt per problemi accademici.
Newsome a parte però, il giocatore più importante dell'attacco dei Nittany Lions è ovviamente il running back Evan Royster, che ha deciso di tornare per il senior year per portarsi a casa le 482 yards che gli mancano per diventare l'all-time leading rusher dell'università . Giocatore straordinario, dal futuro assicurato in NFL, Royster ha chiuso il 2009 con 1169 yards e 6 touchdowns, di cui solo 2 nelle ultime otto partite. Numeri non sensazionali per uno che veniva considerato come potenziale Heisman, ma pur sempre eccellenti considerando una linea offensiva ampiamente sotto gli standard dell'università . Con la situazione quarterback in cantiere, sarà difficile pensare che Penn State non possa prescindere da Royster, quest'anno come mai prima d'ora. Alle sue spalle ci sarà il junior Stephfon Green recuperato al massimo della forma e autore di 319 yards e 3 touchdowns l'anno scorso dopo il ritorno dall'infortunio alla gamba subito nel Rose Bowl contro USC.
Il reparto dei ricevitori, dopo aver scacciato i dubbi della passata stagione, si presenta quest'anno come uno dei punti di forza dell'attacco. Il ricevitore principale sarà Derek Moye, 785 yards e 6 touchdowns l'anno scorso e anche se viene difficile considerarlo un vero e proprio target primario, è in possesso di eccezionale velocità per attaccare la profondità e grande abilità di ricevere nella media distanza. Graham Zug, senior, sarà il numero due e anche se non ha lo stesso talento naturale di Moye è un ricevitore molto solido in grado di fare tutto. Curtis Drake sarà invece il terzo ricevitore e potenzialmente il giocatore chiave del reparto. Di velocità incredibile è assolutamente devastante quando è allineato all'interno. Qualche dubbio sul ruolo di tight end con la partenza di Andrew Quarless, il titolare sarà Andrew Szczerba con solo una ricezione nel 2009,
La linea offensiva sarà il reparto che farà da ago della bilancia della stagione di Penn State. L'anno scorso è stata una campagna parecchio deludente, con molti infortuni e scarse perforamance contro le grandi difese, ma per quella che è considerata una delle linee più atletiche della storia recente dei Lions si dovrà invertire la rotta. Per farlo, si è deciso di spostare Stefen Wisnieswski, all-star centro nonchè uno dei pochi bagliori dello sfortunato 2009 nel suo ruolo naturale di right guard. Con il suo spostamento, il senior Doug Klopacz, muoverà nella posizione di centro e anche se non ha lo stesso talento di Wisniewski è comunque un giocatore solido che può garantire una discreta efficacia. Il junior Quinn Barham sarà il left tackle e inevitabilmente il giocatore più sotto osservazione della linea considerata l'inesperienza di gioco dopo una carriera passata interamente come guardia backup. Lou Eliads sarà il right tackle, dopo un 2009 in cui è stato utilizzato da guardia mentre DeOn'tae Pannell sarà lo starter come left guard.
La difesa, sopratutto nel reparto principe dei linebackers è in rebuilding, per cui l'unica certezza di Tom Bradley è composta dalla linea difensiva, forse la migliore degli ultimi anni. La stella è il junior Jack Crawford, tremendo pass rusher dal motore infermabile in procinto di diventare l'ultimo grande talento difensivo di Penn State. Per lui 31 tackles, 14,5 for loss e 5,5 sacks nella passata stagione. Sul lato opposto ci sarà Eric Latimore, costruito più essere un end da 3-4 che un pass rusher da 4-3 con 3,5 sacks e 6 tackles for loss nel 2009. La rotazione degli interni è il punto di forza del reparto. Gli starters saranno il senior Ollie Ogbu, giocatore molto potente e Devon Still, prospetto entusiasmante che sostituirà nell'effettivo Jared Odrick e potrebbe ripercorrerne il successo qualora dovesse restare lontano dagli infortuni. I due sophomores Jordan Hill e James Terry saranno i backup, entrambi con grandissimo fisico e presenza interna come run stuffer.
Con i linebackers iniziano i punti di domanda. E' vero che Penn State è storicamente una fabbrica di linebacker, ma Navorro Bowman, Josh Hull e Sean Lee che hanno combinato per 295 tackles, 36,5 for loss e 7 sacks non ci sono più e non farli ripiangere nell'immediato è alquanto impossibile. In ogni caso il nuovo corso ruoterà attorno al sophomore Michael Mauti, indicato da tempo come possibile stella del futuro, ma fuori da un anno per un infortunio ai legamenti del ginocchio. Mauti occuperà la posizione esterna ma determinante sarà il suo pieno recupero. Il senior Chris Colasanti dopo una carriera da riserva prenderà il ruolo di starter nel mezzo, garantendo impatto in run defense e vagonate di tackles mentre Nathan Stupar, probabilmente il miglior all-around linebacker del reparto prenderà il ruolo di stronside lasciato libero da Bowman. Il primo cambio fuori dalla sideline dovrebbe essere quello di Bani Gbadyu, utilizzabile come weakside qualora Mauti dovesse spostarsi nel mezzo.
La secondaria è solida, ma la coperta è corta. Se tutti e quattro i titolari dovessero mantenersi integri e rimanere i campo, la pass defense dei Nittany Lions è fra le migliori. Il gruppo è guidato da D'Anton Lynn, autentico shutdown corner che si occuperà dei migliori ricevitori avversari, grandissimo placcatore in campo aperto in grado di giocare safety qualora la situazione lo richiedesse. Stephon Morris sarà il secondo cornerback, ma è potenzialmente il defensive back più completo del lotto. Drew Astorino giocherà in posizione di strong safety ed è uno migliori tackler della squadra mentre come free safety ci sarà il junior Nick Sukay, eccellente con la palla in aria anche in aiuto ai cornerbacks.
Penn State sta a metà , può rimanere ai margini della Big Ten che conta come suggerirebbe il roster in ricostruzione ma potrebbe far saltare il banco con qualche vittoria prestigiosa e quindi lottare per i bowl di gennaio. L'anno scorso Penn State aveva sostanzialmente un calendario facile fatto solo di due partite, Ohio State ed Iowa entrambe in casa ma entrambe perse. Quest'anno, senza Wisconsin e Purdue, la schedule è fatta di tre squadre, Alabama, Ohio State ed Iowa, tutte in trasferta. La sfida contro i Crimson Tide campioni nazionali in week 2 è certamente la non-conference game più importante della stagione NCAA, ma Penn State sembra lontana dall'upset come sembra lontana dal poter vincere contro Ohio State ed Iowa fuori casa. Una vittoria contro gli Hawkeyes però, potrebbe rilanciare la stagione di JoePa ed entrare nel mix per il Rose Bowl, che almeno in partenza vedono da lontano.