McCoy esulta, Texas batte Oklahoma e prosegue la sua corsa imbattuta.
Ancora una volta la Red River Rivalry sorride ai Texas Longhorns, che la spuntano sugli avversari di sempre Oklahoma Sooners dopo una partita tiratissima, dal punteggio bassissimo, ed infiammatasi solo nel secondo tempo, quando entrambi gli attacchi diventano leggermente più concreti.
Attacchi che sono clamorosamente mancati per buona parte della sfida, con quello ospite che si imballa dopo appena 12 snap, ovvero il numero di palloni toccati dal candidato Heisman Sam Bradford prima di infortunarsi nuovamente la spalla, la stessa che gli ha già visto saltare la prima parte della stagione.
Sfortunatissimo e impossibilitato dal raccogliere la sfida lanciatagli dal suo ottimo amico Colt McCoy, il numero 14 di Oklahoma lascia campo libero al suo backup Landry Jones dopo aver completato 2 passaggi su 6 per 77 yards nei minuti iniziali di un match che dalle parti di Austin e Norman è sentitissimo, forse addirittura di più dei derby statali.
Un match che prende subito una piega inaspettata, con due delle migliori difese della nazione che arginano in maniera sublime e determinante i reparti opposti, costretti più volte a lasciare il terreno di gioco senza essere riusciti a smuovere quella maledettissima catena, cosa che nel corso del primo quarto riesce con un certo effetto solo agli ospiti.
I Sooners infatti trovano la via del vantaggio alla fine del primo drive della partita, con un field goal trasformato dalle 26 yards di Jimmy Stevens, che riesce a ripetersi prima della fine del quarto andando a segno con un nuovo calcio, infilato questa volta dalle 37, con cui Oklahoma si porta avanti 6-0, mettendo subito alle strette Texas.
Gli 'Horns reagiscono però piuttosto bene e nonostante McCoy fatichi parecchio a guadagnare yards alternando passaggi e corse, riescono ad accorciare prima dell'intervallo grazie ad un FG realizzato da Hunter Lawrence, che piazza benissimo una bomba dalle 42 yards dando un po' di fiducia ai ragazzi di Mack Brown, il quale riesce a mantenere un certo aplomb anche quando le cose vanno completamente storte.
La calma però l'head coach dei texani deve perderla tra le mura dello spogliatoio, infatti al ritorno in campo i suoi giocatori sembrano completamente trasformati, una cosa che i Sooners notano immediatamente, in quanto vengono colpiti a freddo da una nuova giocata da 3 punti di Lawrence, che bissa la sua presenza nel box score insaccando nuovamente dalla stessa distanza; 42 yards per un 6-6 che rimette tutto in gioco.
Un gioco che diventa nettamente più veloce nel corso del terzo quarto, dove i due team danno vita ad un botta e risposta entusiasmante che li porta a chiudere ancora in pareggio, questa volta 13-13, prima dell'inizio dell'ultimo periodo. Il primo TD della partita lo realizzano i Longhorns con Colt McCoy che trova il freshman Marquise Goodwin libero sulla sinistra, il quale riceve e ricopre le 14 yards che lo separano dall'endzone consentendo a Texas di guadagnare il suo primo vantaggio.
Un vantaggio annullato nel drive immediatamente successivo dai Sooners, che grazie ad una buona serie messa in piedi da Landry Jones trovano la via per l'endzone avversaria con il numero 18 che completa un bellissimo passaggio da 35 yards per Ryan Broyles, lanciatissimo sul lato destro del campo tanto da risultare imprendibile per i difensori texani, che si fanno prendere in contropiede per la prima, e forse unica, volta nel corso della partita.
Nel quarto finale è infatti proprio il reparto difensivo dei Longhorns ad alzare le barricate ed impedire ad Oklahoma di rientrare nei giochi dopo che l'attacco di Texas aveva formalizzato un nuovo vantaggio per merito del terzo field goal di giornata messo a segno da Lawrence, che infila in mezzo ai pali che delimitano l'area di meta un calcio dalle 32 yards.
Nel drive seguente i Sooners vengono stoppati su un tentativo di quarto e corto, con il runner Chris Brown che non riesce a percorrere la yard che lo separa dalla conquista del primo down sbattendo contro il muro messo in piedi dalla difesa texana, che lo inchioda al terreno impedendogli di avanzare.
Pochi minuti dopo è sempre la stessa storia, con la D degli 'Horns che diventa padrona assoluta del campo; a farne le spese questa volta è Landry Jones, che lancia il primo intercetto della partita facendosi pizzicare da Aaron Williams sul limite della propria redzone, dentro le 20 yds di Oklahoma, dove Texas ha intenzione di far partire il drive decisivo per chiudere, definitivamente, la sfida.
Per loro sfortuna e per grande fortuna degli ospiti il match viene tenuto ampiamente in vita dall'intercetto messo a segno da Brian Jackson, che raccoglie un lancio sbagliato di McCoy sulle 12 e lo riporta fino sulle 30, dove Jones e compagni hanno fretta di rimettersi in carreggiata, aprendo una serie di giochi con la quale vogliono, a tutti i costi, rientrare in partita.
Dopo appena sette snap però questo desiderio viene stroncato brutalmente, a dare un taglio netto al tentativo di rimonta di OU è Earl Thomas, che ferma l'attacco avversario intercettando il pallone lanciato sul medio-corto dal quarterback dei Sooners, che con questo secondo errore diventa di fatto il protagonista negativo del match.
Un protagonista più di facciata che altro, infatti sulla sconfitta di Oklahoma a pesare non sono tanto i due palloni che si è fatto pizzicare dagli avversari, o almeno lo sono fino ad un certo punto, quanto semmai l'assenza ingiustificata del gioco di corse della squadra di Norman, incapace di conquistare anche una misera yard palla a terra e limitata in modo drastico dalla difesa di Texas, che l'ha portata a chiudere con un poco invidiabile -16 di yards gained.
Un disastro in piena regola, in cui l'unico a salvarsi è il già citato Brown, il solo a collezionare un risultato attivo, 23 yards in 12 portate per un misero 1.9 di media, per il resto, solo una grandissima serie di non pervenuto, a cominciare dalla rivelazione della scorsa stagione DeMarco Murray, – 3 yds dopo 5 palloni toccati, fino a chiudere con Moses Madu, attivo solo come returner.
Le uniche note positive dei Sooners, oltre che dalla difesa capace di limitare Texas ad appena 269 yards di Total Offense, arrivano dal passing game, dove nonostante l'assenza di Bradford e gli errori di Landry Jones, 24 su 43 per 250 yds, 1 TD e 2 INT, sono arrivate 327 yards totali, grazie soprattutto a Murray, che si è fatto perdonare l'inconsistenza nelle azioni palla a terra dimostrandosi ancora una volta importantissimo fuori dal backfield, dove ha chiuso con 8 ricezioni per 116 yds.
Meno dirompente l'attacco aereo dei padroni di casa, con McCoy che delude per tutto il primo tempo trovandosi in netta difficoltà a causa dell'ottima copertura con cui Oklahoma esclude dal match il suo target principale, Jordan Shipley tenuto ad appena 4 ricezioni per 22 yds, ma che riesce a riemergere nel secondo, concludendo poi con un discreto 21 su 39 per 127 yards, 1 TD e 1 intercetto, che evidenzia la sua abilità nel completare sul corto sbagliando il meno possibile.
Certo rispetto allo standard a cui ci ha abituato il numero 12 dei Longhorns sono numeri davvero bassi, ma le statistiche non sempre rivelano la reale portata di un giocatore, McCoy infatti si è imposto ancora una volta come leader assoluto sul campo, dove ha saputo amministrare e guidare i compagni con saggezza in una partita giocata punto a punto, drive su drive, rendendosi protagonista di un paio di portate decisive che gli hanno consentito di guadagnare 33 yards e far avanzare la catena, come accaduto nella serie che ha portato all'unico TD di Texas della partita.
Una partita che ha fatto intuire che attualmente l'unica squadra in grado di separare la SEC dalla conquista del National Championship, dove probabilmente finirà una tra Florida e Alabama, è proprio quella dell'università texana, che in un match ostico come questo giocato contro i Sooners ha saputo trovare nuove frecce per il suo già ottimo arco.
I loro nomi? Marquise Goodwin, leading receiver con 36 yards a fine match, e Foswhitt Whittaker, sophomore runningback che ha sfondato il muro della difesa di OU correndo per 71 yards in 18 portate; due ottimi giocatori che uniti alla straordinaria difesa di Texas sono stati letali per Oklahoma, che ormai, salvo sorprese, abbandona ogni speranza di concorrere per il titolo della Big XII dopo una sconfitta che li inchioda ad un record 3-3.