Seminoles, suicidio sventato

Antone Smith ha rivitalizzato il gioco di corse di Florida State.

L'annata altalenante della Atlantic Coast Conference continua nel segno dell'indecisione e, se vogliamo, dell'equilibrio, termine che scomodiamo non tanto per definire una situazione dove le squadre coinvolte sono così forti da non riuscire a capire chi possa essere la migliore, piuttosto per descriverne una dove le carte in tavola sono mischiate ogni settimana, ci sono un paio di squadre che hanno lanciato dei messaggi chiari e precisi, mentre l'equilibrio prima menzionato deriva dalle prestazioni medio-basse di tutte le altre contendenti, creando così una situazione piena di incertezze, senz'altro varia e divertente, ma di qualità  sicuramente inferiore rispetto conferences tipo Big 12 e Sec.

La Coastal Division, che in questa prima metà  di stagione si è rivelata superiore rispetto alla Atlantic, vede Virginia Tech e la sorpresa North Carolina impegnate in un confronto a distanza (quello diretto c'è già  stato, e si è risolto a favore degli Hokies) che ha come finalità  la prima piazza divisionale, con ambedue le università  attualmente capaci di interessanti strisce vincenti.
Sono difatti cinque le vittorie consecutive per una Virginia Tech che dalla prima di campionato (sconfitta con East Carolina) non si è più voltata indietro nonostante un attacco talvolta improduttivo ed anti-spettacolare, mentre i Tar Heels hanno conquistato proprio questa settimana un posto nel ranking, impresa che non riuscivano ad eseguire dal 2001.

Quella dell'ateneo di Chapel Hill è stata senz'altro la prestazione più impressionante di tutto il weekend, North Carolina ha inferto la prima sconfitta stagionale a Connecticut, un'avversaria appartenente alla Top 25, soprattutto grazie alle magie (ed è proprio il caso di dirlo) del linebacker Bruce Carter, eroe di giornata andato a bloccare i primi tre punts della giornata degli Huskies, facilitando non di poco il lavoro dell'attacco condotto da Cam Sexton, che da quelle azioni ha ottenuto 17 punti consecutivi.

Una giornata non eccellente per il gioco aereo è stata sottolineata dalle 19 portate per 109 yards del running back Shawn Draughn, responsabile di un touchdown di 39 yards nel terzo periodo e diventato il primo rusher azzurro a varcare la tripla cifra in singola gara, davvero non male per un ragazzo che era stato reclutato per giocare safety
La difesa ha fatto ciò che doveva fare, ovvero contenere i danni creati dal miglior corridore della nazione, Donald Brown, ed indurre il quarterback Zach Frazier, presente al posto dell'infortunato Tyler Lorenzen, a molteplici errori: le missioni sono state compiute entrambe con successo, le 161 yards di Brown sono state un risultato soddisfacente se si pensa alla sua media abituale, pericolosamente vicina alle 200; eccezionale invece può essere definito lo sforzo di un reparto che per ben tre volte ha intercettato il regista degli Huskies, con lo sfizio di una meta difensiva del tackle Marvin Austin, tutti episodi che hanno contribuito e giustificato un punteggio così severo (38-12 il finale) nei confronti di UConn, a fronte della superiorità  di produzione offensiva rispetto ai ragazzi di Butch Davis.

Le difficoltà  offensive di Virginia Tech sono le stesse riscontrate più o meno una settimana fa su queste stesse righe, ed il risultato è stato il medesimo: gli Hokies hanno vinto ancora, ma hanno rischiato di tenere in partita un avversario ben più debole per più tempo di quanto fosse necessario.

La mancanza di continuità  dell'attacco si è riscontrata con particolare evidenza durante il secondo tempo, quando un facile vantaggio di 27-3, propiziato da un paio di segnature del solito Darren Evans (21, 79, 2 TD) dalla ricezione vincente del tight end Greg Boone e da due agili conclusioni del kicker Dustin Keys, ha rischiato di frantumarsi proprio sul più bello, ponendo l'accento sull'incapacità  del team di coach Beamer di chiudere le gare attraverso l'uso del cronometro.

Gli Hokies sono andati difensivamente in difficoltà  contro la strategia offensiva degli Hilltoppers, appartenenti alla FCS, che hanno segnato 10 punti in serie consecutive contraddistinte dalla rimozione dal campo del quarterback, con snaps quindi mandati direttamente nelle mani del corridore; la difesa ha tenuto nel momento in cui contava farlo e la cosa si è fermata lì, ma non si può non considerare il fatto che Beamer sia stato costretto a rimettere in campo Sean Glennon a terzo periodo inoltrato viste le difficoltà  aeree di Tyrod Taylor, e che queste rischiano di venire ulteriormente accentuate dall'infortunio che ha levato di mezzo Kenny Lewis Jr., una delle migliori opzioni di corsa del backfield, il cui tendine d'Achille ha ceduto proprio nella partita di sabato.
Con Taylor ed Evans quali soluzioni principali, urge quindi trovare almeno un altro giocatore che garantisca un'alternativa in più, in special modo per un attacco troppo monodimensionale.

Chris Crane, quarterback di Boston College, non ha attraversato un periodo facile ultimamente, la consapevolezza di non essere all'altezza di Matt Ryan lo aveva probabilmente reso nervoso e vulnerabile riversando tali sentimenti sulle sue cattive prestazioni, tutte sensazioni appesantite da un pubblico tanto impietoso quanto esigente, che non si era affatto risparmiato nel fischiare le gesta del regista.

L'unica soluzione per rimediare alla situazione era quella di accumulare numeri da Matt Ryan, impresa che Crane ha eseguito in maniera impeccabile contro North Carolina State in una partita divertente, ricca di segnature e di singole giocate entusiasmanti.
Crane ha scritto a referto 428 yards ed un paio di passaggi da touchdown, ha corso per 42 e segnato personalmente per tre volte, l'ultima delle quali è servita, a 22 secondi dal termine, a dare un'importante vittoria ai Golden Eagles, rei di aver sprecato un vantaggio interessante proprio nel periodo conclusivo.

Il forte contributo del quarterback è stato decisivo per l'ottenimento di ben 578 yards di total offense, di ben altro spessore rispetto alle 253 dei Wolfpack, ma ciò che conta veramente è che la reazione del ragazzo sia arrivata nel momento giusto, ovvero giusto una settimana dopo aver messo insieme appena 23 yards su lancio contro un avversario come Rhode Island, in una contesa dove le ambizioni di Crane erano finite dritte in panchina, dalla quale aveva sofferto (ed evidentemente tratto le giuste motivazioni) vedendo il compagno Dominique Davis condurre la squadra a punti a ripetizione.

Tom O'Brien, ex coach dei Golden Eagles, scende a 0-2 contro al sua ex squadra, se non altro le indicazioni che arrivano da questa difficile e lunga annata fatta di sofferenze ed incazzature sulle sidelines sembrano essere abbastanza precise. Non vi è difatti dubbio che i Wolfpack si trasformino a livello di squadra quando in campo c'è Josh Wilson, quarterback molto mobile che ha oramai ampiamente dimostrato di valere di più di Daniel Evans ed Harrison Beck sommati.
La parziale rimonta, arrivata fino alla parità  a quota 31, è stata frutto di un paio di suoi big plays, concretizzatisi attraverso un touchdown di 61 yards per Owen Spencer, nonchè con una sua corsa per il momentaneo pareggio: a giudicare dalla pessima giornata vissuta dal gioco di corse (solo 35 yards) dei Wolfpack, è chiaro che non gli si poteva chiedere di più.

Non ingannino gli 80 punti combinati da Florida State e Miami nella sfida tra ex grandi, che sono stati frutto di tante brutte giocate e di un numero considerevole di errori, commessi di ambedue le fazioni, in netto contrasto con il livello di competizione cui queste due ex potenze erano abituate a sciorinare.

Lo showman indiscusso della gara è stato il running back Antone Smith, autore di quattro mete, record d'università  eguagliato, e co-responsabile di un gioco di corse finalmente riesumato, che partita dopo partita comincia a dare quei risultati fortemente sperati dopo l'assunzione dell'offensive coordinator Jimbo Fisher.
I Seminoles hanno accumulato 281 yards sia con le sgroppate di Smith che con le abilità  di scrambler del quarterback Christian Ponder, il quale ha letteralmente seminato il panico all'interno della difesa degli Hurricanes per tutto il primo tempo, non a caso conclusosi con una netta supremazia di Fsu non solo per yards, ma pure nel punteggio; tutti questi fattori positivi, uniti ad una difesa che ha intercettato Robert Marve per due volte ed ha tenuto Miami ad un solo field goal nel primo tempo, non sono tuttavia serviti a continuare anche la ripresa sulla strada già  intrapresa, ed il rientro concesso agli avversari ha gettato seri dubbi sulla consistenza dei pur produttivi Seminoles.

Negli ultimi trenta minuti Florida State ha fatto letteralmente di tutto per gettare all'aria una partita già  stravinta: agli errori degli special teams, che in due occasioni hanno elargito regali generosi agli Hurricanes, si sono sommate le valutazioni errate di Ponder, capace di lanciare un intercetto a dir poco suicida, ed un costoso fumble di Smith, convertito anch'esso in punti da parte di un reparto offensivo che aveva preso fiducia un poco alla volta, arrivato fino al un clamoroso -2 dell'ultimo quarto. I Seminoles, che hanno tra l'altro concesso un trick play che ha trasformato un lancio del running back Craig Cooper in un touchdown pass per il velocissimo Travis Benjamin, non sembrano ancora maturi per tentare la nuova scalata al successo, c'è ancora molta strada da fare e tanta maturazione da compiere, in special modo per quanto riguarda l'eccessivo numero di penalità  a loro comminate.

Maryland era stata una delle sorprese di questo inizio di campionato, l'avevamo lasciata sette giorni fa al primo posto della Atlantic solo per ritrovarla sconfitta pesantemente dalla peggiore squadra Acc vista in campo nel 2008, Virginia.
Il 31-0 con cui i Cavaliers si sono imposti è a dir poco stordente, sono arrivate 200 yards con le sole corse grazie anche ad un Cedric Peerman da 17 portate per 110 yards ed una meta, mentre Marc Verica ha riscattato le sue ultime due pessime uscite lanciando un touchdown pass di 51 yards per Kevin Ogletree e mettendo a referto 25 completi in 34 tentativi per 226 yards con due passaggi vincenti. Inoltre, una difesa sfiancata dagli errori passati del proprio attacco, che aveva concesso di tutto e di più nelle precedenti uscite, ha limitato Da'Rel Scott a sole 36 yards su corsa, ammassando tutta la pressione dei successi offensivi su un Chris Turner da 20/34 per 220 yards ed autore di un intercetto. Chi ci capisce qualcosa è davvero bravo"

Curioso come un team votato alla corsa come Georgia Tech sia riuscito a far stabilire il secondo miglior record ogni epoca d'ateneo per yards ricevute ad un suo giocatore.
Demaryius Thomas, lo scorso sabato, ha tirato giù qualcosa come 9 passaggi per 230 yards divenendo l'unico e solo punto di riferimento per il giovane quarterback Jaybo Shaw, un true freshman che coach Johnson ha ritenuto pronto per essere gettato nella mischia a causa dell'infortunio al titolare Josh Nesbitt; per capire la dipendenza esercitata da Thomas su Shaw basti pensare alle statistiche accumulate dal regista, 230 yards lanciate e 9 passaggi completati. Chi sarà  mai stato l'univoco destinatario dei suoi passaggi?

Con il 27-0 rifilato a Duke, che torna quindi alla normalità  dopo l'exploit delle prime uscite, gli Yellow Jackets si confermano squadra in grado di dominare la linea di scrimmage da ambedue i lati delle trincee, il quarterback Thaddeus Lewis è stato continuamente assediato dalla pressione del forte fronte difensivo composto, tra gli altri, da Michael Johnson e Vance Walker ed ha terminato con sole 89 yards ed un intercetto, mentre il controllo imposto dalle corse è sfociato in altre 159 yards per il running back Jonathan Dwyer, l'altra pedina irrinunciabile per questo produttivo reparto offensivo.

Georgia Tech si conferma altresì come outsider di tutto diritto per la corona della Coastal Division, ruolo per il quale se ne saprà  di più dopo l'insidiosa trasferta a Clemson da affrontare tra quindici giorni, ma soprattutto con lo scontro diretto con North Carolina ancora da disputare.

Risultati e classifiche
Georgia Tech vs Duke 27-0
North Carolina State vs Boston College 31-38
Virginia Tech vs Western Kentucky 27-13
Miami vs Florida State 39-41
North Carolina vs Connecticut 38-12
Virginia vs Maryland 31-0
Clemson, Wake Forest: bye week

Atlantic Division
Wake Forest 1-0 (3-1)
Florida State 1-1 (4-1)
Boston College 1-1 (4-1)
Maryland 1-1 (4-2)
Clemson 1-1 (3-2)
North Carolina State 0-2 (2-4)

Coastal Division
Virginia Tech 2-0 (5-1)
Georgia Tech 2-1 (4-1)
North Carolina 1-1 (4-1)
Duke 1-1 (3-2)
Virginia 1-1 (2-3)
Miami 0-2 (2-3)

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