No Yates? No problem!

Brandon Tate ed i Tar Heels sono pronti per il salto di qualità 

Se per vostra sventura avevate definito questo inizio di campionato con gli aggettivi prevedibile o scontato la giornata di sabato dovrebbe avervi fatto cambiare idea con una certa velocità , gli equilibri sono stati drasticamente cambiati sia a livello nazionale che a livello di conference, e la ACC è uscita dal rimescolamento delle carte con il maggior numero di stravolgimenti di tutto il panorama Ncaa.

Persino una presumibile ovvietà  quale la fine delle aspettative vincenti di North Carolina, causata della caviglia di TJ Yates e dall'apparente mancanza di alternative nel ruolo di quarterback, è stata spettacolarmente sfatata da una delle migliori prove che la storia recente ricordi a firma dei Tar Heels, impegnati in uno scontro al vertice con Miami.
Si fosse svolta seguendo le indicazioni del primo quarto si sarebbe potuto parlare di una tranquilla passeggiata per gli Hurricanes, in fondo Craig Cooper aveva già  corso per oltre 70 yards nei soli primi quindici minuti, e Greg Paulus, scelto in settimana per chiamare i giochi sulla linea di scrimmage, aveva fatto presagire un disastro offensivo senza riuscire minimamente ad incidere sulla partita.

Miami, per un tempo, ha avuto la strada spianata: oltre al successo del running game, l'alternanza in regia tra Robert Marve e Jacory Harris aveva portato a risultati più che soddisfacenti, con il primo a lanciare due passaggi vincenti a primo periodo nemmeno terminato, rinnovando una crescente intesa con il wide receiver Kayne Farquharson, a segno per la seconda settimana consecutiva, e permettendo al già  produttivo Cooper (19, 110) di distinguersi anche in fase di ricezione.

In seguito gli Hurricanes hanno dovuto fare i conti con l'inaspettato, ovvero con il deciso cambio d'inerzia coinciso con l'ingresso in campo di Cameron Sexton, un quarterback junior che aveva già  giocato da titolare con la maglia azzurra nella sua stagione da esordiente, accumulando delle statistiche non esattamente soddisfacenti, finendo per terminare addirittura terzo nelle preferenze degli allenatori.

I Tar Heels hanno segnato nella prima serie di giochi targata Sexton, che ha decretato un ormai insperato avvio delle operazioni offensive, quindi hanno ridotto lo svantaggio nel terzo quarto per poi cadere apparentemente nella classica trappola che questo tipo di partita può nascondere, ovvero il subire una meta a rincorsa quasi agganciata, l'ideale per spezzare le gambe alle intenzioni di rimonta, evento materializzatosi con il terzo touchdown pass della giornata di Marve, buono per il battesimo in endzone dell'intrigante wide receiver Aldarius Johnson.

Il fatto che Butch Davis sia riuscito nel trasmettere il suo carattere alla squadra è stato testimoniato dalla volontà  di non mollare, fatto che ha permesso a Sexton di tenere saldi i nervi, giocare un quarto periodo straordinario (6/10, 148 yards e 2 TD il parziale) ed inventarsi un necessario big play in collaborazione con il "solito" Hakeem Nicks (5, 133, TD); l'opera è stata quindi completata con la ricezione di Brooks Foster a 46 secondi dal termine e da due intercetti di Tremaine Goddard, con la partita in bilico, l'ultimo dei quali proprio nell'ultimo gioco della gara all'interno della propria endzone. Oltre alla pesantissima vittoria in rimonta, di indiscutibile importanza nell'economia della Coastal Division, i Tar Heels hanno lasciato Miami con un'altra soddisfazione, ovvero il nuovo record Ncaa di yards combinate su ritorno di calcio: l'autore dell'impresa è un altro dei grandi protagonisti di questa ottima stagione, Brandon Tate.

Comunque si giri la faccenda, il risultato resta comunque quello: la stessa Coastal desiderata dai Tar Heels al momento resta fermamente nelle mani di chi l'ha sempre guidata nei tempi recenti, ovvero quella Virginia Tech che sembra non morire mai.
Gli Hokies sono riusciti a sconfiggere l'imbattuta Nebraska di coach Pellini conducendo la gara per il suo intero svolgimento, scongiurando il pericolo di una rimonta e giocando il solito football insegnato da Frank Beamer, fatto di difesa e special teams.

L'attacco ha avuto il compito agevolato proprio da questi due reparti, che hanno messo a segno i primi due punti della gara grazie alla safety provocata dal punt bloccato da Stephen Virgil (ancora in evidenza con un big play), e dall'intercetto di Macho Harris del primo quarto, cui è seguita una comoda passeggiata in endzone per il running back Darren Evans (21, 72, 2 TD).

In seguito a tre field goals di Dustin Keys in altrettanti possessi consecutivi gli Hokies erano riusciti a creare un cuscinetto di sicurezza tutto sommato solido, ma l'incapacità  di riuscire a varcare la endzone ottenendo un maggior numero di punti per poco non è costato caro, perlomeno a giudicare dalla mini-rimonta degli Huskers, le quali due mete a cavallo tra terzo e quarto periodo hanno rimesso in discussione tutto quanto.

Nemmeno l'agognata meta di Tyrod Taylor, che ha segnato ancora nel suo modo preferito, su corsa, ha scritto definitivamente la parola fine, gli Hokies non hanno chiuso la partita usando il cronometro, e la classica ultima possibilità  per gli avversari è stata sventata ancora dalla difesa, che ancora grazie a Virgil (fumble forzato) ha recuperato il possesso decisivo, regalando a Virginia Tech la quarta vittoria consecutiva e permettendole di mantenere in solitario la preziosa vetta divisionale.

Gli upset del fine settimana hanno fortemente condizionato la Atlantic Division, che ha visto cadere contemporaneamente Wake Forest e Clemson, rispettivamente battute da Navy e Maryland, quest'ultima grossa sorpresa stagionale.

La sconfitta dei Demon Deacons rappresenta un piccolo pezzo di storia per l'accademia navale, capace sabato di sconfiggere un avversario assegnato alla Top 25 per la prima volta dal 1985: troppi gli errori commessi dal solitamente preciso Riley Skinner, responsabile di 5 turnovers totali (4 intercetti, un fumble) che hanno severamente condizionato l'andamento di una partita dove la differenza tra i rispettivi giochi di corse è stata a dir poco decisiva.
Da una parte Wake Forest ha sbattuto in continuazione contro un muro, Brandon Pendergrass è stato, con 19 yards, il suo miglior corridore di giornata, la strategia offensiva ha quindi virato con decisione sul gioco aereo senza ottenerne nulla, vanificando l'ottima prestazione individuale del wide receiver D.J. Boldin (8, 116).

La difesa del Deacons ha, piuttosto, sofferto in maniera allucinante il miglior sistema di corse della nazione, che ha prodotto 292 yards (contro 43), che ha consentito al fullback Eric Kettani di ottenere il massimo in carriera con ben 175 yards, e che ha visto il quarterback Kaipo-Noa Kaheaku-Enhada segnare le prime due mete di stagione, prima di abbandonare la gara nel secondo quarto per un infortunio.
Memoria corta è la parola d'ordine per i ragazzi di Jim Grobe da qui in avanti, è necessario dimenticarsi completamente che i turnovers commessi prima di sabato erano stati solo cinque (ora sono saliti a 12) e che Skinner quest'anno doveva ancora lanciare un intercetto: Wake Forest, tutto sommato, mantiene una posizione nel ranking (la numero 25) e può ancora giocarsi tutto in vista del prossimo 9 ottobre, quando il fondamentale confronto con Clemson servirà  da test definitivo per le ambizioni dell'ateneo.

I Tigers non se la spassano di certo in questo momento, vuoi per eccessi di sicurezza, vuoi per l'inadeguatezza oramai solidificata dell'allenatore, vuoi per mille altri motivi, la conclusione è sempre la solita: questa squadra è perennemente sopravvalutata.

La sconfitta contro i Terrapins, che tra l'altro ha consegnato la prima piazza divisionale proprio a questi ultimi, ha nuovamente messo in luce la principale caratteristica di Clemson, la discontinuità : la squadra ha giocato un primo tempo eccellente, C.J. Spiller e James Davis avevano segnato rispettivamente mete di 35 e 38 yards, la difesa aveva contemporaneamente cancellato Da'Rel Scott dal campo e tenuto l'attacco avversario sotto le 100 yards totali, e di conseguenza il vantaggio accumulato all'intervallo era altresì rassicurante.

I Tigers si sono condannati con le proprie mani sotto forma di turnovers e penalità  evitabili, una delle quali ha annullato un touchdown di Spiller di ben 53 yards, il tutto mentre la difesa di Maryland è salita di colpi in maniera impressionante, arrivando a concedere solamente 31 yards totali su corsa nei trenta minuti conclusivi, senza permettere ai padroni di casa di avvicinarsi all'area di meta.
Chris Turner (16/30, 172, TD), si è svegliato al momento giusto assieme al resto dell'attacco: decisivo il big play di Derrius Heyward Bey, che con una reverse si è fatto tre quarti di campo propiziando il touchdown del compagno Torrey Smith, quindi uno Scott tenuto statisticamente al guinzaglio (23, 39, TD) ha segnato la meta del vantaggio cavalcando l'onda di un entusiasmo generale che si era fatta oramai troppo grossa, dimostrando che i Terps, pronosticati come squadra di secondo piano della conference, forse non sono poi così male.

Una cosa è certa: Duke ci ha preso gusto.

I Blue Devils stanno facendo un piccolo ma significativo progresso alla volta, sono dapprima riusciti a raddoppiare il numero di vittorie rispetto allo scorso anno nel giro di pochissime settimane, ma l'impresa di sabato ha tolto dalle spalle di questi ragazzi una scimmia che era cresciuta a dismisura, che la spalla non riusciva più a reggere.
La vittoria per 31-3 contro Virginia ha difatti sancito la fine della striscia di 25 partite consecutivamente perse contro un avversario della ACC, la squadra ha mostrato indubbio carattere giocando un secondo tempo notevolmente migliore del primo ed il successo, già  il terzo stagionale, è numericamente il più largo degli ultimi dieci anni.

Un Thaddeus Lewis completamente rigenerato dopo l'intervallo ha lanciato due passaggi da touchdown nel terzo periodo (Eron Riley ancora a segno) dopo una prima metà  chiusa sul 3-3 e con due turnovers a carico, e quando Jabari Marshall ha riportato in meta uno dei quattro intercetti subiti dal disastroso Marc Verica, la questione si è chiusa con un punto esclamativo ben marcato.

Vittoria di prestigio (finalmente) per Florida State, che ha sconfitto una buonissima squadra come Colorado con la miglior partita in carriera per il running back Antone Smith (154 yards, 3 TD) e con una difesa finalmente in grado di schierare tutti i titolari dopo i noti problemucci accademici; facile facile la passeggiata di Boston College sui resti di Rhode Island, in una gara contraddistinta dal grande numero di giochi di corsa chiamati da Jeff Jagodzinski e dalla bella prova del backup running back Montell Harris, autore di 3 mete e 143 yards. Chiude North Carolina State, che ha preso una bella ripassata dai Bulls di South Florida, con un disastroso Harrison Beck da 9/32 e 3 intercetti.

Risultati e classifiche
Duke vs Virginia 31-3
Clemson vs Maryland 17-20
Miami vs North Carolina 24-28
Boston College vs Rhode Island 42-0
Florida State vs Colorado 39-21
Wake Forest vs Navy 17-24
North Carolina State vs South Florida 10-41
Virginia Tech @ Nebraska 35-30
Georgia Tech: bye week

Atlantic Division
Maryland 1-0 (4-1)
Wake Forest 1-0 (3-1)
Clemson 1-1 (3-2)
Florida State 0-1 (3-1)
Boston College 0-1 (3-1)
North Carolina State 0-1 (2-3)

Coastal Division
Virginia Tech 2-0 (4-1)
Duke 1-0 (3-1)
Georgia Tech 1-1 (3-1)
North Carolina 1-1 (3-1)
Miami 0-1 (2-2)
Virginia 0-1 (1-3)

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