Meyer e Tebow si abbracciano, la vittoria nel Sugar Bowl è il loro regalo d'addio ai Florida Gators.
1 Gennaio 2010, un giorno che sarà ricordato come l'ultima tappa per due tra i maggiori personaggi che hanno calcato le scene del College Football nell'ultimo lustro, Tim Tebow e Urban Meyer, rispettivamente quarterback e head coach dei Florida Gators, usciti vittoriosi dal Bowl che segnava il capolinea delle loro straordinarie carriere.
Quattro anni insieme, 2006-2009, 2 National Championship, 2006 e 2008, 2 Southeastern Conference Championship, 3 SEC Eastern Conference Title, in un idillio sportivo che ha portato i Gators tra le grandi del football universitario, grazie ad un programma tra i migliori della nazione e ad un personale di altissimo livello.
Un grandissimo college football coach, che per problemi di salute rimanderà una ormai probabile avventura al piano superiore, ed un giocatore tra i più grandi di sempre a livello di NCAA, forse il più dominante di tutti, come ha dimostrato ancora nell'ultima partita di una folgorante carriera, quella che ha consegnato a Florida il Sugar Bowl, un prezioso regalo d'addio.
Mai match ha fatto da cornice ideale al congedo, alle lacrime, alla nostalgia, ai ricordi che come un film in bianco e nero si rincorrono nella mente dei fans e dei protagonisti per raccogliere tutti gli attimi migliori di una vita sportiva condivisa fino in fondo, come dimostra il grande abbraccio finale che la moglie di Urban Meyer ha riservato a Tebow, appena un attimo dopo che lo stesso numero 15 aveva speso bellissime parole per il suo coach.
Una coppia devastante insieme, che oltre alla stagione 2007, chiusa con la sconfitta nel Capital One Bowl contro Michigan, ha fallito solo un'altra volta, nel SEC Championship di quest'anno contro Alabama, quando nonostante tutte le ottime premesse i Gators non sono riusciti a superare i Crimson Tyde di Alabama, vedendosi retrocessi a giocare lo Allstate Sugar Bowl perdendo la possibilità di bissare il National Championship.
Una partita sballata che vista con il senno di poi lascia tanti rammarichi, perché come si è visto al Louisiana Dome Florida era nettamente superiore ai Cincinnati Bearcats, che abbandonati dal loro coach Brian Kelly, volato a Notre Dame, e con il suo successore Butch Jones attento osservatore in borghese sulla sideline, non sono mai riusciti ad impensierire gli avversari, crollando sotto i loro colpi già nei primi trenta minuti di football.
Due quarti in cui Tony Pike e compagni non ci hanno capito quasi nulla, porgendo più volte il fianco a degli scatenati Gators che sono andati a segno in tutti i cinque primi drive offensivi, accontentandosi di calciare in una sola occasione, con Caleb Sturgis che trasforma dalle 40 yards, facendosi perdonare il precedente extra point bloccato e portando il punteggio sul 9-0 quasi 5 minuti più tardi che UFA aveva inaugurato il box score con un TD pass da 7 yards completato da Tebow per Aaron Hernandez.
Tra i grandi protagonisti della partita, 9 ricezioni per 111 yards, il tight end numero 81 è fondamentale nelle due serie successive dei Gators, dove garantisce due ottimi guadagni, 19 e 23 yards, portando i suoi nella red zone avversaria in entrambe le occasioni; due giocate che permettono prima a Deonte Thompson, su TD pass ancora da 7 yards di Tebow, e poi al runnigback Emmanuel Moody, su corsa da 6 yards dopo essere diventato il tailback titolare in seguito all'infortunio patito ad inizio match da Jeffery Demps, di andare nuovamente a segno.
Il divario viene parzialmente accorciato dai Bearcats che provano una timida reazione appena rientrano in possesso dell'ovale trasformando un field goal dalle 47 yards con Jake Rogers, che li porta sul 3 a 23; i primi punti messi a segno dai ragazzi affidati temporaneamente a Jeff Quinn, interim coach, sembrano lasciare uno spiraglio aperto su una partita ampiamente dominata, fino a quel momento, da Florida, regalando ai fans di Cinci una flebile speranza di rimonta.
Speranza che viene puntualmente annullata dal braccio di Tim Tebow, che solo nove secondi dopo al calcio di Rogers sorprende tutti confezionando un passaggio in profondità per un Riley Cooper già involato verso l'endzone avversaria; touchdown da 80 yards del numero 11, 30 a 3 e match già formalmente regalato agli annali del football universitario, con parziale stupore dei cronisti di Espn America che cominciano a celebrare, dopo averle criticate pesantemente nei giorni antecedenti al match, le qualità del quarterback dei Gators, che sarà certo un giocatore da sistema ma sul campo a quell'innato dono di infiammare le partite, rendendole emozionanti e spettacolari.
Uno spettacolo che continua anche nel secondo tempo nonostante i ragazzi di Meyer allentino parecchio le maglie difensive e cerchino di non forzare più di tanto nei loro drive offensivi, condotti comunque con la solita sagacia da Tebow, ormai lanciato verso il record all-time di yards totali conquistate in un NCAA Bowl.
In apertura di terzo quarto va ancora a segno Emmanuel Moody, che termina con una corsa da 2 yards un bel drive offensivo di Florida, che alterna passaggi e corse mettendo nuovamente in crisi la confusa difesa avversaria, che sbaglia anche le coperture più semplici; l'esatto opposto di quanto fanno i Gators, che nonostante qualche colpetto gratuito rifilato agli attaccanti dei Bearcats, si limitano a controllare, difendendo il profondo e lasciando un certo cuscino per il passing game di Pike e compagni.
Il numero 15 di Cincinnati si muove bene e sfodera un carattere da leader, ma nonostante gli sforzi non riesce a far guadagnare velocemente terreno ai Bearcats, che sembrano in stato di confusione perenne e impiegano più di sei minuti per raggiungere l'endzone avversaria; un'eternità , in un momento in cui invece sarebbe stato necessario macinare yards a ripetizione per cercare di riaprire il match.
Al termine di questa serie lunghissima Cincinnati riesce comunque a segnare il primo touchdown della sua partita, con Pike che confeziona un passaggio da 2 yards per il fullback Marcus Waugh, che si lascia andare a qualche festeggiamento decisamente esagerato vista la portata del punteggio, che vede i suoi soccombere per 10 a 37. Ventisette punti di svantaggio che prontamente aumentano nel drive immediatamente successivo dei Gators.
Un drive che mette la firma indelebile di Tim Tebow sul match, con il quarterback di Florida che fa tutto alla perfezione, salutando alla sua maniera i tanti fans che l'hanno applaudito nel corso di quattro anni fantastici in quel di Gainesville; quattro, come i passaggi che completa consecutivamente, uno per Chris Rainey e tre per Riley Cooper, prima di consegnare la palla a Moody, run da 1 yard, e di riprendersela per la corsa da 4 yards che sancisce il suo cinquantasettesimo touchdown su corsa della carriera.
Sul 44 a 10 il quarto finale è solo una grande, lunga, cavalcata trionfale per i Gators,che raggiunta la sicurezza alleggeriscono ulteriormente la pressione, concedendo maggiore spazio alle folate offensive dei Bearcats, che giocano per l'onore andando a segno per ben due volte negli ultimi quindici minuti di partita, prima con Armon Binns e poi con Kazeem Alli, entrambe su pass di Pike, che completa rispettivamente per 3 e 6 yards.
Tra le due marcature di Cincinnati c'è spazio anche per l'ennesimo drive vincente di Florida, che raggiunge velocemente l'endzone avversaria, ampliando momentaneamente il divario con la corsa da 6 yards di Chris Rainey, che finalizza l'ultima serie della carriera guidata interamente da Tebow; il quarterback dei Gators infatti entrerà sul terreno di gioco solo per inaugurare l'ultimo drive offensivo dei Gators, prima di lasciare il posto a John Brantley, uscendo tra gli applausi scroscianti del Louisiana Superdome ed un cartello, alzato da tre fans, che riassumeva alla perfezione ciò che è stato per l'ateneo di Gainesville: "Thanks for All, Tim Tebow, The Best Ever!!!".
Il migliore di sempre, come dimostra la prestazione di New Orleans, dove ha confezionato una performance da record annullando quella di Vince Young nel National Championship tra Texas e Southern California del 2006; una prova ritenuta, a ragione, da molti, come la più bella della storia della NCAA, e che era valsa all'ex Longhorns il titolo di giocatore più dominante di sempre a livello di college.
Un titolo che da ieri notte sembra definitivamente essere passato tra le mani di un ragazzo che in quattro stagioni ha scritto pagine importanti di storia del football universitario, lasciando dietro ai suoi passi, ai suoi lanci, e alle sue corse, una serie di tracce indelebili che per un po' di tempo sarà davvero difficile dimenticare; le stesse tracce che sono servite a segnare la via gloriosa dei Florida Gators, legando a doppio filo le carriere di Tim e del suo coach Urban Meyer.
Il quarterback ha "rotto" l'ennesimo record della carriera totalizzando 533 yards e 4 touchdowns, l'allenatore ha guidato per la prima volta nella storia della NCAA un team verso la tredicesima stagione vincente consecutiva; il modo ideale per entrambi per salutare Florida, lasciandosi ammirare per l'ultima volta, abbracciati, sotto una pioggia di coriandoli blue & orange, gli stessi colori di quei Gators che, con i loro addii, chiudono un'epoca di gloria e trionfi.