Kirk Ferentz festeggiato con la classica doccia di Gatorade dopo il quinto Bowl vinto con gli Hawkeyes.
Dopo cinquantun'anni esatti gli Iowa Hawkeyes tornano a vincere un bowl di prima fascia, correva infatti il 1959, la postseason della stagione 1958, quando il college di Iowa City era volato fino a Pasadena per portarsi a casa un meritatissimo Rose Bowl, 38-12 ai danni dei California Golden Bears, grazie alla grandissima prestazione di Bob Jeter, futuro runningback di Packers e Bears che venne premiato come "Man of the Match".
Mezzo secolo per tornare ad uno dei match leggendari del college football e dodici mesi per centrare un back-to-back che mancava da qualche anno, dopo le cocenti sconfitte rimediate al termine del 2005 e del 2006 nell'Outback e nell'Alamo Bowl; lo stesso Outback Bowl che Iowa ha vinto lo scorso gennaio, imponendosi su South Carolina grazie ad un altro runner, Shonn Green, e ad una buona prova di Ricky Stanzi.
Lo stesso Stanzi che ha fatto da ago della bilancia per la stagione degli Hawkeyes, perfetti fino a quando lui è stato in cabina di regia e crollati irrimediabilmente nel rush finale della stagione a causa della sua assenza; James Vandenberg ha giocato discretamente, certo, ma con il numero 12 a raccogliere gli snap dietro il centro, la squadra di coach Kirk Ferentz è tutta un'altra cosa.
Nella prima partenza da titolare a distanza di due mesi dall'infortunio alla caviglia, Stanzi ha mostrato di non aver perso lo smalto che lo ha reso uno dei protagonisti indiscussi di Iowa nel 2009, giocando per i primi due quarti come una macchina, capace di completare passaggi a ripetizione e perfezionare due lanci da touchdown con il contagiri per i compagni di squadra.
Statistiche impressionanti riportavano 8 passaggi completati su 9 tentati nei primi quindici minuti di football, per un totale di 125 yards, 2 touchdowns, ed un unico errore, devastante, che aveva confezionato l'intercetto riportato in meta da parte di Jerrad Tarrant che recuperava il pallone sulle 40 yards degli Hawkeyes sfruttando la brutta posizione del corpo assunta dal receiver Derrell Johnson-Koulianos in fase di ricezione.
Il numero 15 di Iowa ha di fatto contribuito a provocare il secondo turnovers della partita per i suoi, che già nei primi minuti non avevano cominciato con il piglio giusto il match perdendo una palla dopo una ricezione completata da Marvin McNutt sulle 47 yds, che fortunatamente non aveva portato a nessuna segnatura dei Yellow Jackets, costretti a puntare, e aveva permesso al WR degli Hawkeyes di rifarsi nel drive immediatamente successivo.
In una serie guidata alla perfezione da Stanzi, McNutt riceveva un bel TD pass del proprio quarterback nell'angolo destro dell'endzone avversaria portando i ragazzi di Ferentz al primo vantaggio della partita, che complice anche la pochezza offensiva dei Georgia Tech Yellow Jackets, per tre quarti ampiamente ancorati ad una triple-option di coach Paul Johnson sapientemente arginata dalla difesa di Iowa, restava saldamente in mano agli Hawkeyes per tutto il primo tempo.
Dopo il secondo three&out di GT infatti ancora uno splendido Ricky Stanzi guidava un secondo drive vincente di Iowa, confezionando due passaggi precisi in rapida successione che permettevano ai compagni di squadra di portarsi sul 14-0; prima un pass da 31 yards per Johnson-Koulianos, poi un lancio con il contagiri da 21 yards, che supera le mani di Tarrant e arriva illibato in quelle di Colin Sandeman, che si tuffa in endzone trovando il secondo vantaggio del match.
Un vantaggio importante che permette agli Hawkeyes di andare al riposo con tranquillità , nonostante l'intercetto che rimette in gioco le cose fissando il punteggio all'halftime sul 14-7 che non si muoverà più fino a metà terzo quarto, quando dopo una buona serie offensiva, dove si alternano le corse di Adam Robinson e i passaggi di Stanzi, Iowa trasforma un field goal dalle 33 yards con Daniel Murray, che risponde a quello sbagliato nel drive precedente, dalle 41, dal collega di Georgia Tech Scott Blair.
Gli Yellow Jackets annichiliti dall'errore del loro kicker e da un gioco di corse che fatica a prendere piede provano comunque a non arrendersi, avanzando a testa bassa e macinando yards a ripetizione con Jonathan Dwyer e Josh Nesbitt, che sfruttando la stanchezza di una difesa di Iowa fino a quel momento insuperabile, giungono alle soglie dell'area di meta avversaria; in situazione di goal line offense viene spedito in campo da Johnson l'esperto Anthony Allen, che con una corsa da 1 yard realizza il suo terzo touchdowns in un Orange Bowl.
Il runningback numero 18 di Georgia Tech aveva già partecipato all'evento organizzato dalla FedEx, infatti aveva giocato, e segnato due mete, nel corso dell'Orange Bowl 2007, vinto dai suoi, allora, Louisville Cardinals sui Wake Forest Deamon Deacons; la terza segnatura della carriera nel corso del bowl giocato in Florida gli vale di fatto il premio, forse ingiusto vista la pessima partita giocata dai Yellow Jackets, di "FedEx Player of the Game".
Un premio che avrebbe maggiormente meritato Ricky Stanzi, autore di una prestazione più che convincente nel primo tempo e leggermente sceso nel finale di partita, quando ad Iowa non rimaneva che controllare, sfruttando anche la poca produzione offensiva avversaria; i Jackets, d'altronde, fanno tutto il possibile per complicarsi una già difficile rimonta.
Il clou lo toccano quando dopo un quarto down a ridosso dell'endzone, a seguito di un intercetto lanciato da Nesbitt, non viene trasformato dagli Hawkeyes nonostante l'ottima finta di field goal di Murray, che riceve l'ovale da un passaggio sotto gamba dell'holder correndo per 5 yards e perdendo il pallone a poca distanza dall'area di meta; nell'apertura di drive successiva Georgia Tech di fatto le inventa tutte per regalare la vittoria agli avversari, e prima di sfoggiare le solite portate senza guadagno di Nesbitt, regala ai telespettatori una corsa all'indietro di Dwyer, che cercando di sfuggire ai tackler di Iowa prova a ribaltare il campo, finendo per perdere 11 yards e rischiando, seriamente, la safety.
Sulla giocata irresponsabile del numero 21 gli Yellow Jackets vedono scemare le ultime speranze di raddrizzare la partita, anche perché dopo il successivo punt gli Hawkeyes danno il via al drive che decide il match, grazie ad una serie di ottime portate sfoderate dal runningback freshman Brandon Wagher, altro potenziale MVP se il premio non fosse stato assegnato anzitempo, che dopo una corsa da 23 yards necessaria ad ottenere un primo down importantissimo, ne trova un'altra, ancora più importante, da 32 yards che lo porta fino all'endzone per il touchdown del definitivo 24 a 14.
A 2:58 dal termine infatti rimane pochissimo tempo a Georgia Tech per rientrare in partita, e come se non bastasse i ragazzi di Johnson chiudono in maniera pessima una partita giocata davvero in maniera orribile; Josh Nesbitt non riesce infatti a completare nemmeno un passaggio su quattro in altrettanti down disponibili, regalando l'Orange Bowl ad Iowa al termine di un match completamente da dimenticare, a partire dalle statistiche che gli hanno visto completare appena 2 pass su 9 per 12 yards, nessun TD ed 1 intercetto.
Meglio, ai Yellow Jackets, non va nemmeno sulle corse, dove nonostante le 143 yards totali, 49 corse da Jonathan Dwyer, 46 da Nesbitt, 27 da Embry Peeples e 21 da Allen, vengono dominati dagli Hawkeyes che ne mettono insieme 172, con 113 totalizzate da Wgher e 59 corse da Robinson, a cui aggiungono le 231 conquistate su passaggio da Ricky Stanzi, unico quarterback degno di tal nome visto all'opera al LandShark Stadium di Miami Gardens.
Una prova convincente di Iowa, che nuovamente guidata dal suo numero 12 è tornata a brillare come per 2/3 di stagione regolare, quando all'interno della Big Ten sembrava essere la squadra da battere; una bella soddisfazione per coach Ferentz, che dopo essersi aggiudicato il premio come miglior coach della conference per 3 volte ha vinto il quinto bowl in undici stagioni sulla sideline degli Hawkeyes.
A regalargli questo trionfo è comunque stata anche l'ottima difesa sulle corse preparata dal defensive coordinator Norm Parker, che per almeno i primi trenta minuti di partita ha concesso pochissime yards a Georgia Tech, annullando la pericolosa triple-option di Johnson e mettendo in vetrina l'ottimo defensive end Adrian Clayborn, 9 tackles, 2 tackles for loss, 2.0 sacks a fine partita, e un reparto linebacker che continua la grande tradizione universitaria, guidato benissimo da un Pat Angerer, 10 placcaggi, 1 tackles for loss, splendidamente coadiuvato da Hunter e A.J. Edds, autore dell'intercetto ai danni di Nesbitt.