Tim Tebow gestisce un attacco impostato diversamente dagli altri anni, ma con gli stessi risultati.
Oramai mezza stagione di college football è stata giocata, e qualche indicazione importante comincia ad emergere, anche se è bene sottolineare e premettere che per parlare di certe cose è sempre troppo presto. Siamo difatti stati abituati, negli ultimi tre anni, alla caccia all'upset, un trend contrario alle stagioni solitamente perfette che le grandi potenze usavano concludere un tempo, ed arrivare alla meta senza sconfitte sembra diventata quasi un'utopia. I discorsi che facciamo e gli spunti sui quali proponiamo delle discussioni, di conseguenza, non possono che essere temporanei, perché la giornata storta, il risultato negativo, il ribaltamento della situazione, sono sempre all'erta, dietro l'angolo, ed attendono un momento di debolezza per fare la loro improvvisa comparsa.
Tuttavia, forti segnali di superiorità rispetto al resto del mucchio continuano tuttavia a pervenire da parte dei campioni in carica, i Florida Gators, che sabato scorso hanno ottenuto una vittoria di grande spessore contro Louisiana State, rivale della Sec, ed ex numero 4 del ranking nazionale.
Sulla squadra allenata da Urban Meyer si erano addensate nubi di preoccupazione circa lo stato di salute di Tim Tebow, il quale era stato vittima di una commozione celebrale durante la gara vinta contro Kentucky: seppur dimesso in breve tempo dall'ospedale dove gli erano stati effettuati i necessari esami ed accertamenti e nonostante una settimana di bye, Tebow è stato in dubbio fino all'ultimo minuto sabato, e pur pensandolo in campo, non si sapeva come avrebbe reagito alla pressione avversaria, come avrebbe reagito dinanzi al timore di perdere di nuovo i sensi (ma lui stesso, da iron man qual è, ha dichiarato che attendeva il contatto fisico con ansia"), e, come intuibile, quali cambiamenti avrebbe dovuto sopportare il piano di gioco offensivo, anteponendo al tutto la massima protezione del miglior elemento del roster, nonché il proprio leader emotivo.
Per questo i connotati del successo contro i rivali Tigers, con i quali Tebow aveva un conticino in sospeso che risaliva a due stagioni fa (sconfitta dei Gators a Baton Rouge - ndr), risultano davvero in un messaggio importante che Florida dà a tutte le squadre che desiderano insidiarne il primo posto assoluto d'America, nonché la carica di campioni nazionali di cui la squadra è investita.
Anche Lsu, che finora aveva giocato impressionando e confermando di essere pronta a tornare davanti alla ribalta nazionale, si è dovuta arrendere ad una difesa che in questo momento è semplicemente la migliore del campionato universitario.
Le cifre, d'altro canto, parlano chiaro: 6.4 punti concessi a gara, 202.60 yards subite di media, delle quali solamente 115 su passaggio, e 12.4 primi downs elargiti agli avversari, ovvero tutte quante statistiche inappuntabili sotto ogni punto di vista.
Tali numeri, rapportati nella sfida di sabato, sono voluti dire un misero viaggio all'interno delle 10 yards dei Gators risoltosi solamente in un field goal, nonché negli unici tre punti segnati dai Tigers, mentre nell'unica altra ghiotta opportunità concessa ai padroni di casa, il cornerback Joe Haden ha messo a segno un intercetto, peraltro allungando una striscia consecutiva di partite di Florida con almeno un intercetto a segno giunta a quota 17, e demoralizzando ulteriormente un attacco che non è riuscito a muovere il pallone con la costanza necessaria, e che non è più riuscito a tornare in odore di punti per tutto il resto della gara. Complici di ciò, una grande difesa sulle corse, che ha tenuto Charles Scott a 52 yards ed annullato l'utilizzo del playmaker Keiland Williams, ed una accorta gara contro il gioco aereo, frutto di placcaggi sempre puntuali sugli screen a corto guadagno, conseguiti in una sola conversione di terzo down in cinque tentativi effettuati.
Con una difesa del genere, dove il linebacker Brandon Spikes ha giganteggiato ancora una volta siglando 11 placcaggi e 2.5 sacks, all'attacco non rimaneva che controllare l'andamento della situazione senza troppo forzare la mano, senza necessariamente segnare una valanga di punti, tenendo fermo a mente come obbiettivo solamente quello di uscire vittorioso da un ambiente ostile e con un successo di indiscusso valore per il ranking, dove il grado di difficoltà dell'avversario battuto è assai determinante per le votazioni settimanali. Ecco quindi che il "super Tebow" cui siamo stati abituati non è servito, solamente 172 total yards per lui, ed è bastato controllare il più a lungo possibile il cronometro con le "dive-plays" chiamate per Jeffrey Demps, il quale ha tenuto una media di 5.4 yards a portata (16, 86 yards).
A favore dei Gators, ci sono le interessanti circostanze createsi all'interno del raggruppamento, che vede la sola South Carolina come team ancora ipoteticamente in grado di raggiungere ed impensierire la squadra numero uno d'America, dal momento che le altre compagini sono ad almeno due partite di distanza dalla vetta. Motivo per il quale, facendo due conti, viene già alla mente una probabile ripetizione della finale di conference già disputata un anno fa tra Florida ed Alabama, salita questa settimana al numero due assoluto, in una sfida che, seppur immaginata prematuramente, farebbe salivare al solo pensiero, sia per contenuti tecnici che per le enormi implicazioni di National Championship che l'esito potrebbe voler significare.
Un elemento significativo che può aiutare a farsi un'idea sulla reale consistenza della squadra, è quello che riguarda il rapporto tra chiamate di corsa e di passaggio, con il primo che risulta esattamente doppio rispetto al secondo. Questo può essere interpretato come una volontà di avere il controllo sull'esito della gara gestendola a piacimento, senza necessariamente segnare sei o sette mete per volta, come questo attacco usava fare non molto tempo fa.
Il roster propone almeno tre running backs in grado di portare palla con efficacia, Tebow non riceve più il numero di chiamate personali cui era soggetto due anni orsono, quando vinse l'Heisman Trophy, con la conseguenza che la conduzione della sfida contro i Tigers può essere stesa ed applicata con dei concetti che i Gators intendono portare avanti per tutta la stagione, ora che il percorso comincia a farsi accidentato ogni sabato.
Tebow sta lanciando solamente 17 volte a gara ed è ben distante dalle 240 yards aeree di media del 2007, Demps, Moody e Rainey mantengono finora medie per portata tutte superiori alle 7 yards, il che apre occasionalmente delle finestre su un gioco di passaggi che poggia le sue solide basi sul tight end Aaron Hernandez, un'interessante prospetto anche per la Nfl, e su Riley Cooper, ricevitore senior che sta capitalizzando a dovere sulla fine dell'eleggibilità di Percy Harvin e Louis Murphy, che negli anni passati hanno limitato il numero di lanci chiamati in sua direzione.
Con un sistema offensivo rinnovato ma ugualmente efficace, ed una mentalità difensiva che per stessa ammissione di qualche giocatore ricalca da vicino i Baltimore Ravens del 2000 secondo la quale se la difesa non concede punti, o li limita, la partita non può che essere vinta contro chiunque, i Gators puntano dritti al terzo titolo dell'era Meyer.
Gli altri, per il momento, non possono che inseguire.