Tebow proverà ancora a portare i Gators in vetta alla nazione nella sua ultima stagione universitaria.
Tre titoli negli ultimi tre anni fanno della SEC una delle conference più competitive dell'intera NCAA, con almeno quattro team che possono puntare ad entrare tra i top BCS quando la stagione entrerà nel vivo; Florida e Georgia ad est, Mississippi e Louisiana State ad ovest, sono indubbiamente le squadre sulle quali dovranno indirizzare la propria corsa verso i bowl le altre otto componenti della conference, tra cui spiccano gli agguerriti South Carolina Gamecocks di Steve Spurrier, alla ricerca di una rinnovata gloria dopo le cocenti delusioni inanellate in NFL. Sempre nella East qualche speranza di tornare a giocare un bowl sembra avercela Tennessee, leggermente più competitiva di Kentucky, ancora in fase di ristrutturazione, e Vanderbilt, ormai boccheggiante da diversi anni.
Florida Gators
Re indiscusso della NCAA con due Championship conquistati nell'ultimo triennio coach Urban Meyer si presenta ai nastri di partenza con la ferma intenzione di guidare i suoi Gators fino alla finale nazionale, sfruttando per l'ultima volta le immense doti di Tim Tebow, quarterback che ha saputo interpretare come pochi suoi predecessori l'ottima spread offense di Florida, rendendola tanto spettacolare quanto, effettivamente, letale.
Con un Percy Harvin in meno ed una promessa, almeno a parole, di avere a disposizione un playbook che gli permetta di dimostrare di essere anche all'altezza della NFL, il numero 15 dovrà caricarsi il peso dei Gators ancora una volta sulle spalle, come ha già ampiamente, ed ottimamente, fatto quando l'odierno WR dei Vikings è stato lontano dai campi per infortunio. Atleta eccelso, di quelli che fanno innamorare gli amanti del football per la passione, la grinta, e il cuore che ci mette in ogni azione di gioco, vivrà un 2009 incentrato su un tostissimo dualismo con Sam Bradford, suo ultimo avversario nella corsa all'Heisman Trophy; tra loro, incredibilmente, potrebbe uscire il nome del primo atleta nella storia a vincere per due volte questo ambitissimo riconoscimento.
Leader indiscusso dell'attacco di Florida nel 2008 con 2,746 yards lanciate e 673 corse per un totale di 42 touchdowns, 30 su passaggio, e 4 intercetti, Tebow ripartirà dai tre senior receiver rimasti a roster, ovvero Carl Moore, David Nelson, Riley Cooper, e il rapidissimo All-American Brandon James, che ha fatto intravedere ottime cose come returner alternandosi con Harvin; alle loro spalle c'è grande attesa intorno a Deonte Thompson, sophomore che punta ad emergere in questa stagione dopo essere stato il prospetto numero 1 dello stato, nonché top recruiter, nella scorsa.
Tra i tight ends nonostante il peso della partenza di Cornelius Ingram rimane la garanzia di avere ancora a disposizione le ottime mani di Aaron Hernandez, leader del reparto con 34 ricezioni per 384 yards e 5 TD nell'anno da junior; meno certezze vi sono invece nel backfield, dove Jeffery Demps e Chris Rainey continueranno la tradizione degli "ibridi", runningbacks/receivers, raccogliendo la pesantissima eredità del più volte citato Harvin, che ha lasciato l'ateneo di Gainesville dopo esserne diventato l'atleta più produttivo dalla storia.
Rinnovamento in vista anche sulla OL, dove mancheranno Jason Watkins e Phil Trautwein, passati in NFL, che dovrebbero essere rimpiazzati da Carl Johnson, che nel 2008 ha giocato come guardia, e dal redshirt junior Marcus Gilbert, emerso con prepotenza durante gli spring camp; con Maurice Hurt promosso nel ruolo di LG al posto di Johnson, i perni della nuova linea dei Gators saranno indubbiamente i fratelli Pouncey, con Maurkice impiegato da centro e Mike pronto ad agire come guardia sul lato destro in attesa di capire le reali potenzialità del true freshman Jelani Jenkins, giocatore che potrebbe entrare stabilmente in rotazione già alla partenza della regular season.
Sulla linea opposta un occhio di riguardo per il mastodontico Carlos Dunlap, 198 centimetri per 132 chili di pura potenza, che promette di vivere un'altra stagione al top e che cercherà sicuramente di migliorare i 9.5 sacks che gli hanno permesso di dominare la division nella passata stagione, centrando il titolo di Defensive MVP nel BCS Championship vinto contro Oklahoma, dove ha seminato il panico tra le linee avversaria per l'intera durata del match.
Nella mediana il nome in grado di spostare gli equilibri è sempre lo stesso, Brandon Spikes, indiscusso playmaker della difesa che torna per il suo ultimo anno universitario dopo aver concluso il 2008 con 93 tackles all'attivo; dotato di un'ottima tecnica di placcaggio e amante dei big play, in carriera ha forzato 34 turnovers, ha due soli difetti: parla troppo e spesso e volentieri tende a colpire platealmente l'avversario. Se tiene a bada il caratterino turbolento e si limita a giocare come sa, ecco che ci troviamo davanti uno dei migliori linebacker della classe 2010, nonché un giocatore capace di reggere il reparto in assoluta solitudine.
Oltre al numero 51 tra i linebackers potrebbe fornire un buon contributo l'altro senior Ryan Stamper, che dovrebbe giocare titolare nel ruolo di Weak lasciando ad Al Jones, uno junior, quello di strong, per il quale sembra però essersi fortemente candidato l'altro top recruit di Florida, il talento locale Jon Bostic, ragazzo dal futuro quasi assicurato; rispetto alla passata stagione paiono infine migliorate anche le secondarie, con due potenziali All-American pronti a mettere in difficoltà gli attacchi avversari, il corner Joe Haden e la SS Ahmad Black, 7 intercetti per 191 yds e 2 TD ritornati nel 2008, e un sophomore in rampa di lancio, l'altro cornerback Janoris Jenkins.
Persi proprio in questo ruolo due importanti prospetti come Marsalis Teague e Greg Reid, finiti rispettivamente a Tennessee e Florida State nel Signing Day, Florida dovrà tenere alta la concentrazione per presentarsi al top nel match che probabilmente farà da spartiacque per l'intera stagione, la sfida contro i campioni nazionali del 2007 di LSU in programma per il 10 Ottobre; se Meyer e i suoi asfalteranno nuovamente i Tigers, l'anno passato si imposero per 51 a 21, le porte del Rose Bowl di Pasadena cominceranno a schiudersi, e Tebow potrebbe cominciare a sperare di diventare il secondo Heisman Winner all-time a chiudere la propria carriera collegiale in uno degli impianti che hanno scritto la storia di questo sport.
Georgia Bulldogs
Stagione che si presenta difficile per i Bulldogs di Mark Richt, che dopo aver battagliato per anni per un invito al BCS Championship sembrano orientati a lottare per un bowl minore dopo le partenze di Stafford e Moreno che li hanno di fatto privati dei due playmaker offensivi e dei punti di forza della squadra; senza di loro e con qualche volto nuovo di troppo in campo mantenere la media di 10 vittorie a stagione ottenuta negli ultimi 5 anni non sarà affatto una passeggiata.
A cercare di renderla perlomeno possibile ci penserà Joe Cox, senior che salvo sconvolgimenti dell'ultimo minuto o lavori in corso dovrebbe essere lo starting quarterback del 2009 in attesa di capire quanto possano essere futuribili i due nuovi arrivati ad Athens, Aaron Murray, uno dei migliori passatori puri della nazione, e Zach Mettenberger, dotato di un buon timing e di un braccio potentissimo, nettamente in vantaggio rispetto a Logan Gray, sophomore che sembra destinato a vestire i panni del backup per lungo tempo.
Poco spettacolare ma piuttosto concreto il nuovo pitcher di Georgia potrà contare però su uno dei migliori ricevitori della NCAA A.J. Green, considerato da molti il più forte ricevitore della conference che arriva da una stagione, molto positiva, conclusa con 8 touchdowns realizzati e 963 yards conquistate in 56 ricezioni; sulla sideline opposta si cerca invece qualche sicurezza nelle mani esperte dei senior Kris Durham e Michael Moore, anche se nella testa dell'offensive coordinator Mike Bobo il giocatore che potrebbe incidere parecchio sul gioco dei Bulldogs dovrebbe essere il nuovo runningback, il redshirt freshman Carlton Thomas, runner veloce ed isitintivo che nei camp primaverili pare essersi fatto preferire al successore designato di Moreno, il sophomore Caleb King.
Indecisioni su a chi affidare il backfield a parte le certezze dei Bulldogs arrivano dalle due linee, dove si registrano gli importantissimi ritorni della guardia offensiva Trinton Sturdivant e del tackle difensivo Jeff Owens, entrambi reduci da due infortuni e nuovamente pronti a fare da punto riferimento per i compagni di reparto. Sulla OL, composta per 4/5 da sophomore, il rientrante numero 77 farà da chioccia agli altri giovani lineman cercando di fornire la giusta copertura al proprio quarterback in attesa che esploda l'ottima accoppiata presente sul lato destro, formata dal RT Justin Anderson e dal RG Tanner Strickland, uno dei migliori talenti della NCAA.
In difesa invece il recupero di Owens permette a Georgia di riformare una delle migliori coppie centrali della nazione, con Geno Atkins pronto ad avvalersi dell'ingombrante presenza del compagno di reparto per mietere nuove vittime all'interno degli attacchi avversari; stessa cosa che presumibilmente cercherà di fare il linebacker Rennie Curran, leader difensivo con 115 tackles e 3.0 sacks nel 2008 che potrebbe anche decidere di presentarsi al draft al termine di questa stagione in caso si rivelasse molto positiva come la precedente.
Nelle secondarie orfane del buonissimo Asher Allen è rimasta la safety Reshad Jones, leader del reparto con 5 intercetti all'attivo, anche se l'erede del nuovo cornerback dei Vikings sembra essere Brandon Boykin, sophomore agile, veloce, e dotato di un buonissimo fiuto per l'ovale, che se mette su qualche muscolo ha potenzialità per ostacolare qualsiasi ricevitore della NCAA. Nelle difese di situazione non è detto inoltre che non faccia il suo esordio il velocissimo freshman Branden Smith, considerato uno dei migliori corner della nazione, che ha dimostrato di saper effettuare ottime coperture a livello di high school.
Un calendario in salita che li mette subito di fronte ad Oklahoma State, uno dei team da tenere sotto la lente di ingrandimento nel 2009, può mettere subito in crisi questi Bulldogs, che vivranno ad ottobre il mese più lungo e difficile della loro stagione, aprendolo il 3 in casa contro Louisiana State e chiudendolo il 31 in trasferta contro i rivali divisionali di Florida; se le sconfitte a fine torneo saranno solo queste tre, Richt e soci potranno ritenersi davvero fortunati, perché la finale BCS, quest'anno, sembra davvero irraggiungibile.
South Carolina Gamecocks
L'head coach Steve Spurrier dice di essere a metà del suo progetto con South Carolina, e anche se il ritorno all'Outback Bowl, perso 31-10 contro Iowa, dopo l'assenza dalle finali del 2007 rende meno amara la storia recente, abbandonare la mediocrità in cui sono piombati da anni i Gamecocks, sembra sempre più difficile, nonostante l'egida guida di uno dei maggiori plurititolati a livello di NCAA.
Con 7 SEC e 1 BCS Championship all'attivo a Columbia si attendevano ben altro da Spurrier, che non riesce affatto a far decollare quella spread offense che lo ha reso famoso a Gainesville, qualche miglio più a nord, tra le mura del Williams Bryce Stadium; con 28 vittorie e 22 sconfitte in quattro stagioni e l'incapacità provata di non riuscire a superare lo scoglio delle 8 affermazioni stagionali, raggiunto nel 2006, per l'ex genio di Florida sembra arrivato il punto di non ritorno, e poco importa se quest'anno sembra aver condotto finalmente un recruit degno di questo nome.
Reclutamento di cui si cominceranno però a raccogliere i frutti probabilmente solo dalla prossima stagione, per quest'anno, come da copione, occorrerà arrangiarsi con quello che passa il convento, magari cominciando a dire basta a quell'assurdo esperimento provato nel corso del 2008, quando a forza di splittare di azione in azione, i poveri Chris Smelley e Stephen Garcia non capivano più se erano quarterback o semplici kicker buttati in campo per l'ennesimo tentativo di trick play.
Proprio da Garcia e dal suo carattere irrimediabilmente turbolento, tre sospensioni in due anni ricevute da Spurrier, sembrano pronti a ripartire i Gamecocks, che dopo averlo affidato alle sapienti cure del QB coach G.A. Mangus, sperano di trovarsi finalmente tra le mani un pitcher capace di caricarsi sulle spalle il peso di un attacco abulico come quello di South Carolina, dove l'unica parziale certezza sembra essere il valido TE Weslye Saunders, sopravvissuto al vero e proprio esodo verso la NFL che ha colpito il reparto e, fondamentalmente, tutta la squadra.
Salutati i vari McKinley, Meredith, Sorensen, Jared ed Emmanuel Cook, Brinkley, e Munnerlyn, a Columbia proveranno a ricostruire cominciando dal passing game dove punteranno sul sophomore Jason Barnes e sul senior Moe Brown, in attesa di valutare le reali potenzialità di Alshon Jeffery, fisicato WR freshman strappato alla concorrenza di USC e Tennesse; nel backfield dopo l'addio dell'idolo locale Mike Davis, spazio ad Eric Baker, buon runner sophomore che spera di rilanciare il gioco di corsa dei Gamecocks, che ha chiuso all'ultimo posto del SEC ranking nella passata stagione, in coppia con Jarvis Giles, altro volto nuovo e atleta esplosivo che mancava all'attacco.
Tanti i nuovi e pochissime certezze sulla linea offensiva rimasta priva di importanti veterani del calibro di Meredith e Sorensen, mentre una discreta garanzia viene offerta su quella difensiva dall'end Cliff Matthews, giunto alla terza stagione universitaria; ritorno al passato per un altro pezzo pregiato della difesa, Eric Norwood, che vestirà nuovamente i panni del WLB dopo aver giocato nel ruolo di DE nel 2008 senza riuscire a ripetere lo straordinario 2007, chiuso come leader dei tackles for loss.
Nelle secondarie l'unico giocatore di esperienza è la strong safety Darian Stewart, uomo che dovrà guidare un reparto dove spuntano individualità interessanti come Akeem Auguste e Chris Culliver, atleti che potrebbero emergere nel corso della stagione al pari di Stephon Gilmore, top recruit che ha potenzialità per diventare un cornerback di livello in NCAA. Questo reparto, indubbiamente indebolito nell'offseason, verrà messo già a dura prova nelle prime settimane di campionato, quando i Gamecocks affronteranno Georgia e Mississippi; un eventuale crollo, soprattutto contro l'ottimo passing game di Jevan Snead, potrebbe incidere enormemente sul proseguo della stagione.
Tennessee Volunteers
Fallito l'esperimento Dave Clowson i Volunteers hanno deciso di ripartire da Lane Kiffin che nei primi sei mesi a Knoxville ne ha fatte di cotte e di crude, inimicandosi mezza SEC, con attacchi frontali a Urban Meyer e a South Carolina University oppure cercando di ingaggiare assistenti di altri college, e violando per ben due volte le regole sul recruiting NCAA. Cose, che sommate, gli hanno consentito di guadagnarsi i favori dei suoi fans, ma che hanno indubbiamente fatto alzare il livello di attenzione, ed antipatia, nei suoi confronti, da parte degli organi federali.
Pepato e sempre pronto ad attacar briga il nuovo coach di Tennessee dovrà cercare di mettere da parte le parole e lasciare parlare il campo fin dalla prima partita di stagione regolare, per rimediare alla peggior stagione nella storia dell'ateneo, 2008, conclusasi con appena 5 vittorie; per farlo ha deciso di affidarsi nuovamente all'esperienza del senior quarterback Jonathan Crompton, rimasto saldamente al comando dell'attacco, nonostante la spietata concorrenza fornita dai sophomores Nick Stephens e B.J. Coleman, dopo essere entrato nelle grazie di Kiffin.
Leader del gruppo di veterani tornati a Knoxville per l'ultima stagione collegiale, ben sette, il quarterback potrà contare su due Top-10 runningback, l'ottimo Bryce Brown atteso ad un impatto immediato in Tennesse, David Oku, e sull'esperto senior Montario Hardesty, runner fisico e veloce pronto a raccogliere l'eredità vacante di Arian Foster; sulle sideline spazio invece all'altro veterano Quintin Hancock e a Gerald Jones, che potranno contare indubbiamente sull'apporto di Nu'Keese Richardson, interessantissimo receiver che potrebbe tornare molto utile nelle azioni in profondità .
Per ricevere nel traffico non ci sono dubbi che Crompton potrà fare affidamento ad occhi chiusi sul grandissimo fisico del tight end Jeff Cottam, ragazzone di 2 metri e 3 centimetri che potrebbe diventare il playmaker dell'attacco viste le ottime mani e l'attitudine a farsi trovare libero nei momenti topici del match; molto esperto, è un senior come il centro All-American Josh McNeil, che sarà al comando di una linea composta prevalentemente da giocatori all'ultimo anno in NCAA, in cui l'unico junior è Jarrod Shaw, right tackle piuttosto mobile ed abile a bloccare.
In difesa manca stranamente il grande nome sulla linea, anche se c'è molta solidità grazie alla presenza di due esperti tackle nel mezzo della stessa come Wes Brown e Dan Williams, che avranno il compito di impegnare i bloccatori avversari per permettere al veloce Rico McCoy di riaffermarsi ai vertici della nazione dopo i problemi fisici che l'hanno tenuto lontano nel 2008, permettendogli di fatto di bissare la sua senior season al college.
Il playmaker del reparto e quello più controllato, ma anche temuto, dagli avversari sarà però senza ombra di dubbio la strong safety Eric Berry, junior in odore di All-American che potrebbe dichiararsi per il draft già al termine di questa stagione; ottimo tackler che sa contrastare sia i passaggi che le corse, dovrà guidare sul campo delle secondarie giovani in cui potrebbero emergere i corner Brent Vinson, altro junior, e Janzen Jackson, five-star prospect strappato a Louisiana State.
Partenza comunque non facile per Tennessee, che dopo Western Kentucky e l'ostacolo UCLA in casa dovrà volare a Gainesville per affrontare i campioni nazionali in una partita importante ma certamente non decisiva per le sorti di una stagione che sulla carta sembrerebbe difficile ma non impossibile, se si escludono le sfide con Georgia e Ole Miss tra ottobre e novembre.
Kentucky Wildcats
Il dopo Andre' Woodson in Kentucky è stato più positivo di quanto effettivamente si pensasse all'indomani del passaggio tra i professionisti del talentuoso quarterback; dodici mesi dopo il suo addio infatti i Wildcats hanno concluso con una sola vittoria in meno, sette, rispetto a quando erano guidati dal giocatore dei Giants, arrivando a vincere il Liberty Bowl, 25-19, contro East Carolina. Certo, rispetto a qualche stagione fa rimane un miraggio la top ten del ranking BCS ma la ricostruzione passa anche attraverso qualche stagione vissuta ai margini dell'anonimato.
Stagione che rischia di essere tale anche in questo 2009 dove verrà nuovamente cambiato il quarterback titolare visto che Mike Hartline succederà a Curtis Pulley, arrivato al capolinea universitario un anno esatto dopo il suo rivale Woodson, nel tentativo di rinvigorire l'attacco di KU, che dovrà fare a meno del suo miglior ricevitore, Dicky Lyons Jr.; senza receiver altrettanto credibili, E.J. Adams e Kyrus Lanxter, toccherà ancora una volta all'ottimo tight end T.C. Drake accollarsi gran parte del peso dell'attacco aereo dei Wildcats, alla strenua ricerca di un go to receiver, che potrebbe rivelarsi a sorpresa in Chris Matthews, JUCO transfer con 80 ricezioni all'attivo, per più di 1,200 yards, nell'Harbor College di Los Angeles.
Altra importante opzione per l'attacco dovrebbe essere il runningback Alfonso Smith, senior fattosi notare durante i camp primaverili e pronto a diventare padrone indiscusso di un backfield che può avvalersi di una delle migliori linee della NCAA, passata dall'ultimo al primo posto della SEC nel corso di una sola stagione, 2008, in cui ha concesso appena 13 sacks; Jorge Gonzales al centro, Zipp Duncan e Stuart Hines a sinistra, Jake Lanefski e Brad Durham a destra, formano una trincea collaudata e piuttosto difficile da superare.
Sulla linea opposta il ritorno dell'end Jeremy Jarmon, che ha rinunciato al draft per disputare la senior season, consente a Kentucky di mantenere inalterato un reparto che presenta il suo punto di forza sul lato forte, dove oltre al DE si allinea solitamente il validissimo DT Corey Peters, anch'egli giunto all'ultima puntata della sua avventura collegiale; al suo fianco si attende la consacrazione di Ricky Lumpkin, mentre per il futuro si è deciso di puntare forte su un altro JUCO transfer, Mark Crawford, sugli scudi durante le sedute primaverili.
Esperta ma non eccezionale la mediana in cui si fa notare il MLB Micah Johnson, il vero playmaker difensivo è ancora una volta un defensive back, ovvero il corner Trevard Lindley, altro prospetto che ha rinunciato alla NFL per vestire un'ultima volta la maglia dei Wilcats, di cui è leader e trascinatore indiscusso; dotato di un buon fiuto per l'ovale e abile a coprire i ricevitori avversari si candida ad essere il miglior CB della SEC e, in generale, dell'intera NCAA.
Miami (OH), Louisville, Florida, Alabama e South Carolina nelle prime cinque uscite stagionali rischiano di incidere notevolmente sulla stagione di Kentucky, che se uscisse presto dai giochi potrebbe pensare al futuro lanciando nella mischia il quarterback Morgan Newton, true freshman atletico, dotato di un gran braccio, e considerato un possibile crack.
Vanderbilt Commodores
Non ancora del tutto smaltita la gioia per il primo Bowl vinto in 53 anni di storia, a Nashville ripartono dai 19 protagonisti ritornati per la senior season, con la ferma convinzione che l'esperienza accumulata potrebbe tornare effettivamente utile nel corso della stagione, nonostante questa si presenti in salita, come sempre negli ultimi anni. Lo scetticismo, principalmente, è dovuto al fatto che manca un giocatore in grado di spaccare, come è solito dire, la partita in due, effettuando la giocata ad effetto necessaria a cambiarne corso e risultato.
Per cominciare manca un quarterback affidabile fino in fondo, con il sophomore Larry Smith che dopo aver chiuso trionfalmente la scorsa stagione dovrà nuovamente affrontare la concorrenza di Mackenzie Adams, pitcher che ha già lottato per il ruolo di starter nel 2008 con Chris Nickson, giunto alla fine della sua carriera universitaria; la QB battle non giova a nessuno, tantomeno all'attacco, che fatica a trovare i tempi giusti nell'esecuzione degli schemi e dei giochi.
I problemi poi proseguono nel backfield, dove il solido Jared Hawkins accumula yards e portate ma difficilmente riesce ad essere spettacolare o sfornare un big play decisivo; della stessa sostanza è il receiver Justin Wheeler, esplosivo ma spesso e volentieri assente dal gioco, soprattutto nelle azioni che contano. Diversa la situazione dei TE, dove Brandon Barden, che sopperisce alla poca velocità con ottime mani e un grande fisico che gli permette di ricevere nel traffico assorbendo i colpi degli avversari, e il nuovo arrivato Mason Johnson possono diventare le opzioni preferite di Smith, attuale QB titolare, in attesa di verificare l'impatto di Brady Brown, freshman receiver alquanto produttivo.
Leggermente più solida ed esperta rispetto al 2008 la linea offensiva capitanata dal senior Eric Hensley, tornato a dirigerla egregiamente dopo un infortunio che lo ha tenuto lontano dal terreno di gioco nel 2007, in cui emerge l'ottimo LG Kyle Fischer, giocatore tecnico e piuttosto mobile che potrebbe puntare al All-American Team come anche il DT Adam Smotherman, junior che compone una splendida e collaudata coppia di tackle con Greg Billinger al centro di una DL rimasta pressochè immutata.
Poche variazioni anche tra i linebackers dove si registra la nuova entrata del sophomore Chris Marve, che prenderà ordini dal solito Patrick Benoist, leader della difesa al pari del cornerback Myron Lewis dopo il passaggio tra i professionisti di D.J. Moore; con loro e la strong safety Ryan Hamilton non sarà facile per gli avversari conquistare terreno sul lato destro del campo, e forse nemmeno in mezzo, dove pare essere molto abile nelle coperture Sean Richardson, nuova FS dei Commodores.
Vanderbilt, che è attesa ad una prova decisiva già alla seconda settimana a Baton Rouge, in Louisiana, dove dovrà affrontare i Tigers, ha limato parecchio il gap nei confronti delle altre compagini della SEC East, ma per emergere la strada è ancora lunga e il programma dovrà guadagnarsi un certo appeal sul campo, magari cercando di conquistare nuovamente un bowl, cosa che non appare del tutto impossibile.