Big Ten 2009 Preview

Ohio State punta moltissimo sull'esplosione di Terrelle Pryor

Aprire gli occhi sulla Big Ten versione 2009 significa notare immediatamente l'aspetto più significativo e immediato della prossima stagione: dopo almeno un lustro nessuna squadra della Conference pare destinata a giocarsi una chance per vincere il titolo. Non è poco, soprattutto vista l'abitudine cui Ohio State si era sposata negli ultimi anni, quando tra le favorite la si inseriva più o meno sempre e quando di finali ne ha giocate ben due (2006 e 2007).

A guardare i primi ranking di AP e USA Today i Buckeyes rimangono i meglio piazzati della Big Ten (#6) seguiti da Penn State, seconda e ultima squadra inserita in top ten che vacilla tra l'ottavo e il nono posto, a seconda dei votanti ma che è, sicuramente, la rivale più credibile per contrastare il dominio di OSU e rubarle magari il biglietto per un viaggio al Rose Bowl.

La gara che ci darà  la vera dimensione dei Buckeyes è quella del 12 settembre, la seconda di campionato che seguirà  un avvio piuttosto soft contro Navy. Quel giorno OSU ospiterà  USC pronta a vendicare quel 3-35 che lo scorso anno le fece perdere molto più di una partita. La squadra di Jim Tressel perse in 60 minuti fiducia, credibilità , posizioni nel ranking, benché infatti Southern California fosse considerata da molti la squadra più completa del girone, quella partita ridicolizzò in modo eccessivo le ambizioni degli ospiti.

La gara contro USC rappresenta un ottimo banco di prova per capire il valore della squadra e per decifrare quale possa essere la sua posizione all'interno del contesto nazionale. Il resto è battaglia all'interno della conference, dove OSU è realmente favorita anche se è ovvio che non si possa sottovalutare un torneo come quest. L'insidia, lo sgambetto, sono sempre dietro l'angolo. I Buckeyes, inoltre, andranno a far visita ai più temibili avversari, Penn State, ma anche agli eterni rivali di Michigan in chiusura di stagione.

La grande attrazione dell'anno sarà  sicuramente Terrelle Pryor, quarterback certamente dotato di un talento snaturato che ancora non sembra trovare una giusta collocazione nel mondo del football. Nella stagione d'esordio Pryor è presto salito alla ribalta, ha mostrato coraggio e grandi abilità  ed anche se resta scontato che il lavoro di sviluppo è appena all'inizio la sensazione è che proprio una sua rapida esplosione potrebbe dare a OSU la possibilità  di giocarsela quantomeno vicino ai piani alti. La squadra è molto giovane, il roster titolare è pieno di sophomore e junior, con un attacco che nel backfield schiereà  solo ragazzi al primo secondo anno come i fullback Jeremy Martin e James Georgiades e l'halfback Dan Herron, probabile partente davanti al junior Brandon Saine.

Questo rende OSU un programma abbastanza inesperto ma allo stesso tempo capace di sorprendere e di maturare alla svelta, magari regalando più sorprese del previsto. Gurdando il roster di Penn State si nota subito come alcuni elementi siano superiori, per esperienza e talento, alla squadra di Tressel, ma non per questo i Nittany Lions vengono visti come favoriti. L'ultraveterano Joe Paterno (82 primavere e 44° anno alla guida della squadra) lo scorso anno divise il titolo di Big Ten con OSU ma staccò il biglietto per Pasadena. Quest'anno nonostante ranking pre-stagionali e le previsioni varie è difficile vederli già  spacciati in partenza, tanto più con lo scontro diretto da giocare davanti ai 107.000 del Beaver Stadium.

Darryl Clark è un quarterback senior che può dare stabilità  ad un attacco che baserà  molte delle proprie possibilità  sull'ottimo Evan Royster. La linea è solida, il centro Stefen Wisniewski è per molti un ottimo prospetto da NFL, la difesa è abbastanza solida anche se le secondarie sono piuttosto inesperte e tutte da scoprire ed hanno perso tutti e 4 i titolari del 2008.

La D-line può dire la sua, Jared Odrick (DT) è un giocatore interessante e il pacchetto LB, molto competitivo, recupera Sean Lee nel mezzo dopo il grave infortunio dello scorso anno. Nulla di già  scritto quindi anche se la squadra di Tressel viene da 4 titoli in fila e vanta una capacità  di dominare la conference davvero invidiabile. Attenzione però, nell'ultimo lustro l'avversario più costante e che per due volte ha divisio il premio finale coi Buckeyes sono stati proprio i Lions di JoePa.

Un gradino sotto c'è molta attesa per Michigan State squadra che va in buona parte a ricostruirsi dopo un 2008 fatto di nove vittorie, di cui 6 in conference. Gli Spartans sono finiti fuori dalla Top 25 per pochi punti, ma l'onore di stare tra le grandi è stato concesso solo alle università  di cui sopra. Squadra da scoprire che ha perso soprattutto Javon Ringer, RB da 1.637 yard e 22 TD, e che la scorsa stagione è sempre crollata nei momenti clou (persi malamente i due scontri diretti con OSU e Penn State e il Capital One Bowl contro Georgia) ma che con Mark Dantonio sulla sideline sembra aver trovato una via per tentare il salto di qualità . Se il reclutamento di Dantonio pagherà  la squadra potrebbe trovarsi in buona posizione per competere al titolo di Big Ten, visto il calendario piuttosto abbordabile dove non appaiono le due favorite e lo scontro con l'altra indesiderata (Iowa) sarà  in casa.

Iowa appunto, l'ultima chance insieme ad Illinois per giocarsi un bowl di medio livello tra le 11 squadre della più vecchia conference d'America. Per gli Hawkeyes è necessario vedere un'esplosione di Ricky Stanzi, lo scorso anno un po' "molle" contro le difese meglio organizzate nonostante una buona capacità  di lettura e di presenza nella tasca. Jewel Hampton, il RB, non ha finora impressionato nessuno a parte un'ottima rapidità , ma è un giocatore su cui Kirk Ferentz, coach certamente esperto, ha puntato molto. La difesa è di livello, ma contro le corazzate vere e proprie faticherà  probabilmente a stare a galla.

Dal canto suo Illinois ha il solito problema, Juice Williams. Il ragazzo è al suo ultimo anno e sia per la squadra che per se stesso e il proprio futuro dovrà  dimostrare di essere diventato un quarterback. Veloce, atletico, potente, ma poco preciso e con poca capacità  di gestire la tasca, Williams è l'esatta via di messo tra l'esplosione e il fallimento totale. Ron Zook è però obbligato a puntare sul proprio senior, ed in lui spera tantissimo anche Arrelious Benn, wide receiver di talento e soprattutto dotato di una velocità  impressionante, che ha bisogno di palle messe in aria in modo decente per dare sfogo alle proprie aggressioni sul profondo. La strada di Ron Zook aveva preso la direzione giusta al terzo anno di lavoro, quando nel 2008 gli Illini volarono a Pasadena per il Rose Bowl. Era l'anno di Rashard Mendenhall però, e l'addio al RB (destinazione NFL) ha riportato Illinois a un 5-7 stagionale dopo 9 vittorie. Ritrovare quella strada non sarà  né semplice né immediato.

Altre squadre alla ricerca del proprio passato sono i Michigan Wolverines e i Wisconsin Badgers. Sembra ormai chiaro che ad Ann Arbor Rich Rodriguez sieda sui carboni ardenti. Tre vittorie in due anni e una squadra che tra i reclutati dall'ex coach di West Virginia non sembra avere grandi talenti a parte un paio di nomi. Senza contare recenti fughe di alcuni giocatori in cerca di "stabilità " in altri college. Coach Rod si gioca tutto con un QB esordiente (Tate Forcier) che i più informati indicano come dotato di ottimo braccio. Ma Forcier è freshman, appunto, e poco potrà  costruire su un attacco che non sembra per niente all'altezza anche se, le previsioni di Sporting News, sono per lui di esordiente che avrà  il migliore impatto. Previsioni però. E quelle di Rodriguez si aggrappano a Brandon Minor (9 TD l'anno scorso) e a una difesa guidata da Brandon Graham, defensive end di grandi capacità , ideale per aggredire il backfield avversario e fare danni seri.

I Badgers invece non sembrano esserci, anche qua dopo che Brett Bielema nei primi tre anni sembrava in grado di dare finalmente la spinta decisiva alla squadra, Wisconsin si è decisamente perduta per strada. Poche le possibilità  di competere per un bowl di medio livello, più probabile qualcosa di inizio dicembre magari con un record negativo alle spalle. Qualcosa, comunque, va fatto, perché il 13-42 subito da Florida State al Champs Sports Bowl del 2008 ha fatto gridare allo scandalo ai più. Bielema, forte delle stagioni precedenti, ha il sedere ben incollato alla panchina, ma la squadra deve reagire e non sembra avere troppe carte da giocare.

Chi potrebbe sorprendere è quindi Minnesota, che dopo il crollo del 2007 (una sola vittoria) ha infilato 7 vittorie ed è volata a giocarsi l'Insight Bowl un anno dopo. Squadra che deve maturare ma che ha qualche senior di spessore, Eric Decker è ricevitore dalle ottime mani, Garrett Brown e Raymond Henderson costituiscono un lato destro della linea difensiva piuttosto solido. A giocarsi questa presunta ottava posizione coi Golden Gophers saranno i ragazzi di Northwestern, che dopo il capolavoro compiuto nel 2008 (9 vittorie e Alamo Bowl perso contro Missouri) devono tentare di ripetersi nonostante il reparto offensivo sia quasi completamente in fase di ricostruzione, motivo per cui è oggi difficile vederli davvero andare vicini a un numero così alto di vittorie.

Chi non faticherà  a ripetersi sarà  Purdue, in piena fase di rifacimento, con un nuovo head coach (Danny Hope) al posto di Joe Tiller e senza più Curtis Painter a lanciare l'ovale. Lo scorso anno solo 4 vittorie, ma il 2009 sarà  più una stagione di studio che di competizione. Chiude Indiana che dopo un buon 2007 è precipitata di nuovo nei bassifondi. Coach Bill Lynch aveva portato la squadra a un bowl due anni fa e questa può essere la stagione in cui tenterà  di consacrarsi del tutto dalle parti di Bloomington o l'anno in cui tutti archivieranno quella stagione come omaggio del destino. Poche le chance per gli Hoosiers, ma nel football la pazienza paga. Molto più delle previsioni.

Play.It Big Ten Ranking

1 - OSU
2 - Penn State
3 - Michigan State
4 - Iowa
5 - Michigan
6 - Illinois
7 - Wisconsin
8 - Northwetsern
9 - Minnesota
10 - Purdue
11 – Indiana

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