Big East preview

I Mountaineers contano molto su Jarrett Brown, al qualeva il compito di non far rimpiangere Pat White.

La Big East è una division non facilissima da predire, il livellamento delle forze degli ultimi anni ha permesso ad una buona parte delle partecipanti di allinearsi alle più forti, ed il 2009 presenta un punto di domanda molto grande, riguardante il chi saprà  imporsi sulle altre, dando maggiore importanza agli scontri diretti tra le duellanti. West Virginia e South Florida sono chiamate al riscatto, Pittsburgh, Connecticut e Rutgers sono pronte ad insidiare la vincitrice uscente, Cincinnati, che ha affrontato una offseason fatta di tanti cambiamenti, mentre Louisville e Syracuse, uniche certezze, restano un giro dietro al resto del gruppo.

Cincinnati Bearcats

Quando si viene da una stagione sorprendente come quella dei Bearcats, terminata con una prestigiosa presenza all'Orange Bowl, l'aspetto più difficoltoso della faccenda rimane sempre quello di sapersi ripetere. La salita può presentarsi maggiormente ardua se 10 degli 11 titolari della difesa non sono più in squadra, il che pone dei seri ostacoli sulle probabilità  di riuscire a vincere ancora una Big East che non veniva conquistata dal 1964, ma anche un'interessante sfida per un coach come Brian Kelly, richiesto dalle grandi, ma rimasto sinora al suo posto.

Il vero banco di prova, quindi, arriverà  dai nuovi inserimenti difensivi, che più degli altri determineranno l'efficienza della squadra e l'andamento del campionato. La politica è la stessa che ha portato Connor Barwin, a suo tempo reclutato quale tight end, a venire scelto in Nfl come defensive end, evidenziando un grande lavoro di valutazione del coaching staff, al quale va il merito di essere riuscito a trasformare il ruolo di alcuni ragazzi in tempi molto brevi, senza far mancare la competitività  potenzialmente latitante in momenti di transizione come questi. La sfida si ripete, e sarà  turno ora di Craig Carey, Marcus Waugh e Demetrius Jones, rispettivamente ex defensive end, fullback e quarterback, riuscire ad avere successo nei nuovi ruoli ritagliati apposta per loro, ovvero tutti e tre i posti di linebacker. Persino Marcus Barnett, wide receiver che aveva collezionato più di 90 ricezioni nelle sue prime due stagioni in loco, sarà  chiamato ad un contributo importante, quello di riciclarsi quale cornerback d'impatto ed aiutare l'unico starter rientrante in formazione, il free safety Aaron Webster, nell'impedire che le secondarie colino a picco per inesperienza. La pass rush sarà  invece garantita da Curtis Young, end che ha racimolato 4 sacks ed effettuato diverse giocate nel backfield avversario senza mai partire da titolare, chiamato a gonfiare quei numeri vista la prospettiva di vedere il campo decisamente più spesso. Lo schema, sotto il nuovo coordinatore Bob Diaco, passerà  dalla 4-3 alla 3-4.

L'attacco sarà  guidato dal quarterback Tony Pike, che ha debuttato da titolare un anno fa ed è comunque chiamato ad innalzare il livello del proprio gioco, che lo ha visto eccellere contro le squadre deboli, ed andare in netta difficoltà  contro le forti. La stella assoluta del reparto è Mardy Gillard, ricevitore esplosivo, playmaker in grado di far male in più modi, capace di raccogliere 1.276 yards ed 11 mete, e maturo al punto di essere riuscito a resistere alle sirene del professionismo, una realtà  che ritornerà  comunque d'attualità  alla fine di questa stagione, a patto di replicare le prestazioni di quella scorsa. Gillard farà  parte di un reparto che non dovrebbe avere troppi problemi a muovere il pallone, tante sono le opzioni e le variabili a disposizione: Danny Milligan può dare un contributo tangibile allineandosi in varie posizioni (ed è pure capace di calciare punts e field goals), il running back Isaiah Pead ha trascorso la primavera a convincere il coaching staff di non essere un elemento limitato al corto yardaggio ma di poter restare in campo a lungo. Importante sarà  la leadership che dovrà  dare Jeff Lingerbach, tackle sinistro chiamato a giocare il ruolo che fu di Trevor Canfield.

11 vittorie sono state il miglior risultato mai ottenuto nella storia dell'ateneo, e nonostante il numero di successi in doppia cifra sia stato ottenuto per due stagioni consecutive, persiste l'idea che quel tipo di ciclo vincente debba passare un'annata di sopravvivenza ai margini dei primi posti divisionali. Non sarà  facile ripetere quell'impresa con una difesa tutta nuova, a partire dallo schema e per finire con il personale in campo, considerando che avversarie come Rutgers, South Florida, Pittsburgh, Oregon State e Miami andranno affrontate in trasferta.

Connecticut Huskies

Da tempo si parla di UConn come una squadra buona, ma nulla più. Le qualificazioni per la postseason non sono mancate, il team è stato in corsa per la conquista della Big East, ma ha perso le gare-chiave contro le più importanti rivali dirette, facendo intuire la mancanza di quel qualcosa in più che non sembra comunque visibile all'orizzonte.

I numerosi punti di domanda cominciano dalla gestione offensiva, l'anno scorso limitata e resa florida allo stesso tempo dalla presenza di Donald Brown; il nuovo running back degli Indianapolis Colts ha giocato una stagione memorabile ottendendo 2.000 yards su corsa, trasportandosi l'attacco sulle spalle, dando la possibilità  agli Huskies di arrivare dove non si pensava, talvolta rendendo il tutto molto prevedibile, per il fatto che quando le difese riuscivano ad estrometterlo dalla partita, il gioco aereo non era capace di smuovere le acque. E proprio questo sarebbe l'obbiettivo principale per il nuovo anno, che vedrà  un uso sempre più pesante del gioco di passaggi, il quale sarà  diretto da uno tra Zach Frazer e Cody Endres, protagonisti di una serrata competizione per il ruolo di starter che vede battaglia anche nel backfield, dove Andre Dixon e Jordan Todman si contenderanno l'onore ed onere di raccogliere l'eredità  di Brown. Ci sarà  molto lavoro in più per i ricevitori, tra i quali spiccano Marcus Easley, senior, il più giovane Isiah Moore e l'attualmente infortunato Brad Kanuch, che dovrebbe comunque essere pronto senza problemi per inizio stagione, quando ci sarà  da collaudare in via ufficiale il nuovo sistema no-huddle.

La difesa ha perso due pezzi molto importanti, Darius Butler e Cody Brown, tuttavia il fronte sembra avere l'esperienza necessaria per non patire eccessive pene, grazie alla presenza dei linemen Lindsey Witten, Marcus Campbell ed Alex Polito, con quest'ultimo incaricato, quale tackle più forte a disposizione, di fungere da collante per il reparto in rotazione con Twyon Martin e Kendall Reyes. I tre linebackers titolari ritornano formando un'unità  molto coesa e produttiva, guidati dal playmaker Scott Lutrus, dietro loro cresce un giovane molto interessante, Sio Moore, bravo a tal punto che potrebbe vedere presto il campo per un numero interessante di chiamate, visti i 16 placcaggi con i quali è riuscito a distinguersi nella partita primaverile. Le secondarie sono un'area di preoccupazione, l'ha ammesso persino coach Randy Edsall, in quanto il solo Robert McClain sembra in grado di eseguire giocate d'inerzia, vedi i due intercetti riportati in meta nel 2008, mentre per il resto il settore è composto da giovani privi d'esperienza, con Dwayne Gratz, Bidi Wilson e Jerome Junior a duellare per accaparrarsi il maggior numero di snaps disponibile.

Il calendario propone un paio di test particolarmente ardui contro North Carolina e Baylor nei primi venti giorni di cammino, mentre gli impegni all'interno della conference vedono le sfide con West Virginia, Pittsburgh e Cincinnati tutte in trasferta. L'ultimo viaggio esterno sarà  a South Bend, per l'interessante confronto con Notre Dame, ed un buon posizionamento nella classifica finale sarà  senz'altro determinato dalla doppia partita casalinga contro Syracuse ed una South Florida mai a suo agio nel freddo di dicembre.

Louisville Cardinals

Poche squadre, e tra queste c'è Louisville, hanno sperimentato così in fretta che cosa voglia dire cambiamento, purtroppo per il programma di football, dal punto di vista negativo. Il 41-9 ottenuto sotto le direttive di Bobby Petrino sembra distante anni luce, anche se in realtà  sono passate solamente due stagioni da quando l'head coach decise di tentare l'avventura in Nfl, e l'11-13 compilato da Steve Kragthorpe è servito solamente a restare fuori dalla postseason per due campionati in fila, con l'"onta" di terminare il 2008 a quota 1-5 all'interno della Big East, alla pari della bistrattata Syracuse e di vedersi sotterrare da Rutgers, con 63 punti al passivo, nel finale di regular season.

L'attacco poggerà  le sue non troppo solide basi sul running back Victor Anderson, sophomore che vanta già  in archivio una stagione oltre le 1.000 yards su corsa, e che ha dimostrato di avere il giusto mix tra potenza ed accelerazione per avere successo anche in futuro. Il poco talento a disposizione del reparto wide receiver è stato testimoniato da un episodio emblematico, che ha visto protagonista Doug Beaumont, al quale è stata chiesta maggiore costanza nelle prestazioni da parte dello staff, ma che è stato contemporaneamente assicurato del fatto di non essere in pericolo di perdere il suo posto da titolare, anche se la vera voragine si è creata dietro ad Hunter Cantwell, quarterback che dovrà  essere sostituito da uno tra Adam Froman e Justin Burke, pur denotando che nello spring game sono stati ben 5 i registi a scendere in campo, e che quindi non esiste un reale indizio su chi si presenterà  in campo nella prima settimana di gioco.

La difesa, affidata quest'anno a Brent Guy, è stata allestita con l'intento di divenire maggiormente aggressiva, puntando tutto sulle grandi doti atletiche dei linebackers e delle secondarie, due reparti non troppo generosi in fatto di peso, che cercheranno di compensare il tutto con la velocità . L'elemento più rappresentativo del gruppo è il linebacker Jon Dempsey, capace di registrare 80 placcaggi al suo primo anno da titolare, il quale ha dimostrato ottime capacità  di lettura del gioco, specialmente difendendo contro le corse. La scarsa profondità  nella maggior parte dei ruoli ha portato allo spostamento del tight end Rock Keys a defensive tackle, mentre il safety Daniel Brown è stato aggiunto alla competizione tra i linebackers, mentre Brandon Heath, che linebacker lo era già , verrà  presumibilmente impiegato nella posizione ibrida di rover, vedendosi quindi assegnati anche compiti da safety. Per il ruolo di kicker, le audizioni sono aperte e vedono in competizione addirittura tre elementi.

Ripetere il 5-7 dello scorso campionato sarebbe già  un buon risultato, tenuto conto di sfide extra-conference che prevedono Utah e Southern Miss tra le avversarie, anche se il vero obbiettivo dei Cardinals è quello di vincere contro la Big East, e guadagnare qualche posizione dopo l'estrema delusione targata 2008.

Pittsburgh Panthers

Da qualche stagione, specialmente sotto la guida di Dave Wannstedt, i Panthers tendono a produrre il medesimo tipo di campionato, consistente e vincente per oltre metà  del cammino, per poi cadere dinanzi al traguardo, non troppo casualmente in coincidenza con gli impegni più importanti di conference, fatto che ha costantemente negato il sogno di un titolo Big East che il talento a disposizione farebbe supporre di poter conquistare.

Tutto dipende dall'attacco, sembra, anche se uno dei problemi più grandi sarà  costituito dal rimpiazzo di LeSean McCoy, vero motore di tutto il reparto, dalle cui prestazioni dipendevano molte delle sorti offensive di squadra, che nell'ultima gara dello scorso campionato ha perso per 3-0 il Sun Bowl contro Oregon State, a testimonianza della scarsa efficienza del reparto.
Senza McCoy nei paraggi, la stella dell'attacco sarà  il wide receiver Jonathan Baldwin, sophomore che proviene da un esordio nel quale ha catturato solamente 18 palloni, tuttavia trasformandone 3 in mete, e che dispone di un fisico impressionante (6'5, 220), che gli darà  continui squilibri di marcatura contro i cornerbacks perennemente più piccoli di lui.
Il ruolo di running back potrebbe vedere un mix di alternative, date le diverse caratteristiche del personale a disposizione, che propone l'agilità  e lo scatto di Dion Lewis ma anche le 215 libbre da mandare dritto e forte di Sharif Harris, con Chris Burns a fungere da outsider per un ruolo consistente in campo.
Un altro punto di domanda che necessita quanto prima di certezze riguarda il ruolo di quarterback, dove regna l'indecisione tra Bill Stull, il titolare dello scorso campionato e reduce da un Sun Bowl disastroso, ed il backup Pat Bostick, il quale ha fatto vedere grandi cose in primavera. Chiunque parta il primo giorno di campionato, dovrà  fare i conti con una linea che deve rimediare ai troppi errori visti in allenamento, e migliorare i 10 touchdown passes registrati in 13 partite.

La difesa rappresenta la vera forza motrice della squadra, e presenta una linea composta da tre giocatori di grande efficacia. Greg Romerus può diventare il leader della compagnia, entra nel suo terzo anno con alle spalle una stagione fatta di 7,5 sacks e 15,5 placcaggi per perdite di terreno, risultati ottenuti sfruttando un primo passo eccellente; a ruota seguono l'altro end, Jamaal Sheard, ed il tackle Mick Williams, i quali troveranno sicuramente modo di mettere scompiglio nel backfield avversario.
I linebackers hanno perduto Scott McKillop ma ritrovano l'altro playmaker della scorsa annata, Greg Williams, mentre si è parlato molto e bene del giovane Max Gruder, un giocatore di special teams che nell'anno da sophomore ha ottenuto i gradi di starter per il ruolo in posizione weakside; la pressione generata dal fronte sarà  ancora la chiave dell'aggressività  delle secondarie, che ritrovano le doti in copertura ed anticipo del cornerback Aaron Berry. Attenzione a questo reparto, che potrebbe vincere più di qualche partita grazie all'alto numero di azioni che sa produrre per cambiare l'inerzia delle gare. Una fonte di preoccupazione potrebbe venire dagli special teams, dove non risulta ancora chiaro chi sostituirà  l'efficacia del kicker Connor Lee.

L'inizio di campionato è tutto sommato leggero, e potrebbe vedere i Panthers già  titolari di 4 vittorie nelle prime 5 partite, prima di un triplo salto mortale che vede in successione UConn, South Florida e Rutgers, impegni che testeranno la reale consistenza della squadra. Verso fine stagione verrà  replicato lo scontro con Notre Dame, che un anno fa regalò uno spettacolare quadruplo overtime, ma le vere ambizioni di Wannstedt e soci dovranno emergere dalla tradizionale Backyard Brawl contro West Virginia, e dal finale di regular season contro Cincinnati, cercando di non cadere, anche stavolta, in prossimità  dell'arrivo.

Rutgers Scarlet Knights

Ennesima squadra che ha chiuso con un bilancio di 8 vittorie e 5 sconfitte, gli Scarlet Knights si sono se non altro distinti per il bizzarro andamento del loro cammino, chiuso con 7 successi di fila dopo una partenza terribile, che aveva quasi seppellito le velleità  di una stagione positiva. La differenza tra una costante partecipazione ad un Bowl di poco conto, che dovrebbe essere tranquillamente nelle possibilità  anche quest'anno, potrebbe essere rappresentata da diversi fattori, che secondo coach Greg Schiano dovrebbero essere quasi tutti offensivi, visto il lungo elenco di giocatori persi per fine eleggibilità  nel corso dell'ultimo biennio: se difatti nel 2008 se n'era andato il solo Ray Rice, quest'anno i conti sono da farsi senza Mike Teel, quarterback, e la forte coppia di ricevitori composta da Kenny Britt e Tiquan Underwood.

L'inesperienza dei quarterbacks preoccupa, e non poco, dal momento che i due contendenti, Jabu Lovelace e Dominic Natale, sono arrivati al quarto anno al college senza mai aver giocato una singola gara da titolari, il che potrebbe significare annata di transizione, particolare peso per il running game, ma soprattutto l'assenza di un prospetto da coltivare per creare un nuovo ciclo vincente. Il trio di running backs a disposizione ha giocato in maniera soddisfacente già  un anno fa, grazie alla potenza di Jourdan Brooks, alla propensione al big play di Kordell Young ed al mix di tutte queste caratteristiche proposto dal sophomore Joe Martinek; il reparto ricevitori vedrà  il velocista Tim Brown schierarsi quale elemento più concreto, ma servirà  presto un secondo elemento in grado di facilitare il lavoro del quarterback. La star della linea offensiva è il tackle sinistro Anthony Davis, junior che ha sempre giocato da titolare dal suo arrivo al campus, e che ha una velocità  di piedi impressionante in rapporto alle 325 libbre che si porta appresso, ed ha già  un seguito interessante di scouts Nfl alle calcagna.

La linea difensiva non ha molti elementi di peso da proporre, e questo potrebbe rappresentare un problema serio contro i teams più fisici della conference, in quanto i due tackles titolari Charlie Noonan e Blair Bines non superano le 260 libbre, ed Alan Silvestro, il quale aveva dato una mano nel 2008, ritorna a fare il defensive end a tempo pieno. Molto più consistente è invece il reparto linebackers, che sarà  guidato dal leader Ryan D'Imperio, giocatore in grado di accumulare 93 placcaggi e 5,5 sacks al suo primo anno da titolare, ma soprattutto grande lavoratore, di quelli che si allenano con l'obbiettivo costante di migliorare le proprie prestazioni. Accanto a lui giocheranno Manny Abreu, chiamato a fare di più e che ha risposto positivamente nello spring game, e Damaso Munoz, il quale dovrebbe sostituire Kevin Malast. Le secondarie non hanno un playmaker di prima grandezza ed hanno mostrato troppi buchi in primavera, ed avrebbero bisogno di una maggiore stabilità  in fase di avvicinamento agli impegni che contano, soprattutto nella definizione dei titolari.

L'obbiettivo Bowl, ovvero il conseguimento di 6 vittorie, è ampiamente nelle facoltà  del team di Schiano, che affronterà  impegni tutt'altro che proibitivi contro Texas Southern, Howard, Army, Maryland e Florida International, oltre a giocare tutte le sfide più gravose di conference in casa. Per il compitino di ogni anno si può restare soddisfatti, per puntare a qualcosa in più, ci sarà  da attendere qualche tempo.

South Florida Bulls

Dopo aver passato il primo quinquennio di permanenza nella Big East in seguito allo spostamento dalla Conference Usa, i Bulls vogliono assolutamente puntare più in alto, e non si accontentano più di essere una buona squadra capace di piazzare l'upset di tanto in tanto, perché le potenzialità  possono essere tali da mirare uno dei primi due posti della conference. Sotto la guida di Jim Leavitt per l'undicesimo anno consecutivo (Leavitt è l'unico coach che il programma abbia mai avuto), si tenterà  ancora il salto di qualità , puntando, per l'ultima volta, sul grande talento del quarterback Matt Grothe e del defensive end George Selvie, rispettivi assi di attacco e difesa, i quali sono altamente motivati nel vincere subito, prima che la fine dell'eleggibilità  di ciascuno metta termine alla possibilità  di lasciare un ricordo memorabile in un ateneo storicamente giovanissimo per quanto riguarda il football.

Tutto sembra dover passare dall'evoluzione tattica di Grothe, nel senso che il quarterback, accostato più volte ad un novello Brett Favre, ha passato i primi tre anni di carriera a far presagire la sua bravura, per deprimerla attraverso l'alto numero di forzature eseguite, l'eccessiva fiducia su un braccio potente ma utilizzato con poca saggezza, e su un accumulo di intercetti inaccettabile per chi vuol fare davvero strada. La primavera, per Matt, è stata trascorsa ad allenare il fisico, ma soprattutto la mente, in quanto maggiore sarà  la sua maturazione di leader e più grandi saranno i risultati che South Florida può raggiungere nel 2009. La sua versatilità  sarà  fondamentale per risolvere alcune potenziali situazioni spinose, che sicuramente dovranno essere affrontate per via di una linea che vede al rientro un solo titolare dall'anno passato, mentre la notizia positiva è il ritorno di due bersagli importanti da colpire, A.J. Love e Jesse Hester, elementi d'esperienza che non avranno difficoltà  a farsi trovare smarcati al momento opportuno. Il backfield propone invece una battaglia a tre per il posto di titolare, coinvolgente Mike Ford, apparentemente in vantaggio sugli altri, Jamar Taylor e Mo Plancher.

Se l'attacco ha visto la promozione dell'ex coach dei ricevitori, Mike Canales, la difesa ha trovato nuova linfa nelle idee del nuovo coordinatore Joe Tresey, il quale disporrà  di una linea forte come non mai e dovrà  risolvere le diverse lacune a cui le secondarie sono state esposte nel 2008.
Il giocatore più forte, come si diceva in apertura, è senza dubbio Selvie, che all'attualità  potrebbe essere una prima scelta Nfl, ma si conta molto pure sull'apporto dei tackles Aaron Harris e Terrell McClain, altri elementi in grado di mandare in confusione il backfield opposto. Una grande pressione contro l'attacco avversario aiuterà  delle retrovie acerbe, che hanno bisogno di tempo per crescere ed affermarsi, e che vedono i migliori interpreti nel cornerback Jerome Murphy e nel safety Nate Allen.

Un calendario molto leggero all'inizio propone una nuova doppia sfida territoriale ai Bulls, che dovranno affrontare per la prima volta Florida State andando a trovare i Seminoles a Talahassee, e si confronteranno con Miami in casa nella penultima gara della regular season. La parte cruciale del cammino arriva a metà  ottobre, quando nel giro di venti giorni si susseguono Cincinnati, Pittsburgh e West Virginia: uscire da quel turbine di impegni con due vittorie, potrebbe voler dire molto per ottenere gli obbiettivi prefissi.

Syracuse Orange

Che Syracuse nel football sia in crisi è fin troppo evidente, mentre i rimedi utilizzati recentemente per cambiare la situazione non lo sono affatto stati: l'era di Greg Robinson, sotto il quale la squadra ha giocato solo due Bowls dal 2000 in poi, è finalmente giunta al termine, e per dare inizio ad un corso che riporti i livelli di attesa agli anni novanta, è stato assunto Doug Marrone, che sul curriculum porta scritta un'interessante esperienza come offensive coordinator dei Saints, nei quali avrà  sicuramente attinto dalle idee fantasiose e spettacolari di Sean Payton.

Ciò non significa che l'attacco sarà  forzatamente spettacolare, anzitutto perché il materiale per eseguirlo non c'è, e quindi perché la ricostruzione di un reparto offensivo deve cominciare dai fondamentali, dal possesso, e quindi dal gioco di corse. Per il quale sono stati previsti e ritagliati ruoli diversi per tutti e tre i protagonisti, Delone Carter, Antwon Bailey e Averin Collier, i quali, ognuno dotato di caratteristiche differenti, dovrà  dare il cambio di ritmo necessario a far restare a lungo in campo l'attacco, e mutare il 29% di conversione di terzi downs prodotto nel 2008.
Il gioco aereo ritrova la sua star, il wide receiver Mike Williams, che ha terminato la sua sospensione e che dovrà  aiutare il quarterback Ryan Nassib, sufficiente ma nulla più, che ha difficoltà  nel lanciare sul profondo e che potrebbe essere seriamente sfidato da Greg Paulus, ex guardia della squadra di basket di Duke, che proverà  a tornare a fare il quarterback con un anno di eleggibilità  rimasto.

La difesa ha concesso 27 passaggi da touchdown e catturato solo 8 intercetti, ed il cornerback Mike Holmes è l'unico giocatore che ha davvero combattuto per evitare brutte figure. Secondarie problematiche corrispondono all'esigenza di portare una maggiore pass rush, ecco che quindi i defensive ends Jared Kimmel e Chandler Jones debbono forzatamente alzare il livello del loro gioco, mentre problemi di rendimento non ne ha il nose tackle Arthur Jones, possente ma molto veloce per la stazza che ha (6'4, 291 libbre), il quale continuerà  a comandare raddoppi ed a creare opportunità  per sé e per i compagni.

Gli Orange possono tentare di vincere un paio di partite al di fuori della conference nonostante impegni proibitivi contro Minnesota e Penn State, ma ciò che importa veramente è riuscire a vincere dentro la Big East, e cercare di evitare l'ultimo posto divisionale. Per questo motivo, più importante degli altri sarà  lo scontro contro Louisville, altro ateneo in fase di crisi di risultati.

West Virginia Mountaineers

Continuità  è la parola d'ordine dell'annata che si prospetta davanti a coach Bill Stewart, ed è un concetto che non sempre riesce ad essere completamente rispettato quando ci si trova a dover affrontare il duro compito di dover sostituire una leggenda. Parliamo ovviamente di Pat White, con tutta probabilità  il miglior quarterback nella storia dei Mountaineers, una doppia minaccia capace di produrre yards sia correndo che nel gioco aereo, un giocatore pericoloso ad ogni snap, un leader sceso spesso in campo infortunato, cui è mancata solo la grande occasione, peraltro sfiorata, di poter partecipare ad una finale nazionale. West Virginia, dopo aver fallito l'obbiettivo d'un soffio in quel 2007, ha deluso moltissimo l'anno passato, racimolando 4 sconfitte stagionali e terminando l'esperienza nel Meinke Car Care Bowl, manifestazione di calibro del tutto diverso rispetto ai palcoscenici che le potenzialità  di squadra parevano aver potuto raggiungere.

La missione, quindi, sarà  quella di tornare a vincere la Big East e di frequentare nuovamente i campi da gioco nel mese di gennaio, per riuscirvi sarà  fondamentale l'apporto offensivo del nuovo titolare del ruolo di quarterback, Jarrett Brown, già  visto in azione al posto di un infortunato White in un paio di occasioni, entrambe terminate con delle vittorie per la sua squadra. L'utilizzo di Brown coincide con un nuovo concetto offensivo, nel senso che si correranno meno options e si utilizzerà  maggiormente il suo potente braccio, dando maggiore importanza ad un gioco aereo che in passato era passato senz'altro in secondo piano. Materiale per avere successo ce n'è, dal momento che i destinatari dei futuri passaggi di Brown sembrano pronti ad una grande annata: Wes Lyons, Jock Sanders, Alric Arnett e Bradley Starks sono un quartetto invidiato da molte altre squadre, e garantiscono estrema velocità  all'azione accompagnandola alla giusta dose di fisicità  (Lyons è 6'8''), il fulcro del gioco che i Mountaineers hanno in mente.

Il running game dispone di una minaccia sempre pronta ad esplodere, Noel Devine, piccolo, agile e soprattutto velocissimo runner in grado di piazzare la giocata in qualsiasi momento, e che ha raggiunto quota 1.200 yards nel suo secondo anno d'esperienza al college. Ryan Clarke, fullback di 240 libbre, avrà  molto da dimostrare dopo un campionato 2008 deludente, e sarà  responsabilizzato quando ci sarà  da portare la palla per una o due yards, ruolo per il quale potrebbe essere sfidato dall'ex cornerback Jordan Roberts, il quale ha impressionato nello spring game segnando una meta da 65 yards. La linea offensiva può essere una fonte di preoccupazione, in quanto lo schema giocato non sarà  più un bloccaggio a zona, come la spread offense ereditata da Rich Rodriguez richiedeva. Gli special teams dovranno rimpiazzare Pat McAfee, il quale giocava sia da kicker che da punter, ed è stato per anni uno dei punti di forza della squadra.

La difesa sarà  la stessa messa in campo nei tempi recenti, e prevedrà  quindi l'allineamento 3-3-5, che si basa sulla versatilità  dei giocatori per cercare di sviare le letture offensive, creando confusione al quarterback nella fase di identificazione del preciso ruolo di ogni difensore schierato nella secondaria, anche per via del fatto che cinque o sei defensive backs vengono schierati contemporaneamente in maniera fissa. E' volontà  del coaching staff un maggiore utilizzo dei blitz, sfruttando le qualità  atletiche dei linebackers Reed Williams e J.T. Thomas, nonché la tenuta di una linea capitanata dai tackles Scooter Berry e Chris Neild, il che costringerà  le secondarie a giocare molte più coperture a uomo. Il ruolo di safety sarà  più che adeguatamente coperto da Sidney Glover e Robert Sands, rapidi negli spazi e grandi colpitori, mentre stanno emergendo quali titolari nel ruolo di cornerback i giovani Keith Tandy e Brandon Hogan, quest'ultimo riciclatosi dopo un passato da ricevitore.

Il calendario tiene fede al nickname della squadra, e sarà  una montagna che sarà  più dura da scalare mano a mano che il percorso andrà  avanti. Le sfide più importanti dell'anno sono tutte concentrate sul fondo, con Cincinnati, Pittsburgh e Rutgers da affrontarsi nell'ultimo mese. Particolare attenzione andrà  alla Backyard Brawl, la sentita e tradizionale rivalità  contro i Panthers, che i Mountaineers hanno perso negli ultimi due anni.

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