Mark Sanchez è stato l'indiscusso MVP del Rose Bowl 2009
Joe Paterno sognava di poter trionfare per l'ennesima volta in un Bowl. All'età di 82 anni, il decano del college football aveva la possibilità di vincere il suo ventiquattresimo bowl, chiudendo una fantastica stagione in cui aveva guidato (non più dalla sideline per un problema all'anca) Penn State ad un passo dal BCS Championship e dalla stagione perfetta.
Aveva rivinto la Big Ten nonostante tutti ad inizio anno lo mettessero dietro ad Ohio State e solo la sconfitta di un punto contro Iowa aveva tolto la possibilità di tornare a giocarsi il titolo nazionale dopo ventidue anni.
Un titolo nel Rose Bowl di Pasadena, contro USC, avrebbe cancellato quella inopinata sconfitta e regalato l'ennesima copertina ad una leggenda dello sport americano, ma i Trojans di coach Carroll non si sono lasciati emozionare dalla magia di Joe Pa e hanno cancellato i sogni di vittoria dei Nittany Lions.
Con un primo tempo praticamente perfetto, chiuso sul 31 a 7, i Trojans, guidati da un magnifico Mark Sanchez, MVP del Bowl, hanno messo in ghiaccio la sfida, conquistando il terzo Rose Bowl consecutivo, prima università a riuscirci, e chiudendo ancora una volta la stagione con tanti rimpianti, visto che l'unica sconfitta stagionale contro Oregon State ha tolto i Trojans, favoriti di inizio anno, dal Championship.
Sanchez, alla prima stagione da titolare e con molti dubbi in preseason sulla sua possibilità di essere subito protagonista, ha chiuso una stagione da 34 td pass e 3207 yards, con la classica ciliegina sulla torta, dominando la difesa di Penn State, tra le migliori della nazione (solo 14 punti subiti di media), con 4 touchdowns nel primo tempo, tre su passaggio e uno su corsa, a cui va aggiunto il quarto td pass ad inizio quarto periodo che ha stoppato le velleità di rimonta dei ragazzi di coach Paterno.
Le 413 yards lanciate sono la seconda prestazione all time in un Rose Bowl, i 28 passaggi completati su 35 lanci sono la più alta percentuale di completi e i 4 td pass pareggiano un altro record del Bowl di Pasadena, inserendo il qb di USC tra i grandi protagonisti del college football e sicuro prospetto per i professionisti nel Draft del 2010, sempre che non decida di sfruttare il momento e dichiararsi quest'anno, saltando la sua stagione da senior.
USC, dopo la sconfitta contro Oregon State, ha vinto tutte le partite della stagione con un margine complessivo di 300 punti, mantenendo la striscia immacolata contro le squadre della Big Ten, che già aveva avuto un'altra vittima nella super sfida di regular season contro Ohio State. La squadra, che conta un numero impressionante di prospetti per l'NFL, era considerata la favorita per la conquista del titolo nazionale, soprattutto dopo aver dominato i Buckeyes nella week 2, ma un'altra sorprendente battuta d'arresto nella Pac-10, proprio come quella di due anni fa contro UCLA, ha tolto a coach Carroll la possibilità di giocarsi il terzo titolo della sua gestione a Los Angeles.
La partita sembrava equilibrata all'inizio, con Maybin che metteva pressione alla linea offensiva di USC e riusciva a colpire Sanchez provocando un fumble, annullato però da una flag per un fuorigioco dello stesso defensive end, la prima di una lunga serie di penalità che ha condizionato pesantemente la partita dei Nittany Lions. Da quel mancato turnovers USC costruiva immediatamente un perfetto gioco in post tra Sanchez e Damian Williams che dava il primo vantaggio ai campioni della Pac-10.
Sanchez per Williams è stata una combinazione che ha dominato in lungo e in largo il Rose Bowl, con il ricevitore sophomore che ha chiuso l'incontro con 10 ricezioni per 162 yards, mettendo in notevole difficoltà con il suo atletismo la secondaria di Penn State.
Dopo il vantaggio iniziale di USC, Penn State riusciva a riorganizzare subito un drive vincente che portava al td su corsa di Darryl Clark, ma era solo un fuoco di paglia, che si spegneva subito contro la marea rossa e gialla.
I Trojans nel secondo quarto chiudevano a doppia mandata la partita con un parziale di 24 a 0, iniziato dal touchdown di Sanchez, che replicava al suo avversario diretto con una perfetta corsa centrale dopo un drive da 80 yards. Dopo un field goal da 30 yards di Buelher, USC firmava un back to back in meno di due minuti, nel finale del periodo, prima con un td pass di Sanchez per Ronald Johnson e poi, approfittando del fumble recuperato da Harris, dopo un tremendo colpo di Taylor Mays sul runner freshman Stephon Green, con il terzo td pass di Sanchez, stavolta per CJ Gable, promosso titolare dopo l'infortunio di Joe McKnight nel primo quarto.
Il 31 a 7 del primo tempo non dava speranze a coach Paterno, soprattutto per la difesa di USC aveva dimostrato di poter fermare con la sua strapotenza fisica un attacco che in stagione ha viaggiato a 40 punti di media. L'infortunio ad un ginocchio a Evan Royster, runningback da 1200 yards, ha tolto un'importante arma al gameplan di Penn State, ma Green, tolto il fumble, ha giocato bene, mentre Clark, pur lanciando 273 yards e segnando 3 touchdowns totali, non ha mostrato la solita sicurezza, incapace di leggere la pressione fisica della difesa di coach Carroll, guidata da Maualuga, Cushing e Maiava, mvp difensivo dopo che Cushing e Maualuga avevano vinto nel 2007 e 2008.
L'orgoglio dei Nittany Lions portava 17 punti nell'ultimo periodo, frutto di un paio di td pass di Clark per Derrick Williams e Norwood, portando il punteggio finale sul 38 a 24 per USC.
A fine gara Joe Paterno aveva parole di grande elogio per gli avversari, dimostrando ancora una volta la sua inestimabile saggezza e lasciando la porta ancora aperta per la stagione prossima, la sua sessantesima alla guida di Penn State, mentre per coach Carroll il 2009 sarà un anno difficile, con una difesa da reinventare dopo le partenze sicure di Maualuga, Coushing e Mays.
Entrambi i college però saranno sicuramente protagonisti anche nel prossimo anno e forse li rivedremo ancora a Pasadena, per la rivincita e per scrivere un'altra pagina di storia del college football.